Berlino e Washington promuovono l’Italia

La Repubblica: “Bce, la svolta di Berlino. La Cancelliera apre agli interventi della Banca centrale. Bene l’asta dei Btp, tassi sotto il 6 per cento. Fiducia sulla spending review, oggi il voto. Acquisiti i titoli di Stato’. Geithner e Scahuble: Roma e Madrid ok”.
In evidenza anche il nuovo appello di Napolitano per la riforma elettorale: “Stop di Napolitano al voto anticipato: ‘Sono io a decidere'”.

Il Corriere della Sera: “L’apertura di Berlino agli interventi Bce. ‘Positivi gli sforzi di Italia e Spagna’”. Il titolo di apertura è per la politica interna: “‘Sul voto decide il Quirinale’. Appello ai partiti sulla legge elettorale. Trattativa difficile, nuova proposta del Pd. Napolitano frena sulla crisi pilotata in autunno: più cautela”.

Il Sole 24 Ore: “Bene l’asta BtP: tassi sotto il 6 per cento. Berlino: la Bce sta facendo il suo dovere. Geithner:ok le riforme di Italia e Spagna”.

Il Giornale parla di “fuga di soldi all’estero. Grazie alle tasse. In due anni sono espatriati 300 miliardi di euro. Monti ha dichiarato guerra al denaro, ma è stato sconfitto. Allarme Pil: solo la Grecia è peggio di noi. Ventimila statali a rischio licenziamento”. I dati che il quotidiano cita vengono dalla Banca d’Italia, che in realtà ha diffuso dati sui disinvestimenti dall’Italia verso altri Paesi.

Libero: “Evadere l’Iva non è reato. Assolto imprenditore: non pagò per non fallire. Salvo il diritto a non farsi uccidere dalle tasse. Ma Monti non si ferma: in vista un prestito forzoso allo Stato come fece Mussolini”. Il titolare di una impresa edile, spiega il quotidiano, non aveva versato 150 mila euro al fisco. Il Gip lo ha prosciolto.

Ieri è stato depositato presso la Corte Costituzionale il ricorso della Presidenza della Repubblica nei confronti della Procura di Palermo. “La ragioni di Stato del Quirinale. La Consulta processa Ingroia”, scrive Il Fatto quotidiano

Internazionale

Franco Venturini sulle colonne del Corriere della Sera firma una analisi sulla situazione siriana, in cui ci si chiede se l’Occidente, indignato per le stragi in Siria, sia davvero unito nel governare le conseguenze di una disgregazione del regime di Assad e del Paese intero: i timori di Turchia e Iraq, il ruolo dei sunniti qaedisti, il Libano con gli sciiti di Hezbollah, Israele che “non potrebbe tollerare una forte presenza jihadista nella attuale Siria”. Un altro articolo, sulla stessa pagina, si sofferma sul Libano, dove ieri è arrivato il ministro della difesa italiana Di Paola. “Rischio contagio, il Libano può implodere”, visto che nel Paese sono arrivati decine di migliaia di rifugiati dalla Siria.
Anche su L’Unità un “dossier” firmato da Umberto De Giovannangeli: “Siria, un popolo in fuga dai combattimenti. I campi profughi allestiti in Turchia sono quasi saturi. La gente scappa in Libano e in Giordania. Mentre un flusso di jihadisti va in senso opposto”.
Su La Repubblica viene intervistato Gene Sharp, “il padre della Primavera Araba, l’uomo che la Cnn ha definito ‘l’incubo peggiore dei dittatori’, professore di “nonviolenza”. In Siria la situazione è complicata dalle “differenze etniche e dalla natura del regime”. Non servono le armi, “il regime ne ha sempre di più”. Il centro Einstein di Sharp ha ospitato negli anni diversi esponenti della primavera araba, ma “non dà  istruzioni, e ogni Paese è un caso a sè: non si può entrare nel merito di ogni singola lotta”. Sull’Egitto: “I Fratelli musulmani hanno rilanciato per anni sui loro siti i nostri manuali. Se avessero avuto intenzione, saliti al potere, di instaurare un regime, sarebbe stato folle mettere su Internet le istruzioni per abbatterlo. I Fratelli musulmani sono stati continuamente travisati”.
In Romania si votava per la destituzione del presidente Basescu, ma il referendum sulla procedura di impeachment non ha avuto il quorum necessario. Ha partecipato al voto circa il 46 per cento degli elettori. Il primo ministro romeno accusa il presidente di aver violato la Costituzione, “abusando in modo abnorme” della sua posizione andando oltre poteri e prerogative a lui riservate. Ne parla Il Sole 24 Ore, che dedica alla notizia anche uno dei suoi editoriali:_ “Istituzioni rumene in pericoloso stallo”.

E poi

Le pagine R2 de La Repubblica offrono un ampio approfondimento al black out che ieri ha paralizzato l’India, a partire dalla capitale. Federico Rampini (“Se il gigante indiano va in panne”) scrive raccontando che un terzo della popolazione, 360 milioni di persone, è rimasta senza elettricità. “A far deragliare il miracolo economico della seconda nazione più popolosa del mondo è l’amministrazione pubblica: inerte e corrotta”
IL Corriere offre un articolo, copyright New York Review of Books, firmato da Paul Krugman e Robin Wells (economista anche lei, consorte del premio Nobel). “Con la fine dell’America bipartisan vincono le ideologie. Le speranze dei liberal si sono infrante di fronte allo strapotere di Wall Street”.
Su La Stampa Vittorio Emanuele Parsi recensisce un saggio di Eugene Rogan, docente di Storia moderna del Medio Oriente al St Anthony college ad Oxford, una delle massime autorità del mondo arabo: Storia degli arabi, “strumento essenziale per comprendere le analogie, le invarianze e gli inediti della storia del mondo arabo, in una cavalcata lunga quasi 500 anni. “Cinque secoli di storia dietro le primavere arabe”, il titolo dell’articolo.

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