L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Referendum e diritti umani

Non ho capito bene come funzionino le concessioni per l’estrazione degli idrocarburi in mare; chi le conceda a chi, come, su che basi, perché. Non ho capito bene per quali motivi si sia scelta la distanza di 20 km dalla costa, chi siano quelli che stanno al di qua e chi invece quelli che stanno al di là, se ci siano differenze tra la fauna e i fondali al di qua e al di là. Non ho capito bene quale incidenza abbiano le trivellazioni cui il referendum intende negare la proroga sulla produzione e sul fabbisogno italiano di energia. Non so che cosa pensare e non avevo mai sentito parlare dell’inquinamento chimico dovuto alle trivellazioni né dei pericoli per quanti ci lavorano. Non so quante siano le navi impegnate nei trasporti di idrocarburi, né quante sarebbero se alcune trivellazioni venissero sospese.
Ho l’impressione, ma è solo un’impressione, che molti, o almeno alcuni, dei sostenitori del SI’ siano interessati alle conseguenze politiche più che al merito della scelta, e che la stessa motivazione valga anche per molti, o almeno per alcuni, dei sostenitori del NO. Mi infastidisce, ma trovo del tutto comprensibile, il tentativo di parte dello schieramento politico di impadronirsi anche del non-voto, soprattutto perché ricordo il famoso invito craxiano del ‘91 di andare al mare, a proposito della scelta sulla preferenza unica, e ricordo anche che proprio dal mancato fallimento di quel referendum ebbe inizio forse il declino della prima repubblica.
Ho sentito amici e conoscenti e ho scoperto che molti hanno un’opinione sul tema referendario, ma ho anche scoperto che avrei saputo dire di quale opinione siano anche senza bisogno di rivolgere loro la domanda, dal momento che le variabili in gioco non sono poi molte: ambientalismo vs idustrialismo, renzismo vs antirenzismo.
Sono assolutamente sicuro che potrei trovare in rete, sui giornali o nelle discussioni radiofoniche e televisive gli elementi necessari a farmi un’opinione e decidere quindi come votare, ma si tratta di questioni tecniche e complicate che andrebbero affrontate con gli strumenti e il tempo necessari, che non credo di avere.
So che è praticamente impossibile, ma vorrei proprio non schierarmi e allora mi nasce una domanda di fondo. In questi decenni in cui si scoprono sempre nuovi diritti umani, in una sorta di proliferazione di una religione laica accanto alle grandi religioni che conoscono nuova e non sempre raccomandabile vita, non sarebbe forse doveroso difendere anche il diritto umano all’ignoranza?

  1. 20 km corrispondono a circa 11 miglia marine. A questa distanza gli impianti sarebbero invisibili dalla costa, e si conseguenza, occhio che non vede, cuore che non duole.
    Ma sarebbero comunque dentro le acque territoriali (12 miglia), onde non far piangere neppure l’erariale portafoglio.

  2. Anch’io non ho un’opinione. L’unica cosa che so è che se, al momento del voto, non me la sarò ancora fatta, piuttosto che astenermi voterò scheda bianca. Mi chiedo anche che cosa succederebbe se, per un caso del tutto improbabile, le schede bianche superassero i voti espressi tanto per il SI’ quanto per il NO … 🙂

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