Immigrazione, oggi il vertice Ue-Italia

– Il governo dimezza i permessi sindacali e annuncia l’ennesima rivoluzione nella scuola, e intanto fa i conti per la legge di Stabilità.
– In Francia Hollande silura i ministri più radicali.
– Assad offre il suo aiuto (condizionato) ad Obama contro l’Is.

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Sindacati e scuola, si cambia. Lo spread e i conti: un miliardo di risparmi sui tassi. Spending review, vertice Renzi-Padoan”. “Permessi tagliati nel pubblico. Giannini: basta supplenti”. In alto: “I tormenti europei sull’austerity. A Parigi fuori i ministri più radicali. Nuovo esecutivo voluto da Hollande”. Sul tema una analisi di Jean Marie Colombani (“Un finale inevitabile con i ribelli a sinistra”) e l’editoriale di Antonio Polito, che si chiede “cosa insegna (a noi) il caso francese”.
In prima anche – con foto – i funerali-manifestazione a Ferguson: “In migliaia ai funerali del giovane ucciso dalla polizia. ‘Ora giustizia’. Le mani alzate di Ferguson”.

La Repubblica: “Rivoluzione scuola, ecco il piano. ‘Meritocrazia e apertura ai privati’”, “Il ministro Giannini: mai più precari e supplenti, aumenti di stipendio ai professori migliori”.
A centro pagina, con foto del presidente Hollande: “L’austerity spacca la Francia, Hollande licenzia il ministro”, “Salta Montebourg, responsabile dell’Economia. L’effetto Draghi fa volare le Borse. Germania, altra frenata”.
In apertura a destra: “Assad, la mossa della paura: ‘Con Obama contro l’Is’”.

La Stampa: “Siria, la svolta, ‘Noi e Obama contro l’Isis’”, “Pericolo islamista, l’offerta di Assad al vecchio nemico”, “Il Nyt: raid di Egitto e Emirati in Libia”.
Sotto la testata: “Migranti, l’Italia chiede navi ai partner Ue”, “Oggi tavolo tecnico a Roma: il piano per coinvolgere Spagna, Francia, Germania e Malta”.
A centro pagina: “L’effetto Draghi fa volare le Borse”, “Berlino rallenta, giù fiducia delle imprese”.
A destra: “Statali, distacchi dimezzati. Scuola, addio ai supplenti”.
E sulla Francia: “Hollande si aggrappa al rimpasto”.

Il Sole 24 Ore: “Btp ai minimi, Borse record. Effetto Draghi: Piazza Affari +2,3 per cento. Wall Street sopra quota 2 mila. Il tasso dei decennali a 2,48 per cento, spread in calo a 153. L’euro scende sotto 1,32 dollari”.
Di spalla: “Francia: reincarico lampo al premier Valls, fuori il ministro anti-Merkel”. In evidenza anche la notizia della “intesa Berlino-Madrid”: “Merkel-Rajoy: bene l’austerità. Ok per Guindos all’Eurogruppo”.
A centro pagina: “Permessi sindacali dimezzati. Firmata la circolare sulla Pa: circa mille revoche. Venerdì in Cdm infrastrutture, scuola e giustizia. Renzi vede Padoan. Verso lo sblocco delle opere già finalizzate”. Una analisi del quotidiano parla di “quattro miliardi” di risorse per lo Stato dovute alla minor spesa per interessi legata agli spread.

Il Fatto: “’Senza Mare Nostrum moriranno tutti’”, “L’ammiraglio Pettorino, capo operazioni delle Capitanerie di Porto, spiega quali sarebbero le conseguenze della minaccia di Alfano: ‘Se ci fermassimo, i migranti sarebbero destinati ad annegare. Oppure a finire sterminati dalle milizie libiche’”.
A centro pagina: “Fame da Lupi. Ora Eataly si mangia Cl”, “Mentre Farinetti fa il mattatore e discetta di riforme e priorità per il Paese, il ministro delle Infrastrutture oggi firmerà un accordo con Fs per portare i treni ad Alta Velocità a Fiumicino, Malpensa e Venezia. Evvai con il conflitto di interessi”.
A centro pagina anche la politica: “M5S: ‘Se Renzi taglia l’Irap, pronti a dire sì’”, “La deputata 5Stelle Laura Castelli: ‘Disponibili a votare anche il reddito di cittadinanza’. PA, scatta il dimezzamento dei permessi sindacali. Scuola, la ministra Giannini: ‘Basta con il sistema-supplenze’”.

Il Giornale: “La polizia si arrende. Troppi immigrati. Molti clandestini non vengono neppure identificati dopo lo sbarco. ‘Non riusciamo più a controllarli”. “La Ue caccia solo gli italiani: in Belgio 256 espulsi perché senza lavoro”.
A centro pagina: “La stangata sulla casa ha ucciso l’Italia”, di Vittorio Feltri.
Oggi il quotidiano diretto da Sallusti pubblica un articolo scritto da Oriana Fallaci all’indomani dell’11 settembre: “Aveva ragione la ‘pazza’ Fallaci”. Le righe della scrittrice, ripubblicate oggi – scrive Il Giornale – “testimoniano quanto avesse visto giusto nei rapporti tra Islam e Occidente”.
Oggi di Fallaci parla anche il Corriere, alle pagine della cultura: “La Cina riscopre Deng attraverso Oriana Fallaci. Pechino traduce il saggio biografico della scrittrice”, mentre il PCC festeggia i 110 anni dalla nascita del leader.

Avvenire: “‘Iraq, pulizia etnica’” “La denuncia Onu: centinaia di esecuzioni compiute a Mosul, colpite le minoranze religiose. E anche in Nigeria spunta un Califfato”. “Siria chiama Obama. Assad ora propone azioni comuni contro l’Is”.
A centro pagina: “Calvario infinito per i migranti. E’ caos in Libia. La Ue si muove”, in riferimento al vertice che inizia oggi tra Ue ed Italia.
Cronache del Garantista: “Mare Nostrum addio. Li lasciamo morire? Pronti a buttare a mare il programma. Lega scatenata, Europa indifferente. Solo gli ammiragli difendono la missione”.
A centro pagina: “Damasco chiama Washington. Il ‘perfido’ Assad ci salverà?”.

Ue, nomine

Sul Sole si legge di un “asse Berlino-Madrid”: “La Germania appoggia Luis de Guindos, ministro dell’Economia spagnolo, alla guida dell’Eurogruppo al posto dell’olandese Dijsselbloem. De Guindos, designato da Rajoy alla fine del 2011, ha gestito la peggiore crisi economico-finanziaria della Spagna, ha “dimostrato la sua abilità a riportare il Paese alla crescita e a correggere gli squilibri in una situazione di estrema difficoltà”,come ha detto Rajoy. “Il caso spagnolo dimostra che le riforme danno risultati”, ha detto Merkel nella conferenza stampa congiunta. “A volte si dice erroneamente che per avere crescita c’è bisogno di più denaro. Ma con meno burocrazia si può generare crescita”, ha aggiunto.
Sul Corriere si parla del summit dei capi di Stato e di governo che dovrebbe vedere una “volata finale” sulle nomine Ue. “Mogherini incassa il sì tedesco”. Il quotidiano parla di “segnali buoni, all’apparenza”, per la ministra italiana. “Berlino manterrà la sua parola: Mogherini agli esteri, Dombrovskis (ex premier lettone) al Consiglio europeo”, dicono le voci citate dal quotidiano, che cita anche lo Spiegel, che definisce Mogherini “la favorita” per la successione ad Ashton.

Mare Nostrum

La Stampa e Il Fatto dedicano le prime tre pagine alla questione immigrati e missione Mare Nostrum. La Stampa: “Mare Nostrum, appello all’Europa, ‘Altre pattuglie nel Mediterraneo’”. Si ricorda che oggi si terrà un incontro tecnico negli uffici romani del Dipartimento Immigrazione della Polizia di frontiera del Viminale: discuteranno di una strategia possibile i delegati della Farnesina, il ministro dell’Interno Alfano, i delegati di Frontex, della Commissione Ue, della Marina militare, Capitanerie di Porto, Guardia di Finanza e Polizia di Stato. La svolta, secondo il quotidiano, sta nella pubblicizzazione dell’incontro da parte europea, visto che il portavoce del commissario Ue agli Affari Interni Malmstrom ha confermato che si sta discutendo della possibilità di aiutare l’Italia con una “Frontex plus”. E lo dice alla vigilia dell’incontro a Bruxelles domani con lo stesso ministro Alfano. Un altro articolo de La Stampa spiega che potrebbe voler dire che ad ottobre (in coincidenza con il consiglio dei ministri Ue degli Interni) l’Italia potrebbe annunciare il ridimensionamento di Mare Nostrum, mentre l’Unione europea amplierebbe l’operatività dell’agenzia Frontex, che opera solo sul fronte della vigilanza delle frontiere: “rafforzeremo l’aiuto con uomini e mezzi”, spiega una fonte della Commissione. Sulla stessa pagina, un’intervista al deputato europeo del Ppe Hans-Gert Pottering: “Ma Renzi non può esser lasciato solo’”, dice, invitando l’Italia, come presidente di turno della Ue, a “promuovere una conferenza su tutti gli aspetti delle politiche di immigrazione e delle questioni dei rifugiati perché si elaborino delle soluzioni durature”.
Il Fatto focalizza l’attenzione sulle parole dell’ammiraglio Giovanni Pettorino: “La legge del mare è l’unica a salvare i migranti”, dice, riferendosi a Mare Nostrum e ricordando che “senza il nostro aiuto morirebbero tutti”. Racconta: “Ci chiamano appena partiti dalle coste libiche perché hanno già il nostro numero. Parlano un inglese stentato e dicono quasi tutti le stesse cose, a riprova del fatto che sono ben istruiti: ‘Abbiamo a bordo bambini e donne incinte, stiamo imbarcando acqua e rischiamo di affondare’”, “se soccorriamo qualcuno a sole 40 miglia dalle coste libiche non possiamo certo riaccompagnarlo su quella terra. La normativa stabilisce che il centro nazionale di soccorso che riceve per primo la chiamata si deve comunque attivare, fino a quando le autorità competenti non intervengono e portano a termine il soccorso. Ma i libici non intervengono e quindi ci troviamo a dover gestire da soli tutte le informazioni. Poi non dimentichiamoci che la Libia non rispetta la convenzione sui rifugiati”. Sulla pagina seguente: “Italia e Ue litigano sui fondi mentre la barca affonda”, “Il governo ha chiesto di sostituire ‘Mare Nostrum con un programma comunitario. Bruxelles: ‘No, mancano i mezzi’. Ma Alfano insiste: ‘Ci deve pensare l’Europa’”, “Roma ha ricevuto 478 milioni, una grossa fetta dei fondi per l’immigrazione. Gli Stati si rifiutano però ulteriori stanziamenti”.
Sulle Cronache del Garantista si cita il Capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio Di Giorgi, ieri al Meeting di Rimini. Secondo l’Ammiraglio l’aumento degli sbarchi è dovuto allo “sfascio cui assisto nei Paesi di origine dei migranti”, e “non è imputabile a Mare Nostrum, che anzi ha “permesso di ridurre fenomeni di illegalità in alto mare, offrendo ai rifugiati una accoglienza migliore, riducendo per quanto possibile, l’afflusso di clandestini in Italia”. “Gli immigrati che assistiamo ci vedono come un Paese civile che non si è girato dall’altra parte davanti al loro dramma”, ma “serve un maggiore coordinamento”.
Anche su Avvenire: “‘L’Italia non si volta dall’altra parte’. L’Ammiraglio De Giorgio: ma i soldi non bastano, ora l’operazione sia di tutti”. Sulla stessa pagina il quotidiano dà conto delle parole del sottosegretario Gozi, che “chiede un intervento comunitario”, ma scrive anche che è tuttavia “difficile che l’Europa subentri in una operazione che costa 120 milioni. Piuttosto si punta a ridurne la portata”. “Mare Nostrum, Roma tratta con la Ue. Fonti di Bruxelles: impensabile sostituirsi. C’è l’opzione di un Frontex rafforzato”.
Su Il Giornale: “Allarme immigrazione. Gli ostacoli. Troppi sbarchi, la polizia cede. ‘Non riusciamo a controllarli. Le forze dell’ordine confermano che numerosi immigrati non vengono identificati dopo l’approdo in Italia. E così sono liberi di chiedere asilo politico in altri Paesi”.

Sindacati, Pa, permessi

Scrive Il Fatto: “in meno di 24 ore il governo assesta un micidiale uno-due a sindacati e mondo della scuola. Ieri mentre arrivava il via libera definitivo al taglio del 50 per cento di permessi e distacchi sindacali nel pubblico impiego, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, annunciava dal Meeting di Comunione e Liberazione, che il governo abolirà le supplenze nella scuola”. La misura è parte integrante della ‘grande riforma dell’istruzione’ che il governo annuncerà venerdì prossimo: nessun decreto o disegno di legge, ma la consueta formula delle ‘linee guida’ e della consultazione pubblica: “finora – scrive polemicamente Il Fatto – Giannini ha promesso tutto quello che c’era da promettere, dall’abolizione del test di medicina all’archiviazione dei concorsi per docenti universitari. Risultato? Nessuno”.
La Repubblica: “Sponsor privati e merito, stop ai supplenti precari, ecco la riforma della scuola”. Secondo il quotidiano “nel disegno di legge del governo è prevista una revisione delle scuole professionali e un nuovo rapporto tra cultura e istruzione. Allo studio nuove forme per finanziare il riassetto del sistema”. Il quotidiano riproduce alcuni passaggi dell’intervento del ministro ieri al Meeting di Cl. Alla voce che viene presentata come questione “precariato” si riferiscono queste parole del ministro Giannini: “E’ frutto di decenni di scelte miopi”, “Mancano docenti. Il ricorso ai supplenti fa male a tutti: agli insegnanti, agli studenti, alla scuola. Abbiamo bisogno di figure stabili, di ricondurre tutto a un piano unitario. Faremo in modo da lavorare sulla pianta organica di fatto, non su quella di diritto”. Alla voce “merito”: “Ci saranno criteri di valutazione. Sarà premiata l’attività positiva, anche con aumenti di stipendio, e penalizzato chi non fa il suo dovere. Non possiamo più attenerci solo a un criterio di anzianità”.
Alla pagina seguente, però, un’intervista al presidente dell’Associazione nazionale presidi Giorgio Rembado: “Dopo sei anni di tagli continui non basta neanche un miliardo”, “Siamo 750mila insegnanti, 8mila presidi, 250mila tra amministrativi e ausiliari”.
Per quel che riguarda la Pubblica Amministrazione, La Repubblica scrive: “Statali, taglio del 50% ai permessi sindacali. Cgil, Cisl e Uil in trincea: solo demagogia”. Il quotidiano intervista sul tema il sottosegretario al Tesoro Paolo Baretta che dice: “Nessun populismo, anche il sindacato deve cambiare”. Sulla questione dei distacchi sindacali spiega: “Nel tempo si è progressivamente formata una sovrastruttura sindacale negli uffici pubblici che andava rivista”.
Sui distacchi sindacali, Il Corriere scrive che la circolare è stata scritta, e che dal 1 settembre è previsto il “rientro a tempo pieno” per 1500 dipendenti statali. Il quotidiano ne intervista uno: Domenico Savino, sindacalista Cisl Scuola, negli ultimi sei anni distaccato della Pa, che tra un paio di settimane tornerà ad insegnare diritto ed economia in un Istituto superiore. “Contentissimo, non vedo l’ora di tornare in classe”, dice che continuerà a fare il sindacalista “nel tempo libero e come volontario”, dice che è giusto il taglio dei distacchi, “la razionalizzazione della spesa va portata anche da noi”, “l’esempio lo deve dare la politica ma anche il sindacato”.
Il Giornale offre un quadro delle ” cifre dello spreco”. Secondo il quotidiano sarebbe di 151 milioni di euro il costo per l’Erario dei permessi sindacali. Equivale alla assenza dal servizio per un anno di oltre 4500 dipendenti. Ovvero 1 dipendente ogni 550 in servizio. In totale i permessi costavano circa 350 mila ore all’anno.
Il Sole 24 Ore, che pure pubblica una scheda sull’impatto di permessi e distacchi sindacali nella Ps, spiega che per esempio “nel solo comparto scuola, per il triennio 2013-2015 sono stati autorizzati 681 distacchi. Torneranno nelle scuole 340 persone, con un risparmio di oltre 10 milioni annui (nel caso dei docenti si eviteranno le nomine dei supplenti).

Effetto spread e manovra

Il Corriere della Sera: “Effetto spread, risparmi per un miliardo sui tassi”. Il quotidiano illustra con una immagine a tutta pagina “le misure sul tavolo” dell’Esecutivo, del rinnovo del bonus, che si vorrebbe allargare anche alle famiglie numerose, al riordino delle centrali di acquisto della Pa, dallo sfoltimento delle locazioni degli uffici pubblici alla riduzione delle società partecipate, alla revisione degli incentivi alle imprese.
Secondo Il Sole 24 Ore “il governo sta valutando la possibilità di compensare, magari indirettamente, la correzione necessaria per rimanere sotto il tetto del 3 per cento di deficit con il dividendo da effetto spread che si è rivelato più basso di quasi 100 punti rispetto alle prime stime dell’esecutivo Letta”. È una “operazione tecnicamente non scontata”, scrive il quotidiano, visto che sulle basi dei parametri Ue il dividendo da minor spesa per interessi no non può essere usato per rientrare nei limiti del deficit.
Al momento la legge di Stabilità dovrebbe essere tra i 20 e i 22 miliardi, “almeno 13” arriveranno dalla spending review, 3 miliardi saranno di tagli strutturali, e 4 miliardi saranno di minor spesa per gli interessi. Ma le cifre ovviamente sono ancora “ballerine”, e solo il 1 ottobre l’impalcatura contabile potrà essere “considerata definitiva”. Secondo il quotidiano a subire qualche restrizione non sarà il welfare, se non forse la sanità, “ma facendo leva sulla nuova operazione in cantiere sugli acquisti di beni e servizi della Pa, senza quindi intaccare il Patto per la salute”.

Francia

“Il rigore spacca Parigi, via la fronda ‘buonista’”, titola La Repubblica dando conto delle dimissioni, ieri del primo ministro francese Manuel Valls, che però il presidente ha re-incaricato chiedendogli di costruire una squadra “coerente”. È durato appena 147 giorni il governo di Manuel Valls, “naufragato per le dissidenze interne contro l’austerity imposta da Bruxelles”, spiega il quotidiano. Ci si riferisce soprattutto al ministro dell’Economia Arnaud Montebourg, “il ‘giovane leone’ che ora prepara la corsa all’Eliseo”. Cinquantadue anni, “fama di gran seduttore e no-global, l’ormai ex ministro dell’Economia è il primo a saltare dalla barca che affonda”, scrive La Repubblica. La Stampa ricorda che Montebourg è diventato il capo della corrente “antitedesca” all’interno del governo Valls, dove da mesi chiede lo stop all’austerità, alla politica per la riduzione del deficit.
Il Corriere dedica al tema le prime due pagine. Si legge che “‘austerità spacca il governo” ed “Hollande estromette l’ala sinistra”. Si scrive che il Presidente “non cede” ai “ministri ribelli” Montebourg (ex ministro dell’economia), Hamon, Filippetti, Taubira, e “li caccia”. In una intervista a Le Monde Montebourg aveva detto che i cittadini francesi sono in realtà governati dalla cancelliera tedesca Merkel, e proponeva di destinare un terzo dei tagli alla spesa pubblica per “rilanciare il potere d’acquisto e la crescita”, citando Renzi in Italia. Domenica poi ha di nuovo criticato il governo definendo “fallimentare” la politica economica seguita. Ieri mattina, mentre Montebourg era ospite in una trasmissione radiofonica in cui assicurava di non esser venuto meno al “dovere di solidarietà all’interno dell’esecutivo”, Valls presentava le sue dimissioni e otteneva subito un secondo incarico da Hollande.
Jean Marie Colombani scrive di una “resa dei conti inevitabile”, visto che il ministro Montebourg aveva “iniziato a criticare, anziché attuare, la sua politica economica. Montebourg “fa parte di quegli impazienti che si lasciano guidare dall’idea che si fanno del proprio destino”, e il suo gioco “consiste nel plasmarsi una immagine e nell’assumere una posizione che gli consenta di concorrere alle primarie, destinate a nominare il prossimo candidato socialista”. Insomma: Montebourg pensa che Hollande abbia già perso le elezioni del 2017, e fa parte di coloro che mirano ad eliminarlo dalla corsa imponendo delle elezioni primarie al Psf.
Il Sole scrive che di Montebourg la “ostilità alla globalizzazione, la visione protezionistca del ‘protezionismo economico’”, la convinzione sulla necessità di avere più Stato nel mercato “non hanno nulla a che vedere con la socialdemocrazia del premier”. Secondo il quotidiano già domenica Valls aveva fatto sapere a Montebourg che le sue critiche avevano “superato i limiti della libertà di pensero e di espressione”.
Su nomi dei nuovi ministri: Taubira potrebbe essere espulsa nel nuovo governo; Sapin, oggi alle finanze, potrebbe diventare il comandante di Bercy. Hollande e Valls, che hanno perso anche i Verdi, devono contare su una “maggioranza risicata” in Parlamento, ovvero “una ventina di voti”, e la fronda socialista “verrà certo rafforzata dagli ultimi avvenimenti”.

Internazionale

Il Sole 24 Ore: “La Siria: pronti a collaborare con Washington contro l’Isis. Apertura di Assad che chiede però legittimazione. No americano. Lo Stato Islamico avanza in territorio siriano, gli Usa valutano nuovi raid”.
Il quotidiano spiega che la Siria lo scorso fine settimana ha perso il controllo di una grande base aerea, e che per questo ha porto il ramoscello d’ulivo agli Usa. “L’amministrazione Obama è sotto pressione crescente di allargare il fronte ei suoi interventi, unilaterali o alla guida di una coalizione”. Secondo il quotidiano in queste ore il Dipartimento della difesa e i servizi segreti stanno analizzando “il più rapidamente possibile elenchi di potenziali obiettivi da colpire, che potrebbero indebolire l’Isis, tra i quali spiccano campo di addestramento dei miliziani”. E se diversi esponenti repubblicani invitano l’Amministrazione a non escludere l’invio di truppe di terra, nel partito democratico si sottolinea che la Siria non è l’Iraq: bombardamenti dal cielo non sarebbero altrettanto efficaci, soprattutto perché in Iraq ci sono i curdi sul terreno e in Siria non ci sono.
Su le Cronache del Garantista: “La svolta di Assad: da tiranno a ‘salvatore dell’umanità”.
Sul Corriere si ricorda che Damasco teme che gli americani, ormai coinvolti, cerchino di imporre anche in Siria una “soluzione alla irachena”, con Assad nel ruolo di Al Maliki. E gli analisti Usa, citati dal quotidiano, dicono: allearsi con il regime a questo punto non solo sarebbe immorale, ma anche inefficace, perché le truppe non sembrano in grado di contrastare i miliziani dello Stato islamico”.

Su Avvenire si parla di Nigeria: i ribelli del gruppo Boko Haram hanno annunciato domenica di aver formato un “Califfato”, emulando la strategia dei militanti islamici in Siria e Iraq. Il leader della setta jiahdista nigeriana, Abubakar Shekau, ha registrato un filmato in cui parla di un nuovo “Stato islamico” nel nord est del Paese. Il quotidiano ricorda che circa 200 delle 270 studentesse rapite nello scorso aprile sono ancora nelle mani del gruppo. “Le forze governative, male equipaggiate e a volte complici della ribellione hanno più volte dimostrato di non proteggere la popolazione”, scrive il quotidiano. E il fatto che lo stesso presidente nigeriano Goodluck Jonathan non si sia recato “per ragioni di sicurezza” sul luogo del rapimento dimostra la “totale mancanza di controllo della regione” da parte del governo centrale.

E poi

Da segnalare sul Corriere della Sera un intervento dello scienziato Edoardo Boncinelli, a partire da uno studio dell’Università australiana di Adelaide: “Ma ereditiamo anche il carattere? Uno studio riapre l’antica questione sui geni e l’ambiente”.
Avvenire dedica una pagina alla ricerca sulla Sla e alla campagna estiva Ice Bucket Challenge, arrivata anche ai più alti livelli in Italia: “Sla, la doccia gelata divide. ‘Ma ci aiuta’. Le secchiate d’acqua ‘virali’ che sostengono la ricerca suscitano polemiche. Cacciari: tragico raccogliere fondi facendo i deficienti”.

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