Un’inchiesta al giorno

Il Corriere della sera: “Inchieste, tensione nel governo”. “Richiesta di arresto per un senatore. Ncd fa quadrato. Mafia Capitale, contestato Marino”. “Partiti e giustizia: nel mirino un altro appalto della Regione Lazio. Verifiche sul ruolo della segreteria del sindaco”.
“Così rischia di saltare il patto tra Pd e centristi” è il titolo di una analisi di Francesco Verderami.
A centro pagina, con foto: “Putin a Renzi e agli imprenditori: le sanzioni danneggiano anche voi”. “Il presidente russo all’Expo e in Vaticano”.
“L’incontro (dopo il ritardo). Il Papa: ora pace in Ucraina”.
A centro pagina anche un reportage: “Milano, la stazione ora sembra un campo profughi. Denutriti e malati, allarme sanitario”.
A fondo pagina due “casi”: quello del presidente della Lazio Lotito, “sotto accusa per una telefonata in cui lamentava l’arrivo in serie A di quadre troppo piccole: a Napoli è stato indagato per tentata estorsione”; e poi la situazione del’aeroporto di Fiumicino: “il rogo che ancora pesa sullo scalo di Fiumicino”.
In prima anche il richiamo ad una intervista allo storico Francis Fukuyama: “L’Europa è ormai al bivio. Atene fuori è un’opzione”.

La Repubblica: “’Arrestate senatore Ncd’. Il Pd: diremo sì”, “È Azzollini, commissione bilancio”, “Il premier: per noi scelta obbligata”.
In grande evidenza la foto del presidente russo in visita ieri a Expo e in Vaticano: “Putin a Renzi: basta con le sanzioni, stanno danneggiando anche l’Italia”.
A centro pagina l’intervento del ministro dell’Economia Padoan: “Così cambieremo il governo della Ue”.
Sul caso Mafia capitale e le ripercussioni sul Comune di Roma: “Marino: ma quali dimissioni, i miei nemici sono nel partito”. Francesco Merlo lo ha accompagnato per un giorno in giro per la città.
Un’altra inchiesta di cui si parla in prima: “Blitz della Digos alla Federcalcio, indagato Lotito”.
A fondo pagina il richiamo all’intervista al Ceo di Vodafone group: “Colao: la sfida di Vodafone, no al monopolio di Telecom”.

La Stampa, con foto del presidente russo con cappello tartaro all’Expo: “Putin e le sanzioni: l’Italia ci ha rimesso un miliardo”, “’Collaborate’. Renzi: siete un alleato strategico”.
In apertura a sinistra: “Scuola, la riforma adesso potrebbe slittare di un anno”, “Minaccia del premier: accordo o saltano anche le assunzioni”.
A centro pagina anche “una grana per il governo”: “Richiesta d’arresto per Azzollini”, “Il Pd dovrà decidere se votare sì in Senato rischiando la rottura col partito di Alfano”.
E “i guai del calcio”: “Lotito indagato per tentata estorsione”, “Contributi da spartire e ‘troppo potere’. Perquisita la sede della Federcalcio”.

Il Fatto: “Così Buzzi ha finanziato la Leopolda e il Pd di Renzi”, “Mafia capitale: il ras delle coop ha sborsato 15 mila euro per la cena romana del partito e 5 mila per la kermesse fiorentina. Ma c’erano anche i suoi compari Fiscon e Guarany, poi arrestati con lui. Da sette mesi il leader nasconde i nomi dei sostenitori”.
A centro pagina, il caso del presidente della Commissione Bilancio del Senato: “Rubavano pure sui matti: altre manette in casa Ncd”, “Richiesta d’arresto per Azzollini, n.1 in commissione Bilancio”, “’Qui comando io, se no vi piscio in bocca’, dice il senatore alle suore dell’istituto ‘Divina Provvidenza’ di Bisceglie. Nuova tegola per Alfano e per il governo (ieri sotto due volte)”.
In prima il richiamo ad un’intervista a Michele Santoro: “’Il gran finale in piazza, poi cambio tutto’”. La sua trasmissione avrà una chiusura il 18 giugno in piazza, a Firenze.
A fondo pagina, attenzione per il ballottaggio al Comune di Venezia: “Venezia in bilico: la destra è compatta a Casson serve il M5S”, “Luigi Brugnaro è un piccolo Berlusconi che ha speso un milione di euro contro i 50 mila dell’ex pm inviso all’ex premier”.

Il Giornale: “‘Io chiamo Angelino’. Intercettato dai Ros Odevaine rivela che la Coop di Mineo si sentiva protetta da Alfano. E un audio inguaia Marino. Chiesto l’aresto per il senatore Ncd Azzollini. Che minacciava pure le suore”.
La foto è per Claudio Lotito: “Tentata estorsione, indagato Lotito, ‘l’avulso’ che perde anche quando vince”.
A centro pagina: “Berlusconi: ‘Stop alle sanzioni in Russia. Putin: ‘Costano un miliardo alle vostre imprese’. Il Cavaliere: ‘Oggi presentiamo una mozione'”.

Il Sole 24 ore: “Sanzioni e mini rublo costano 3 miliardi alle imprese italiane”. “I conti della crisi, settore per settore, nel giorno del vertice Italia-Russia”. “Putin: voi penalizzati. Renzi: avanti con gli accordi di Minsk”.
In alto: “Merkel apre a Tsipras. Le Borse rimbalzano”. Il commento di Carlo Bastasin: “Per Berlino Grexit non è un’opzione”.
Sulla cronaca: “Mafia Capitale, Buzzi e l’affare sfumato di 10 milioni con il Campidoglio. Renzi: completare la pulizia con rigore”.
E ancora: “Calcio e inchieste: Perquisita Federcalcio. Indagato Lotito”.
A centro pagina: “Oggi in Consiglio dei ministri gli ultimi decreti del Jobs act. Pensioni, Boeri frena su ‘quota 100′”. “Si allenta la stretta sui collaboratori. Scuola-lavoro, in azienda a 15 anni. Nuovo apprendistato”.

Azzollini

Sul Corriere si dà conto della inchiesta con ordinanza di arresto per un senatore del Ncd, Antonio Azzollini, accusato di aver “preso illecitamente il potere” nella Congregazione Ancelle della Divina Provvidenza e di aver abusato del suo ruolo di presidente della commissione Bilancio del Senato per far varare norme che agevolassero l’Ente ecclesiastico. Agli arresti domiciliari anche due suore. “Richiesta d’arresto per Azzollini. Ncd fa quadrato: no alle dimissioni. È accusato per il crac di una congregazione religiosa che gestisce cliniche private”, scrive il quotidiano milanese.
La Stampa, pagina 6: “Richiesta d’arresto per Azzollini, nuova tegola per il governo”, “Il Pd dovrà decidere se votare sì in Senato, arrivando alla rottura con Ncd”.
“Il senatore dominus delle case di cura accusato di bancarotta”, titola il quotidiano spiegando, con un articolo di Grazia Longo: “Un crac da mezzo miliardo per le case di cura della Divina Provvidenza e un parlamentare Ncd deus ex machina dell’azione criminale che offende le suore. -‘Qui comando io, se no vi piscio in bocca’- e, in virtù del suo ruolo di presidente della Commissione Bilancio, si attiva affinché la legge consenta il pagamento dilazionato dei tributi”. Si tratta delle indagini della Procura di Trani e della Guardia di Finanza di Bari, che ha portato all’arresto di 10 persone, comprese due suore, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. Dalle 565 pagine dell’ordinanza del gip emergerebbe uno spaccato di corruzione e politica clientelare alla ricerca di voti in cambio di posti-chiave nelle case di cura, con tanto di conti bancari segreti allo Ior del Vaticano, che avrebbe collaborato attivamente con la giustizia italiana. Secondo l’accusa Azzolini si è speso “per assicurare alla Congregazione la proroga legislativa della sospensione degli obblighi fiscali e contributivi per ritardare l’emersione dello stato di dissesto e conseguentemente a neutralizzare la richiesta di fallimento dell’Ente”. Secondo il gip, tra il 2011 e il 2013 alle Case della Divina provvidenza ci sarebbero state assunzioni “secondo logiche clientelari”. Azzollini viene accusato di esserne l’artefice. Avrebbe fatto assumere tre suoi “luogotenenti” con l’obiettivo di “amministrare l’Ente secondo i dettami del politico, controllarne quotidianamente gli affari, pilotare assunzioni e rapporti negoziali, con tanto di trasmissione in anteprima al politico dei principali provvedimenti attinenti la gestione (bilancio, piano di concordato, progetti di esubero del personale, ecc.)”. “È tutto falso, sono sereno”, dice a La Stampa il senatore. Gli riferiscono delle frasi volgari pronunciate all’indirizzo delle suore: “Forse lei ne sa più di me perché ha già letto le carte. Io invece no, me le hanno consegnate questa mattina, sono oltre 600 pagine”. Più tardi è lo stesso Azzollini a richiamare. Si scusa, spiega che non aveva capito la gravità e che ha parlato con il suo avvocato: “Non ho mai osato pronunciare quelle parole”, “Parole così verso una suora, poi!”. Azzollini suggerisce quindi alla cronista di andare a pagina 307 dell’ordinanza. “Il pm interroga questo signore che io nemmeno conosco e che sostiene di aver sentito quella frase da una stanza adiacente a quella dove ero io”. Come si chiama questo signore? “Attilio Lo Gatto. Racconta che era nella stanza del padre, attaccata a quella del direttore generale, dove io avrei pronunciato quella frase ignominiosa. Il pm gli chiede quando è successo e lui: ‘Mah, il 2006, il 2007, il 2008. Una stagione…non faceva né caldo né freddo’. Capisce? Uno così…attribuire a me..”.
Su La Repubblica: “’Arrestate Azzollini, complice di bancarotta’. Un altro senatore Ncd mette nei guai il governo”. E la lettura delle “carte”: “E l’onorevole minacciò le suore: ‘Da oggi in poi qui comando io’”. Secondo l’accusa Azzollini stava portando a fondo la Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, il gigante della Sanità del Vaticano con sedi in Puglia e in Basilicat. Quattrocento milioni di euro di buco, “un ‘carrozzone’ utilizzato all’occorrenza per l’assunzione di personale al solo fine di soddisfare interessi personali o di esponenti politici e sindacali”, come scrive il gip Rossella Volpe nell’ordinanza di custodia. Secondo la Procura di Trani Azzollini è “l’amministratore di fatto” di quel carrozzone, per il quale, nell’aprile del 2012 viene presentata l’istanza di fallimento. Il nuovo corso di Papa Francesco permette alle Fiamme Gialle di entrare in Vaticano: e di scoprire -scrive Giuliano Foschini- che 35 milioni di euro appartenenti alla Congregazione che gestiva l’ospedale erano stati trasferiti dal 1999 al 2004 ‘su conti di Casa Procura’, ovvero, secondo La Repubblica, su un ente fittizio in realtà riferibile alla Congregazione. Una distrazione che ha portato all’arresto di suor Marcella (legale rappresentante) e suor Consolata (economa).
Il “retroscena” di Francesco Bei dà per “scontato” il sì del Pd all’arresto di Azzollini, “al di là dei toni diplomatici, del mantra sul ‘dobbiamo prima leggere le carte’”. Lo stesso Renzi, consultato da alcuni senatori Pd sul da farsi, si sarebbe espresso così: “Noi siamo garantisti, non mandiamo a casa nessuno per un avviso di garanzia. Ma qua parliamo di una richiesta di arresto”.
Anche secondo Il Giornale è “quasi scontato il sì all’arresto di Azzollini”, visto il precedente del voto favorevole del Parlamento alla richiesta di arresto del parlamentare Pd Francantonio Genovese. “E anche da Ncd, a microfoni spenti, il via libera del premier alla richiesta di arresto viene dato per scontato”. Dentro l’Ncd si punta a “scavallare l’estate e a far votare la richiesta di arresto a settembre quando le polveri sarano meno roventi”.
L’editoriale di Marco Travaglio sulla prima de Il Fatto tramuta l’acronimo di Ncd da Nuovo centro destra a “Nuovo Centro Detenuti”: “ormai ha più parlamentari inquisiti che elettori: 20 su 54, il 37%”. Ma il premier “gli alfanidi deve tenerseli ben stretti perché non può fare a meno di loro, come essi stessi gli hanno elegantemente ricordato l’altro ieri assentandosi in blocco dalla Commissione Affari costituzionali e facendo bocciare la pregiudiziale di costituzionalità della ‘Buona scuola’”.
A pagina 2 si riferisce delle dichiarazioni del testimone Nicolino Lo Gatto (nel titolo si parla di ‘intercettazioni’): “‘Suore, comando io o vi piscio in bocca’”. Poi si parla delle “punizioni all’amante”: “Dimmi quale deve essere la mia pena. L’accetto. ‘Avevo pensato al tuo sedere per tre mesi’. E il pm dà l’aggravante per sodomia”. Nella richiesta di arresto, spiega il quotidiano, c’è un’aggravante: quella di aver agito in danno dell’Ente anche allo scopo abbietto di ottenere prestazioni sessuali dalla signora (il direttore amministrativo della Divina provvidenza, ndr.), anche sodomitiche”.

Buzzi, Cara di Mineo, Marino

Su Il Giornale si legge che “spunta il nome di Angelino Alfano nelle intercettazioni di Mafia Capitale”, chiamato in causa “de relato dalla coop La Cascina che gestisce il centro di accoglienza per immigrati di Mineo con un ruolo che potrebbe essere definito, semplificando, di garante”. “Intercettato dai Ros Odevaine racconta di come Salvatore Menolacascina, manaer della coop La Cascina, si sentisse protetto da Alfano”, scrive il quotidiano.
La Repubblica: “La trincea del Pd e il piano B sul sindaco: ‘Se esce altro si dimetterà’”, “Prima di decidere, i dem aspetteranno la relazione del prefetto Gabrielli che arriverà entro luglio”.
Poi “le intercettazioni”: “E Buzzi trattava sui fondi sociali con la segretaria di Marino”. Dove Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi scrivono della facilità con cui Buzzi aveva accesso al gabinetto del sindaco Ignazio Marino, come ai vertici del Pd a Roma. Sarebbe documentato dalle intercettazioni del Ros risalenti a un mese e mezzo prima del ciclone Mafia Capitale. In quei giorni l’azienda Leroy Merlin riprendeva il filo di una trattativa iniziata con la precedente giunta di centrodestra per la realizzazione di un punto vendita nella zona di Ciampino, vicino al campo nomadi “La Barbuta”. L’azienda chiede una riqualificazione dei terreni ed è disposta a investire 10 milioni di euro che il Comune deve vincolare a investimenti nel sociale. Buzzi a un socio dice: “10 milioni, hai capito? 10 milioni sul sociale. Sui nomadi o sugli immigrati o sugli asili nido o su quel cazzo che vuoi tu. Sono disposti a fare un’associazione temporanea di imprese. Leroy Merlin, costruttori e noi, che gestiremmo la quota dei 10 milioni”. E in un incontro, consegna al segretario del Pd romano Lionello Cosentino un progetto. Segue riproduzione della intercettazione di una telefonata partita dalla segretaria del sindaco Marino a Buzzi, nel settembre scorso. “Ti volevo dire -dice lei- che Lionello mi ha dato la documentazione per Ignazio sulla Leroy Merlin. Adesso Ignazio l’ha vista e sta facendo convocare una riunione di staff”. Buzzi: “Gli è piaciuta?”. Lei: “Moltissimo”.
Alle pagine seguenti, il racconto di Francesco Merlo di una giornata con il sindaco Marino: “La resistenza di Marino, ‘I miei nemici sono nel partito’”, “In giro per la città con il sindaco mentre infuria lo scandalo: ‘Non ho mai pensato di dimettermi, anzi, sono solo all’inizio. E mai come adesso sono sicuro di farcela: il popolo del Pd mi ama, sono i capibastone che mi odiano’”, “Buzzi, come dannato redento, era piaciuto persino al presidente Oscar Luigi Scalfaro, che andò all’inaugurazione della sua cooperativa”.
A proposito della frase di Buzzi sul fatto che se avesse parlato del Cara di Mineo sarebbe caduto il governo, oggi il Corriere con Giovanni Bianconi dà conto di altre parole di Buzzi: “a me queste cose le ha raccontate Odevaine”. I carabinieri comunque avrebbero “quasi ottecento pagine di intercettazioni” tra Odevaine e Buzzi e altri personaggi. Secondo la ricostruzione che il quotidiano fa della vicenda del Cara di Mineo, il residence, già occupato dagli americani fino al 2010, sarebbe stato requisito dal governo anche per “fare un piacere” al proprietario e trasformarlo in un centro di accoglienza. Il centro costava oltre 6 milioni l’anno.
Sul Corriere una intera pagina è dedicata ad Ignazio Marino, “il sindaco con lo zainetto che è rimasto solo ma fa il segno della vittoria”, dove si legge che il sindaco “in questre tragiche settimane ripete sempre tre frasi, qualcosa tra un mantra e un esorcismo: ‘Non mi sono mai accorto di nulla (in Campidoglio il suo soprannome è Bambi); Io sono una ittima di Mafia Capitale; Io sono il moralizzatore di questa città”. “A cercare in archivio però non risulta che abbia mai posto alcuna ‘questione morale'” fino a 2 dicembre, quando la Procura di Roma “alza il coperchio sulla fogna che sappiamo”. “Marino ha invece posto con forza sempre una sola questione: quella pedonale”.

Severino

Sul Sole un ampio articolo elenca le 25 “segnalazioni” di “altrettante criticità” al decreto 235/2015, la cosiddetta legge Severino. Le segnalazioni sono contenute in una delibera del Consiglio dell’Anac, l’Autorità anti corruzione capeggiata da Raffaele Cantone, che ha inviato il documento al governo e al Parlamento che sta votando la legge Madia di riforma della Pa. Uno dei membri dell’Anac, il professor Francesco Merloni, sottolinea come l’Autorità ritenga necessario che il Parlamento intervenga sulla mancanza di omogeneità tra le norme che complessivamente si occupano di corruzione e Pa, perché in un testo si dice che la sospensione degli incarichi di amministratori locali in caso di condanna non definitiva da una parte si dice che la sospensione dura cinque anni per i reati gravi e il doppio della pena irrogata per quelli meno gravi, mentre nella Severino si dice che la sospensione è di 18 mesi a prescindere dalla gravità e dall’entità dei reati. Merloni specifica che non c’è alcun riferimento ai recenti casi di cronaca. “Attenzione alle disparità trattamento”, dice Merloni. I funzionari pubblici devono sottostare a regole omogenee.
Sul Corriere: “Severino, le proposte di Cantone. Tutte e ricadute per De Luca. Sospensione graduale e proporzionata alla gravità dei reati. Alfano esclude lo scioglimento. Bindi: su di me accuse inaccettabili”. Ieri infatti è tornata a riunirsi la commissione Antimafia e Rosy Bindi ha “ricostruito i passaggi della vicenda”.

Putin

La Repubblica, pagina 2: “Putin all’Expo, appello a Renzi: ‘Via le sanzioni, danneggiano l’Italia’”, “Il presidente russo dal premier e dal Papa per rompere l’assedio del G7”. E sulla visita al Papa, “lo scenario” di Paolo Rodari: “Bergoglio non fa sconti allo zar Vladimir, ‘Ora sull’Ucraina uno sforzo per la pace’”. Il leader del Cremlino è arrivato con un’ora di ritardo in Vaticano. Francesco e la sua diplomazia -scrive Rodari- “accettando un dialogo anche sui dossier più incandescenti -Ucraina, Medio Oriente ma anche i rapporti con la chiesa ortodossa di Mosca- si smarcano da chi intende isolare Putin, da chi vorrebbe che un canale di dialogo fra Mosca e il Vaticano non fosse aperto.
Su La Stampa, pagina 2: “Putin: ‘Sanzioni dannose per tutti. E l’Italia ha già perso un miliardo’”, “Il presidente russo visita l’expo con il premier: togliamole per sostenere le aziende. L’abbraccio con Berlusconi che annuncia una mozione alla Camera contro l’embargo”. A pagina 3 il “retroscena” di Fabio Martini: “La sfida di Renzi: ‘Caro Vladimir, per noi sei strategico’”, ‘Serve riprendere le relazioni con l’Occidente’. Pranzo con i vertici delle aziende pubbliche”. E Alessandro Barbera racconta “il caso”: “Mozzarelle e salami fermi alla frontiera. ‘Così i cinesi ci rubano il mercato’”, “L’allarme degli imprenditori: ‘Crollano gli ordini, non possiamo più esportare’”. “Le sanzioni sono l’occasione d’oro per chi vuole rubarci quote di mercato”, dice il Presidente di Federalimentari Luigi Scordamaglia.
A pagina 2, poi, il quotidiano dà conto di una battaglia legale tra aziende italiane e russe che fa del padiglione della Russia “un caso”: al posto delle proteste anti-Putin attese, a turbare il gran giorno russo a Expo ci ha pensato una storiaccia scoppiata intorno ai lavori per il padiglione. Fatture mai pagate, piastrelle che si staccano, lavori finiti in fretta. Nove aziende italiane che hanno tirato su lo stand a tempo record scrivono in una nota: “aspettiamo ancora pagamenti per oltre un milioni di euro. Faremo causa e siamo pronti a chiedere il sequestro dell’edificio”.
Sulla visita di Putin, segnaliamo ancora su La Stampa le analisi di Anna Zafesova (“E per un giorno Vladimir torna protagonista”, per un giorno “dimentica che il G7 -dal quale è stato espulso- lo minaccia con nuove sanzioni, il Parlamento europeo ha appena votato per escludere la Russia dalla lista dei partner strategici dell’Ue, gli vogliono togliere i Mondiali, e anche i fedelissimi separatisti del Donbass mostrano segni di tentennamento, in un ambiguo dialogo con Kiev. Torna il leader forte e ammirato, e lo ricorda subito costringendo Matteo Renzi a quasi un’ora di attesa”); e di Marta Dassù (“Il pragmatismo globale del Pontefice”, dove si sottolinea che esiste tra Mosca e Vaticano un terreno essenziale di azione congiunta, ovvero la difesa dei cristiani in Medio Oriente; che è interesse di Papa Bergoglio il dialogo con la Chiesa ortodossa di Mosca; e che tuttavia non è possibile pensare che possa esserci una “legittimazione complessiva della politica del Cremlino”, perché per la filosofia di politica estera del nuovo Vaticano, la crisi ucraina dev’essere risolta in modo pacifico; e che il messaggio del Vaticano sulla crisi con Mosca è che alla Russia può e deve essere offerta una relazione a compartimenti “stagni” dove la collaborazione è possibile e indispensabile, come in Libia, Siria e lotta a Daesh).
Sul Sole 24 ore si dà conto delle parole di Putin, che parlava con Renzi davanti ai vertici dei grandi gruppi industriali presenti in Russia: “È evidente che le compagnie italiane che hanno combattuto” per ottenere contratti in Russia e che “hanno già vinto sono interessate alla loro realizzazione. E invece hanno dovuto fermarsi, i contratti non possono essere realizzati a causa delle sanzioni. Bisogna trovare una via d’uscita: o abolite le sanzioni o trovate strumenti alternativi, naturalmente se volete sostenere le vostre compagnie”. Il presidente russo ha fatto intendere che Mosca può “trovare altri partner” ma “non vogliamo rinunciare a questa collaborazione. Tra i presenti c’era l’Ad di Generali Mario Greco, Marco Tronchetti Provera, Mauro Moretti, Michele Elia, Claudio Descalzi, Gianfelice Rocca, Pietro Salini, Francesco Starace.
Sul quotidiano una analisi di Ugo Tramballi: “Per avere l’Europa dalla sua parte Putin non deve fare la fatica di dividere gli europei ,di ricordare quanto costino a noi le sanzioni, di finanziare i neo-fascisti di mezzo continente o di offrire viaggi gratis a Matteo Salvini. È molto più facile: basta che rispetti gli accordi di Minsk sull’Ucraina a suo tempo sottoscritti dalla Russia. Non è molto ma sarebbe più che sufficiente per iniziare una stagione nuova”.
Il Sole dedica una intera pagina al tema del “conto” che la crisi russa sta facendo pagare al sistema industriale italiano. “Un conto da tre miliardi l’anno”. “Il sistema industriale paga un pesante tributo all’effetto sanzioni-svalutazione del rublo”. Il settore più colpito quello del comparto pellame-tessile-abbigliamento. Si dà conto delle parole di Claudio Mirenzi, presidente di Smi (Sistema moda Italia) che dice: “Ma a chi servono le sanzioni”. Si spiega nell’articolo che le sanzioni colpiscono solo marginamente il settore del lusso (al massimo forniture di abbigliamento nel settore pubblico che non toccano nello specifico l’Italia) ma “non contribuiscono a rasserenare il quadro.
Sul Corriere Fabrizio Dragosei scrive che “le sanzioni in realtà hanno una responsabilità limitata nel calo dell’interscambio, come dimostrano i dati forniti da organismi bilaterali e dalle dogane russe”. La Russia infatti è “in mezzo a una profonda crisi economica”, ha visto salire l’inflazione e perdere valore al rublo. Questo ovviamente frena le importazioni, l’interscambio tra Italia e Russia è sceso l’anno scorso del 10 per cento e a inizio 2015 è crollato di un quarto. Solo in parte a causa delle sanzioni: sono scesi gli acquisti di gas (non sottoposto a sanzioni), sono calate le esportazioni italiane di mezzi di trasporto, meccanica, chimica, farmaceutica non sottoposti a sanzioni.
Su Il Giornale: “Berlusconi rassicura Putin: ‘Mozione contro le sanzioni’. Il Cavaliere vede il leader. ‘Domani chiederemo alla Camera che il governo le interrompa. Il presidente russo incontro anche il Papa”.

Grecia, Italia, Europa

Sul Sole 24 ore: “Germania più morbida sulla Grecia. Trattativa continua. Il premier greco Tsipras ha incontrato Juncker, Merkel e Hollande nel pomeriggio”. Si legge sul quotidiano che “nonostante le numerose incomprensioni” le trattative tra Atene e i suoi creditori internazionali proseguono “tanto il contesto finanziaria induce a una intesa”. “La mano tesa di Draghi: la Banca centrale europea ha incrementato di 2,3 miliardi, portandoli a 83, gli aiuti d’emergenza erogati agli istituti creditizi greci”.
L’analisi di Carlo Bastasin si sofferma sul fatto che se la situazione greca precipitasse per Angela Merkel sarebbe “un grave problema”. “Un fallimento della strategia europea di Angela Merkel potrebbe pregiudicare la sua leadership interna nonostante i sondaggi vedano la Cdu in enorme vantaggio”
Sul Corriere: “Vertice Merkel. Tsipras: avanti con il dialogo. Niente rottura, ma ‘intensificare i negoziati’. Atene più disponibile sul rigore. Anche Hollande alla riunione. Nell’incontro di Bruxelles il governo greco ha chiesto l’estensione del piano di salvataggio fino al marzo 2016”.
Sul Corriere una intervista di Federico Fubini a Francis Fukuyama che nel suo saggio “Political Order and Political Decay” dedica “centinaia di pagine a Grecia ed Italia. Dice che “una causa di fondo degli eventi di questi anni è stata l’incapacità dei governi di Grecia e Italia di tenere sotto controllo i conti. E una delle ragioni per cui non ci sono riusciti, è che in entrambi i Paesi il settore pubblico è stato usato a scopi clientelari”. Dice che “in Grecia parte della riluttanza di Syriza a chiudere un accordo con i creditori sia dovuta al fatto che il partito non vuole rinunciare alla propria capacità di proporre i suoi sostenitori nei posti di potere” mentre “l’italia ha fatto più progressi”. Alla fine dell’intervista dice che “non è probabile che una vera crescita economica arrivi tanto presto in Europa del Sud”.
Sul Corriere un intervento di Philip Hammond, ministro degli esteri del Regno Unito, che “spiega in che modo riavvicinare l’Unione” europea ai cittadini: “Favorire livelli di decisione locali , evitare un improprio sfruttamento del welfare”. Hammond piega cosa intende ottenere il governo britannico con i negoziati con l’Ue, quali riforme si considerano necessarie . Dall’apertura al commercio globale al rapporto tra membri dell’euro e membri dell’Ue, dalla necessità che i parlamenti nazionali abbiano “più voce in capitolo” alla questione della “protezione dagli abusi” del welfare britannico.

E poi

Tutti i quotidiani danno notizia della morte in un albergo di Roma di Khaled Foud Allam, algerino naturalizzato italiano, docente universitario a Trieste ed a Urbino, studioso dei rapporti tra Occidente e mondo islamico. Aveva da poco scritto “Il jihadista della pota accanto”.

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