COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Ecco perché al Sisi a Parigi sta più in alto di Ciampi

Molti hanno scritto, forse per desiderio di dar conto della realtà dei fatti forse per desiderio di giustificare, che la decisione del presidente francese Macron di insignire il presidente egiziano della Legion d’Onore rientra nella prassi:  ogni Capo di Stato in visita in Francia la riceve. Sarà vero, ma non è tutta la verità. La Legion d’Onore infatti ha diversi livelli: il più alto, quello di Gran Maestro, compete d’ufficio al Presidente della Repubblica francese. Poi c’è il livello più ambito da tutti gli altri, la Gran Croce della Legion d’Onore,  l’onorificenza che Macron ha appuntato sul petto di al-Sisi. Non so se Bokassa, che ottenne la Legion d’Onore (e anche la Croce di ferro)  per meriti militari conquistati sul campo durante la II guerra mondiale, ne abbia ottenuta un’altra, magari in occasione dei banchetti con diamanti di cui tutte le cronache del tempo parlarono. Ma Carlo Azeglio Ciampi, come risulta dagli archivi del Quirinale, ha avuto il quarto tipo di Legion d’Onore, quella che lo qualifica come Commendatore della Legion d’Onore. Correva l’anno 1993 e il bel discorso che il nostro Presidente ebbe modo di pronunciare è ancora disponibile per chi sia interessato. Dunque Carlo Azeglio Ciampi  è Commendatore, mentre al-Sisi è Gran Croce. In mezzo, ad allargare il divario tra di loro agli occhi dell’Eliseo e del suo inquilino, c’è un altro livello, quello di Grand’Ufficiale della Legion d’Onore. 

I meriti di Carlo Azeglio Ciampi non saranno paragonabili, agli occhi di Macron, a quelli di al Sisi, ed è interessante che la valutazione su questa scala valoriale possa farsi nelle ore in cui principi e valori appaiono offuscarsi agli occhi dell’inquilino dell’Eliseo. Il punto debole, o più debole, della discussa “legge anti-terrorismo” o “anti-separatismo” sta proprio qui: nel presentarla come tesa a rafforzare i principi repubblicani ma per fare in realtà della laicità dello Stato non un principio costituzionale, ma un’ideologia. 

Macron  sa bene che è dal 1905 che le leggi repubblicane condannano e rendono perseguibili i discorsi d’odio -come quelli di alcuni imam dell’oggi- e quindi che non c’è bisogno della sua legge anti-terrorismo o anti-separatismo. Anche la poligamia è già perseguibile in Francia, sebbene questo con il terrorismo sembri entrarci poco visto che nessun terrorista risulta provenire da famiglie poligame. Il provvedimento di Macron non rafforza in alcun modo la lotta al terrorismo, ma qualcuno ha detto che si tratta di una legge di buon senso visto che intende proibire i certificati di vertiginità che alcun musulmani prenderebbero ancora dalle loro mogli. Cosa c’entri questo con il terrorismo non lo so, ma mi interesserebbe di più sapere se Macron di questo articolo ne  abbia discusso con la Gran Croce della Legion d’Onore al Sisi, che impose il ricorso ai test di verginità non per le aspiranti spose ma per le manifestanti che lo contestavano in piazza. 

Forse Macron valuta al-Sisi più “onorevole” di Carlo Azeglio Ciampi perché il suo disegno non è più liberale, ma basato sul nesso tra “identità” e “sicurezza”. 

In definitiva gli atti di Macron , dalla legge sul rafforzamento dei principi repubblicani al tipo di onorificenza concessa ad al Sisi si conciliano male con molte cose, in particolare con l’asserita predilezione presidenziale per  Emmanuel Mounier, il suo riferimento filosofico. Che strano… Parlare di Mounier  richiederebbe troppo spazio, visto che a sinistra è stato definito un pericoloso romantico anti-moderno e a destra un cripto marxista travestito da cristiano. Per il vecchio terzismo di Macron questo poteva essere un bel riferimento. Ma Mounier non indica una via di mezzo che va di qua o di là a seconda del momento e delle strategie elettorali. Indica una strada coraggiosa, il personalismo. Per sintetizzarla ricorriamo all’efficacia di Francesco Lamendola:  “ personalismo deriva da persona, che si caratterizza per la presenza dello spirito. Ciò che è privo di spirito, la materia, non può essere persona; la persona, d’altra parte, non si esaurisce nel soggetto individuale. Essa è trascendenza e, pertanto, possiede un valore che eccede l’esperienza esistenziale: essa è in un contesto, in una situazione, ma non si riduce al contesto e alla situazione, bensì tende a proiettarsi oltre. Il mondo e tutte le cose acquistano senso e valore proprio in virtù di questa eccedenza, senza la quale non vi sarebbero né senso, né valore”. Il nuovo corso di Macron, che ha mandato i poliziotti a disperdere i cattolici che pregavano nel rispetto delle norme sulle scalinate di chiese chiuse,  sbatte con ogni riga di Mounier. 

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