L’Isis decapita un reporter

Il Corriere della Sera: “‘Decapitato il reporter Usa’. L’Isis diffonde il video choc e minaccia nuove esecuzioni. James Foley era nelle mani degli estremisti islamici dal 2012. Il premier Renzi oggi in Iraq”.
In alto: “Scontro in volo tra Tornado. Si cercano quattro militari”, sui due caccia precipitati nei cieli delle Marche ieri pomeriggio.
Sotto: “Razzi su Tel Aviv e Gerusalemme”. Nonostante la tregua, sono ripresi i lanci di missili da Gaza verso Israele. “Raid di Israele, pronte le truppe”.
Ancora in prima un richiamo si sofferma sulla situazione a Ferguson, Missouri, dove ieri la polizia ha ucciso un altro nero, armato di coltello: “Un altro morto, rabbia in Missouri”.

La Repubblica: “Pensioni d’oro, Renzi boccia Poletti, scontro nel governo”, “Baretta (Tesoro): non si tocca chi prende meno di 2mila euro. Immigrati, schiaffo dalla Ue: mancano soldi, ci pensi Roma”.
La foto-notizia: “Schianto in volo tra Tornado, giorno di fuoco nelle Marche”, “Anche una donna tra i 4 piloti dispersi”.
A centro pagina, l’Iraq e l’Isis: “’Decapitato reporter Usa’, orrore dall’Iraq”, “Oggi visita del presidente del Consiglio a Baghdad: ‘Missioni nelle crisi’”.
Di spalla a destra, l’inchiesta: “’Noi medici a mani nude per fermare l’incubo Ebola’”.

La Stampa: “Renzi: nessun progetto sulle pensioni”, “Rilancia le riforme su scuola e giustizia. Oggi visita lampo del premier in Iraq”.
Anche su La Stampa la foto-notizia è per lo “Scontro fra due Tornado”, “dispersi quattro militari”.
Sotto la testata: “Gli Jihadisti decapitano reporter Usa rapito in Siria”, “Ricatto a Obama: pronti alla carneficina”.

Il Fatto: “La riforma della giustizia: spacciatori in libertà”, “Il ministro Orlando cerca improbabili sintonie sulle modifiche ai processi. Ma le svuotacarceri lasciano i mercanti di morte liberi di delinquere indisturbati, beffando toghe, polizia e vittime”.
A centro pagina: “Mandiamo armi ai curdi senza il voto del Parlamento”, “Oggi, mentre le Camere discutono e non si pronunciano, Renzi va a Baghdad”.
In taglio basso: “Due Tornado si scontrano: dispersi quattro piloti”.

Il Sole 24 Ore: “Pronti 52 miliardi per le Pmi”. “Le prime 10 banche italiane hanno prenotato la ‘provvista’ presso la Bce da girare alle piccole e medie imprese”. “Con gli istituti locali la somma sale a 75 miliardi”. Si tratta del prestito condizionato della Banca Centrale Europea, che partirà in settembre.
In prima anche due articoli sul ruolo della Bce. Quello di Luigi Zingales è titolato “L’elicottero che Draghi non ha (e servirebbe)”, dove l’elicottero è quello della frase di Milton Friedman, ovvero una banca centrale può sempre sconfiggere la deflazione: basta che ‘lasci cadere il denaro da un elicottero'”.
A centro pagina l’uscita di Andrea Guerra da Luxottica, “dopo una escalation di contrasti con il fondatore e presidente Leonardo Del Vecchio”. Si scrive che l’Ad è “a un passo dalla uscita dal gruppo”.

Il Giornale decide di dare grande rilievo alla copertina del settimanale di gossip “Chi”, che questa settimana mostrava il ministro dell’Istruzione Giannini in topless: “Nudo di governo”, ovvero “per la prima volta un’esponente delle istituzioni finisce senza reggipetto”. In evidenza anche lo “schiaffo dall’Europa” sul tema dell’immigrazione e della missione Mare Nostrum: “‘Sugli immigrati arrangiatevi da soli'”, la sintesi.

Iraq

Sul Corriere Davide Frattini racconta “l’escalation dell’orrore” in Iraq e la “orribile esecuzione, registrata e resa pubblica per mostrare agli Usa, a Obama e al mondo, la crudele fine di James Foley, freelance 40enne di Boston, autore di molti reportage per l’Afp e numerosi altri media, rapito nel nord-ovest della Siria il 22 novembre 2012. Il video, di cui non è possibile verificare l’autenticità, è stato postato su internet con il titolo ‘messaggio all’America’. Foley appare nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione e con un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto, che gli preme un coltello alla gola. Poco dopo si vede il corpo di Foley con la testa insanguinata poggiata in grembo”
Le immagini mostrano Foley con un altro giornalista Usa. Frattini scrive che Foley ” aveva insegnato a leggere e scrivere ai carcerati prima di voler tornare lui a studiare, a imparare un nuovo mestiere. A 35 anni aveva scelto di percorrere le strade impolverate del Medio Oriente, anche se l’idea gli era venuta mentre lavorava nella prigione alla periferia di Chicago, vite deragliate, storie da raccontare”, e ricorda che mesi fa una “inchiesta condotta da Globalpost aveva sostenuto che fosse detenuto dal regime (siriano, ndr) in un carcere vicino a Damasco”.
“‘La vita di questo cittadino americano dipende dalla tua prossima decisione, Obama’, proclama con accento britannico il terrorista mascherato e bardato di nero. James Foley era stato sequestrato anche in Libia, dove aveva seguito la rivolta contro Muhammar Gheddafi fin dall’inizio nel febbraio del 2011”.
Il reportage da Erbil, nel Kurdistan iracheno, su La Repubblica è firmato da Pietro Del re: “Tra i cristiani rifugiati e Erbil, ‘Abbiamo perso tutto’”, “Sfuggiti agli jihadisti. ‘Soli il Pontefice si ricorda di noi’”. Sulla pagina di fianco , il filosofo Massimo Cacciari commenta le parole del Papa su guerra e pace e dice che indicano “una svolta radicale per la Chiesa cattolica”, “per la prima volta un pontefice abbandona l’idea cattolica di ‘guerra giusta’”, Bergoglio si è espresso in termini assolutamente laici, nel momento in cui ha evocato un possibile intervento in Iraq deciso dalle Nazioni Unite. Ragiona, cioè, in termini realistici e non “assoluti”. Si tratta anche del “realismo” di un Papa gesuita che percepisce il tramonto dell’Occidente. Insomma, per quel che riguarda le questioni guerra e pace, “la Chiesa cattolica confluisce sulle posizioni del diritto positivo che sono proprie dei laici”.
Scrive polemicamente Il Fatto che oggi, mentre il presidente del Consiglio si starà recando a Baghdad, le due ministre della Difesa Roberta Pinotti e degli Esteri Mogherini illustreranno alle commissioni di Camera e Senato i progetti del governo per aiutare dal punto di vista umanitario e bellico i curdi che affrontano in Iraq i guerriglieri jihadisti dell’Isis: “M5S e Sel denunciano: ‘Il governo ha già deciso, ma escludere il controllo democratico sarebbe gravissimo’. E il blitz di oggi in Iraq del presidente del Consiglio è interpretato come un sigillo definitivo alla fornitura di armamenti ai combattenti”. Ma per M5S e Sek la semplice relazione sulle decisioni prese dal governo sulle armi ai peshmerga curdi dovrebbe passare attraverso una delibera del Parlamento.
Su La Repubblica: Armi, Sel vuole il sì dell’Onu, ma la maggioranza regge. Casini: voto non necessario”, “Nel fronte del no anche il M5S. Ma sul blog di Grillo si apre uno spiraglio: ‘Invio di materiale bellico? Discutiamo nel merito’”.
Sulla pagina precedente: “Renzi, visita lampo in Iraq a Baghdad e dai profughi: ‘Anche a nome della Ue’”, “Colloqui con le autorità, poi a Erbil nella zona curda. E rilancia sulle riforme: il 29 linee guida per la scuola”. Un articolo di Francesco Bei spiega l’orientamento del presidente del Consiglio: “Il premier e il fronte estero: ‘Itali attiva nelle crisi, pure la Libia avrà bisogno’”, “L’iniziativa può rafforzare le chances di ottenere per la Mogherini il posto di commissario a Bruxelles” (ovvero come Alto rappresentante della politica estera dell’Ue).
Anche sul Sole: “Iraq, missione lampo a Baghdad. Il premier candida l’Italia al ruolo di mediatore nelle grandi crisi medio orientali”. Si ricorda anche che oggi le ministre Mogherini e Pinotti riferiranno al Parlamento sulla situazione in Iraq.
Sul Corriere: “Blitz iracheno e alleanze: lanciata la volata di Mogherini”, dove si ricorda che “mancano dieci giorni sulle euronomine”, che “Berlino non si oppone” che ci sarebbe una intesa con Parigi, e che insomma sarebbero “in crescita” le possibilità del Ministro degli Esteri di diventare Miss Pesc.

Ferguson
La Stampa ha un reportage da Ferguson, in Missouri, dove è stato ucciso un altro giovane nero e la rivolta non si placa: a firmarlo è Paolo Mastrolilli: “A Ferguson anche Amnesty,’Qui tattiche da dittatura’. I giovani addestrati a difendere i diritti umani ora lo fanno a casa loro”. Il quotidiano offre ai lettori un’intervista al reverendo Jesse Jackson: “A questi ragazzi dico battetevi finché non sarà fatta giustizia”, “la questione razziale è ancora aperta, mandare l’esercito è la scelta sbagliata”.
Sugli scontri di Ferguson Il Corriere intervista Percival Everett, docente di scrittura creativa alla University of Southern California. Dice che il problema “è la paura che i bianchi provano nei confronti dei neri”. Se un poliziotto bianco spara su un giovane nero disarmato perché si sentiva minacciato “le cose sono due: o i giovani neri hanno dei superpoteri, oppure le forze dell’ordine sono fatte di persone paurose, piene di odio, e pateticamente prive di addestramento”.
Su La Repubblica a firmare il reportage è Federico Rampini: “La polizia uccide un altro nero. In strada con Johnson, il capitano della pace”: è “l’angelo pacificatore’ della polizia, il capitano Ronald Johnson, il nero che cerca di ricostruire la fiducia tra la sua gente sconvolta. All’una di notte è in strada, rifiuta di indossare la maschera antigas e urla al megafono: “Capisco la vostra rabbia, io sono uno di voi, sono nato qui”.

Pensioni

La Repubblica dedica le pagine 2 e 3 alla questione pensioni e parla di “scontro nel governo sul contributo di solidarietà”. Si riferisce dunque di polemiche sul piano allo studio del ministero del Lavoro” e delle dichiarazioni del sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, che precisa che non è stata presa alcuna decisione e che “chi guadagna fino a 2.000 euro netti di pensione al mese può stare tranquillo”. Alla pagina seguente: “Renzi: ‘Proposta già bocciata’, ma l’idea prima gli piaceva”. Quanto al ministro del Lavoro, si scrive che “Poletti tira dritto, cerca fondi per esodati e cassintegrati”. Si ricordano le parole del presidente del Consiglio l’8 novembre 2013: “Uno che prende 7mila euro al mese di pensione, se ne prende 6.500 campa lo stesso. Chi prende 600 euro, se gli do 200 euro in più sta meglio”. E si sottolinea che il commissario alla spending review Cottarelli propose un taglio ai trattamenti più ricchi, ma l’ipotesi sul tavolo è quella dell’economista Gutgeld, che fa parte dello staff di Palazzo Chigi: a chi riceve una pensione calcolata con il metodo retributivo, oltre una certa soglia, si può chiedere un contributo di solidarietà perché il suo assegno pensionistico è superiore ai contributi effettivamente versati.
La Stampa: “Renzi ferma il tam tam sulle pensioni”.
Alberto Brambilla, che insegna alla Cattolica di MIlano ed è un esponente di Itinerari Previdenziali, scrive sul Corriere della Sera che coloro che in questi giorni parlano di pensioni non danno l’impressione di padroneggiare appieno l’argomento. “Pensioni, la tentazione di tagli e balzelli. I no della Consulta e i conti sbagliati”. Ricorda, a chi dice che una eventuale tassa graverà “solo” sulle pensioni retributive, che oggi queste sono il 98 per cento del totale, ovvero quasi tutte. che tutte o quasi le pensioni oggi sono superiori a quanto sarebbero se calcolate con il metodo contributivo, cioè sulla base dei contributi effettivamente versati, e che la soluzione più equa sarebbe quella di applicare una aliquota progressiva a tutte le pensioni, partendo da aliquote molto basse per le pensioni molto basse. In questo modo, dice Brambilla, non si incorrerebbe in bocciature della Consulta e si reperirebbero forse 6 miliardi.
Su Il Giornale ci si sofferma sui contrasti nel Pd in materia: “Il Pd vuole tassare le pensioni ma Damiano rompe il fronte”. Secondo il quotidiano il governo pensa ad un prelievo sugli assegni superiori a 3500 euro, anche se ieri Matteo Renzi ha detto che l’ipotesi “non esiste”.
Il Corriere: “‘Niente piani segreti, via a cantieri e scuola’”. Il tweet del premier che ieri smentiva appunto “piani segreti” viene analizzato dal quotidiano milanese, che ricorda come al prossimo Cdm ci sarà la riforma della giustizia civile, le linee guida per la scuola, il rilancio delle infrastrutture, la semplificazione e lo snellimento della Pa. Ma il Corriere aggiunge che “la partita delle pensioni resta aperta”, nonostante lo scarso entusiasmo in Parlamento e tra i sindacati.

E poi

“Il nodo del riconoscimento reciproco” è il titolo di un commento di Ugo Tramballi sul Sole 24 Ore, dove si spiega che la ennesima tregua rotta nel conflitto tra Hamas e Israele dipende soprattutto dal fatto che le trattative vanno avanti da anni “per interposta persona”, in questo caso i diplomatici egiziani, e dunque qualsiasi richiesta – anche minore e comprensibile – diventa una montagna invalicabile da scalare.
“Non possiamo dialogare con tutti” è il titolo di un commento di Monsignor Luigi Negri sulla prima pagina de Il Giornale dedicato all’Iraq e alla persecuzione delle minoranze non musulmano-sunnite. Secondo Negri l’Occidente rischia di peccare “di ignavia” non denunciando il fatto che “questo mondo islamico ha la responsabilità storica oggi come lungo i secoli che hanno preceduto quest’ultimo”. “Forse c’è la prevalenza di una volontà di dialogo ad ogni costo che deprime la verità”, scrive.
Giordano Bruno Guerri, sullo stesso quotidiano, si sofferma sulle parole del Papa sull’Iraq: “Il Papa chiude della pace a tutti i costi”, perché “evocando il pericolo della Terza guerra mondiale apre all’uso della forza”.

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