Obama e la svolta sull’immigrazione

Lo scorso 15 giugno Barack Obama aveva mandato un chiaro messaggio agli ispanoamericani, annunciando la messa in regola per gli immigrati clandestini, incensurati, con meno di 30 anni e giunti minorenni negli Stati Uniti. Martedì Bloomberg ha reso noti i risultati del sondaggio che registra la reazione positiva dell’elettorato, mentre su RealClearPolitics un’analisi cercava di dimostrare l’inutilità – in termini di voti – di una decisione simile e sul New York Times si proponeva l’interpretazione opposta, puntando l’attenzione soprattutto sulla reazione passiva dei Repubblicani, in stallo tra un’apertura che farebbe loro rinnegare le fondamenta della propria ideologia e una chiusura che consegnerebbe i voti dei latinos in mano a Obama. Il tutto nel giorno in cui il Pew Reaserch Center pubblicava gli ultimi dati sull’immigrazione americana in un report che ritrae il boom dei nuovi Asian-American, quasi sestuplicati dal 1965 ad oggi, e che risultano i più integrati, i più istruiti e i più soddisfatti tra le minoranze razziali negli Usa.

Egitto
Le condizioni di salute dell’ex Presidente egiziano Hosni Mubarak si aggravavano martedì, alla fine di una giornata importante per il Paese, con entrambi i candidati alle elezioni del 16 e 17 giugno a dichiararsi vincitori e le proteste in Piazza Tahrir, contro i militari dello SCAF (Supreme Council of the Armed Forces). Intanto alcune tra le più importanti testate mondiali commentavano la situazione dell’Egitto, concordando che la strada verso la democrazia è ancora lunga e tortuosa per il Paese e che non basteranno le elezioni per dare un senso a una rivoluzione per qualcuno “arresasi”, per qualcun altro “tradita”.

Grecia
La vittoria di Nuova Democrazia alle elezioni Greche del 17 giugno è stata sopravvalutata nella sua importanza: certo, è la sconfitta di un partito come Syriza che aveva puntato la campagna elettorale sul rifiuto dell’austerità; ma non avvicinerà la Grecia alla fine del calvario. Anzi. Lo spiega Micheal Schuman sul Time, affiancandosi così al pensiero di Krugman che, subito dopo i risultati elettorali e non senza un pizzico di sarcasmo (So they will now have the ability to continue pursuing an unworkable policy. Yay!) ha rilanciato i suoi pronostici circa l’uscita della Grecia dall’euro.

Reati on line
In Etiopia usare Skype, Google Talk e altri servizi di comunicazione VoIP (Voice over Internet Protocol) oggi è un reato che può costare fino a 15 anni di carcere. Il perché lo spiega Max Fisher, su The Atlantic. Tra le pagine del sito si trova anche un grafico che raccoglie in un solo colpo d’occhio duemila anni di storia economica dell’umanità.

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