Rabbia a Cipro contro l’Ue. E le Borse tremano

Il Corriere della Sera: “Cipro teme assalti agli sportelli. L’Europa: salvare i piccoli depositi”. A centro pagina, ma con un titolo più grande: “Grillo rinuncia alle espulsioni. Il leader non punisce chi ha votato per Grasso. Il Pd: ecco la legge sul conflitto di interessi. Berlusconi avverte: in piazza se il Colle va alla sinistra”.

La Repubblica: “Quirinale, la minaccia di Berlusconi. ‘Se va alla sinistra rivolta in piazza.’. Grillo frena sui dissidenti. Nuove accuse ai magistrati: associazione a delinquere. Dura risposta dell’Anm. Da domani le consultazioni di Napolitano”. A centro pagina: “Cipro, la supertassa sui depositi fa tremare le Borse d’Europa”. Di spalla: “Papa Francesco rinuncia all’oro. ‘Il mio anello sarà d’argento’”.

 

La Stampa: “Berlusconi-Pd, scontro frontale. ‘Il Colle alla sinistra? Battaglia in piazza’. Bersani accelera sul conflitto di interessi”. A centro pagina: “La crisi di Cipro fa tremare le Borse”.

 

Il Fatto quotidiano: “Il caimano all’assalto. ‘Il Quirinale o scateno la piazza’”.

 

Il Giornale: “Allarme di Berlusconi: qui c’è aria di golpe. Bersani pronto a occupare anche il Colle. Battaglia in Aula e in piazza. Grazie al Pdl si sbloccano i primi debiti dello Stato verso le imprese”.

 

L’Unità: “Quirinale, la minaccia del Cav. ‘Se il Colle va alla sinistra battaglia in piazza’. Attacco ai giudici. Il Csm: moderare i toni”.

 

Il Sole 24 Ore: “Dall’Europa via libera ai pagamenti della Pa. Tajani e Rehn: lo sblocco dei debiti verso i fornitori fuori dal deficit. Monti: lavoreremo con la Ue. Squinzi: si proceda subito senza aspettare il nuovo governo”. Di spalla: “Cipro, nuovo piano anti-default oggi all’esame del Parrlamento. Mini prelievo sui piccoli correntisti e maxi tassa sui più ricchi. Banche chiuse fino a giovedì”.

 

Il Foglio: “Per ‘salvare’ Cipro l’Europa fa tremare i mercati internazionali. Una grande tassa sui conti di una piccola isola. Per l’economista De Cecco è il peso dell’agenda elettorale di Merkel. Patrimoniale choc per Roma?”.

 

Pagamenti Pa

 

Scrive Il Sole 24 Ore che si apre la strada per lo smaltimento dei debiti pregressi della Pubblica Amministrazione: la svolta arriva da una dichiarazione congiunta dei vicepresidenti della Commissione Ue Tajani e Rehn, che indicano “la liquidazione dei debiti commerciali come uno dei fattori attenuanti”, nel rispetto del patto di stabilità e crescita. In sostanza, ha spiegato Tajani, l’Ue invita il governo a proporre un piano di pagamento entro due anni “senza rischiare che ciò comporti la violazione del Patto”.

 

Il sottosegretario all’Economia Polillo, intervistato da La Stampa, spiega che l’accordo di Bruxelles, per poter essere attuato dal nostro Paese, ha bisogno di un governo nella pienezza dei suoi poteri. Lo strumento che consente di allentare il Patto di Stabilità è il documento di programmazione economico-finanziario, cioè una legge. Si potrebbe fare anche con un decreto legge, ma questo governo è in carica solo per gli affari correnti, e non può usarlo. Non c’è più stato un rapporto di fiducia con il Parlamento”.

 

Quirinale

 

La Stampa descrive un Cavaliere “in campagna elettorale permanente”: fa ricorso ad un volume di fuoco impressionante, con toni da Armageddon, tradendo il terrore di esser fatto fuori da tutto. E’ consapevole di essere al duello finale: è attesa per oggi la decisione da Napoli sul rito abbreviato in relazione alle accuse di ‘compravendita’ del senatore ex-Idv De Gregorio. Minaccia la sinistra, dice che se occuperà il Quirinale sarà un “golpe”, dopo aver piazzato un pm alla presidenza del Senato. Il timore è che si stringa la tenaglia tra Pd e M5S che lo inghiottirebbe nelle sabbie mobili del Senato, dove sono tutti pronti a votare l’ineleggibilità e la richiesta di arresto nei suoi confronti. Sul Corriere della Sera: “Il Cavaliere e la sfida del Quirinale: spetta a noi, altrimenti sarà battaglia”. Ma per il quotidiano, su questa linea il partito sarebbe diviso. E si riferisce dei toni più moderati contenuti in una nota diffusa ieri: un avvertimento al Pd in cui si dice “fermatevi finché siete in tempo”, perché la disponibilità alla trattativa, ad un governo di transizione, c’è ancora. Il Corriere ipotizza quindi un governo di transizione affidato al ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, con appoggio esterno delle forze ‘responsabili’.

Il Giornale: “Berlusconi: battaglia in Aula e in piazza”, “’Se il Pd occuperà anche il Colle, pronto un intervento al giorno. La sfida ai magistrati: ‘Non fuggo come vorrebbero’”.

Restiamo a Il Giornale, dove si scrive che “Napolitano avverte Bersani: niente incarico senza i numeri”, “Da domani consultazioni: il Colle pronto al mandato esplorativo per il leader Pd, che dovrà dimostrare di avere una maggioranza. In caso di flop la carta è Grasso”. Scrive il quotidiano che se Bersani sarà costretto all’abbandono del tentativo, il Capo dello Stato proverà a mettere in piedi un governo istituzionale, o di emergenza. Per questo si fa il nome di Pietro Grasso, neopresidente del Senato. Ma resta da vedere se ce la farà ad aumentare la base di consenso.

 

Di Grasso, ma come possibile candidato al Quirinale, si parla su La Repubblica, dove un retroscena è così titolato: “E Bersani adesso apre al Pdl, ‘dialogo per il Quirinale, ma non sarà Silvio a scegliere’”. Candidati in campo sarebbero Rodotà, Zagrebelsky, De Rita, Prodi. Su Massimo D’Alema, che avrebbe il sostegno dell’intero centrosinistra, da Vendola a Letta, si ipotizza invece una sponda con il Pdl, come per Amato.

Un articolo de La Stampa, peraltro, ricorda come negli anni la crisi dei partiti abbia aumentato di molto il potere del Capo dello Stato. Ed è dunque il “Quirinale forte” l’obiettivo più ambito.

 

Sul Corriere della Sera: “Il test consultazioni tra i veti dei partiti: i due piani di Napolitano”. Si tratta quindi dell’ipotesi Bersani e di quella di un “governo del Presidente”. Un riquadro sulla stessa pagina è dedicato alla parola “mandato esplorativo”: si ricorda che anche se non espressamente previsto dalla Costituzione, il mandato esplorativo si rende necessario quando le consultazioni per la formazione del nuovo governo non abbiano dato indicazioni univoche sulla formazione della nuova maggioranza. Il Capo dello Stato affida a un’alta carica dello Stato il compito di confrontarsi con i partiti per avere una visione più completa dei diversi orientamenti. Perché come scrive il quirinalista Marzio Breda, Napolitano teme le incognite di una prova al buio di Bersani.

La Stampa: “Bersani, due leggi per Grillo”, “incandidabilità e conflitto di interessi, il segretario accelera e punta a un mandato pieno”.

Su Il Fatto: “L’ultima carta di Bersani. E la squadra dei sogni”. “Anche per l’Esecutivo c’è il ‘metodo Grasso’”. Dove si legge che la doppietta sulle presidente del Parlamento ha riportato un po’ di ossigeno in casa Dem. Bersani tenta di avere l’incarico pieno, e di formare un governo talmente appetibile, pieno di nomi grillini, da costringere i 5 Stelle a dar loro i propri voti. In realtà il Pd, racconta Stefano Fassina, sta tenendo aperti vari canali: stanno parlando con i montiani, con i leghisti, con i 5 Stelle. Così, nelle stanze del segretario Bersani, girano varie liste di possibili ministri: la lista supertecnici, nel caso di accordi con Monti. La lista società civile e dintorni. Ma la più gettonata è la seconda: si va dai costituzionalisti Zagrebelsky e Rodotà, passando per Saviano. Si tirano fuori opzioni come Cordero per la Giustizia o Leon per l’Economia. In lizza per un dicastero anche i firmatari dell’appello per un governo Pd-5 Stelle, da Petrini a don Ciotti a Settis.

 

Grillo

 

L’Unità, occupandosi delle tensioni nel Movimento 5 Stelle per le decisioni di alcuni senatori di abbandonare la scheda bianca per votare Pietro Grasso, titola: “Traditori? Grillo si ferma davanti alla rivolta della rete”. Il capo dei 5 Stelle “smorza i toni dopo aver minacciato i ribelli”: Grillo ha parlato infatti di “trappola” nella quale sarebbero caduti i suoi, dando loro l’attenuante della “buona fede”.

Su La Repubblica: “Grillo adesso frena sulle espulsioni e invia due controllori alle Camere”. Quelli che il quotidiano definisce due “angeli custodi” sono Claudio Messora e Daniele Martinelli. Dovranno vegliare sui capigruppo di Camera e Senato. Il quotidiano intervista il blogger Martinelli, che ricorda essere amico di Casaleggio: parlando dei parlamentari 5 Stelle, dice che “qualcuno tra loro può peccare di ingenuità e cadere nelle trappole di chi vuole sputtanarlo”. Dice Martinelli che “i sei o otto che hanno votato per Grasso lo hanno fatto in libertà. Ora questi nuovi usciranno e si vedrà se si dimetteranno o come si risolverà la cosa”. Si trasferirà a Montecitorio? “Sì, credo nei prossimi giorni”.

Sullo stesso quotidiano, intervista al senatore 5 Stelle Fabrizio Bocchino, che ha votato per Grasso: “So solo di aver agito secondo coscienza”, “io non nego, come dice Grillo, che la candidatura di Grasso possa essere stata una trappola, ma il fatto è che non avrei tollerato in alcun modo di esser accostato, seppur lontanamente, alla elezioni di Schifani”. Bocchino, laurea in fisica e un impiego all’osservatorio astronomico di Palermo, dice di aver “rimesso al web” una “valutazione” sul suo comportamento: chiedo di esser aiutato a capire. “Poi, ho aggiunto, trarrò le conseguenze”. Finora che commenti ha avuto? “Sono in maggioranza coloro che mi incoraggiano”.

Su La Stampa: “Grillo sceglie due blogger per controllare gli eletti”, “’siamo caduti in una trappola’. E ora si studia un televoto via sms”. A spiegare questa proposta sarebbe uno dei collaboratori della capogruppo alla Camera Roberta Lombardi: “Una specie di televoto, perché gli iscritti al blog di Grillo dovranno lasciare il proprio numero di cellulare. Quando si tratterà di prendere delle decisioni si manderà un sms a tutti e si deciderà in base alle loro risposte”. E se risponderanno in dieci? “Decideranno quei dieci. Ma la partecipazione sarà di massa”.

Su La Repubblica segnaliamo un commento di Nadia Urbinati dedicato all’anatema lanciato da Grillo contro i “traditori” del Senato: “il mandato libero, ripetiamolo a chi ne ha dato una definizione distorta e sbagliatissima, non serve a dare all’eletto la libertà di saltare i fossi e passare da uno schieramento a un altro. Se questo avviene, non si deve concludere che la norma è sbagliata. Ad essere ‘sbagliato’ – nel senso di eticamente riprovevole – è il comportamento del deputato. Ma meglio rischiare queste violazioni (e, se necessario, lasciare che la legge punisca se il salto è stato pagato con moneta sonante) che volere una violazione fatale: quella che ci sarebbe se non ci fosse mandato libero”. La Urbinati sottolinea però che desta particolare stupore la decisione dei montiani di votare scheda bianca, poiché la filosofia con la quale è nata questa lista è la competenza e l’oggettività, la dirittura morale e l’onestà, contro le ideologie di destra e di sinistra: “E quindi ci si sarebbe aspettati che non decidessero per ideologia, come hanno invece fatto votando scheda bianca. La similitudine di M5s e Montiani è sorprendente: “si sono entrambi candidati appellandosi all’antipolitica contro i partiti”, ed entrambi “si sono comportati come i partiti, anzi i peggiori dei partiti, come ideologia e disciplina di partito”.

 

Cipro, Ue

 

E’ slittato ad oggi il voto parlamentare a Cipro sul piano di salvataggio Ue in cambio di una tassa sui depositi bancari. Secondo Il Sole 24 Ore il governo sta valutando una esenzione per i depositi più piccoli e un aumento su quelli più alti. L’accordo raggiunto la scorsa settimana, nei giorni in ci l’Eurogruppo metteva a punto il pacchetto di aiuti a Cipro, prevedeva il prelievo forzoso sui conti bancari: 9,9 oltre a 100 mila euro, 6.75 per quelli fino a 100 mila. Ma dinanzi alla rabbia di molti ciprioti, Nicosia avrebbe deciso di rivedere gli importi, e ieri circolavano tre aliquote, nel corso di una conferenza dell’Eurogruppo. 3 per cento sotto i 100, 10 per cento fino a 500, 15 per cento oltre i 500 mila euro. Esentasse sarebbero i depositi fino a 20 mila euro. Per Il Sole l’establishment europeo è alla disperata ricerca per evitare che la grave crisi finanziaria cipriota gli scappi definitivamente di mano. Il pacchetto di aiuti deciso nella notte tra venerdì e sabato è ormai lettera morta.

Su La Stampa: “L’effetto Cipro manda le Borse ko”. Un reportage da Cipro sullo stesso quotidiano: “A Nicosia l’incubo Atene, ‘ giù le mani dai soldi’, rinviato il voto sulla tassa di solidarietà, banche chiuse fino a giovedì”.

Il Sole 24 Ore, in una analisi di Alessandro Merli, spiega come Nicosia sia vittima dei calcoli elettorali della Merkel. Un retroscena su La Repubblica scrive che l’Europa ha rotto l’ultimo tabù, quello di mettere le mani nei conti correnti. La scelta dell’Eurogruppo è fortemente criticata dalle banche di affari: non c’è una strategia per la moneta unica, dicono. Bruxelles, per gli analisti di Société Générale, è il regno dell’improvvisazione. Si è capito che non c’è un approccio standard per affrontare l’eurocrisi. Per i critici è la prova che l’Europa è ormai prigioniera delle elezioni tedesche che si terranno a settembre. Il settimanale americano Forbes ha parlato di un errore “decisivo, peggio della Lehman Brothers”. Sullo stesso quotidiano un reportage dall’isola: “Nicosia tra rassegnazione e rabbia antitedesca”. E si raccontano le proteste all’ambasciata di Berlino, nonché le scritte sui muri “Trojka go home”. Non è mancata la reazione di Mosca, poiché l’isola, come ricorda La Stampa, è diventata il paradiso preferito degli oligarchi russi. Roman Abramovich, il proprietario del Chelsea, teoricamente controlla dall’isola di Cipro le sue fabbriche in Siberia. A Cipro hanno sede le società del re dei metalli Deripaska: “Un retaggio dei tempi, in cui nella Russia del capitalismo primordiale non si sapeva ancora bene come aprire un conto in banca, mentre nell’isola spesso bastava una casella postale e un notaio che aveva rapidamente imparato un po’ di russo. La fiscalità più che light e i controlli laschi hanno fatto il resto”.
Anche su Il Sole 24 Ore: “Nel Paradiso degli oligarchi russi il Cremlino grida alla confisca”. Nei giorni scorsi il presidente Putin aveva lanciato l’ennesima crociata contro l’usanza degli oligarchi di indirizzare capitali all’estero – tra cui Cipro – per metterli al riparo dal fisco e dalla giustizia nazionale. L’agenzia Moody’s calcola in 19 miliardi di euro il totale di depositi russi in banche cipriote, mentre sarebbe di 12 miliardi l’esposizione sull’isola delle banche russe. Ieri l’Amministrazione del Cremlino ha definito i termini del salvataggio imposti a Cipro “Ingiusti, poco professionali, pericolosi”. E il primo ministro Medvedev ha sottolineato che l’imposizione di una tassa sui depositi bancari equivale a una confisca di proprietà altrui, “pratica ben nota nel periodo sovietico”. Secondo Il Sole il Cremlino è irritato per non esser stato consultato da Ue e Fmi, malgrado la Russia sia già coinvolta nel salvataggio di Cipro. Nel 2011 l’isola ha infatti ricevuto un prestito per 2,5 miliardi di dollari con scadenza 2016. Ora, ha chiarito il ministro delle Finanze Siluanov, la disponibilità russa a trattare dipenderà dalla futura partecipazione della Russia negli interventi “a favore di Cipro, in coordinamento con la Ue”.

 

 

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