COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Putin: a Damasco “bisogna cambiare tutto perché tutto resti com’è”

Per capire quanto accade a Damasco, la capitale delle tenebre non solo del regime siriano ma anche del regime russo, di quelli arabi e di quello iraniano, tenebre che si incrociano con il cinismo occidentale, occorre procedere per punti. E rinunciare alla pretesa di poter capire tutto. Cercare solo di farsi un’idea.

Punto1: la grande destabilizzazione comincia circa un anno fa, quando la partita siriana diviene post-bellica:non si tratta piùi tenere in sella il regime, ma di renderlo funzionale a un disegno. Questo regime funziona come la cupola e la cosca vincente è quella degli Assad. Aggregata alla famiglia vincente c’è la famiglia Makhlouf, quella della mamma di Bashar al Assad. Viene di qui, dai Makhlouf, Rami, il ministro delle finanze della cosca vincente. Lui è più ricco di tutta la Siria ma i soldi non suoi, sono i soldi della “famiglia”.

Punto 2: quando la Russia avrebbe chiesto alla Siria di riavere tre miliardi dollari (le linee di credito aperte da Mosca a favore di Damasco) il paese è alla fame. Ma non la cupola. Così Assad, che sa che da tempo si vocifera che suo cugino sarebbe il preferito da Mosca, dove vivono suo padre e suo fratello, non chiede al ministero delle finanze siriano di pagare il conto con il Cremlino, lo chiede al ministro della cosca, a suo cugino Rami. La Siria non esiste, loro sì. Ma Rami non paga, ufficializzando la rottura.

Punto 3: ora Makhlouf, da tempo ai ferri corti con la moglie di Bashar al Assad che si pensa la vera zarina di Damasco e vuole un prestigioso ruolo economico, sarebbe finito agli arresti domiciliari (la voce già girò lo scorso anno) e ha diffuso un video impressionante che colpisce per diversi motivi: è diffuso via facebook (gentili gli arresti domiciliari in Siria, lasciano l’uso dei social media), vi si rivolge ad Assad, indicando che dunque non ci parla più, e dice che lui non ha sottratto soldi all’erario, non ha evaso, “chi ruberebbe alla sua famiglia”. Qui Makhlouf ufficializza la struttura della cupola: per loro davvero la Siria è la “famiglia” e la loro famiglia è la Siria. Poi aggiunge di essere disposto a pagare quel che gli si chiede ma per distribuirlo ai poveri alawiti. Dunque minaccia Assad: io ti tolgo la tua base.Nel video Makhlouf appare un giovane balbettante, incapace di dire una frase compiuta.

Punto 4: questo accade poche ore dopo l’incredibile decisione del regime di minacciare tutti i siriani mostrando in una serie televisiva poliziesca la foto di una vera vittima delle torture nei lager del regime. Chi terrorizza pubblicamente è terrorizzato.

Punto 5: questa fase di destabilizzazione del regime l’ha avviata un’agenzia russa, di proprietà del proprietario del gruppo Wagner, i mercenari che Putin manda in giro nel mondo dove non vuol far vedere divise russe. Quell’agenzia ha definito la corruzione siriana grave quanto il terrorismo. Detto dall’agenzia del reclutatore dei mercenari di Putin fa pensare al proprio oggi più che al proprio domani. Ma ce l’hanno con Makhlouf o ce l’hanno con Assad? La cupola esprime  la stessa “famiglia”…

Punto 6: Nel frattempo Putin ha segnato dei punti militari a suo favore in Siria, a discapito dell’alleato iraniano. Le milizie, legate all’Iran, contano molto meno di un tempo, l’esercito e i russi sono più forti, l’Iran è stato tenuto lontano anche dal teatro bellico del nord.

Punto 7: che fretta c’è? A nessuno degli attori menzionati interessa che la popolazione muoia di fame, ma la diffusione come una peste del virus impone di far presto: una sommossa potrebbe arrivare, bisogna fare qualcosa. Poi c’è la ricostruzione, il grande affare che le aziende russe, e non solo, aspettano come la manna. Ma per quella servono i soldi del petromonarchi arabi, degli americani e degli europei.

L’ipotesi: l’ipotesi che potrebbe far quadrare i conti (del Cremlino) Io non la conosco  ma va considerato anche questo: il capo degli aguzzini di Assad si chiama Ali Mamlouk. Lui è sunnita, come i petromonarchi, è l’uomo che controlla tutti gli apparati della sicurezza. Mamlouk è andato più volte nei paesi del Golfo, è venuto anche in Italia, nostro ospite sebbene gli fosse proibito mettere piede in Europa perché accusato di crimini contro l’umanità. E’ una pedina indispensabile, tanto da far sembrare strano che in queste ore di lui non si parli. E se ruotasse intorno alla sua figura lo sblocco del grande progetto di ricostruzione? Il suo nome potrebbe aiutare a far finta che qualcosa di grosso sia cambiato, anche alla presidenza… Chi si opporrebbe? L’Iran con tutti i guai che ha potrebbe?

Questa è solo un’ipotesi, ma che ci sia un’accelerazione è evidente e coincide con l’imminenza della fine di maggio, quando negli USA scatteranno più forte sanzioni contro la Siria dei carnefici. Forse un cambio nella facciata del regime con il capo degli aguzzini, potrebbe consentire di cambiare tutto perché nulla cambi. E consolidare ulteriormente il ruolo di Mosca. Insomma il Gattopardo siriano potrebbe pensare a una nuova mafia. Comunque, Tenersi la Siria, ridurre il peso iraniano e mettere a frutto il proprio ruolo; al Cremlino penseranno ad altro?

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