La nuova scuola di Renzi

Il Corriere della Sera: “Scuola, più poteri ai presidi”. “Premi ai docenti per duecento milioni e nomine dirette dai capi d’istituto”.
“Il governo Renzi sulla Rai: ‘Avviata la riforma, non si insegue l’audience. Basta capi scelti dai pariti'”.
L’editoriale è firmato da Aldo Grasso: “Quale servizio pubblico? L’agognato bottino di guerra”.
E ancora sui provvedimenti governativi: “Via al decreto sulla tenuità dei reati. Raddoppiano le pene per i furti nelle case”.
Di spalla un intervento di Ernesto Galli della Loggia: “La parola islam un po’ rimossa. Le scorciatoie della pavidità”, dove si parla del romanzo di Houellebecq.
A centro pagina, con foto, il punto sul conflitto in Siria, che “ha causato 220 mila vittime”. “La Siria e i suoi quattro anni di paura, profughi, buio. Il dovere di non dimenticare”.
A centro pagina anche: “Arrestato Battisti, rischia l’espulsione”. “L’ex terrorista rosso a San Paolo”.
A fondo pagina: “La morte senza fine della piccola Matilda”. “La Cassazione riapre il processo (senza colpevole) per il delitto di Vercelli. Dieci anni dopo”.

La Repubblica: “La nuova scuola: ‘Prof scelti dai presidi e soldi a chi merita’”, “Renzi vara il disegno di legge: mai più supplenti e classi pollaio. Sgravi alle paritarie. Insegnanti, 500 euro di aggiornamento”.
In prima ancora un titolo sull’assoluzione di Berlusconi in Cassazione per il caso Ruby: “I vescovi contro Berlusconi: ‘Moralmente non è assolto’”.
Sulle elezioni in Israele, che va al voto martedì prossimo, da segnalare il reportage di Bernardo Valli: “I fantasmi di Usa e Iran sulla corsa di Neytanyahu”.
Nella colonna a destra, i due anni del pontificato di Papa Bergoglio, con un commento di Vito Mancuso: “La battaglia di Francesco tra potere e misericordia”, “Il paradosso dei primi due anni: cresce il favore popolare ma anche l’ostilità della Curia”.
A fondo pagina la vicenda di Cesare Battisti, che nella notte è però stato liberato e quella del presidente russo: “Il mistero Putin sparito da giorni. Ma il Cremlino: ‘Sta benissimo’”.
Infine, la corrispondenza da Pechino di Giampaolo Visetti: “’E’ una spia’. La stretta cinese sui giornalisti occidentali’”.

La Stampa: “Ecco la nuova scuola di Renzi”, “I presidi potranno scegliere i professori, basta supplenti, centomila assunzioni”, “Il Consiglio dei ministri approva il disegno di legge da presentare alle Camere. Linee guida sul cambiamento della Rai”.
Anche qui in evidenza l’arresto di Cesare Battisti in Brasile, ma anche il voto dell’Europarlamento di ieri: “L’Ue: ‘Un diritto le unioni gay’”, “Stati membri incoraggiati ad essere più aperti”, “Ma il Pd si spacca”.
A destra, un articolo di Maurizio Molinari: “Siria, distrutta in quattro anni e dimenticata dal mondo”.
La foto a centro pagina è per gli atleti della Canottieri Armida di Torino, disabili mentali, che oggi e domani sono in gara ad Amsterdam, sotto il titolo: “Per la prima volta la disabilità si batte alla pari”, “Otto ragazzi con patologie mentali a una gara internazionale di canottaggio ad Amsterdam”.
In prima anche un intervento dello scrittore israeliano Abraham B. Yeoshua: “La simbiosi fra Israele e Stati Uniti”, “Vantaggi e svantaggi”.

Il Fatto, con foto di Ruby: “Aveva ragione la Boccassini”, “Altro che ‘risarcire’ il Caimano: la sentenza d’appello confermata in Cassazione dimostra che la prostituzione anche minorile e l’abuso di potere ci sono stati. Ma è cambiata la legge. L’Anm: ‘Nessuna responsabilità civile per i pm: ‘. La Cei: ‘Assolto, ma il dato morale è un altro”.
“Solo i vescovi parlano chiaro” è il titolo del commento di Marco Politi.
A centro pagina: “Jobs Act, come fregare i lavoratori e fare soldi”, “Confartigianato: con gli incentivi assumere e licenziare conviene”, “Una slide proiettata al convegno dei piccoli imprenditori conferma i timori: gli sgravi fiscali del governo creano il business dei dipendenti ‘usa e getta’”.
E poi, con foto di Renzi: “Scuola: 500 euro ai professori, scaricati i precari”, “Arriva il disegno di legge: scatti d’anzianità e buono per le spese culturali ai docenti in cattedra, disperati i 50 mila nella liste di attesa che non entreranno”.
A fondo pagina, il richiamo ad un’intervista del quotidiano a Renzo Arbore sulla riforma della Rai, su cui ieri il Consiglio dei ministri ha varato solo le linee guida: “Arbore: ‘Fanno rimpiangere la Dc’”.
Sulle riforme costituzionali, da segnalare anche un’intervista alla giurista Lorenza Carlassare: “Cittadini umiliati”.

Il Giornale: “Il linciaggio continua”. “Nonostante l’assoluzione in Cassazione, vescovi magistrati e Procura di Milano non si rassegnano”. E poi: “Forza Italia, Berlusconi frena Verdini. Congelate le polemiche”.
A centro pagina: “Ancora estintori sulla polizia. Contro expo e ddl scuola”. “Violenza antagonista al corteo di Milano. E se fosse finita come al G8 di Genova?”.
E poi: “Da razzista a icona: Tosi il nuovo Fini”. “Dopo il litigio con Salvini, il sindaco di Verona è diventato l’idolo della sinistra”.
In prima anche un commento di Alessandro Sallusti: “Matrimoni gay. L’Europa vota il diritto alla sua disgregazione”.

Il Sole 24 Ore: “Lo spread Btp Bund torna ai livelli pre-crisi”. “Qe, acquistati titoli per 10 miliardi. Atene: la Bce ci soffoca”.
Di spalla: “Nella scuola 100 mila assunzioni. I presidi sceglieranno i docenti”. “Il governo vara il Ddl di riforma. Renzi al Parlamento: fate presto”. “Restano gli scatti di anzianità, dal 2016 incentivi al merito”.
A centro pagina: “Fca: Gm o Ford partner possibili. Marchionne: sulle alleanze ancora molto da fare”.
In alto: “Archiviazione per i reati più lievi. Furti in casa, sanzioni più alte”.

Scuola, Rai

Il Sole 24 Ore spiega che “sebbene Matteo Renzi l’abbia messo alla fine del suo discorso, l’annuncio della maxi-stabilizzazione dal 1° settembre di 100.701 docenti precari resta il piatto forte del Ddl di riforma della scuola approvato ieri dal Consiglio dei ministri”. Il provvedimento punta alla assunzione di oltre 100 tra iscritti alle graduatorie ad esaurimento e i vincitori – non ancora assunti – del vecchio concorso bandito dal ministro Profumo nel 2012. Non saranno invece assunti gli “idonei” di quel concorso. “‘Sono stati fatti calcoli precisi'”, ha detto il ministro Giannini.
Sarà anche introdotto il cosiddetto “organico funzionale”. Ha detto Renzi: “ciascun preside avrà a disposizione un tot di insegnanti, non solo per le cattedre, ma anche per lavorare a singoli progetti, come un progetto europeo o per l’alternanza tra scuola e lavoro”. Il preside sarà “come un allenatore” ovvero “avrà la possibilità di individuare chi mettere in cattedra a inizio anno ma nel momento in cui qualcuno si ammala o un’insegnante resta incinta e aspetta un bambino, non si va alla graduatoria provinciale ma all’interno dell’organico funzionale”.
Inoltre, restano gli scatti di anzianità e si annunciano incentivi per il merito, ma con fondi che saranno stanziati solo nel 2016.

La Repubblica dedica alla riforma della scuola le pagine 2, 3 e 4: “Scuola, 500 euro ai prof per libri, corsi e cinema, i presidi avranno più poteri”, “Via libera del governo al disegno di legge: restano gli scatti di anzianità. Ogni anno 200 milioni per chi merita. ‘Stop a classi pollaio e supplenti’”.

Su La Stampa, le pagine 2 e 3: “La riforma della scuola di Renzi. I presidi potranno scegliere i prof”, “Confermate le centomila assunzioni nel 2015-2016 per coprire le cattedre vacanti. Il premier: ‘Mai più classi pollaio, basta supplenti’. Duecento milioni per i docenti”. Scrive Carlo Bertini: “Batte e ribatte sul tasto che questa non è una semplice riforma della scuola, ma una ‘rivoluzione strepitosa’, non solo perché – dice il premier – si assumeranno 100 mila precari, ma ‘esaurite le graduatorie, punto, si fanno i concorsi, chi li vince entra, chi li perde sta a casa; ma anche perché si introduce ‘per la prima volta in Italia il principio di merito’”. A pagina 3: “Ma sarà davvero una rivoluzione?”, titola a centro pagina il quotidiano. I vari capitoli vengono analizzati: “Premiare i più bravi. Ma molti precari protestano: perdiamo speranze”; sul decentramento “più autonomia agli istituti. E più strumenti finanziari per decidere”; “più spazio per musica e storia dell’arte. E ci sarà l’ambiente”; “la chiamata diretta permetterà di lavorare anche su singoli progetti”, i presidi potranno farlo, ogni scuola, entro una determinata data, dovrà stilare un piano strategico che includa offerta formativa e fabbisogno e ciascun preside avrà a disposizione un numero di insegnanti, non solo per le cattedre, ma anche per lavorare a singoli progetti (come un progetto europeo o per l’alternanza scuola-lavoro). Sul fronte degli aiuti fiscali, si fermeranno alle medie le detrazioni per le scuole paritarie.

Su La Repubblica, segnaliamo un’analisi del provvedimento di Chiara Saraceno: “Gli incentivi e le incertezze”: riconosciuta l’“inversione di tendenza” segnata ieri rispetto al passato (cioè ad anni in cui gli insegnanti “sono stati trattati dai governi come pura spesa da tagliare”) Saraceno sottolinea come nello spirito della riforma essi non vengano più “puniti con stipendi mortificanti e bloccati”. “Al contrario, si prevede anche un bonus specificamente destinato a favorire l’arricchimento culturale”, che prima era impossibile permettersi; e “gli incentivi legati al merito sembra che non siano più, come in una bozza precedente, alternativi agli scatti di anzianità”, scrive Chiara Saraceno, ribadendo però le perplessità sul finanziamento delle scuole paritarie, sia pure solo fino alle medie inferiori (“a parte il dettato costituzionale, in un periodo di scarse risorse, compito dello Stato è di investirle tutte per offrire una scuola pubblica più buona possibile a tutti”).

Per tornare al quotidiano di Confindustria Armando Torno commenta le decisioni di ieri del governo su Rai e scuola e scrive che la scuola “ha necessità di cambiamenti basati sulla meritocrazia, puntando sui migliori insegnanti (o che tali desiderino diventare)” mentre “la Rai ha l’obbligo di modernizzarsi, al di là dei futuri assetti che avranno i canali, o rischia l’estinzione. Internet non dorme. Purtroppo, ancora una volta, non mancano buone intenzioni, ma al di là dei proclami di cambiamento, si procede ancora seguendo vecchie logiche e indulgendo a compromessi al ribasso”. Torno critica il fatto che “gli scatti di stipendio, per esempio, che si sarebbero dovuti legare al merito (70%) più che all’anzianità (30%), in queste ultime ore sembrano offrirci un’altra soluzione: la dote iniziale di 280 milioni di euro resta interamente destinata agli scatti automatici, ma se ne stanziano altri 200 per premiare gli insegnanti su indicazione del preside. Intanto 100mila precari vedranno confermata l’assunzione”. Invece sia la Rai che la scuola, scrive Torno, “devono fare i conti con un futuro meritocratico e dimenticare il buon tempo antico”.

Ancora sulla Rai, in prima sul Corriere Aldo Grasso scrive “bisognerebbe privatizzarla e smetterla con le lagne della ‘più grande azienda culturale del Paese'”. Grasso riconosce a Renzi “di aver trovato il coraggio di voler mettere mano a una materia che scotta e a un’azienda che giorno dopo giorno sta perdendo fisionomia, capacità realizzativa, funzione sociale”, perché da troppo “la Rai è solo bottino di guerra dei partiti e la sua capacità di incidere sull’identità nazionale è quasi del tutto svanita e, spiace dirlo, programmi interessanti se ne vedono sempre meno”. Per Grasso è giusta “l’idea di un amministratore delegato con pieni poteri”, mentre “appare un po’ bizzarra l’idea di un cda di ‘specialisti’ (uno per ogni settore) nominati dal governo e dalle Camere”. E “meno convincente” la parte editoriale, perchè occorre ricordare che la Rai “non ha tre canali, ma 15, ed è su quella misura che bisogna ragionare. La ristrutturazione degli obiettivi e delle linee editoriali delle tre reti generaliste, differenziate e specializzate, ragiona lungo criteri ancora analogici, smentiti ogni giorno dalle pratiche di visione di spettatori che si muovono in un panorama ben più complesso”.

Berlusconi

“Verdini vede Berlusconi ma restano le divergenze”, scrive La Stampa a pagina 2 spiegando, in un “retroscena” di Amedeo La Mattina che è stata “bocciata la sua richiesta di ‘processare’ il capogruppo Brunetta: ‘Denis, non è il momento di cerare altre fratture, ci sono le elezioni”. Si ricorda quindi che Verdini è stato l’ispiratore del documento dei 17 deputati azzurri nel quale, pur obbedendo alle indicazioni dell’ex Cav., si criticava il no alla riforma costituzionale e la gestione non democratica del gruppo parlamentare da parte del capogruppo Renato Brunetta: “una mossa ribelle che ha dato molto fastidio all’ex premier. Tra l’altro qualcuno gli ha messo una pulce nell’orecchio: di quel documento sarebbe stato informato preventivamente Renzi”. Che sia vero o meno, resta il fatto che, secondo La Mattina, le due ore di confronto tra Berlusconi e Verdini “non hanno portato a nessun risultato”, le distanze sono rimaste, non ci sarà alcun processo a Brunetta e non si torna indietro sulle riforme. Almeno per il momento: “Questo è il momento dell’unità”, “dobbiamo concentrarci sulla campagna elettorale”, avrebbe detto il leader di Forza Italia al suo interlocutore, che è uscito dall’incontro insoddisfatto, convinto che la linea Brunetta, con i suoi toni “esagerati ed esagitati”, stia isolando Forza Italia senza portare da nessuna parte.

Su La Repubblica: “Verdini-Silvio, duello finale: ‘Ora scegli tra me e la Rossi’. ‘Mi trattate da rimbambito’”. Il “retroscena” è firmato da Tommaso Ciriaco e Conchita Sannino: si legge che Verdini avrebbe puntato il dito anche contro Giovanni Toti e Silvia Bergamini. E sul Patto del Nazareno avrebbe detto a Berlusconi: “Ti serve”: “ti ha portato solo vantaggi2, avrebbe detto Verdini spiegando che senza una copertura politica dell’esecutivo sarebbe impossibile ipotizzare una revisione della legge Severino, che ha portato alla decadenza da senatore del leader di Forza Italia. “E poi -avrebbe aggiunto- cosa ci guadagni ad appiattirti sulla Lega? Lo sai che in Veneto il partito è al 7%?”. Berlusconi gli avrebbe rinfacciato la “lettera dei 17” (“Denis, mi parli di lealtà ma hai fatto firmare quel documento con l’inganno. Li hai fregati dicendo loro che era una lettera privata che avresti spedito solo a Berlusconi. E invece l’avete passata alla stampa”.

Sul Corriere si legge che nell’incontro con Letta, Confalonieri e Verdini ieri Berlusconi “non ha sanato i mali del partito, non ha ricucito le divisioni profonde che, in mesi di sostanziale lontananza dalla guida, si sono acuite in maniera drammatica”. Pare che Berlusconi e Verdini si siano parlati “fuori dai denti”, con il primo deluso dal dissenso sul no alle riforme da parte di Verdini, e l’ex coordinatore che ha ribadito che l’errore è stato “interrompere il percorso delle riforme con il rischio che salti tutto e si finisca al voto in una situazione drammatica per il centrodestra; è un errore aver lasciato che prendesse le redini del partito quel cerchio magico che gli è ostile, ed è un errore aver permesso a Brunetta di usare toni incendiari contro Renzi in una battaglia fatta, è l’accusa dei frondisti, soprattutto per acquisire visibilità personale”.

Su Il Giornale si legge che per Berlusconi “poter contare su un partito che non sia sfilacciato se non in correnti comunque in fazioni non è certo un dettaglio, non solo in prospettiva elettorale ma pure per potere far valere il proprio peso specifico al tavolo di qualsivoglia trattativa”. E dunque ieri Berlusconi e Verdini – presente Letta – “si sono confrontati con una certa franchezza per quasi due ore”. Il quotidiano parla esplicitamente delle “anime” nel partito azzurro: il “cosiddetto ‘cerchio magico’”, l’area dei “Ricostruttori lanciati da Raffaele Fitto”, il “gruppo di Verdini”, e i “‘berlusconiani silenti’, il corpaccione del partito che non mette assolutamente in discussione la leadership ma non lesina critiche verso la gestione del partito da parte dei vertici di piazza in Lucina”.

Su La Stampa Marcello Sorgi scrive che un insperato aiuto a Berlusconi sul fronte della legge Severino potrebbe venire dalla Corte Costituzionale: ieri il presidente della Consulta Alessandro Criscuolo ha ricordato che già in altre occasioni questo organo istituzionale aveva espresso la sua contrarietà all’utilizzo retroattivo delle leggi, anche in campo amministrativo.
Alla pagina precedente, il resoconto di Francesco Grignetti sulla relazione del presidente della Corte costituzionale sull’attività del 2014, illustrata ieri: “’No alla ‘retroattività’. Legge Severino a rischio di incostituzionalità”, “Interpretazioni diverse dopo le parole del presidente della Corte”.

Ruby, assoluzione

Su La Repubblica: “Berlusconi, gelo dei vescovi: ‘Il giudizio morale resta’. Anm e Csm difendono i pm”, “Mons. Galantino: ‘La legge arriva fino a un certo punto’. Sabelli: sbaglia chi invoca la responsabilità civile”.

Su Il Fatto: “Contro le amnesie”, “Per la Chiesa di Francesco è la morale che lo condanna”, scrive a pagina 3. Le pagine 2 e 3 tornano sull’assoluzione, il reato di concussione, le modifiche della Severino, con foto di Ruby, Nicole Minetti e Berlusconi: “Il bunga bunga c’era. Ma il reato di B. è stato cancellato”, “La storia scoperta nell’ottobre del 2010: quella notte ‘difficile’ in cui Ruby diventò ‘la nipote di Mubarak’”.

Lega, Tosi

Il Corriere della Sera: “Tosi chiama i suoi. Via alla campagna per sfidare Zaia. Domani a Verona l’evento in cui si candiderà. Sono sei i parlamentari pronti a seguirlo”.

Il Giornale si occupa della “nuova compagna” del sindaco , una senatrice che si chiama Patrizia Bisinella, due giorni fa ospite della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora. “Lady Tosi guida la scissione. Sei parlamentari via dalla Lega.

Ancora sul Corriere Nando Pagnoncelli scrive che la partenza di Tosi, se deciderà di candidarsi alle regionali in Veneto, appare “svantaggiata”, sia perché non ha mai contestato direttamente la Presidenza Zaia e il suo governo, sia perché Zaia viene valutato positivamente dai suoi elettori. Difficile dunque che l’elettore della Lega, “per quanto possa stimare Tosi, si orienti a votarlo”. Insomma: a Tosi “sembra mancare il nemico”.

Cara di Mineo

Su La Stampa Nicolò Zancan, inviato a Mineo, in provincia di Catania, dove ha sede il Cara (Centro di accoglienza rifugiati richiedenti asilo, il più grande in Europa), scrive un articolo in cui si spiega come vi sia chi specula sul diritto d’asilo: “Mafia Capitale e Cosa Nostra dietro il business degli immigrati”, “Tangenti, prostituzione e caporalato nel centro di accoglienza di Mineo, in Sicilia. E per gli appalti milionari ora è indagato il sottosegretario Castiglione (Ncd)” (Giuseppe Castiglione è stato presidente della Provincia di Catania, ndr.). Che l’appalto per la gestione triennale del centro (97 milioni e 893 mila euro) fosse illegittimo, ricorda Zancan, lo ha detto anche il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, lo scorso 25 febbraio: “la scelta si appaltare con un’unica procedura a un unico operatore una pluralità di attività eterogenee (lavori, servizi, forniture), appare in contrasto con i principi di economicità, efficacia, imparzialità, pari trattamento, trasparenza”. C’è un’indagine della procura distrettuale antimafia che si sta occupando esattamente di questo: di come e in cambio di cosa, l’appalto sia stato assicurato nelle mani della cooperativa consorzio “Calatino Terre di Accoglienza”. E “due nomi rendono l’idea”: quello del sottosegretario all’Agricoltura Castiglione e quello di Lica Odevaine, al centro dell’inchiesta “Mafia Capitale”.

Anche su Il Fatto: “Appalti e rifugiati in Sicilia, indagato sottosegretario Ncd”, “Castiglione sotto inchiesta per il centro di Mineo dove i suoi prendono il 40%”: Castiglione, scrive Marco Lillo, è stato soggetto attuatore, in qualità di presidente della provincia di Catania, nella fase di emergenza per diventare presidente del Consorzio Calatino Terra di Accoglienza, composto dagli enti locali. “L’inchiesta – scrive Lillo – è un colpo al cuore del Ncd che a Mineo prende il 39 per cento”. Odevaine al telefono in una intercettazione spiegava che Castiglione sarebbe stato il vero dominus dell’assegnazione dell’appalto iniziale del 2011 (poi confermato dalla gara del 2014) a un consorzio che include il consorzio Sisifo una cooperativa rossa della Legacoop e le coop bianche vicine a Comunione e Liberazione, più il Consorzio Sol Calatino (privato) che ha un nome simile a dello della Calatino Terra di Accoglienza, “guidato un tempo da Castiglione, stazione appaltante”.

Immigrazione

Sul Messaggero Francesco Grillo parla di immigrazione e cita il ministro dell’interno e dell’immigrazione greco Avramopoulos, che ieri ha detto che sul tema immigrazione “l’Europa praticamente non esiste”. Dice Grillo che Salvini ha ragione “quando attacca a testa bassa un ‘buonismo’ senza prospettiva che non riesce neanche a curare i sintomi del problema e anzi crea involontariamente i presupposti per la nascita di un business governato dalla criminalità organizzata”, mentre ha “torto quando cavalca sensazioni che sono il riflesso di una condizione molto più diffusa di impotenza che molti sentono nei confronti di un mondo che non riescono più neppure a capire”. Ricorda che in Italia non si sono invasioni, che oggi gli immigrati residenti sono l’otto per cento della popolazione, molto meno che in Germania, Francia o Inghilterra, che molti stranieri residenti sono rumeni, ovvero “cristiani e cittadini dell’Unione Europea” o albanesi e cinesi, “in maggoranza atei”.
Vero invece che “più di un terzo delle persone ospitate dalle super affollate carceri italiane sono stranieri”, ma vero anche che “molti stranieri – mediamente più indigenti – non riescono a farsi difendere da un avvocato e ad evitare la carcerazione preventiva”. Quanto alla questione degli sbarchi, certamente cresciuti di molto, è “una delle dimostrazioni più drammatiche della nostra incapacità di governare le crisi prima che ci piovano addosso”, e “rimanda anche all’abdicazione da parte dell’Europa e dell’Italia” a intervenire in contesti vicini.

Fiat

Sul Corriere: “Ferrari? Vale molto più di 7 miliardi”. Ci si riferisce alle affermazioni dell’Ad di Fca, che ha detto “non ci faccio niente con 7 miliardi, vale molto di più” parlando di Ferrari. Si legge che per lui Ferrari non è solo un costruttore di automobili ma un “brand”.

Sul Sole Alessandro Plateroti si sofferma sulle dichiarazioni di Sergio Marchionne (“Una alleanza con General Motors o con Ford è tecnicamente possibile”), “niente più di un accenno” preso sul serio dal mercato. Plateroti ricorda che il buon andamento del titolo Fca è importante soprattutto alla luce dei risultati di vendita di Fiat Chrysler, ad oggi “attestati ben al di sotto delle previsioni degli analisti. La Borsa di solito non perdona chi manca gli obiettivi, ma Fca è stato l’unico titolo del comparto auto a non risentirne affatto”. Questo probabilmente per “l’imminente spin-off della Ferrari agli azionisti Fca e la quotazione separata del suo titolo a Wall Street”, e poi “la certezza che subito dopo lo spin-off della Ferrari, il cui controllo passerà sotto Exor, Fiat-Fca sarà in grado con le risorse incassate di ridurre il peso del debito che gli grava sui conti”.

Internazionale

Sul Corriere Lorenzo Cremonesi parla della riconquista di Tikrit da parte dell’esercito iracheno: “‘A Tikrit l’Isis ha usato bombe al cloro'”. La denuncia è venuta dei portavoce militari iracheni a Baghdad, mentre i giornalisti che hanno seguito il conflitto sul posto hanno filmato “colonne di fumo giallo-arancione sprigionarsi da alcune bombe sparate dall’Isis”. Lorenzo Cremonesi spiega che il cloro è usato in piccole quantità e i suoi effetti sarebbero “molto difficilmente mortali”, ma il suo uso sarebbe la prova che l’Isis “si è in qualche modo impadronito degli agenti chimici e delle bombe per spararli”.

Il Giornale offre una intervista di Fausto Biloslavo a Shlemon Warduni, vescovo di Baghdad: “L’Onu difende tutti ma lascia che i cristiani vengano sterminati”, il titolo. “L’Occidente inizia le guerre e le scorda presto. Parla tanto di principi e diritti, ma dà i passaporti solo ai musulmani”. “Pure io ho avuto difficoltà a portare la mia segretaria per farsi visitare per un tumore in Italia. E talvolta i cristiani devono comprarsi i visti”. Molti investono i risparmi che hanno – fino a 10 mila euro – per entrare da clandestini in Europa, Usa, Australia.

Su La Stampa: “Libia, accordo fra partiti: ‘Tutti uniti contro l’Isis’”, “Successo del vertice di Algeri: 10 punti per la pace. Anche i Fratelli musulmani firmano il documento”. Se ne occupa Guido Rutolo.
Sulla stessa pagina, la corrispondenza di Maurizio Molinari da Gerusalemme sulle elezioni che si terranno martedì prossimo: “Israele, Netanyahu adesso teme la sconfitta: ‘Un complotto internazionale contro di me’”.

Su La Repubblica, due pagine per il reportage da Israele di Bernardo Valli: “Tra i seguaci di Netanyahu che ora temono le urne. La sinistra di Israele torna a sognare la vittoria”, “Il premier del Likud ha scommesso tutto sulla sfida a Obama contro il negoziato con l’Iran”, ma il laburista Isaac Herzog e Tzipi Livini, alleati sotto la bandiera dell’Unione sionista, “guadagnano consensi puntando sui problemi sociali. E nessuno parla del conflitto con i palestinesi”.

Nozze gay

Su La Stampa: “L’Ue: più aperti sulle nozze gay. Ma sul voto il Pd si è spaccato”, “Due astenuti e due contrari tra le fila dei Dem all’Europarlamento”. Antonio Panzeri (Pd), presentatore del rapporto, dice: “Il matrimonio è legalizzato in 17 Paesi, si impone una riflessione”. Ma due deputati, Luigi Morgano e Damiano Zoffoli, si sono ribellati alle indicazioni del gruppo socialista e hanno votato contro. Si sono astenuti Patrizia Toia e Caterina Chinnici, mentre Silvia Costa non ha preso parte al voto su questa porzione del testo che era più ampio, poiché dedicato ai diritti umani e la democrazia nell’Ue e nel mondo.

A pagina 22 su La Repubblica: “’Nozze gay un diritto umano’, svolta dell’Europarlamento ma il Pd si spacca sul voto”, “La relazione passa a Strasburgo a larghissima maggioranza. ‘Sulle unioni si farà la legge’. Contrari cattolici dell’area Dem e Ncd”. Il quotidiano intervista il sottosegretario alle riforme Ivan Scalfarotto: “stavolta basta rinvii, c’è l’appoggio del premier ma la battaglia sarà dura”.

Sul Corriere: “L’Europarlamento e il sì alle unioni gay (che divide)”. I matrimoni e le unioni tra persone dello stesso sesso sono definite un “diritto civile” che “implicitamente i Paesi dell’Unione dovrebbero tutti proteggere”. Il voto riguardava la annuale relazione sui diritti umani – relatore l’europarlamentare Pd Panzeri – ed ha avuto 390 voti favorevoli, 151 contrari e 90 astensioni.

Il Sole 24 Ore: “I 28 riconoscano i matrimoni gay”.

Il commento di Alessandro Sallusti sulla prima de Il Giornale: “Che l’amore tra esseri umani di qualsiasi sesso sia un diritto è fuori di dubbio”, e “in astratto è un diritto umano anche che un adulto ami una bambina se ricambiato”, ma “il diritto alla libertà individuale” trova “limitazioni” che variano a seconda della cultura dei popoli, e dunque “quella del Parlamento è una forzatura ideologica, inutile e provocatoria”.

E poi

Sul Corriere da segnalare una intervista a Colin Crouch, politologo, autore del fortunato saggio Postdemocrazia. Si parla di democrazia, Europa, Bce e anche del Movimento 5 Stelle. Dice che il più grande politico in circolazione oggi è Papa Francesco.

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