LA BELLA CONFUSIONE

Oscar Iarussi

Giornalista e scrittore, in libreria con "Amarcord Fellini. L'alfabeto di Federico" (Il Mulino ed., 2020)

Sui sentieri di Francesco Biamonti

Francesco Biamonti (1928 - 2001)

Francesco Biamonti (1928 – 2001)

Un itinerario sui sentieri di Francesco Biamonti, accompagnato da letture tratte dai suoi libri, è in programma sabato 14 giugno 2014 con partenza alle 8.30 dalla chiesetta dell’Annunziata di San Biagio della Cima (Imperia). L’iniziativa inaugura la decima edizione degli incontri letterari del centro polivalente ligure “Le rose” (www.francescobiamonti.it).

Francesco Biamonti (1928-2001) è uno scrittore da non dimenticare. Fu coltivatore di mimose, di ginestre, di ulivi e di parole nella natia San Biagio della Cima, nelle “terre alte” sopra Ventimiglia, al confine con la Francia. Nei suoi romanzi affiora un’esistenza modellata sui passeur, contrabbandieri di emozioni e di lingue. Un’ermeneutica della bellezza apprezzata per primo da Italo Calvino che convinse Einaudi a pubblicare nel 1983 l’esordio del cinquantenne Biamonti, L’angelo di Avrigue.

La casa editrice dello Struzzo da qualche tempo va riproponendo in eBook e in volume gli altri, preziosi titoli di Biamonti: Vento largo (1991, Premio Comisso), Attesa sul mare (1994, Premio selezione Campiello, da cui fu poi tratto il film Mare largo di Ferdinando Vicentini Orgnani), Le parole la notte (1998). Postumi sono apparsi Il silenzio (2003) e Scritti e parlati (2008). E giusto dieci anni fa gli dedicammo la raccolta di racconti Viva l’Italia che uscì per i tipi di Fandango.

Biamonti e Isabella Ferrari Ferrari, interprete del film "Mare largo" (1998)

Biamonti e Isabella Ferrari, interprete del film “Mare largo” (1998)

Vento largo, per esempio, è la storia di un vecchio passeur che per amore torna a guidare clandestini lungo la frontiera. Uomini e donne autentici in un paesaggio segnato dalla grandezza del silenzio, dove i gabbiani sorvolano “paesi perduti” e vanno al mare “ancora marmoreo come a un letto di pace”. Un dimesso elogio della fuga, una laconica metafisica di confine e la ragazza che canticchia una nenia provenzale: Amo anmarado e souleiouso. “Anima persa in alto mare e serena”.

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