LA BELLA CONFUSIONE

Oscar Iarussi

Giornalista e saggista.

Hayao Miyazaki e un mito italiano nel vento

"S'alza il vento" di Hayao Miyazaki

“S’alza il vento” di Hayao Miyazaki

Le vent se lève, il faut tempter de vivre. A questo verso del Cimitero marino di Paul Valéry – “S’alza il vento, bisogna osar di vivere” – si è ispirato Hayao Miyazaki, 73 anni, per il suo ultimo capolavoro di animazione. Il film era nel 2013 alla Mostra di Venezia, in concorso, nonostante il maestro giapponese fosse già stato incoronato con il Leone d’oro alla carriera nel 2005. Kaze Tachinu (Si alza il vento) esce nelle sale e vi resterà fino al 16 settembre. E’ un’opera struggente e poetica, con un che di testamentario perché segna l’addio al grande schermo dell’autore, sul quale in questi giorni appare in libreria una monografia illustrata di Valeria Arnaldi (Hayao Miyazaki, Un mondo incantato, Ultra ed., pp. 255, euro 22,00).

Si alza il vento è largamente autobiografico nel ricordo del padre di Miyazaki che possedeva una fabbrica di componenti per aerei, tra cui i famosi caccia “Zero” citati nel film, e della madre malata di tubercolosi. E’ la storia di un sogno – il volo, la leggiadria, il genio di librarsi in aria – del protagonista Jiro. Egli è oniricamente guidato dal Giovanni Battista Caproni, pioniere dell’aviazione e ingegnere aeronautico, costruttore di imbattibili motori (1886-1957). Impossibilitato a divenire pilota per la miopia che lo affligge, Jiro attraversa la storia del Giappone dal  grande terremoto del Kantō nel 1923 alla seconda guerra mondiale, innamorandosi fin da adolescente della dolce Nahoko che ritroverà tisica anni dopo. Sempre coltivando il principio arioso che spira in ogni fotogramma.

Miyazaki è autore di capolavori quali Il castello di Cagliostro, Il mio vicino Totoro, Porco rosso in cui parimenti si citavano i motori Caproni e si sorvolava l’Adriatico (un mito italiano!), La città incantata per cui nel 2003 vinse l’Oscar non ritirato per protesta contro la guerra in Iraq, Il castello errante di Howl Ponyo sulla scogliera. Ora Si alza il vento, più adatto a stemperare il disincanto degli adulti che a conquistare i piccini, è una sfida vinta alla pesantezza/ragionevolezza, alla stessa forza di gravità (per certi versi speculare a Gravity di Cuaròn che quest’anno ha vinto sette Oscar). Un compendio nipponico che evoca le Lezioni americane di Italo Calvino con i suoi valori per il nuovo millennio, effettivamente tutti presenti nel film di Miyazaki: leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità, molteplicità, coerenza. Aggiungeremmo: malinconia.

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