Renzi-Grillo, la sfida a colpi di piazza e tv

Corriere della Sera: “Così il decreto per salvare Expo”, “Poteri a Cantone: più uomini e mezzi, accesso agli atti”, “Da assegnare appalti per 200 milioni. Prima intesa sulle norme anticorruzione, ma tempi lunghi”.

In evidenza l’intervista del quotidiano al sindaco di Milano: “Scatto di orgoglio con 3 giorni di eventi”, dice Pisapia.

A destra, le questioni legate alla tassa sulla casa: “Tra governo e comuni, il pasticcio della Tasi”.

A centro pagina, le notizie dalla Libia: “Le milizie assaltano il Parlamento, ‘E’ gole in Libia’”, “In azione il generale ‘laico’ Haftar”.

La foto a centro pagina è per Monica Bellucci e il festival di Cannes: “Lungo applauso per le Meraviglie italiane”, “Dodici minuti di applausi” per il film, unica pellicola italiana in concorso, con la regia di Alice Rohrwacher.

In taglio basso, la cronaca, in Sardegna: “Pietro, 12 anni: un altro bimbo ucciso”, “Preso a sprangate e strangolato con i genitori. Il terzo in 5 mesi”.

 

La Repubblica: “Renzi sfida Grillo: ‘Non votate i buffoni’. Tasi, oggi si decide”, “Polemica sulle piazze tra i Cinquestelle e il leader Pd”, “Alfano: sì ai poteri di Cantone e al falso in bilancio”.

A centro pagina: “Libia, attacco al Parlamento, battaglia a Tripoli e Bengasi”.

A destra, l’intervento di Vito Mancuso rimanda alle pagine R2: “Il matrimonio è un diritto anche per i preti”, “La lettera delle amanti dei sacerdoti al Papa pone un problema vero”.

La foto-notizia viene dai Balcani: “I Balcani sotto il diluvio che unisce i popoli nemici”. Di Paolo Rumiz, inviato in Bosnia.

 

La Stampa: “La nuova Sanità: parti senza dolore e ticket più bassi”, “L’intesa ministero-Regioni per i prossimi 3 anni”, “Esenzioni sganciate dall’Irpef. Tasi, governo costretto al rinvio”.

La foto a centro pagina è per il calcio: “Juve a 102 punti: è nella storia”.

Sotto la testata, fotogrammi di una spedizione punitiva nel capoluogo piemontese: “Un commando spara nella strada della movida. Ucciso uno spacciatore”, “Torino, agguato a San Salvario”. E un’intervista al sindaco: “Fassino: ma qui non è il Bronx”.

Di spalla a destra: “Libia nel caos. Il generale assalta il Parlamento”.

E, per restare alla politica internazionale, sull’Ucraina e le presidenziali, Mark Franchetti: “Il re del cacao può riaprire la via di Mosca”, dedicato al candidato che ha più chances di uscire vincitore, Petro Poroshenko.

 

Il Giornale: “Alfano si butta a sinistra”,”Vuole stringere un’alleanza strategica con Renzo dopo le europee e chiudere le porta a Forza Italia. Grillini sempre più violenti: aggredito il manager che ha svelato gli incassi in nero del leader M5S”.

A centro pagina, in evidenza, estratti del libro appena pubblicato dal forzista Renato Brunetta dal titolo “Berlusconi deve cadere. Cronaca di un complotto”, che da mercoledì sarà venduto insieme al quotidiano. In prima il quotidiano lo racconta così: “Ecco le trame del Quirinale”.

 

 

Politica italiana

 

Su La Stampa: “Renzi e Grillo, la guerra delle piazze”, “Il premier vede un Beppe in lieve calo rispetto al 2013. La replica: a Reggio ti ha salvato lo gnocco fritto”. Il riferimento qui è a un articolo del Resto del Carlino secondo cui lo gnocco fritto per tutti avrebbe attirato 10mila persone. Secondo il quotidiano, lo slogan che sembra destinato a guidare gli ultimi giorni della campagna elettorale di Matteo Renzo è quello utilizzato a suo tempo dalla Democrazia cristiana: “avanti al centro, contro gli opposti estremismi”. “Votate per chi vi pare, ma non mandate buffoni in Europa”, ha detto ieri il premier e leader del Pd.

Su La Repubblica: “Renzi-Grillo, sfida finale. L’appello del premier: ‘Non votate i buffoni”, “Il leader Pd rilancia su imprese e tagli alle tasse. Casaleggio: se il 25 maggio perde, deve andare via”. Nella pagina di fianco, il “retroscena”: “Matteo va a caccia dei voti di Forza Italia. ‘Beppe li spaventa’. Il duello in piazza e in tv”, “In caso di vittoria i 5Stelle lanceranno Di Maio alla guida del governo. Il Pd manda i ministri donna a fianco delle capolista nei comizi finali”, “Stasera Grillo da Vespa col plastico di un carcere pieno di politici. E la guerra esplode anche sui social network”.

Il quotidiano, in un altro articolo, raccoglie pareri tra i sondaggisti sulla incognita astensione, “che deciderà il risultato”. Tra gli addetti ai lavori le opinioni divergono: è incerto se la disaffezione favorirà a conti fatti i dem o i Cinquestelle.

Il Corriere: “’Non votate i buffoni’. Da Renzo appello anti-Grillo. E berlusconi: con lui i furiosi”, “Il premier scommette sui consensi in calo del M5S. Il leader Cinque Stelle: io oltre Hitler, sono Chaplin”. Il quotidiano spiega che, dopo gli attacchi per aver detto “io sono oltre Hitler”, Beppe Grillo ha voluto chiarire “il paradosso” riportando sul suo blog un passaggio de “il grande dittatore”, in cui Chaplin parodiava Hitler.

Sulla stessa pagina: “Casaleggio in tv invoca il cambio al Colle e le elezioni”: “vinciamo noi, è il nostro slogan, il giorno dopo chiederemmo un nuovo Presidente della Repubblica e al nuovo presidente chiederemmo di indire nuove elezioni”, “Finché non abbiamo la maggioranza, non possiamo fare cadere questo governo”, ha detto Casaleggio.

Su Il Giornale: “Renzi ora teme il sorpasso e spara sui ‘buffoni’ a 5 stelle”, “Il premier, oggi a Napoli, costretto allo scontro frontale con Grillo. E teme l’effetto antipolitica anche su regionali e amministrative”.

Su Il Giornale Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia compie quella che il quotidiano considera una “operazione verità” sulla caduta del governo Berlusconi nel 2011: “Le trame di Tremonti al Colle e le ultime ore del Cav premier”, “Brunetta ripercorre i giorni che portarono alle dimissioni di Berlusconi nel 2011: ‘Giulio voleva Palazzo Chigi’. Il ruolo di Napolitano prima del G20 di Cannes”.

E Il Giornale intervista Paolo Becchi, professore di Filosofia nonché “ideologo ufficioso” del M5S: “Re Giorgio straccia la Costituzione. C’è un colpo di Stato permanente”.

 

Expo

 

E’ il Corriere della Sera il quotidiano che continua ad occuparsi ampiamente delle scelte che verranno adottate dopo lo scandalo Expo: “Un decreto dopo le Europee. Cantone controllerà gli appalti”, “Accesso alle informazioni, ma non c’è il potere di revoca dei lavori”. Poi si riferisce che il ministro della Giustizia Andrea Orlando è “cauto” sulla prescrizione: servono condizioni politiche, dice. Orlando annuncia che nel pacchetto giustizia ci sarò il via libera della maggioranza sul nuovo reato di autoriciclaggio e sul ripristino del falso in bilancio, mentre la riforma della prescrizione nei processi è una “partita tutta da giocare”, secondo il quotidiano. Spiega Orlando parlando della prescrizione: “è inutile giocarci intorno, continuando a ragionare sulla pena massima edittale finalizzata ad evitarla, quando il punto è riorganizzare il sistema dei tempi del processo”.

Sullo stesso quotidiano, il sindaco di Milano Pisapia dice: “Ora l’Expo pride. Milano vincerà la sfida”, “Tre giorni di eventi sul valore dell’esposizione. Non vedo una nuova Tangentopoli”, “quello era un sistema di potere dei partiti codificato. Questo è un gruppo di persone che hanno cospirato, con appoggi di singoli politici o ex politici”.

Su La Repubblica: “Alfano dice sì al falso in bilancio. Il premier: a Cantone poteri speciali”. Anche questo quotidiano si occupa del disegno di legge del ministro Orlando che conterrebbe una pena più alta per l’associazione mafiosa (fino a 15 anni). Sul falso in bilancio, scrive il quotidiano, l’idea è di tornare al vecchio testo pre-azzeramento di Berlusconi, con una pena massima di 5 anni che consentirà le intercettazioni. Il disegno di legge è “indietro”, invece, perché la stesura è più complessa, sul fronte della prescrizione, anche se l’ipotesi più gettonata è che la prescrizione si fermi dopo il primo grado del processo.

 

Europa

 

Il Corriere della Sera intervista il candidato liberale alla presidenza della Commissione Ue, Guy Verhofstadt: “Uscire dalla moneta unica, una catastrofe per l’Italia”, “il vostro governo si concentra sul bonus da 80 euro, mentre il debito pubblico supera il 132%”, “Roma deve privilegiare la lotta alla corruzione, poi la gestione del problema immigrazione”.

Sullo stesso quotidiano, attenzione per la campagna elettorale in Francia: “Le Pen, il populismo ‘perbene’. Sognando la Francia del passato”, “Toni pacati al comizio parigino della leader del Front National”.

 

Internazionale

 

Su La Repubblica: “Libia nel caos, attacco al Parlamento”. Dove si spiega che i ribelli del generale Khalifa Hiftar hanno dato l’assalto al palazzo del Congresso: l’alto ufficiale, ex sodale di Gheddafi, si è messo alla guida della lotta anti-jihadista. Il Parlamento è diviso tra gli islamisti -che vorrebbero varare un nuovo governo- e i laici che vorrebbero nuove elezioni. Renzo Guolo, nella sua analisi, racconta come il governo sia ostaggio delle milizie: per Guolo, l’obiettivo del generale Hiftar è duplice, poiché vorrebbe piegare le forze islamiste e allo stesso tempo accusarle di destabilizzare il Paese e riportare l’Est sotto il controllo di Tripoli. Hiftar, che si è presentato come capo dell’Armata nazionale, ha l’appoggio anche di effettivi e mezzi dell’esercito regolare, frustrato dalla su irrilevanza nell’attuale situazione e dagli attacchi condotti dalle milizie nell’Est contro le sue truppe.

 

Sul Corriere Monica Ricci Sargentini dà conto del dibattito ad Istanbul nell’ambito degli “Istanbul Seminars” organizzati da Reset: “Pluralismo e religione. Gli intellettuali islamici che raccolgono la sfida”. In evidenza le opinioni di coloro che al seminario hanno preso parte, come l’intellettuale israeliano Avishai Margalit (“Io sono ottimista. Sono convinto che queste società dovranno cedere al pluralismo attraverso le pluralità”, dice, citando l’esempio della Costituzione tunisina), l’avvocatessa tunisina Ferida Abidi, membro del partito Ennahda (“le libertà, l’uguaglianza, la fratellanza, sono gli obiettivi dell’Islam”) e dello studioso indonesiani Syafiq Haysim (“Il Corano deve essere contestualizzato alla nostra epoca”).

 

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