Caso Regeni: Shalaby sarà il capro espiatorio?

Il Corriere della Sera: “Assessori in piazza e scontri a Napoli. Renzi: vado avanti”, “‘Ora Bagnoli rinasce’. De Magistris diserta”.

Il commento è affidato a Goffredo Buccini: “L’irresponsabilità di Masaniello”.

A centro pagina l’inchiesta della Procura di Potenza: “Le nuove carte di Potenza. ‘Dossier per colpire Delrio'”, “Veleni e contrasti nel governo. Il ruolo di Guidi”. L’articolo è firmato da Fiorenza Sarzanini e fa riferimento alla telefonata fra il compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, e Walter Pastena, consulente del Ministero dello Sviluppo economico, che accenna a quello che viene considerato una sorta di “dossier” riguardante il ministro delle Infrastrutture Delrio.

In evidenza anche le foto dei personaggi coinvolti nello scandalo Panama Papers: fra questi, Dominique Strauss-Khan e Mario Vargas Lllosa. Aldo Cazzullo firma un commento dal titolo: “Il ceto medio tradito dalle élite”. E di fianco, un’intervista di Stefano Montefiori a Jean-Marie Le Pen: “‘Quei lingotti? Folklore'”.

A fondo pagina, sul caso Regeni, la lettera di Amr Ibrahim Metwali alla madre del ricercatore ucciso in Egitto: “Mamma di Giulio, ammiro il tuo coraggio”, “Lettera ai Regeni: mio figlio è sparito in Egitto da mille giorni, aiuterai anche tutti noi”.

Sulla situazione in Libia, intervista all’ammiraglio Enrico Credendino, che guida l’operazione “Sophia”: “L’ammiraglio: pronti per la Libia”.

Di fianco: “Il Papa, i divorziati e l”integrazione'”, “Esortazione dopo il Sinodo”. Ne scrive Gian Guido Vecchi. E’ “integrazione” la parola che verrà scelta nell’esortazione postsinodale di Papa Francesco che verrà resa pubblica domani.

Federico Fubini si occupa invece di riforma del lavoro: “La prevalenza (in parte) dei contratti fatti in azienda”, “La prossima riforma del lavoro”.

L’editoriale in apertura a sinistra è firmato da Paolo Mieli e riguarda Confindustria Sicilia: “Antimafia. La profezia di Sciascia”.

La Repubblica: “Liste d’attesa, in 2 milioni costretti a pagare tangenti”, “Cantone: ‘Mafia e corruzione negli ospedali’. Bruciati più di sei miliardi. Renzi a Napoli: rilanciare Bagnoli. Scontri in piazza, lite con de Magistris”.

Al tema della corruzione nella Sanità -denunciato dal rapporto di Transparency International e al centro di un incontro ieri con il ministro della Sanità Lorenzin e il presidente della Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone- è dedicato un commento di Michele Serra: “La fragilità sotto ricatto”.

Per quel che riguarda invece le contestazioni al presidente del Consiglio ieri a Napoli e lo scontro con il sindaco della città Luigi De Magistris, da segnalare la rubrica di Stefano Folli, “il punto”: “L’eco lontana del boia chi molla”.

A centro pagina le polemiche suscitate dalla presenza nel salotto di Bruno Vespa ieri a “Porta a Porta” del figlio del boss Totò Riina, che ha scritto un libro sulla vita della sua famiglia: “Il filgio di Riina nel salotto di Vespa. Grasso e le vittime di mafia: vergogna”, “Rai sotto tiro, l’azienda si difende: solo giornalismo”.

“Così parlò Corleone” è il titolo del commento di Attilio Bolzoni.

A fondo pagina, sul caso Panama Papers: “E a Panama spunta Verdone”, “L’Espresso: nelle liste offshore anche l’attore e Barbara D’Urso”.

Di spalla a destra, con foto delle notti di protesta a Parigi a Place de la République, contro la riforma del lavoro, la corrispondenza di Anais Ginori: “Parigi, la lunga notte dei ragazzi che vogliono un altro futuro”.

E sul centrodestra francese segnaliamo anche un’analisi di Bernardo Valli su Alain Juppé, “il leader ritrovato”.

Infine, il quotidiano richiama in prima il reportage dalla Siria di Alberto Stabile: “Viaggio tra le rovine di Palmira, dove l’Is ha sfregiato la bellezza”.

La Stampa: “Petrolio, lo scontro fra il clan Gemelli e gli uomini di Renzi”, “‘Lotti e Guerra sono i nostri ostacoli’. E cercano una foto per ricattare Delrio”. Anche in questo caso ci si riferisce alla telefonata tra Pastena e Gemelli.

A destra, foto degli scontri ieri a Napoli fra antagonisti e polizia: “Il premier alla sfida del Sud. Napoli, incidenti al corteo”, “‘Bagnoli risanata entro il 2019’. Tensione con il sindaco De Magistris”.

“Il governo dia una chance al Meridione”, di Emanuele Felice.

In prima anche il tema sanità e corruzione: “La corruzione nelle Asl costa oltre 6 miliardi”, “La denuncia di Cantone: malaffare in una su tre”.

Più in basso, sul M5S: “Casaleggio abdica a favore del figlio”, “Presto il passaggio, ma il direttorio non ci sta”.

Sul caso Regeni: “‘Non vogliamo vedere il torturatore di Giulio'”, “Giudici del Cairo a Roma, senza il generale dei Servizi”. Il titolo fa riferimento al generale dei servizi egiziani Shalaby, che è sospettato di aver avuto un ruolo di primo piano nel sequestro e che fu colui che parlò della fine di Regeni come di un incidente stradale. Non farà parte quindi della delegazione che incontrerà oggi i pm di Roma.

A fondo pagina il “Buongiorno” di Massimo Gramellini sul caso del figlio di Riina in tv da Vespa: “Vespa siamo”.

Sulle primarie Usa, di spalla a destra, un articolo di Gianni Riotta: “Incubo-rodeo alla Convention repubblicana”, che si terrà a Cleveland.

Il Fatto ha in prima le foto di Federica Guidi e Piercarlo Padoan: “La Guidi intercettata”, “‘Padoan l’ha messo lì la cricca del petrolio'”, “L’ex ministro (oggi sentita dai magistrati) si sfoga con il suo compagno: ‘L’hanno voluto quelli del quartierino’. Poi tira in ballo anche la Finocchiaro”.

A centro pagina, intervista alla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi: “‘Antimafia, mani legate contro impresentabili'”, “I clan all’assalto dei Comuni'”, “La presidente della Commissione: ‘Non abbiamo strumenti per controllare i candidati. Riina jr. da Vespa? La trasmissione è un salotto negazionista, si è legittimato uno stragista. Al referendum del 17 aprile ci andrò e dirò Sì contro le piattaforme'”.

Alle polemiche sulla trasmissione “Porta a Porta” è dedicato l’editoriale del direttore Marco Travaglio: “Riina a Riina”.

Libero apre con la visita a Napoli del presidente del Consiglio: “Volano pietre su Renzi”, “Vedi Napoli e poi…”, “Il premier resuscita sopo 25 ani di fallimenti l’area di Bagnoli, ma invece di ringraziarlo gli amici di De Magistris vanno in piazza: bombe carta, bus distrutti, 15 agenti feriti. Peggio di Matteo ci sono solo i professionisti della sassaiola”.

Al tema è dedicato l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro (“Si può essere d’accordo oppure no con le decisioni di Matteo Renzi e, come è noto, spesso noi non lo siamo. Tuttavia, posti di fronte alla scelta fra lui e oppositori del calibro di quelli scesi in piazza ieri a Napoli, non possiamo che schierarci al fianco del presidente del Consiglio”).

In prima compare una foto del ministro Boschi sotto il titolo: “Per un italiano su due deve dimettersi”, “L’inchiesta sul petrolio travolge Boschi & C”. E più in basso: “Le accuse della Guidi al telefono: ‘De Vincenti? E’ un pezzo di m…'”, “‘Padoan è stato messo lì dal quartierino'”.

A fondo pagina: “Il Pd vuole punire Vespa per aver fatto il suo lavoro”, di Marco Gorra.

Di spalla a destra, sulla strage di Bruxelles: “Uno dei kamikaze aveva lavorato all’Europarlamento”. Si tratta di Najim Laachroui, che ha lavorato per due mesi al Parlamento europeo, impiegato da una società esterna nei lavori di pulizia. Ne scrive Mauro Zanon.

Più in basso: “Europa colabrodo”, “C’è un milione di clandestini che non cacciamo”, scrive Francesco Borgonovo.

Il Mattino apre con un’intervista al presidente del Consiglio, che ieri è stato ospite di un forum sulla tv del quotidiano in occasione della sua visita a Napoli: “Renzi: Bagnoli rinascerà in tre anni”, “‘Bonifica da 272 milioni, via tutta la colmata. A Napoli partita aperta per il Pd, Bassolino ci aiuti'”, “la cultura anti-industriale non paga’”.

“Un’occasione storica per il Sud”, è il titolo del commento di Oscar Giannino.

A centro pagina, con foto degli scontri sul Lungomare Caracciolo: “Gli assessori al corteo, poi gli scontri”, “Un pomeriggio di guerriglia sul Lungomare: 14 agenti feriti. De Magistris sotto accusa”, “Fucito e Piscopo tra i manifestanti. I violenti infiltrano la protesta e partono sassaiole contro la polizia”.

Con un’analisi di Vittorio del Tufo: “L’antagonismo che offende Napoli”.

A fondo pagina: “perché si può intervistare Riina jr”, di Mario Ajello.

E sul Panama Papers: “Panama, citato il direttore del Napoli teatro festival”.

Infine: “Privacy, non ci resta che WhatsApp”, “I messaggi cancellati non potranno più essere letti da nessuno”. Ne scrive Francesco Durante.

Il Giornale apre con la “intercettazione choc della Guidi”: “‘Nel governo un clan di figli di p…'”, “L’ex ministro contro il sottosegretario: ‘De Vincenti fa i fatti suoi, E’ un pezzo di m…'”, “Renzi a Napoli accolto da sassate e tafferugli”.

Del caso petrolio in Basilicata si occupa il direttore Alessandro Sallusti nel suo editoriale (“Non è bello il solo sospetto che un comitato d’affari di figli di buona donna governasse uno dei settori strategici dello Stato. Parliamo, tra l’altro, di persone che in questo momento sono al loro posto”).

Sul caso Vesp-Riina: “Ora vogliono zittire pure Vespa”, “Le mani su viale Mazzini”, “La Bindi e il governo attaccano il conduttore per aver intervistato il figlio di Riina”.

Con un commento di Arturo Diaconale, membro del consiglio di amministrazione Rai sul tema “Divieto d’intervista”: “Ecco il ritorno dei guardiani dell’etica pubblica’”.

Di fianco, foto del giornalista Emiliano Luizzi: “Morto Liuzzi, firma del ‘Fatto'”, “Il cronista del quotidiano diretto da Travaglio è morto all’età di 46 anni stroncato da infarto”.

Sulla colonna a destra: “Conversioni tardive”, “Toh, adesso Frontex scopre che i migranti portano il terrorismo”.

A fondo pagina: “Francesco è cattolico, ma le sue encicliche no”, scrive Camillo Langone dando conto di un saggio sulle posizioni del Pontefice.

Le “controstorie”: “Nella Fort Alamo siriana presidio contro l’Isis” (di Gian Micalessin) e “La vita esagerata dei miliardari sauditi” (di Valeria Braghieri).

Da oggi al quotidiano è allegato il libro di Renato Farina “Gesù non è buonista. I passi del Vangelo che scuotono il quietismo”.

Caso Riina-Vespa

Le pagine 2 e 3 de La Repubblica sono dedicate alle polemiche nate dalla presenza negli studi di “Porta a Porta” del figlio di Totò Riina, per una intervista sul libro che ha dedicato alla vita della propria famiglia: “Rai, bufera su Vespa, intervista il figlio di Riina, sdegno di istituzioni e parenti delle vittime”, “Mattarella ‘dispiaciuto’. Grasso: ‘Mani insanguinate’. Il giornalista: ‘La mafia va conosciuta per batterla’”. L’articolo è firmato da Annalisa Cuzzocrea. Che intervista ancje Guelfo Guelfi, consigliere del consiglio di amministrazione Rai. Dice: “‘Il rapporto con Bruno ora dovrà cambiare'”, “‘L’azienda si è mossa tardi, per il futuro bisogna sapere in anticipo quel che farà Porta a Porta’”. A pagina 3, intervista di Enrico Bellavia a Manfredi Borsellino, figlio del giudice Paolo Borsellino, ucciso nel 1992 su ordine di Riina, che dice: ‘Offrigli una ribalta in tv è uno schiaffo che riapre molte ferite'”, “‘E’ assurdo che lui possa diffondere su un canale pubblico l’idea che suo padre fosse un eroe'”.

Al tema è dedicato l’editoriale del direttore de Il Fatto Marco Travaglio. Che premette di non aver visto l’intervista in onda ma sottolinea: “non esiste nessuno che, per definizione, non meriti di essere intervistato. Se si è diffusa, anche tra la gente, l’idea che i cattivi non debbano parlare in tv (rispondendo, si capisce. alle giuste domande, non certo pontificando senza contraddittorio), è perché la tv ci ha abituati alle interviste-scendiletto che diventano immancabilmente uno spot all’intervistato”.

Bagnoli, Napoli, Renzi, de Magistris

Sul Corriere della Sera a pagina 2 le parole del presidente del Consiglio: “‘Scontri? Sarò spesso a Napoli'”, “Renzi lancia il piano per Bagnoli: sarà la più grande bonifica della storia. De Magistris diserta. Due assessori con chi protesta, oltre 10 agenti feriti”. A pagina 3 il “retroscena” di Marco Demarco: “Il match per il Comune tra premier decisionista e sindaco antagonista”, “Il leader vede Bassolino per ricompattare il Pd in città”.

Su Il Messaggero un “retroscena” di Alberto Gentili: “I sospetti del premier: dietro le violenze regia di de Magistris, ma è un autogol”. In privato, ai “suoi” avrebbe detto: “con il suo linguaggio violento ha finito per aizzare la piazza. La cosa più grave è però la presenza di due assessori della giunta al corteo. Ecco, questo fa pensare che ci sia stata una vera e propria regia”.

Su Il Sole 24 Ore: “Renzi: avanti con la bonifica di Bagnoli”, “il premier a Napoli: ‘Sblocchiamo l’Italia, più forti di minacce e insulti’. Scontro con de Magistris”. Al vertice della cabina di regia sul futuro di Bagnoli, ricorda Emilia Patta, non ha voluto partecipare il sindaco Luigi De Magistris, che si ricandida alle comunali del 5 giugno in contrapposizione alla Pd Valeria Valente. E si riferiscono le parole di de Magistris: “E’ una torbida saldatura tra presunto interesse pubblico e ben individuato interesse privato. Questa è una grande battaglia democratica e Renzi la perderà, stia sereno. Non si metteranno le mani sulla città”.

Inchiesta Potenza petrolio

Su La Stampa: “Dossier e ricatti a Delrio. Così agiva il ‘clan’ Gemelli”, “Nelle carte dell’inchiesta lo scontro frontale con parte del governo. Lotti e Guerra citati dalla Guidi come nemici dei progetti degli affaristi”. Se ne occupano Grazia Longo e Francesco Grignetti, inviati a Potenza, dove oggi verrà ascoltata come persona informata dei fatti l’ex ministro Guidi. Che compare come protagonista anche nell’articolo alla pagina seguente: “‘Mollami, non mi puoi trattare come una sguattera del Guatemala’”, dice al compagno Gemelli in una intercettazione, poiché lui continuava a chiederle favori.

Su Libero si dà una spiegazione dello “sfogo” dell’ex ministro Guidi al telefono con il compagno Gianluca Gemelli. Ci sarebbe stata una riunione tra Ministero dell’Economia e Ministero dello Sviluppo economico. Le non vi prende parte. Vi avrebbe invece partecipato il sottosegretario de Vincenti. Lei va su tutte le furie, scrive il quotidiano: “Sfogo della Guidi su Padoan: ‘Messo lì dal quartierino'”, “L’ex ministro al telefono con gemelli attacca il titolare dell’Economia. E sul sottosegretario De Vincenti: ‘Prendici le misure, è un pezzo di m…'”, “Dì ai tuoi amici che mi sono accorta che ho in casa un pezzo di m..Io non mando a puttane un pezzo della mia roba per fare un favore a quella combriccola’”. Guidi manda anche un sms al sottosegretario De Vincenti, ma dice che non le ha risposto: “Non mi ha neanche risposto, ma io non vado a chiamare Anna Finocchiaro, perché non sono io che devo andare a spiegare alla Finocchiaro…prendo atto della cosa loro…lo prendano come un avvertimento”.

Il caso Regeni

Su La Repubblica al caso Regeni sono dedicate le pagine 10 e 11. “‘Volevano far sparire Giulio nel deserto’. Oggi il vertice tra pm”, “Shock per le rivelazioni dell’anonimo. Renzi: non accetteremo tentativi di svicolare”. Ne scrive Carlo Bonini, facendo riferimento alle mail anonime che sono arrivate al quotidiano. A pagina 11 l’articolo di Giuliano Foschini: “depistaggi e violenze, la parabola del generale finito sotto tiro”, “Chi è Khaled Shalaby, l’uomo della sicurezza al centro di troppe coincidenze. E già sospettato di torture”, “la sera della scomparsa di Regeni era in servizio. E fu sempre lui a sostenere la tesi dell’incidente stradale”.

Su Il Sole 24 Ore un articolo di Alberto Negri: “Regeni, la verità dei fatti e la trappola degli intrighi”. “La prima lezione che viene dal caso Regeni -scrive Negri- è che le autorità italiane non devono cadere nella trappola dell’intrigo, delle spiegazioni contorte, dei sussurri e delle grida anonime che provengono dal Cairo”. Negri fa riferimento, evidentemente, anche alle clamorose mail anonime inviate a La repubblica da un presunto elemento della polizia segreta egiziana secondo il quale nella morte di Regeni sarebbe coinvolto direttamente il presidente Al Sisi. Sul volo Alitalia arrivato ieri sera a Fiumicino tuttavia mancava Khaled Shalabi, il generale della Sicurezza nazionale incaricato delle indagini e condannato nel 2003 per torture. E sarebbe lui il capro espiatorio -come scriveva ieri anche La Stampa- che l’Egitto avrebbe scelto per salvare i rapporti con l’Italia.

Sul Corriere le pagine 10 e 11 si occupano del caso. “Caso Regeni, arrivati gli inquirenti egiziani. Roma teme la trappola dei capri espiatori”, “L’ipotesi: il governo pronto a scaricare un generale. Renzi: ‘Non accetteremo nessun tentativo di svicolare'”. A firmare l’articolo è Ilaria Sacchettoni. A pagina 11 la lettera della madre di uno scomparso egiziano a Paola Regeni: “Cara mamma di Giulio: tu almeno hai rivisto tuo figlio e ti ammiro”. Da mille giorni non si hanno più notizie di Amr Ibrahim Metwali, uno degli “scomparsi forzati” in Egitto. Sulla stessa pagina il “retroscena” di Viviana Mazza: “L’inchiesta è passata attraverso 4 procure. Lotta di potere al Cairo”, “Dietro le tante versioni, la guerra tra gli apparati dello Stato”.

Su La Stampa, segnaliamo le pagine 12 e 13. “Regeni, i pm egiziani a Roma. Nel mirino i tabulati telefonici”, “Oggi il vertice tra la delegazione arrivata dal Cairo e il pool guidato da Pignatone. Come richiesto dall’Italia, non c’è il generale accusato di essere coinvolto nelle torture”, scrive Francesco Grignetti. A pagina 13 il “retroscena” di Francesca Paci: “Sparizioni, depistaggi e caccia agli oppositori. Il reparto delle SS dietro la morte di Giulio”, “I servizi segreti del ministro dell’Interno, la State Security, legati a Shalaby. Ma l’uomo, detto ‘il macellaio sadico’, per molti è solo il capro espiatorio”.

Siria

Su La Repubblica il reportage da Palmira di Alberto Stabile: “A Palmira con il figlio del martire del museo: ‘Difendeva l’arte, così l’hanno ucciso'”. Racconta Stabile che la città è un enorme accampamento militare e sono i russi a stabilire le regole. E l’eco delle cannonate avverte che la guerra sarà ancora lunga.

Su Il Giornale Gian Micalessin intervista il vescovo cattolico di Aleppo, monsignor Abu Khazen, che dice: “‘Solo l’azione russa ha fatto arretrare lo Stato islamico’”, “‘Finché ad agire erano gli Usa, l’Isis ha continuato ad espandersi. Con l’intervento di Mosca ha perso terreno. Dopo 5 anni si è aperto un dialogo che ha portato a una tregua”.

Libia

Sul Sole 24 Ore un’analisi di Roberto Bongiorni: “Si consolida in Libia il potere di Serraj”, “Il nuovo premier è riuscito ad avere il controllo delle istituzioni che gestiscono le riserve monetarie e le rendite petrolifere”, “resta però la grande incognita del Parlamento di Tobruk, in Cirenaica, chiamato anch’esso a dimettersi. Gli occhi sono puntati Khalifa Haftar, il generale ‘amico’ dell’Egitto, impegnato nella sua guerra contro i movimenti estremisti. Hafrtar ha dalla sua parte diversi parlamentari. Ieri ha annunciato l’intenzione di sostenere ‘qualsiasi governo dovesse ottenere la fiducia del Parlamento (di Tobruk)”.

Su La Stampa: “Caos Libia, Tripoli fa dietrofront: ‘Nessuna cessione di potere a Sarraj””, “Il premier smentisce il comunicato: ‘Non mi farò da parte'”. Ne scrive Giordano Stabile.

Usa

Sul Corriere: “Cruz brucia Trump. Per il miliardario convention a rischio”, “Battuto in Wisconsin, Donald vede allontanarsi il quorum dei delegati. Il partito studia il putsch”, scrive Massimo Gaggi

Su La Repubblica la corrispondenza da New York di Federico Rampini: “Dopo il Wisconsin per Cruz e Sanders il voto a New York è l’ora della verità”, “Col suo ricco bottino di delegati l’appuntamento del 19 aprile non è mai stato così importante”.

La Stampa: “Cruz accorcia le distanze da Trump. Alla convention si rischia la paralisi”, “Maggioranza sempre più lontana per il tycoon. In Wisconsin vince anche Sanders”. Ne scrive Paolo Mastrolilli.

Su Il Giornale il reportage di Paolo Guzzanti dal Wisconsin: “Ora Cruz supera Trump. E Hillary perde ma tiene”, “Battuto per la quarta volta, il tycoon sembra ormai moribondo. Sanders stacca la Clinton ma non ha speranze nel lungo termine”.

Francia

Le pagine R2 de La Repubblica sono dedicate alla Francia. “I ragazzi di Parigi” è il titolo della corrispondenza di Anais Ginori: “da una settimana sono accampati a Place de la République per protestare contro la riforma del lavoro del governo. Li chiamano i manifestanti delle ‘notti in piedi’ perché discutono e lottano fino all’alba. Così il movimento dei nuovi Indignati sta dilagando in tutta la Francia”.

A pagina 35 un’analisi di Bernardo Valli sul centrodestra francese: “La resurrezione di Juppé, il settantenne che piace ai giovani”.

Panama Papers

Sul Corriere alle pagine 12 e 13: “Da Strauss-Khan a Vargas Llosa. I nuovi nomi di Panama Papers”, “nella lista anche le figlie di Stanley Kubrick e l’inventore di ‘X Factor'”. A pagina 13, in un’intervista di Stefano Montefiori, il fondatore del Front National Jean-Marie Le Pen, dice: “I miei lingotti d’oro? Folklore. Ma l’Europa è l’inferno fiscale”, “Non volevate la circolazione dei capitali?”.

Olanda e Ue

Sul Corriere un articolo di Ivo Caizzi si occupa della vittoria del no al referendum olandese sull’accordo di associazione tra Ue e Ucraina: “L’Ucraina verso la Ue? Schiaffo dell’Olanda”, “Maggioranza di no (oltre il 60 per cento) nel referendum su un accordo più stretto con Kiev. Raggiunto il quorum. Gli euroscettici decisivi per il risultato. Le preoccupazioni di Bruxelles”.

Su La Stampa: “L’Olanda vota contro l’Ue, c’è il quorum”, scrive Marco Zatterin da Bruxelles.

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