Via l’Imu, arriva la “service tax”?

 

Il Corriere della Sera: “Prima lite, l’Imu è un rebus”. “Il Pd: una proroga. Berlusconi: via l’iposta o non ci stiamo”. A centro pagina l’immagine di una delle telecamere di sorveglianza di Palazzo Chigi, con gli spari a Roma lo scorso 28 aprile: “Preiti mirò alla testa del carabiniere”. Accanto, la politica interna: “Il governo ottiene la fiducia anche al Senato. D’Alema: abolire subito l’attuale legge elettorale per essere pronti al voto”.

 

La Repubblica: “Imu, il ricatto di Berlusconi. Via la tassa o cade iil governo”. Il premier ha ribadito ieri che si tratta di una sospensione, “Alfano rilancia: non si pagherà più”. In evidenza anche la missione di Letta a Berlino: “Letta alla Merkel: ora serve più crescita”. A centro pagina: “Le immagini shock di Palazzo Chigi: ‘Ha sparato da mezzo metro”. “Luigi Preiti filmato mentre fa fuoco. Non aveva mandanti né complici”.

 

La Stampa: “L’Imu fa già litigare Pd e Pdl. Letta dalla Merkel: ‘Manteremmo gli impegni ma ci vuole la crescita’. Tensione sull’imposta per la casa. Franceschini: ‘A giugno solo una proroga’. Berlusconi: ‘O la togliete o niente sostegno’”.

 

Il Giornale: “E adesso basta Merkel. Letta voila subito in Germania da Frau Angela, ma è ora di finirla con gli ordini di Berlino e di Bruxelles”.

 

Libero: “Il governo c’è, i soldi no. Subito la prima grana: non si sa come abolire l’Imu, il Pdl minaccia la crisi lampo. Se vuol durare il premier deve liberalizzare il lavoro, abbattere tasse e burocrazia, tagliare gli sprechi”.

 

Il Sole 24 Ore: “Sull’Imu il primo scoglio per Letta. Franceschini: non sarà tolta, poi corregge. Berlusconi: via la tassa o fuori dal Governo. Il premier: vale quello che ho detto in Aula”. Di spalla il richiamo di Napolitano in occasione del Primo Maggio: “Napolitano: un dovere concentrarsi sul lavoro. Ora riforme condivise”.

 

Politica, Imu

 

Il Sole 24 Ore parla di “tre ipotesi di revisione” dell’Imu: una sarebbe l’imposta unica, una “service tax” che raggrupperebbe tutti i servizi che i cittadini devono pagare per la casa”, e che dovrebbe tenere conto del prelieo comunale su immobili, rifiuti, e servizi, e sommarsi ad un prelievo mirato sulle case di pregio. Alternativa a questa, il “modello tedesco”, una tassa “completamente gestita dal territorio e strettamente legata ad una rivalutazione delle rendite”. La terza ipotesi è quella “meno invasiva”, che passerebbe per una intervento mirato che aumenti le detrazioni per l’abitazione principale e i carichi familiari.

Il quotidiano ricorda che il primo passo comunque dovrà essere quello di fare chiarezza nel Def, che parla di stabilizzazione dell’Imu dal 2014, quando terminerà la “fase sperimentale” prevista nel decreto salva Italia.

Il Corriere della Sera, con Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, spiega: “Una imposta che porta nelle casse dello Stato e dei comuni 24 miliardi di euro è difficile da cancellare a cuor leggero. E anche i 4 miliardi di gettito garantiti dalla sola abitazione principale – in media 289 euro per famiglia – non sono facili da eliminare. E l’impresa è ancora più ardua se si dovesse restituire quanto pagato nel 2012: il conto salirebbe a 8 miliardi”.

Da segnalare oggi una intervista a Massimo D’Alema, intervistato dal Corriere della Sera. “D’Alema: ‘Noi e loro siamo diversi. Il Pd deve progettare il suo futuro’. Il leader: inutile parlare di reggenti, è necessario eleggere un segretario”. D’Alema parla della riforma elettorale, e dice di essere preoccupato dall’idea, che è emersa dal dibattito dell’altro ieri, secondo cui la riforma della legge elettorale può avvenire solo dopo aver sciolto il nodo costituzionale della forma di governo. La mia proposta è quella di abolire preliminarmente e immediatamente il Porcellum. Dopo si potrà discutere con serenità di tutto, ma intanto daremmo ai cittadini la certezza che potranno comunque votare con un sistema elettorale diverso, scegliendo i propri parlamentari. Se c’è intesa, il governo può anche varare un decreto a riguardo. In questo modo, anche se la legislatura non dura tutto il tempo necessario per fare tutte le riforme, si può andare lo stesso ad elezioni senza problemi”. D’Alema dice di non avere intenzione di far parte “di alcuna convenzione”, e definisce “una forzatura inopportuna” la possibilità che sia Berlusconi a presiederla. Sulla sua “nomea” di “inciucista” racconta che “durante l’elezione per il capo dello Stato, il presidente Berlusconi ha avuto la cortesia di chiamarmi al telefono per spiegarmi le ragioni per le quali non riteneva possibile la convergenza sul mio nome. ‘La maggior parte dei nostri elettori non capirebbe, perché la considerano uno dei nostri avversari più pericolosi’”. E lei che ha risposto? “La ringrazio: se volesse fare una intervista per spiegare questo concetto anche a qualche elettore di sinistra…”.

 

Pd

 

Si terrà il prossimo 11 maggio l’assemblea nazionale del Pd, che dovrà affrontare il nodo della “reggenza” del partito. Su La Repubblica una intera pagina (“Cuperlo e Finocchiaro per la reggenza. Pronti a correre per la guida transitoria del partito. Ma Renzi preferisce Epifani”. Epifani viene intervistato sulla stessa pagina, e dice di essere “un semplice prlamentare, uno dei tanti pronto a dare una mano a rigenerare il Pd”. Il titolo della intervista è: “Si è spezzat il rapporto con la base, ora discussione vera o non c’è futuro”.

Secondo L’Unità “perde quota la soluzione Epifani reggente fino al Congresso che si terrà ad ottobre”. Su Libero: “Sotto il Pd fronda ci cova, e Pippo raccatta i pezzi”, dove si parla del “filogrillino Civati”, che sarebbe pronto a guidare personaggi che vanno “da Bindi ai prodiani, dai bersaniani ai giovani allla prima elezione”.

 

Obama, Guantanamo, Siria

 

Ieri il presidente Usa Obama ha tenuto una conferenza stampa per tornare a cento giorni dal suo insediamento. “Il carcere di Guantanamo deve essere chiuso, tornerò a chiederlo al Congresso”, ha detto, rispondendo ad una domanda su quanto sta avvvenendo nella prigione militare Usa situata nell’isola di Cuba. La Stampa ricorda che sono oltre 100 i prigionieri in sciopero della fame da febbraio, 21 sono intubati e il Pentagono ha mandato un team di 40 specialisti per affrontare la situazione di emergenza. Obama ha detto: “Guantanamo è inefficiente, costoso, indebolisce la nostra posizione internazionale, nuoce alla cooperazione con gli alleati nella lotta al terrorismo, è uno strumento di reclutamento per gli estremisti, è contrario a ciò che noi siamo e deve essere chiuso”. Se questo non avviene è responsabilità “del Congresso, che ha bocciato la proposta dell’amministrazione Obama di spostare i detenuti in centri di massima sicurezza in America”. L’obiezione del Congresso riguardava la difficoltà di tenere in prigioni federali i terroristi jihadisti, e Obama ha risposto citando “i singoli casi di jihadisti ‘catturati, condannati all’ergastolo e detenuti in carceri sul territorio degli Stati Uniti, come nel caso dei falliti kamikaze di Times Square e di Detroit”. Sullo stesso quotidiano una analisi spiega anche che il problema per i 166 detenuti a Guantanamo è che il loro status giuridico “è un rebus che neppure la Corte Suprema è riuscita a risolvere fino in fondo”.

 

Sul Corriere, oltre che su Guantanamo, ci si sofferma sulle parole usate da Obama sulla Siria. “Usate armi chimiche. Però non sappiamo ancora da chi”. Scrive il quotidiano che Obama “ora sostiene che temporeggiare è un gesto di responsabilità, non di debolezza. Nessuno pensa a una invasione americana del Paese mediorientale, ma i repubblicani vorrebbero la creazione di una ‘zona di non volo’ sul cielo di Damasco e chiedono che vengano armati i ribelli. Il presidente replica che fino qui gli Usa sono stati quelli che hanno aiutato di più la resistenza, anche se non inviando direttamente armi. E aggiunge che lanciare un intervento più massiccio quando non è ancora chiaro chi ha usato davvero i gas, dove e quando, rischia di essere controproducente. ‘Muoversi senza avere in mano prove schiaccianti rende più difficile coagulare il necessario sostegno della comunità internazionale’”. Un commento di Massimo Gaggi, sullo stesso quotidiano, spiega che Obama ha detto quello che gli analisti “avevano già intuito: gli Usa non hanno intenzione di farsi trascinare in un altro conflitto e per ora temporeggiano anche davanti alle prove di impiego di armi chimiche (gas sarin) contro i ribelli.

 

Su Il Foglio si parla del “lato libanese” della Siria, “zona di guerra tra Hezbollah e ribelli”. Il quotidiano ricorda che l’inviato de La Stampa sparito da quasi venti giorni è entrato in Siria dal confine libanese “proprio mentre in quell’area si apriva un nuovo fronte di guerra tra i ribelli e il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato storico del presidente Bashar Al Assad”. E si parla di un viaggio fatto due giorni fa dal leader di Hebzollah Nasrallah, che non amerebbe spostarsi troppo, in Iran.

 

 

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