L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Presepio

Tutti gli anni, l’arrivo del Natale interroga e affatica. Nostalgia e irritazione, tradizione e novità, ricordi lieti che mettono tristezza, religione e consumismo, infanzia tenera, adolescenza ribelle, giovinezza contestatrice, maturità lenta a venire, vecchiaia incombente.
Dalla Pasqua ci si può liberare, dal Natale no. Vorrei non pensarci ma non ci si riesce. Cena di pesce o pranzo con insalata russa, salmone, ravioli e cappone? Un toast in piedi davanti alla finestra?
A un estremo torna alla mente ancora Francesco:

E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Per l’occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. (Tommaso da Celano, Vita prima sancti Francisci, 30.85)

All’altro estremo un altro ricordo: il giorno della vigilia di Natale, Tommasino non vuole alzarsi dal letto e il padre Luca, impegnato a predisporre un fantastico presepio, come tutti gli anni, gli rivolge la fatidica domanda: Ma a te … te piace o’ presepe? e il figlio lo fulmina con una risposta che suona come un anelito rivoluzionario: No, nun me piace. Voglio ‘a zuppa ‘e latte! (Eduardo de Filippo, Natale in casa Cupiello). E quel commovente finale, quando Luca, ormai in punto di morte, rivolge al figlio per l’ennesima volta la stessa domanda e Tommasino, piangendo, gli risponde finalmente: sì!.
Comunque: buon Natale.

  1. E’ vero! Non si sfugge al Natale, ma se non compare lo spirito del guastafeste, mi sembra che lo possiamo vivere anche come un’occasione per amare qualcuno, per illuminare una solitudine, per spezzare un isolamento, per capire che la nostra nostalgia e la nostra tristezza non sono solo un fatto privato …
    Buon Natale a tutti!

  2. Mi associo al di Tommasino, che però, per grazia, ho pronunciato a 27 anni, durante la stesura della mia tesi di laurea su La terza ‘via’ di Tommaso d’Aquino! Auguri.

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