Protestano i ‘Forconi’. Berlusconi li incontra, Grillo invita i poliziotti a ribellarsi

La Stampa: “Forconi, la protesta fa paura”, “Torino, blocchi nei centri commerciali. Grillo: la polizia non protegga questi politici. E Berlusconi incontra i camionisti”, “Alfano: difenderemo le città. Rabbia dei commercianti: costretti a chiudere”.

A centro pagina, i funerali di Mandela, con la foto di Obama che stringe la mano a Raul Castro.

Sotto la testata: “Napolitano, via libera alla riforma del Senato. Oggi la fiducia a Letta”.

 

Il Corriere della Sera a centro pagina, in grande evidenza, ha le parole del capo dello Stato: “Napolitano: il voto non è vicino”, “Letta va in aula per la fiducia. Renzi spinge sulla legge elettorale”.

La foto e il titolo di apertura sono invece per la cerimonia funebre in Sudafrica: “L’addio a Mandela. Obama a sorpresa dà la mano a Castro”.

Di spalla a sinistra, la protesta dei forconi e le parole di Alfano: “’Difenderemo le città’. L’altolà del governo”, “Berlusconi incontra gli autotrasportatori”.

 

La Repubblica: “Grillo ai poliziotti: ribellatevi”, “’Non proteggete più i politici’. Alfano: fermeremo i forconi”.

A centro pagina, con foto: “L’ultimo miracolo di Mandela, storica stretta di mano tra Obama a Castro”.

Di spalla a sinistra: “Renzi: ‘Niente europee per D’Alema e Bindi, basta con i giochini’”.

 

Il Giornale: “Più forconi per tutti”, “La rivolta pacifica”, “Si allarga la protesta dell’Italia disperata. Ma il Palazzo è sordo. Berlusconi a Letta: ricevili subito. E i poliziotti: è vero, stiamo con loro”.

La foto a centro pagina è per Carlo De Benedetti: “Così il governo copre i buchi dell’impero De Benedetti”, “Oneri restituiti e contributi: per Sorgenia pronto un ‘regalino’ da 120 milioni”.

Di spalla: “Oggi la fiducia. Via libera di Renzi alle tasse occulte”.

 

L’Unità: “Berlusconi e Grillo col forcone”.

A centro pagina: “Renzi esclude D’Alema e corteggia Cuperlo”.

Nel taglio alto della pagina, foto di Obama sotto il titolo: “Soweto: i grandi della Terra abbracciano Mandela”.

 

Il Fatto: “Assalti a negozi e aziende. Anche B. con i forconi”.

A centro pagina: “Il piano Renzi: voto a primavera. Il suo economista: ‘Torni l’Imu’”.

 

Il Sole 24 Ore apre con le parole del presidente di Confindustria Squinzi, che in una intervista al quotidiano dice: “’Le aziende non sono il bancomat dello Stato’”.

Sotto la testata: “Napolitano: voto lontano, basta con le polemiche”.

In taglio basso: “Trading vietato alle banche usa”, “Varata la ‘Volcker rule’: big del credito fuori anche da hegde fund e private equity”.

 

Forconi

 

Il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti critica nel suo editoriale in prima l’atteggiamento del governo -e in particolare del ministro dell’Interno Angelino Alfano- verso il movimento dei cosiddetti forconi: Alfano li tratta “alla stregua dei violenti infiltrati nei cortei”. E alle pagina interne si riprende questo tema, si accusa l’esecutivo di aver affrontato il problema “come se fosse solo di ordine pubblico”. Si tratta di “un movimento apartititico, ma gli obiettivi politici sono abbastanza chiari -scrive Il Giornale- a partire dalla richiesta di dimissioni per il governo Letta”. La situazione è “esplosiva” per Letta e oggi potrebbe avere “un altro sviluppo inaspettato: un incontro a sorpresa tra il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e alcuni leader dell’autotrasporto”. Il quotidiano sottolinea peraltro che “di tutti temi della protesta”, il governo ha affrontato solo quello dell’autotrasporto, ma convocando il tavolo con gli organizzatori solo per martedì prossimo: Forza Italia non condivide questo modo di affrontare la protesta e quindi ne propone uno “più inclusivo”. Sono queste le motivazioni contenute anche nel comunicato diramato da Berlusconi ieri: il Cavaliere chiede al governo di “convocare immediatamente le associazioni di categoria”. Alle pagine seguenti, un’ampia intervista ad Augusto Zaccarelli, leader del Movimento autonomo autotrasportatori: “’In ginocchio per leggi e tasse. Stavolta blocchiamo il Paese’”.

Uno dei leader della protesta, Marianno Ferro, come scrive il Corriere, ha fatto sapere che la discesa a Roma del movimento per oggi è stata rinviata e che “comunque sarà una manifestazione pacifica con le nonne e i bambini”. Sullo stesso quotidiano: “Il timore dei Black Bloc e la mossa del governo che convoca i trasportatori”. Ma, per l’appunto, la convocazione è prevista per il prossimo martedì. Da Torino, l’inviato Marco Imarisio descrive la protesta: “’Roba nostra’, ‘Tutti operai’. Neri e rossi nella stessa piazza” “militanti della sinistra antagonista e della destra radical tenuti insieme dall’effetto calamita degli autotrasportatori”.

Un “viaggio tra le anime della rivolta” è il reportage firmato da Gad Lerner che compare su La Repubblica. “Tra i forconi di piazzale Loreto. ‘Anche questo regime finirà qui’. Dai commercianti agli ultras, viaggio nelle anime della rivolta’”.

Su Il Fatto si dà conto della “lunga serie di dichiarazioni, interviste e comunicati stampa sui Forconi” iniziata in mattinata sul blog di Beppe Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle ha pubblicato una lettera aperta diretta ai vertici delle forze dell’ordine: “La protesta può essere l’inizio di un incendio o l’annuncio di future rivolte forse incontrollabili – scrive Grillo. “Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di Finanza si sono tolti il casco, si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo”. Il Fatto riferisce anche della “gelida, per usare un eufemismo, risposta dei sindacati degli agenti”, che hanno definito “ridicolo” l’appello di Grillo. “E’ una idiozia”, ha detto Franco Maccari del Coisp. “Questi appelli sono un esercizio di populismo puro. Non siamo burattini nelle sue mani e se ci togliamo il casco non è certo perché ce lo dice lui”. A fine giornata è intervenuto anche Matteo Renzi, ha ha attaccato Grillo ma – come lui – ha parlato a favore della polizia. Non ha contestato esplicitamente il governo, ma lo ha invitato a sostenere le forze dell’ordine con più convinzione”.

Da segnalare su L’Unità una intervista al senatore 5Stelle Morra, che, sull’invito di Grillo alle forze dell’ordine, risponde: “Io sono a favore della disobbedienza civile. Mai della protesta violenta. E che anche che le parole vadano pesate”. Alla domanda “state con il movimento dei forconi”, risponde: “No. Dai territori ci dicono che c’è poco da fidarsi”.

 

Renzi

 

Ieri il neosegretario Pd ha incontrato i parlamentari del Pd. La Repubblica racconta che ha incassato gli applausi della platea ed ha concesso l’onore delle armi agli sconfitti alle primarie. Ha spiegato: “Non sarò un segretario di passaggio”. Il primo snodo della nuova era passa dalla tormentata riforma elettorale: “Basta lasciarla al Senato, siamo d’accordo tutti che si porti alla Camera”, “se si vuole veramente si può cambiare in 20 giorni”. L’importante è che si rispetti il bipolarismo: “Se tra noi c’è chi sogna soluzioni inciuciste deve rassegnarsi”. Per ora, giura, “il dialogo con Letta è molto positivo” ma “se non facciamo le riforme ci portano via tutti e il derby lo giocano Grillo e Berlusconi”. Poi, dopo l’incontro con i parlamentari, un passaggio in tv qualche stoccata contro la vecchia guardia: promette che il partito aderirà al Pse, poi esclude che D’Alema e Rosy Bindi possano candidarsi alle europee: “Non credo proprio. Mettiamo persone interessate all’Europa, non ai giochini italiani”. E lontano dagli studi tv è ancora più duro: “D’Alema l’abbiamo pensionato”. Per segnare discontinuità Renzi riunisce oggi la nuova segreteria alle 7.30 del mattino.

Nella pagina di fianco: “Senza scorta e con il motorino, lo stil novo di Matteo a Roma”. Per la presidenza della assemblea nazionale Pd il quotidiano parla di un “pressing” di Renzi su Gianni Cuperlo che, però, intende secondo La Repubblica stare all’opposizione nel partito. Sull’invito di Renzi, alla fine, però, Cuperlo cede di un passo: “Sarà qualcuno della nostra area il Presiedente… Anche se resto convinto di non dovere ricoprire io quel ruolo”.

Il Corriere della Sera scrive che i Giovani Turchi come Andrea Orlando e Matteo Orfini contestano la decisione di Cuperlo di non accettare la presidenza dell’Assemblea. Quanto a Massimo D’Alema, l’ex premier si tira fuori, secondo il Corriere, con queste parole: “La battaglia politica si fa quando c’è il Congresso, io prendo atto del risultato ma farò altro, non ho intenzione di animare correnti, tocca ai protagonisti di un’altra generazione”.

Orfini viene intervistato da L’Unità: “Gianni dica sì all’apertura unitaria del segretario”.

Ad invitare Cuperlo a ripensarci è anche Stefano Fassina, intervistato da La Stampa: “Posso capire le motivazioni personali, ma penso ancora che Gianni possa essere la persona giusta. Ci ripensi”, dice.

Sulla prima pagina del Corriere, una lettera di Michele Salvati a Matteo Renzi. Ricorda i consigli interessati, come quello di non presentarsi alle primarie ma solo a quelle per la candidatura a capo del governo. Ricorda consigli sbagliati che lo stesso Salvati aveva dato a Renzi (“Presentati come lista Renzi alleata al Pd, proprio come fa Sel sul lato sinistro: svuoterai il Pd di Bersani, certo, ma avrai un grande successo”). Era un consiglio che ti davo a malincuore, scrive Salvati, “ma avevo perso ogni speranza che il Pd, nelle mani di un sindacato di controllo iperconservatore, potesse mai diventare il partito di sinistra moderna per il quale mi ero speso”.

Ora però, viene la parte difficile del lavoro di Renzi, sottolinea Salvati: a partire dalle difficoltà aggravate da una sentenza della Corte “che sembra tracciare una via facile per un sistema elettorale proporzionale: come può reagire un politico che si è sempre speso per un sistema maggioritario”, “la via di una alleanza con Berlusconi e Grillo è impercorribile. Spaccherebbe il partito”. Ma – dice Salvati – “riuscirai ad ottenere da Napolitano e Letta, e soprattutto da Alfano, un impegno serio in tempi rapidissimi per un maggioritario decente?”. Se si riuscirà ad arrivare alle elezioni con un sistema maggioritario, i problemi più duri arriveranno dopo, e riguarderanno il programma elettorale e l’attività del governo. E Salvati sottolinea quanto sia difficile oggi “tener insieme realismo e speranza, proposte adeguate alla gravità della crisi ed il continuo consenso necessario a sostenerlo”.

Su La Repubblica, in un ampio retroscena: “Mercato del lavoro, precari e articolo 18, dietro al fair play è già sfida tra Renzi e Cgil”. E si sottolinea come Gutgeld, deputato renziano ed economista molto ascoltato da Renzi, abbia ribadito che “finora c’è stata una specie di alleanza tra imprese e sindacati che ha lasciato fuori i giovani”. E per i giovani Gutgeld propone un contratto unico a tempo indeterminato ma senza l’articolo 18, cioè il diritto al reintegro. Secondo il quotidiano, tra chi non ha rimpianti per la triangolazione governo-sindacati-imprese c’è Maurizio Landini, leader della Fiom. Tanto che c’è chi pensa che Renzi possa immaginare di costruire un asse privilegiato proprio con Landini per schiacciare la segretaria Cgil Camusso.

 

Legge elettorale

 

E’ ricominciato il dibattito sul luogo in cui deve iniziare l’esame della riforma elettorale.

Su Il Giornale: “Renzi ordina: legge elettorale pronta entro il 25 maggio”. Il quotidiano sottolinea che c’è però un braccio di ferro con la Presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, la Pd Anna Finocchiaro, che vorrebbe che la legge restasse in questa sede: per forzare il suo ostruzionismo, ieri il Pd della Camera ha chiesto e ottenuto di calendarizzare nella analoga commissione di Montecitorio la riforma, e investito la presidente della Camera Boldrini del problema. Dovrà cercare una intesa con il suo omologo al Senato Grasso.

La Presidente della Camera Boldrini, in una intervista con La Repubblica, dice di augurarsi “che i Gruppi facciano sul serio. Io riparlerò subito con Grasso, con cui c’è una perfetta sintonia. Il nostro obiettivo è sbloccare la situazione e arrivare alla nuova legge elettorale quanto prima. Non si sta facendo né una gara né uno scippo”.

Su L’Unità: “Legge elettorale, ora il Pd vuol fare presto e con chi ci sta”. Il nuovo segretario ha sottolineato più volte che sulla questione si tratta con tutti, “con chi ci sta”, ed ha ribadito che non c’è timore a cercare fuori dal recinto della maggioranza basi di discussione. Il Sole 24 Ore: “Alfano: niente strappi sulla legge elettorale”. Il leader del nuovo Centrodestra insiste: “L’intesa per la riforma del Porcellum va trovata “a partire dall’area che darà la fiducia al governo”. Soltanto dopo il confronto può essere allargato all’opposizione. Alfano, secondo il quotidiano, intravede il rischio di maggioranze variabili, e in particolare un possibile asse del Pd a trazione renziana con Berlusconi e Grillo.

 

Napolitano

 

Ieri è tornato a farsi sentire anche il Capo dello Stato. Del suo intervento riferisce ampiamente il Corriere della Sera, a partire da quel suo invito a reagire al “mood” negativo. Il Presidente è tornato a rimproverare la classe politica: “Abbiamo bisogno di dare sicurezza ai giovani, di dar loro risposte, ed è importante che ci siano luoghi e momenti di riflessione e scambio sui problemi del Paese, al riparo dal frastuono delle polemiche politiche così dannatamente sempre elettorali, anche quando non ci sono elezioni dietro l’angolo, per quanto sia molto di moda invocarle in ogni momento, anche quando sono lontane”. Poi è tornato a parlare di riforme istituzionali: “Si deve superare la ripetitività, le duplicazioni e le complicazioni del processo legislativo, che non portano a una qualificazione del Parlamento. Sono convinto che esista la possibilità di tagliare corto su queste complicazioni e ridondanze e qualificare in modo nuovo il Senato, che potrebbe riqualificarsi come Camera Alta, senza poteri di investitura politica, ma con altri importanti poteri”.

Sullo stesso quotidiano, nella pagina di fianco segnaliamo una intervista al Ministro delle riforme istituzionali Quagliariello: “Servono il presidenzialismo o il sindaco d’Italia”.

 

Internazionale

 

La Repubblica riproduce integralmente il discorso tenuto ieri dal Presidente Usa Barack Obama in occasione delle cerimonie per Mandela che si stanno tenendo in Sud Africa: “Troppi di noi – ha detto tra l’altro Obama – sono pronti ad abbracciare con gioia l’eredità di Madiba della riconciliazione razziale, ma oppongono una strenua resistenza a riforme anche modeste che potrebbero porre fine alla povertà cronica e alle crescenti ineguaglianze. Ci sono troppi leader che si dichiarano solidali con la lotta di Madiba per la libertà ma che non tollerano il dissenso dei loro stessi popoli”.

 

La Repubblica offre ai lettori un reportage da Israele, tra i medici israeliani che curano anche i nemici. In febbraio il capo di Stato israeliano ha ordinato di assistere i malati, al di là della loro nazionalità. Una decisione senza precedenti, e da allora centinaia di siriani sono stati ricoverati nell’ospedale israeliano di Safed. Sulla stessa pagina, una intervista allo scrittore israeliano Grossmann: “Questi dottori sono il nostro volto migliore”.

 

Su L’Unità Umberto De Giovannangeli si occupa di una intesa tra Israele, Giordania e Anp riguardante l’acqua: uno storico accordo per la condivisione delle risorse idriche: il progetto prevede anche un nuovo impianto di dissalazione ad Aqaba. Israele dovrà vendere ai palestinesi 20-30 milioni di metri cubi supplementari di acqua desalinizzata. Un’altra parte delle risorse idriche verrà fatta defluire verso il mar Morto, che senza questo intervento rischia di prosciugarsi entro il 2050.

 

Da La Stampa: “Rapita a Damasco la dissidente che rivelò la strage con i gas”. E’ Razan Zaituna, avvocato, la più importante attivista anti-regime siriana, che aveva fondato il centro di documentazione delle violazioni dei diritti umani. Aveva denunciato l’attacco chimico dello scorso agosto nei sobborghi di Damasco. I sospetti principali si sono indirizzati all’inizio verso le milizie filo-regime. Ma ora non è esclusa la responsabilità di gruppi islamisti, come l’Isis, che combattono l’esercito regolare e da qualche mese hanno nel mirino anche gli oppositori laici.

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