Depistaggi egiziani su Giulio Regeni

Il Corriere della Sera ha in prima un colloquio con Papa Francesco di Massimo Franco: “Il Papa e i muri che cadranno uno dopo l’altro”, “Le scelte di Francesco, gli ortodossi, l’Europa”.

Più in basso: “Sala super il test delle primarie”, “Conquista il 42,3%, Balzani arriva al 33,9%. Il candidato sindaco: ora ritrovare lo spirito dell’Expo”, “Milano e il centrosinistra. Giù l’affluenza: 60.900. Majorino al 23%. Berlusconi, Salvini e Meloni: vertice per lo sfidante”.

Sulle unioni civili: “L’aiuto da Verdini per il sì alle adozioni. Caos tra i 5 Stelle”, “Alfano: ora uno stralcio”.

A centro pagina ancora il caso di Giulio Regeni: “Giulio, un eroe contro la barbarie”, di Javier Cercas, “Egitto. In una cella segreta, poi il delitto”.

L’editoriale di Michele Ainis è dedicato al referendum sulla riforma costituzionale: “Più quesiti per capire la riforma”.

A fondo pagina: “I nostri ragazzi che non sanno l’inglese”, “In Europa nessuno lo studia più di loro: 98%. Ma lo lasciano presto e lo parlano poco”, scrive Antonella De Gregorio.

Infine, da segnalare gli articoli su integrazione e Shengen di Viviana Mazza (“Fondi dagli Usa per l’integrazione”, come dice in un’intervista il vicesegretario di Stato Usa Richard Stengel) e di Federico Fubini (“Ue, la tentazione di ‘chiudersi’”).

La Repubblica ha in prima le parole del ministro degli Esteri Gentiloni, intervistato da Giampaolo Caladanu, riferite al caso di Giulio Regeni: “’Non accettiamo verità di comodo sulla fine di Giulio’”, “Parla il ministro degli Esteri Gentiloni”. “Torturato perché lo credevano una spia”: il titolo rimanda all’articolo sull’inchiesta sulla morte del ricercatore italiano in Egitto, firmato da Xalo Bonini e Giuliano Foschini.

La foto è per Giuseppe Sala, che esulta dopo i risultati delle primarie a Milano: “Sala vince le primarie con il 42%. Pisapia: ‘Adesso sosteniamolo tutti’”.

E il commento di Michele Serra: “La lezione di Milano”.

In prima anche l’intervista all’ex presidente Napolitano, di Stefano Folli: “Napolitano a Renzi: ‘In Europa niente intese senza o contro Berlino’”.

Più in basso: “Unioni civili, Cinquestelle nella bufera, un sondaggio li ha spinti al dietrofront”, “I Dem: basta trattative, la legge va in Aula così com’è”.

A fondo pagina, la “copertina” R/2: “La battaglia dei cinquecento euro, ‘Abolire la banconota di Bin Laden’”. Ne scrivono Enrico Bellavia ed Ettore Livini.

E di fianco: “Polemica sul sesso della Storia, ‘I saggi sono scritti solo dai maschi’”, “Londra: su 50 libri in classifica solo 4 di donne”. Di Enrico Franceschini e Francesco Erbani.

Sulla colonna a destra un intervento di Mario Vargas Llosa: “Il potere compiacente che riveste le statue nude”, “Che cosa ci insegna lo scandalo dei marmi nascosti a Rouhani”.

Infine, “il caso”: “Alfano: fermiamo le stragi a Napoli, dobbiamo mandare l’esercito in strada”, “Aumenteranno i soldati impegnati”.

La Stampa: “Cinquestelle, il diktat di Casaleggio”, “L’ideologo stila un contratto per i candidati del movimento a Roma: multa di 150 mila euro per chi trasgredisce”, “Renzi: primarie per il presidente della Commissione Ue, ‘basta con i tecnocrati’. Unioni civili, Alfano al premier: senza le adozioni siamo pronti a votare la legge”.

“Matteo-Beppe, nemici per vocazione” è il titolo del commento di Federico Geremicca.

Sulle primarie a Milano: “E’ Sala il candidato sindaco. Pisapia: ora tutti col vincitore”.

La foto a centro pagina raffigura le macerie di Aleppo, dove è inviato Domenico Quirico: “Ad Aleppo, dove si combatte la battaglia finale”.

Stefano Stefanini ricorda che oggi si tiene l’incontro tra il capo dello Stato Mattarella e il presidente Usa Obama: “Cosa chiede Obama a Mattarella”.

Sulla colonna a destra, le indagini sulla morte di Giulio Regeni: “Dietro la morte di Giulio il giallo dei venditori ambulanti”.

In prima anche l’intervista di Francesco La Licata al presidente del Senato: “Maxiprocesso trent’anni fa”, “Grasso e la mafia: vanno cercate le verità scomode”, “L’ho giurato davanti ai corpi martoriati di Falcone e Borsellino. Alcuni aspetti di quelle stragi sono ancora da chiarire: io ho promesso che non mi sarei mai fermato”.

A fondo pagina, “la storia”: “Nel laboratorio che crea le mappe del Pianeta rosso”, di Elisabetta Fagnola. E “il caso” raccontato da Flavia Amabile: “La lunga fuga di Jasmine per liberarsi dalla schiavitù”.

Il Giornale: “Sanremo fa lo spot alle coppie gay”, “La Rai vota Cirinnà”, “La tv di Stato entra a gamba tesa sul tema delle unioni civili mentre in Aula si decide. Domani all’Ariston Elton John con il marito, una maxi pubblicità alle adozioni omosex”.

Più in basso un intervento di Piero Ostellino: “L’Italia come l’Urss morirà soffocata dalla corruzione”.

Sulle primarie a Milano: “Milano, Sala vince le primarie cinesi”, “Mr Expo batte la Balzani ma con meno preferenze del previsto. Bufera sui voti ‘stranieri’”.

Sulle unioni civili Renato Farina firma un commento sul “salto del Grillo”: “La retromarcia di Beppe ispirata da Oriana”.

Sulle primarie Usa e il voto repubblicano: “Negli Usa è sfida tra i ‘cubani’”, di Paolo Guzzanti.

Il commento di Nicola Porro in apertura a sinistra: “La supremazia rossa dalla politica fino al cimitero” (sulla “supremazia culturale della sinistra” che ha fatto sì che non si ricordasse la cattolica Rita Fossaceca, medico morto a colpi di machete a Malindi, ma si dedicassero le prime pagine alla morte di Regeni; o che ha portato “la Milano che conta” a votare per Sala malgrado le primarie fossero “taroccate” dalla partecipazione di cittadini cinesi, e via dicendo).

Giulio Regeni, morto in Egitto.

Su La Stampa: “Il mistero dei venditori ambulanti dietro la morte di Giulio al Cairo”, “Il giovane era controllato dalla polizia segreta per la vicinanza ai sindacati indipendenti. Forse tradito da un informatore. Pressing delle autorità italiane per scoprire la verità”. Spiega Francesco Grignetti, inviato al Cairo, che interessandosi ai sindacati indipendenti, Regeni aveva toccato un nervo scopertissimo per il regime egiziano. Si stava dedicando al mondo dei taxisti e a quello dei venditori ambulanti. Ma se il primo ambito non ha connotazioni politiche, il secondo è molto più delicato di quanto non si possa pensare. Non soltanto perché gli ambulanti del Cairo sono moltissimi ed arrabbiati con il governo che li ha scacciati dalla Città vecchia e quindi sono tenuti sotto controllo per evitare disordini. Ma perché spesso il loro lavoro li trasforma in informatori della polizia: e quel giovane che parlava qualche parola di arabo e un inglese inappuntabile, con i suoi incontri, aveva certamente suscitato l’interesse degli apparati del regime.

Sulla stessa pagina il “retroscena” di Francesca Paci dal Cairo raccoglie le voci di colleghi e conoscenti di Giulio: “’Il governo racconta solo bugie. Quello di Regeni è un omicidio di Stato’”.

A pagina 5: “Fratture multiple e volto tumefatto. Così hanno infierito gli aguzzini”, “La rottura di due vertebre è la causa certa del decesso del ricercatore”.

Su Il Giornale se ne occupa Fausto Biloslavo: “Al Cairo i nostri investigatori, ‘Aiuto egiziano non scontato’”, “Sono in 7 a partecipare alle indagini. L’ambasciatore italiano Massari: ‘Ma all’Egitto conviene collaborare’”. E sulla stessa pagina, ancora a firma di Fausto Biloslavo, il “retroscena” analizza “l’ipotesi più probabile”: “’Gli 007 non c’entrano, Giulio finito in mano a squadre paramilitari’”, “Un alto funzionario di polizia italiano: ‘I servizi segreti non avrebbero fatto trovare il corpo’”.

Su La Repubblica un articolo di Carlo Bonini e Giuliano Foschini: “’Giulio torturato perché pensavano che fosse una spia’”, “L’autopsia conferma la pista dell’omicidio politico. Lo scontro tra apparati e i tentativi di depistaggio”, “I contrasti sullo sfondo tra il Mukhabarat e i servizi segreti militari dai cui ranghi proviene il presidente”.

In basso, l’intervista di Francesca Caferri a Mohamed Soltan, che è stato detenuto per 21 mesi (e 16 li ha passati facendo uno sciopero della fame) con l’accusa di aver sostenuto i Fratelli musulmani. Dalla cella è uscito in barella, grazie al fatto di essere cittadino egiziano ed americano. Dice: “’conosco quelle celle, ho rivissuto il mio incubo’”, “in quelle carceri ci sono dei selvaggi che commettono impunemente ogni tipo di violenza”.

Il Corriere dedica al caso Regeni le pagine 12 e 13. “Dalla festa al ‘ritrovamento’. Tutti i depistaggi degli egiziani”, di Fiorenza Sarzanini.

Viviana Mazza scrive della “ricostruzione” dell’accaduto: “Il corpo ‘scaricato’ vicino a una prigione dei servizi segreti”, “Nessuna traccia del presunto incidente”.

E sulla stessa pagina lo scrittore Javier Cercas scrive del “dilemma inaccettabile”: “non si può accettare il dilemma tra terrorismo dell’Isis o terrorismo di Stato”.

Regeni, terrorismo e Medio Oriente

Al caso Regeni è dedicata la prima parte dell’intervista al ministro degli Esteri Gentiloni, che compare oggi su La Repubblica ed è firmata da Giampaolo Caladanu. “L’Italia -dice il ministro- non si accontenterà di una verità di comodo, l’Egitto aiuti i nostri agenti”, “Abbiamo chiesto e ottenuto che al Cairo funzionari investigativi del Ros e della polizia possano partecipare alle indagini egiziane”; “l’Egitto è un nostro partner strategico e ha un ruolo fondamentale per la stabilizzazione della regione. Questo non ci ha mai impedito di promuovere la nostra visione del pluralismo e dei diritti umani. Qui però ci troviamo di fronte a un problema diverso, cioè il dovere dell’Italia di difendere i suoi cittadini”. Sulla Libia: “Daesh si consolida a Sirte ma noi continuiamo a scommettere su un nuovo governo unitario in Libia”. Sull’Iraq: “Il nostro impegno, tra l’altro, sarà armare e addestrare i peshmerga e formare la polizia irachena”.

Siria

Su La Repubblica Pietro Del Re, inviato a Gaziantep, raccoglie le testimonianze di coloro che sono fuggiti da Aleppo: Talah, ex giornalista scappato dopo aver perso moglie e figli sotto le bombe, racconta: “Non c’è più gas, né acqua ed elettricità Persone uccise alle fontane o in fila per il pane”, “fra cecchini e raid, fuggire da Aleppo è l’unica speranza”.

Su La Stampa alle pagine 2 e 3 il reportage dell’inviato Domenico Quirico da Aleppo: “’Io, sulla strada della morte, testimone della battaglia di Aleppo’”, “Il viaggio di Domenico Quirico da Damasco alla città che Assad vuole riconquistare e che si prepara allo scontro finale”.

Sul Corriere scrive Lorenzo Cremonesi: “La Russia in Siria. L’opzione militare rende impossibile il negoziato”.

Usa (primarie)

Su La Stampa un articolo di Paolo Mastrolilli: “La ‘gang’ dei governatori all’attacco per fermare la corsa di Rubio”, “Domani le primarie nel New Hampshire, i repubblicani si alleano contro il candidato favorito dell’establishment”. Mastrolilli spiega l’alleanza tra Bush, Christie e Kasich per affondare la candidatura di Marc Rubio e togliergli la corona di alternativa preferita dall’establishment a Trump, che ieri ha detto di essere pronto a torturare i terroristi.

Di fianco, lo stesso John Kasich, governatore dell’Ohio, viene intervistato da Francesco Semprini e dice: “I clandestini? In America vanno regolarizzati”.

Su Il Giornale ne scrive in un reportage dal New Hampshire di Paolo Guzzanti: “Tra i due litiganti gode Rubio. E ora tutti contro il Golden Boy”, “E’ giovane, spiritoso, ha una memoria di ferro e conosce i suoi elettori uno a uno: Trump e Cruz ora non lo snobbano più. Bush e Carson al lumicino”.

Per quel che riguarda il fronte democratico, sulla stessa pagina segnaliamo un articolo di Valeria Robecco, anche lei dal New Hampshire: “Sanders arruola la legione straniera”, “Giovani da tutto il mondo per spingere il vecchio ‘socialista’”.

Su La Repubblica l’articolo di Vittorio Zucconi da Washington: “le femministe storiche in campo per Hillary, ‘Ragazze, lasciate Sanders, ora una donna presidente’”, “per l’appuntamento delle primarie in New Hampshire si mobilitano dalla Steineim alla Albraight. Ma le giovani guardano a Bernie: ‘Non è questione di genere, ma di idee’”.

Unioni civili

Su La Repubblica: “Unioni civili, caos M5S, ecco il sondaggio che spaventa Casaleggio”, “Il politologo D’Alimonte a Di Maio: ‘Avete elettori di destra’. Alfano: via la stepchild adoption. Senatori grillini: voteremo sì anche senza”. Goffredo de Marchis scrive che all’origine del cambiamento di rotta del M5S sul tema delle adozioni nel disegno di legge Cirinnà ci sarebbe un incontro tra Luigi Di Maio, esponente del direttorio del movimento, e il politologo Roberto D’alimonte, uno dei “padri” dell’Italcum. Che gli avrebbe spiegato come fosse trasversale il M5S e come militanti ed elettori non coincidano (i secondi non si riconoscerebbero nella protesta erb dei militanti per la scelta di Grillo).

Su Il Giornale: “La strana battaglia di Grillo che regala un alibi a Renzi”, “Il cambio di rotta dei grillini è un grande favore al premier in caso di sconfitta. Scaricherà tutto su M5S se salterà la stepchild adoption, che molti nel Pd non vogliono”. Lo scrive Adalberto Signore.

E sulla stessa pagina “la testimonianza” di Renato Farina: “Quella giravolta sul voto della Cirinnà ispirata dal fantasma della Fallaci”, “Nel 2005 Oriana contattò Beppe per elogiare le sue critiche alla fecondazione artificiale. La posizione di oggi ricalca il pensiero della scrittrice, contraria alle adozioni gay”.

Sul Corriere: “M5S, le telefonate per contarsi. Un sondaggio dietro la scelta”, “La base attacca ancora il leader sul blog, deputati in pressing sui senatori”. Scrive Emanuele Buzzi che secondo lagenzia AdnKronos sarebbe stato un sondaggio sulla composizione dell’elettorato M5S -realizzato dalla Luiss- a smuovere i vertici. Secondo i dati, a votare Cinque Stelle sarebbe soprattutto un elettorato di destra.

Primarie a Milano

Il Corriere intervista Giuseppe Sala: “Mi aspetto lealtà ma qualcuno potrebbe cambiare strada”, “Temo una manovra anti-premier”.

Alla pagina seguente l’articolo di Alessandro Trocino: “La sinistra Pd si rassegna. Sel potrebbe smarcarsi”.

Per quel che riguarda il centrodestra: “Parisi si scalda, si va verso la sfida tra i due ex city manager”, “Stasera vertice tra Berlusconi, Salvini e la Meloni”.

Alla pagina seguente l’articolo di Alessandro Trocino: “La sinistra Pd si rassegna. Sel potrebbe smarcarsi”.

A pagina 2, La Repubblica: “Sala vince le primarie e si candida a sindaco. Piaspia: ‘Lo sosterrò’”, “Milano, a mister Expo il 42% dei voti. Balzani seconda col 34%. Ai gazebo oltre 60 mila, leggero calo sul 2010”. E il quotidiano intervista Francesca Balzani: “Adesso unità ma la sinistra poteva vincere”.

A pagina 3 Oriana Liso dà conto del punto di vista dello stesso Sala : “’Adesso non ci rinchiudiamo, dobbiamo allargare il consenso e varò bisogno di Giuliano’”, “Il vincitore esalta la partecipazione ai gazebo ma non rinuncia a rispondere ai più critici: ‘Mi hanno dipinto come un truffatore, ma io sono stato leale e ci ho messo la faccia’”.

Franco Vanni scrive invece delle polemiche sul voto della comunità cinese: “Quanto pesa la Chinatown milanese”, “Oltre 6mila aziende in città, raddoppiate in 6 anni. E ora alzano la voce”.

Ne scrive a pagina 25 anche Michele Serra, che sottolinea: “tra gli elettori di sabato anche un drappello organizzato e vistoso di cinesi, per conto della più antica comunità meneghina di immigrati, in città dai primi del Novecento”; “ma la percentuale del voto ‘straniero’, da scrivere tra virgolette perché molti immigrati cinesi di terza o quarta generazione sono più milanesi di Salvini, è circa del 4-5 per cento, e ridimensiona la portata di quello che è stato fondamentalmente un atto lobbystico: e stiamo parlando più di una lobby di commercianti che di una lobby di ‘stranieri’”.

Su Il Giornale: “Centrodestra, oggi il vertice. E’ il giorno del candidato”, “La coalizione verso l’investitura del manager Parisi per la corsa al dopo Pisapia. Partita ancora aperta a Roma: salgono le quotazioni di Marchini , dubbi da Fdi”.

Europa

Su La Repubblica un’intervista di Stefano Folli all’ex presidente Giorgio Napolitano, che dice: “’Intese più larghe per rilanciare la Ue. Renzi non escluda Merkel e popolari”, “L’unità di intenti non bisogna rimanere nella dimensione nazionale, occorre un balzo in avanti nell’integrazione. E in questo senso è giusta l’idea sostenuta dal presidente della Bce, Mario Draghi, di prevedere un ministro del Tesoro europeo. Qualsiasi intesa per rinnovare e far progredire l’Unione e superarne le attuali insostenibili contraddizioni deve comprendere la Germania. Penso che un leader non possa rinunciare al suo disegno, se crede in esso. Dalla Cancelliera tedesca un passo di straordinario valore politico con l’apertura ai richiedenti asilo: assecondare gli impulsi e le paure collettive scivolando ne populismo è un rischi da cui guardarsi sempre. Le divergenze tra Italia Bruxelles? Occorre accortezza e capacità di persuasione da parte nostra”.

Sulla stessa pagina Alberto D’Argenio dà conto della proposta lanciata da Renzi: per il dopo Juncker, le primarie per scegliere il presidente della Commissione Ue. “Come democratici italiani chiederemo le primarie, non se ne può più della tecnocrazia che non sa dove sta la gente”, ha detto alla scuola politica del Pd.

Ne dà conto anche il Corriere: “’Il presidente Ue scelto dai cittadini’”, “Renzi: ‘Vogliamo le primarie a Bruxelles’. E ai giovani Pd: ‘Chi fa lo schifiltoso sui voti perde le elezioni’” (riferimento all’arrivo nel Pd di politici vicini all’ex presidente della Regione Sicilia Cuffaro, ndr.)

Federico Fubini, a pagina 11 del Corriere torna ad occuparsi della ipotesi di una “mini-Schengen”: “Torna l’Europa del ‘nucleo duro’. L’Italia frena: non dividiamoci”.

Il Papa che incontrerà Kirill

Alla vigilia del faccia a faccia a Cuba con il patriarca di Mosca, Kirill, il Papa ne ha parlato con Massimo Franco: il colloquio si trova alle pagine 2 e 3 del Corriere della Sera. “Il mio abbraccio ai fratelli ortodossi”, “E sull’Ue: serve una rifondazione”, “L’Occidente deve fare autocritica sulle primavere arabe”, “Tra i grandi dell’Italia di oggi, Giorgio Napolitano ed Emma Bonino”. Dice papa Francesco: “Sulle primavere arabe e l’Iraq si poteva immaginare prima quello che poteva succedere. E in parte c’è stata una convergenza di analisi tra la santa Sede e la Russia. In parte, è bene che non esageriamo perché la Russia ha i suoi interessi”.

Mattarella che incontrerà Obama

Sul Corriere: “Mattarella e l’offerta a Obama. Niente raid ma leadership in Libia”, “Nell’agenda anche la candidatura dell’Italia al Consiglio di Sicurezza Onu”.

Su La Stampa l’analisi di Stefano Stefanini: “Cosa chiede Obama a Mattarella”.

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