DA MADRID

Marco Calamai

ingegnere, dirigente sindacale CGIL, funzionario Nazioni Unite. Giornalista, ha scritto libri e saggi sulla Spagna, America latina, Balcani, Medio Oriente. All'ONU si è occupato di democrazia locale, dialogo interculturale, problematiche sociali, questione indigena. Consigliere speciale alla CPA ( Autorità Provvisoria della Coalizione, in Iraq (Nassiriya) si è dimesso dall'incarico ( 2003 ) in aperta polemica con l'occupazione militare. Vive a Madrid dove scrive su origini e identità.

Caro Grillo: hai proprio sbagliato

Ebbene, caro Grillo, hai proprio sbagliato. L’origine di tutti i mali non sono, come dici, gli italiani “pensionati” Sono i milioni di italiani, giovani e anziani, che hanno intuito che il voto al tuo movimento (?) non portava da nessuna parte e hanno di conseguenza deciso di votare per Matteo Renzi, giudicandolo come il leader più credibile per portare avanti lo sforzo di rinnovamento, civile e morale, di cui il paese ha urgente ed estremo bisogno. Dietro il voto al PD c’è proprio la stessa spinta verso l’innovazione e il rigore (non quello imposto dalla troika) che aveva spinto molti giovani a votare te nelle precedenti elezioni. Renzi ha saputo dare uno sbocco a questa domanda mentre tu continuavi a sbraitare e a insultare in modo scomposto e quindi non convincente (dimostrando così di essere un bravo attore ma un pessimo leader politico).

Tu, Grillo, pensi, e lo hai già detto altre volte in passato, che siano gli italiani con un lavoro stabile o una pensione, i nemici del cambiamento. Così dicendo metti tutto nello stesso sacco: persone che guardano con grande preoccupazione al proprio futuro (tra l’altro perché spesso i ragazzi disoccupati o precari sopravvivono grazie proprio alla loro modesta pensione) e persone (la “casta”) che invece difendono pensioni d’oro, vitalizi e prebende di ogni genere. Così facendo, dimostri un inaccettabile disprezzo nei riguardi dei tanti italiani che non si fidano del tuo linguaggio e delle tue incoerenti proposte. Non ti rendi conto che solo da una grande solidarietà tra giovani e vecchie generazioni, tra occupati e disoccupati, può nascere una Italia diversa e rinnovata. Il voto al PD è stato al tempo stesso un voto di protesta e di proposta. Di innovazione (ebbene sì: di “rottamazione”) e di stabilità. Di giustizia sociale e di riforme democratiche per uno Stato più efficiente. Un voto per un’Europa aperta e diversa. Non un voto settario ed escludente ma aperto e dialogante.

Caro Grillo, sono convinto come altri che la tua sconfitta, insieme a quella di Berlusconi, sia un bene per il paese. Perché i tanti giovani che in grande buona fede ti hanno seguito anche in queste elezioni ora avranno modo di ripensare all’assurdità di una protesta che fino a questo momento ha escluso la politica in senso alto. Sappiamo bene che molti tra questi giovani sono radicali in quanto sono esasperati. Sono contro la casta, il malcostume, gli apparati politici lontani dalla gente, l’Europa delle banche e via dicendo. E contro un vecchio ceto politico, anche formalmente di sinistra, che li ha profondamente delusi. Dietro la loro protesta ci sono profonde e valide ragioni. Ma il voto del 25 maggio 2014 apre, proprio a loro, nuove prospettive. Renzi le rappresenta egregiamente perché sta dimostrando di voler cambiare mantenendo il rapporto con la gente. E sfidando i veri conservatori che si annidano nelle maglie del potere che ha sin qui dominato l’Italia. Un coraggio che piace a tanti cittadini, di sinistra e di destra. Perché l’innovazione profonda e radicale che il paese reclama a gran voce interessa anche l’Italia seria, che c’è malgrado tutto, e che pure non si sente culturalmente di sinistra. Caro Grillo, devi riflettere. Non ti incaponire nelle tue rabbiose reazioni. Aiuta il tuo movimento ad uscire dallo sterile isolamento nel quale lo hai cacciato.

  1. Condivido al cento per cento ed aggiungo che l’Italia (e la nostra epoca in genere) non ha bisogno di un Robespierre. Cancellare e distruggere tutto (con processi sommari alla vecchia classe dirigente) porterebbe a concreti rischi di forme dittatoriali incontrollabili. Nel caso di presa del potere di Grillo, già vedo il sacro furore negli occhi dei suoi giovani seguaci. Ciò fa paura.

Rispondi a Gaspare Borsellino Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *