LA BELLA CONFUSIONE

Oscar Iarussi

Giornalista e scrittore, in libreria con "Amarcord Fellini. L'alfabeto di Federico" (Il Mulino ed., 2020)

E Johnny perse il fucile. Hallyday, l’oblio come vendetta

Francia in lutto per Johnny Hallyday, scomparso ieri notte a 74 anni. Cantante ribelle e amatissimo da più generazioni, ma anche attore in moltissimi film di autori quali Lelouch, Sergio Corbucci, Hossein, Godard, Costa-Gavras, Leconte e, tra gli ultimi, Johnnie To, che lo diresse in «Vengeance» («Vendicami», Hong Kong-Francia). Ne proponiamo la scheda scritta quando fu presentato a Cannes nel 2009 

L’amnesia di un vecchio killer è la trovata di questo film fra azione e disincanto dell’eclettico maestro cinese Johnnie To. Il protagonista si chiama Costello, come «la faccia d’angelo» Alain Delon nel classico del genere polar diretto da Melville (Le Samouraï, 1967). To avrebbe voluto giusto Delon nel ruolo poi affidato al non meno leggendario Johnny Hallyday, classe 1943, campione francese del rock-blues, una quarantina di dischi (110 milioni di copie vendute nel mondo) e altrettanti film, alcune Parigi/Dakar e tre mogli (Sylvie Vartan, Adeline Blondieau e la ex modella Laeticia Boudou, con lui nella foto), oltre al legame importante con l’attrice Nathalie Baye.

A proposito di facce, quella di Hallyday «ricorda il crollo di una diga», per dirla con De Gregori. La diga del tempo, della memoria è venuta giù per sempre a causa di una pallottola rimasta nella testa che ha spinto il Nostro a cambiare mestiere (fa lo chef a Parigi). Perciò non gli rimane che inseguire a tentoni una giustizia bendata e smemorata, negli spazi fra i tasselli di un puzzle impossibile. È la vendetta del titolo, contro i cattivoni che gli hanno ucciso il genero e i bambini, ferendogli gravemente la figlia, in quel di Macao.

Una maschera tragica, Costello, attorniata da un gruppetto di sicari assoldati con l’implausibile promessa di cedere loro un ristorante in Europa. Insieme daranno vita (cioè morte) a un memorabile scontro in campo aperto, armi alla mano, facendosi scudo con delle balle di rifiuti: una performance d’arte contemporanea, molto visual. Ma a dominare tutto e tutti è infine la smemoratezza: «Che cos’è la vendetta?». Ovvero, perché e per chi sto uccidendo? Solo l’oblio pacifica: più Oriente di così.

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