LA BELLA CONFUSIONE

Oscar Iarussi

Giornalista e scrittore, in libreria con "Amarcord Fellini. L'alfabeto di Federico" (Il Mulino ed., 2020)

Paradiso Bruxelles (verso l’Oscar)

Catherine Deneuve in una scena del film

Catherine Deneuve in una scena del film  

Poche settimane dopo la grande paura di Bruxelles paralizzata per il timore degli attentati e all’indomani dell’apertura dell’Anno Santo, non c’è dichiarazione più attuale e confortante… Dio esiste e vive a Bruxelles, annuncia l’immaginifico titolo italiano di Le tout nouveau testament, il nuovo film del belga Jaco van Dormael, ancora nelle sale italiane dopo essere passato alla «Quinzaine des Réalisateurs» dell’ultimo Festival di Cannes. Arriverà a Natale grazie al fatto di essere stato appena incluso nella lista delle nove pellicole in corsa per l’Oscar al miglior film straniero (escluso invece Non essere cattivo, film postumo di Claudio Caligari).

Van Dormael non è un autore particolarmente prolifico (cinque regie in venticinque anni), ma i cinefili ne ricorderanno almeno il folgorante esordio Toto le Héros – Un eroe di fine millennio (1990). Divenne un cult anche grazie al gioioso ritornello Boum di Charles Trenet, che poi abbiamo ritrovato  nella colonna sonora di Il favoloso mondo di Amélie: «La pendule fait tic-tac-tic-tic / Les oiseaux du lac pic-pac-pic-pic…».

Un altro classico anni ‘40 di Trenet, La Mer, fa ora da motivo portante di Dio esiste e vive a Bruxelles. È un film bizzarro, non del tutto coeso nella scrittura e un po’ lungo, metà commedia surreale metà pamphlet femminista, non blasfemo, venato di malinconia, ma infine speranzoso nelle «magnifiche sorti e progressive». A proposito di Leopardi, è concepito come uno zibaldone visionario in cui echeggiano i temi cari a van Dormael: l’infanzia come chiave di volta dell’esistenza, l’elogio dell’innocenza di chi non è «normale», il paradosso cantato e disincantato. D’altro canto, vi sono tracce o suggestioni prese in prestito da altri cineasti. È il caso della protesi al braccio della bellissima Laura Verlinden che potrebbe ben figurare in un film di David Cronenberg, o della storia d’amore tra un gorilla e Catherine Deneuve (sempre più auto-ironica) che ha un precedente in Max mon amour di Nagisa Oshima sceneggiato dal «buñueliano» Jean-Claude Carrière e può ricordare per altri versi Ciao maschio di Marco Ferreri.

Insomma, la vita è bella. Peccato (già, peccato) che qualcuno s’ingegni a «divertirsi» con terremoti, catastrofi e altri accidenti… È il trasandatissimo Dio interpretato da Benoît Poelvoorde, bravo attore belga da tenere d’occhio, compagno nella vita di Chiara Mastroianni, figlia della Deneuve. Dio vive da recluso volontario in un caseggiato brussellese insieme alla moglie-sguattera e alla figlioletta dodicenne, la quale subisce il divieto assoluto, a tavola, di «sedersi alla destra del padre». Il posto è infatti rimasto riservato al fratello fuggito da casa tempo prima per mettere insieme una squadra di dodici apostoli e impegnarsi in una sequela di anarchismi tipo «camminare sulle acque».

A sua volta la ragazzina è ormai stufa delle angherie paterne e, dopo aver consultato quel povero Cristo del fratello, scappa attraverso l’oblò di una lavatrice e approda finalmente nella realtà della capitale belga che per lei equivale al Paradiso. Non prima però di aver rivelato a tutta l’umanità – con un messaggino personalizzato sui cellulari – l’esatta data della morte di ciascuno. È il caos! La fanciulla sa ascoltare «la musica interiore» di chicchessia soltanto accostando l’orecchio al cuore e intanto, con la complicità di un barbone, si impegna a integrare il team apostolico aggiungendovi sei elementi che più strambi non potrebbero essere.

L’obiettivo è scrivere «il nuovo nuovo testamento» che fornisca una bussola al mondo affrancato dai dispetti del Signore. Ma infine sarà sua moglie a imprimere una svolta al futuro di tutti. Come? Per caso: tipico del destino, grazie a Dio (ops). Per Jaco van Dormael la coscienza si nutre della fantasia e, alla maniera del ‘68, l’unico realismo è (chiedere) l’impossibile. Perciò, nonostante alcuni limiti, il suo film è proprio da vedere.

 

DIO ESISTE E VIVE A BRUXELLES di Jaco van Dormael. Interpreti e personaggi principali: Pili Groyne (Éa), Benoît Poelvoorde (Dio), Catherine Deneuve (Martine), François Damiens (François), Yolande Moreau (moglie di Dio), Laura Verlinden (Aurélie), Serge Larivière (Marc), Didier de Neck (Jean-Claude), Willy, Marco Lorenzini (Victor). Commedia, Belgio-Francia-Lussemburgo, 2015. Durata: 113 minuti

Articolo apparso sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, 10 dicembre 2015

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