COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Il mondo senza nocchiero in gran tempesta…e Francesco

Stiamo assistendo all’abdicazione dell’Occidente. Dopo essersi autoproclamato da tanto tempo “ala marciante della modernità”, poi “della democrazia”  e infine “della globalizzazione” l’Occidente ha preso atto di non avere più le risorse culturali e spirituali per guidare il mondo. E abdica. L’elezione di Donald Trump ne è stato l’annuncio, la vittoria di Boris Johnson la conseguenza: la paralisi davanti al coronavirus è però l’atto ufficiale, l’Occidente abdica. L’Occidente è stanco. Stanco di essere libero perché privo di risorse culturali e spirituali per gestire questa libertà.
Ecco però che davanti all’abdicazione dell’Occidente chi sa non farlo e sa rispondere è la Chiesa cattolica apostolica romana. Strano, dopo una ambigua e dolorosa identificazione ecco la differenziazione. Ma è innegabile che  l’unica proposta per uscire da questa crisi la dà lei, non tutta ovviamente, ma il suo massimo esponente, il vescovo Roma.
Forte probabilmente della sua origine nel Global South, Francesco ricompone l’idea di libertà in un’idea globale, che sa tenere insieme tutto l’ecosistema del creato. La complessità degli ecosistemi corrisponde alla complessità delle culture e prospetta un mondo plurale che non può essere “uniformato”, conquistato, dominato.
Per arrivarci Francesco offre con un progetto “binario” attraverso una leadership morale globale che rispetta affratellandole davanti a un mondo diviso, smarrito nella cecità dell’egoismo post-liberista ormai incapace di esercitare una leadership. 
Questo nuovo progetto si fonda sul rapporto inscindibile  tra i suoi due elementi fondanti. Il primo è la scelta ambientalista, un nuovo rapporto con la natura, profondamente rispettoso del pluralismo della natura tanto da essere chiaramente l’opposto di quello dominionista del passato, sia del capitalismo selvaggio che degli ecclesiastici ad esso fedeli.
Fratello Sole e Sorella Luna sono entrati anni fa nel magistero ecclesiale, con “Laudato si’”, archiviando il dominionismo spietato della natura, delle sue risorse, nel nome dell’antropocentrismo che poi è diventato “antropocentrismo occidentale” nel nome di una religione, una cultura, un sistema economico. Questo dominionismo si era deliziato di disprezzare le culture legate all’ambiente, da quelle contadine a quelle del deserto o della foresta. Francesco invece le abbraccia, insieme ai sistemi naturali che le esprimono.Violare quegli ambienti e quindi quelle culture, oggi è finalmente chiaro a tutti, porta alla distruzione di tutti. Il mondo è plurale, il monismo lo uccide. 
Entra così in campo l’altro braccio della proposta di Francesco, la fratellanza. Francesco vuole archiviare anche l’altra domionismo, totalizzante, il sogno/incubo di dover costruire in terra la società escatologica, e riconosce come volontà di Dio la pluralità del mondo, io direi ”in rituum varietate”. Il suo è un cristianesimo plurale che, per me, non pretende più di essere ovunque “greco-romano”, si propone cristianesimo inculturato in tutte le culture e propone alle altre culture di passare dalla supposta inimicizia alla conclamata fratellanza, che comporta accettazione. Accettazione di tutto l’uomo, insieme a Fratello Sole e Fratello Luna che ne producono le differenze.  
Così facendo e operando, a mio avviso, Francesco crea le condizioni per dare al mondo senza nocchiero e in gran tempesta la possibilità di scegliere: volete che il 2020 ci riporti agli anni Trenta del secolo scorso o vogliamo su queste macerie rimboccarci le maniche insieme e cominciare a costruire un mondo plurale, ecologista e solidale, un mondo dove nessuno pretende di avere un pensiero completo, ma dove ogni parte accetta di convivere con le altri affinché il mondo resti mondo e non tanti mondi da conquistare e poi distruggere? Culture umane ed ecosistemi vanno preservarti insieme, perché il mondo è uno se si riconosce plurale negli uomini, nei fiumi, nelle foreste, nei mari, nei fossili, nella realtà animale e nei loro reciproci rapporti. Questa visione non può che interpellare, nella diversità, anche gli immanentisti, che percepiranno una diversità compatibile. Qui c’è un tratto per me molto personale e forte che mi porta a sentire la portata davvero universale del messaggio di Bergoglio.     
Tanti idioti hanno cercato la causa di quanto accade al mondo nell’ennesimo complotto. Scenarioni!!!!!!!!! E invece tutto stava in un piccolo pipistrello venduto alla fiera dell’est e che si sapeva pure che avrebbe provocato tutto questo, per il portato devastante dell’idea di dominio. Ma la sanità privata non guadagna nella prevenzione; e siamo dovuti (e voluti) arrivare impreparati all’appuntamento. Questo però lo puoi scoprire, a seconda delle diverse sensibilità, solo leggendo la “sua” Civiltà Cattolica. 
Ora nell’intervista a The Tablet e Commonweal Francesco ci dice una cosa in più: fratellanza, certo, ecologia, certo, riduzione dei consumi, certo, ma soprattutto creatività. Solo la creatività può coinvolgere intelligenza e povertà, speranza e senso di abbandono, inquietudine e sensazione di una nuova pace. All’Europa che davanti all’incendio arrivato ormai dentro casa sua dice al vigile del fuoco arrivato alla disperata ricerca di acqua “quando entra deve mettere subito le pattine altrimenti mi sporca il pavimento” lui risponde con parole che sembrano una scialuppa di salvataggio: “scendere nel sottosuolo e passare dalla società ipervitualizzata, disincarnata, alla carne sofferente del povero, è una conversione doverosa. E se non cominciamo da lì la conversione non avrà futuro.” Oggi che sappiamo che quella carne non è detto che sia quella di altri, queste parole non nuove per Francesco sono nuovissime per noi…. 

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