Ristrette le intese. Oggi il voto sulla decadenza del senatore Berlusconi.

Il Corriere della Sera: “Nuova maggioranza, senza Berlusconi”, “Forza Italia lascia Letta. Oggi si decide sulla decadenza del Cavaliere, protesta in piazza”.

A centro pagina, i contenuti della manovra: “La Iuc sulla casa e il caro bollo. Come cambiano le imposte”.

 

La Repubblica: “Berlusconi rompe le larghe intese”, “Oggi il voto sulla decadenza. Il Cavaliere: ‘Tutti in piazza ed è solo l’inizio’”.

A centro pagina: “Pensioni d’oro, arriva la stangata”, “Nel maxi-emendamento sulla manovra, approvato nella notte, anche un primo passo verso il reddito minimo. Salve le spiagge”.

 

La Stampa: “Addio alle larghe intese”. “Napolitano rassicura Letta: la verifica è il voto di fiducia sulla manovra. Alfano: un errore sabotare il governo”. A centro pagina la “rissa” in Consiglio regionale in Piemonte: “Rimborsopoli, il capogruppo di Fratelli D’Italia aggredisce la Bresso, poi insulti e botte”. Sotto la testata, la legge di Stabilità: “Pensioni, più tasse oltre i 90 mila euro. E c’è il reddito minimo La misura antipovertà è sperimentale”.

 

Il Fatto: “Berlusconi è fuori. Ieri dal governo, oggi dal Parlamento”.

In taglio basso: “Ncd, il nuovo che avanza. Schifani ancora indagato”. Il quotidiano si riferisce alla richiesta dei pm – accordata dal Gip – di prorogare di altri due mesi le indagini riguardanti l’ex presidente del Senato (indagato per concorso in associazione mafiosa).

 

Il Giornale: “Gli illusi”, “oggi cacciano dal Senato Berlusconi e credono di averlo fatto fuori”, con foto del “plotone di esecuzione” composto da Napolitano, Letta, Renzi, La Repubblica e il Corriere della Sera, Alfano, Grillo, Epifani.

 

L’Unità: “Berlusconi scatena la guerra. Il Cavaliere va all’opposizione, chiama in piazza contro la decadenza e prepara l’attacco in tv. Oggi il Senato vota l’esclusione: sarà battaglia. Pd: vuole incendiare il Paese. Stabilità: la fiducia in nottata”. A centro pagina: “La sfida del Papa: ‘No al dio mercato’”.

 

Il Sole 24 Ore: “La manovra su casa e lavoro: ecco chi paga e chi ci guadagna”. “Fiducia al Senato sul maxiemendamento. Spinta per inserire il vincolo ‘meno spesa-meno tasse’ alla Camera. Capannoni deducibili al 30 per cento, reddito minimo coperto con le pensioni d’oro”. Di spalla: “Forza Italia dice ‘no’ e va all’opposizione. Oggi si vota sulla decadenza”. “Berlusconi: non faccio passi indietro”.

 

 

 

 

Berlusconi

 

“Forza Italia va all’opposizione. Ma il Quirinale blinda l’Esecutivo”, titola il Corriere della Sera. Questa sera alle 19 il Senato deciderà sulla decadenza di Silvio Berlusconi. In un “dietro le quinte” il quotidiano scrive che certamente diventeranno “meno larghe” le intese, ma con un perimetro “pur sempre autosufficiente, stando a una prima contabilità parlamentare”. Potrebbe forse essere una coalizione persino più coesa, ma la sopravvivenza dell’Esecutivo – e su questo sarebbero concordi tanto il Capo dello Stato che il premier – va certificata in Aula entro “brevissimo tempo”. La linea emersa sarebbe: “Né dimissioni né rimpasto”. Possibili cambi ci sarebbero solo, eventualmente, tra i sottosegretari. Su La Stampa: “Napolitano blinda Letta e non apre una crisi formale”, “il Presidente incontra il premier: basta il voto di fiducia sulla Legge di Stabilità per verificare che c’è una maggioranza”. Il quotidiano scrive che la nuova maggioranza, al netto dell’abbandono di Forza Italia, al Senato ha dieci voti in più dell’opposizione, ma dovrà stringere i ranghi ad ogni voto a Palazzo Madama. Secondo La Stampa Letta vorrebbe un passaggio parlamentare a gennaio. Per tirare le somme della sua esperienza, indicare le priorità del 2014, a cominciare dal semestre europeo a guida italiana.

Su Il Giornale: “Letta resta con sei voti e al Colle va bene”, “Napolitano ordina: nessuna verifica, basta la fiducia sulla Stabilità. Ma i numero sono precari”. Il quotidiano scrive: “Come è possibile notificare il cambio di uno scenario politico senza un atto procedurale? Servirebbe, dicono dal centrodestra, un passaggio formale. Se non proprio una crisi, almeno delle consultazioni sul Colle. Se non un rimpasto, un altro voto di fiducia. Ma Palazzo Chigi resiste”. “La natura del governo è cambiata – dice il capogruppo alla Camera Brunetta – le larghe intese sono finite, da oggi c’è un esecutivo di centrosinistra. Sandro Bondi chiede al capo dello Stato di prenderne atto e fare un nuovo governo. Maurizio Bianconi, anche lui Forza Italia, vorrebbe addirittura le dimissioni di Giorgio Napolitano.

Il Fatto scrive che la legge di Stabilità è stata per Forza Italia il pretesto ideale per andare all’opposizione e chiedere al Quirinale, invano, l’apertura della crisi. E cita Brunetta: “Se Napolitano non aprirà la crisi significa che non è super partes, ma il regista di una precisa operazione”. Che include, ovviamente, “l’omicidio politico” di Silvio Berlusconi. Ma, scrive Il Fatto, “Re Giorgio comanda”. E titola: “Il Quirinale blinda letta, ‘basta la fiducia al Senato’”.

 

 

 

Legge di Stabilità

 

Con 171 sì e 135 no è stata votata questa notte la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento che contiene la legge di Stabilità.

Il Sole 24 Ore dedica le prime 13 pagine ai capitoli contenuti nel provvedimento.

Sul cuneo fiscale: “Per la fascia tra 15 e 18 mila euro la detrazione arriva a 225 euro”. Sulle cartelle esattoriali di Equitalia: “Le sanzioni si pagano, ma senza gli interessi”. Poi la decisione sull’election day: “Alle urne di domenica fino alle 23”, e taglio della burocrazia nei seggi, che significa un risparmio di 100 milioni per le casse pubbliche. Per l’Imu alle imprese, la deducibilità sale al 30 per cento, ma dal 2014 si tornerà al 20. E poi, sugli immobili, il quotidiano scrive che con i tributi Tari e Tasi anche gli inquilini verranno chiamati alla cassa: la nuova Iuc grava infatti anche sugli inquilini almeno per la componente riferita ai servizi (la Tari dovrà coprire il costo del servizio rifiuti, la Tasi dovrà finanziare i servizi indivisibili dei Comuni) Il quotidiano scrive che le detrazioni per l’abitazione principale nella Tasi saranno affidate ai Comuni: gli sconti dovranno essere modulati in base alla “capacità contributiva” della famiglia. Per aiutare i sindaci a introdurre gli sconti il governo ha messo sul piatto 500 milioni di euro, ma il Ministro degli affari regionali Del Rio ha segnalato che potrebbero non bastare. E’ possibile quindi che molti Comuni siano portati ad aumentare l’aliquota Tasi per pareggiare i conti.

 

Su La Repubblica: “Solo 25 euro di detrazione media, la Iuc potrà costare più dell’Imu”, “conto salato per le famiglie se i Comuni scelgono l’aliquota più alta”. Il quotidiano scrive che anche le prime case pagheranno la Iuc e nel testo finale non esiste alcuna quantificazione delle detrazioni.

 

Slitta a domani il Consiglio dei Ministri che dovrebbe sopprimere la seconda rata Imu, scrive Il Sole 24 Ore: “E’ stallo per le ‘coperture’”. All’appello, spiega il quotidiano, mancano ancora le risorse per l’esenzione dei beni agricoli e per i rimborsi ai Comuni. I sindaci chiedono il ristoro dei mancati incassi dell’Imu prima casa calcolati sulla base delle aliquote 2013, mentre lo Stato è intenzionato a coprire solo l’aliquota base del 4 per mille. E l’Associazione dei sindaci lancia l’allarme: a rischio le tredicesime dei dipendenti comunali.

 

Tra le misure contenute nella legge di Stabilità, il prelievo di solidarietà sulle pensioni d’oro. Ne parla Il Sole 24 Ore, spiegando che questo contributo è destinato alla sperimentazione di una sorta di reddito minimo: nel prossimo triennio scatterà un contributo del 6 per cento per la quota di assegno pensionistico che supera 14 volte il minimo Inps (circa 90 mila euro lordi annui). Il prelievo sale al 12 se si supera di 20 volte il minimo, e arriva al 18 per cento per i pensionati oltre 30 volte il minimo (190 euro annui). Questo prevede il maxiemendamento del governo, che lascia invece per il momento immutati i criteri di indicizzazione delle pensioni all’inflazione, con il blocco confermato oltre le sei volte il minimo e la rivalutazione al 100 per cento per gli assegni fino a 3 volte il minimo (1400 euro circa).

Su La Repubblica: “Tagli alle pensioni d’oro per finanziare il reddito minimo”, “salta la vendita delle spiagge”. La misura sulle pensioni d’oro, secondo il quotidiano frutterà 40 milioni da destinare al reddito minimo per aiutare le fasce più povere sull’intero territorio nazionale.

Critico Il Giornale: “Sfregio ai pensionati per sperimentare il reddito minimo”.

 

Pensioni (rapporto Ocse)

 

Il Sole 24 Ore dà conto del rapporto Ocse sull’Italia, parlando dei modelli previdenziali dei 34 Paesi membri dell’Organizzazione, e sintetizza così il suo contenuto: “Pensioni italiane ‘sostenibili’, ma c’è il rischio povertà”. L’Italia, si spiega, ha varato una riforma che la colloca in cima alla classifica quanto ad allungamento dell’età pensionabile, ma occupa la terzultima posizione nella graduatoria della età effettiva di cessazione del lavoro, per via di prepensionamenti e uscite incentivate. L’Ocse sottolinea che è indispensabile ci sia un meccanismo di formazione continua, che consenta alle persone più anziane di poter lavorare più a lungo: ma serve anche un mercato più flessibile, con la possibilità di continuare a lavorare con orari ridotti o adattabili alle mutate esigenze personali. Oltre alla sostenibilità finanziaria, l’adeguatezza dei redditi pensionistici e la lotta contro il rischio di povertà degli anziani – scrive l’Ocse – dovranno rimanere temi centrali dell’agenda politica, “perché con il passaggio al contributivo i lavoratori con carriere intermittenti, occupazioni precarie e mal retribuite, saranno più vulnerabili alla povertà durante la vecchiaia. Tanto più che l’Italia non ha pensioni sociali in grado di attenuare questo rischio”.

Anche su La Repubblica si sintetizza il rapporto Ocse così: “’I precari rischiano la povertà da anziani’”, “Ocse: per loro previdenza inadeguata. In Italia contributi al top ma salari bassi”. Dove si scrive che i nostri salari sono decisamente più bassi rispetto alla media dei Paesi sviluppati: un lavoratore (dati 2012) percepisce 38100 dollari l’anno (ovvero 28900 euro) al di sotto dei 42700 dollari medi dei Paesi Ocse (si va dai quasi 95 mila della Svizzera ai 59 mila dei tedeschi). Il rapporto sottolinea come per chi vive carriere intermittenti o fa lavori precari, la quantità di contributi versati risulta molto svantaggiosa rispetto ai benefici pensionistici che avrà (contributi per il 33 per cento del reddito lordo, contro una media Ocse del 19,6).

Anche su L’Unità: “I precari saranno poveri, i pensionati lo sono già”, “rapporto Ocse: i redditi pensionistici di chi inizia a lavorare oggi saranno inferiori agli attuali. Contributi previdenziali tra i più alti dell’area, salari medi tra i più bassi”. Il quotidiano scrive anche che se i pensionati di domani saranno più poveri, la ricchezza pensionistica in Italia è (al lordo) maggiore rispetto alla media Ocse. Quanto viene ricevuto complessivamente rispetto agli anni della pensione è pari a 11,9 volte il salario medio annuale degli uomini, e a 13,7 volte per le donne, contro medie Ocse rispettivamente di 9,3 e 10.6 volte. Ma – fa notare – essendo questa una proporzione sui salari percepiti, che sono bassi rispetto alla media, non significa che in assoluto le pensioni italiane siano tra le più alte.

Sul Corriere: “Giovani (e precari) senza welfare, ma è record contributi”, è il titolo sull’allarme lanciato dall’Ocse.

 

Internazionale

 

Su Il Corriere della Sera: “Francia, la nuova spedizione. Mille soldati in Centrafrica”. Scrive il quotidiano che le Forze Armate di Parigi si preparano ad entrare in forze nella ex colonia francese che, dopo l’indipendenza del 1960, non mai riuscita a diventare un vero Stato, e da alcuni mesi è attraversata dai saccheggi degli uomini della Seleka, gli ex ribelli arrivati al potere. Il ministro della Difesa Le Drian ha parlato di “pre-genocidio”. Le bande del nord del Centrafrica, in maggioranza musulmane, terrorizzano le popolazioni del sud cristiano e animista. Ma il conflitto religioso si sovrappone ad una realtà meno legata a principi o ideali: i signori della guerra saccheggiano villaggi e città, e qualche volta risparmiano i correligionari islamici.

 

Il Sole 24 Ore: “Iran, gli ostacoli dopo l’accordo”, “Obama deve arginare un Congresso deciso a votare nuove sanzioni”. Secondo il quotidiano Bruxelles sembra più aperta e già in gennaio potrebbe allentare parte dell’embargo (ma non quello petrolifero) per favorire una intesa finale, rispetto a quella temporanea varata a Ginevra.

 

Su La Stampa ci si occupa della tensione Usa-Cina-Giappone. Sabato scorso Pechino ha dichiarato “di sua competenza” lo spazio aereo sopra le isole Senkaku, in teoria parte del Giappone. Per sorvolarle ora bisogna chiedere il permesso ai cinesi. Tokyo ha reagito con furia convocando l’ambasciatore cinese. Ma la reazione più “muscolare” è arrivata dall’alleato americano. Ieri due bombardieri B52 sono entrati nello spazio aereo “proibito”, sopra le isole, senza chiedere il permesso. Commenta La Stampa: “Il fronte del pacifico che teme l’emergere della potenza cinese si è di nuovo compattato. Gli Stati Uniti sono a fianco del Giappone, l’Australia anche”.

 

I quotidiani dedicano ampio spazio alla esortazione apostolica di Papa Bergoglio, “Evangelii Gaudium”, la prima interamente di suo pugno. Un testo lungo 220 pagine, scrive La Repubblica, buttato giù direttamente in spagnolo lo scorso agosto dopo il viaggio in Brasile. Per il quotidiano si tratta in sostanza di un documento programmatico, di una analisi lucida, a tratti spietata, dell’attuale sistema economico capitalistico. Per l’Osservatore Romano è una “Magna carta per la Chiesa di oggi”. Scrive Papa Bergoglio: “Vi esorto alla solidarietà disinteressata e a un ritorno dell’economia e della finanza a un’etica a favore dell’essere umano”. “Francesco e la svolta missionaria”, titola Il Sole 24 Ore, che riproduce alcuni passi dell’Esortazione: “No a una economia della esclusione, alla nuova idolatria del denaro, a un denaro che governa invece di servire, no all’iniquità che genera violenza. Questa economia uccide”.

Su La Stampa: “’Maggiori poteri alle Chiese locali’”, “così Francesco convertirà il Papato. Fra le priorità del Pontefice, attenzione a divorziati e più spazio ai laici”. E una esortazione ai sacerdoti, perché si preparino meglio evitando prediche noiose.

Sui rapporti con le altre fedi, La Repubblica riferisce dell’accento posto sull’ecumenismo: “Di fronte a episodi di fondamentalismo violento”, Bergoglio ha sottolineato che “il vero islam e una adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza”. Sull’ebraismo, “l’amicizia con i figli di Israele è parte della vita dei discepoli di Gesù”.

A commentare su La Repubblica è il teologo Hans Kung: “Papa Francesco dispone delle necessarie qualità per guidare da capitano la nave della Chiesa attraverso le tempeste di questi tempi. La fiducia dei fedeli gli sarà di sostegno. Avrà contro il vento della Curia e spesso dovrà procedere a zig-zag, ma la speranza è che affindandosi alla bussola del Vangelo (non a quella del diritto canonico) possa mantenere la rotta in direzione del rinnovamento, dell’ecumenismo, dell’apertura al mondo”.

Su L’Unità ne parla Domenico Rosati, già presidente delle Acli: “Un manifesto che inquieta il cattolicesimo conservatore”, “la centralità dei poveri si traduce nell’appello ad aggredire le cause della ‘inequidad’”.

 

E poi

 

In taglio basso, in prima, sul Corriere della Sera, un commento di Emanuele Trevi sulla decisione del governo francese di introdurre il 9 dicembre la Festa della Laicità: “Laicità in Francia, una festa fraintesa”. Scrive Trevi che “la stessa idea di una festa” evoca in qualche maniera la personificazione di una virtù astratta, e dunque la creazione di una nuova divinità. Il vero laico non può che storcere il naso. A sostituire una religione con un’altra si rischia solo di far rimpiangere amaramente quella che è stata spodestata”.

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