Riforme, tra ghigliottina e sit-in

Il Corriere della Sera: “Tempi tagliati, opposizioni in rivolta”. “La maggioranza impone il voto entro l’8 agosto. Fronte contrario di Sel, Lega e 5 Stelle”. “Corteo di protesta al Quirinale. Renzi: non mollo, basta con i no”. In alto: “Tra le macerie di Gaza: Fuoco, morte, lacrime”. “Colpita una scuola dell’Onu”.
A centro pagina,con foto: “Meriam dal Papa: ‘Finito un incubo’”.

La Repubblica: “Riforme, è battaglia. Le opposizioni marciano sul Colle”, “Sit-in dopo la decisione di chiudere il voto entro l’8 agosto”, “Renzi: non mollo, basta con i no. Grillo: democrazia uccisa”.
In una grande foto un palestinese tiene in braccio una bimba ferita ieri in un raid su una scuola dell’Unrwa: “Gaza, bombe sulla scuola Onu, strage infinita di donne e bambini”. E il richiamo ad un’analisi di Adriano Sofri, alle pagine R2 Diario: “Tregua, l’ultima speranza”.
A centro pagina: “Addio ripresa per l’Italia. Fmi: solo 0,3% in più di Pil”.

La Stampa: “Opposizioni, protesta al Colle”, “’Tagliola sulle riforme: voto entro l’8 agosto. Renzi: deciderà un referendum”, “Contro l’ostruzionismo contingentati gli interventi al Senato. E 50 parlamentari improvvisano un corteo al Quirinale”.
Sotto la testata: “Colpita scuola Onu. Scambio di accuse tra Israele e Hamas”, “Ban-Ki Moon: le uccisioni devono finire”.
La foto a centro pagina è per Meriam Yahya Ibrahim, la sudanese cristiana che era stata condannata a morte per apostasia, nel corso del suo incontro ieri con il Papa: “A Roma la donna che ha commosso il mondo”.

Il Sole 24 Ore: “Al Senato, sì della commissione al Dl competitività, oggi in Aula. Confindustria: il fisco scoraggia gli investimenti”. “Taglia-vincoli per le imprese”. “Dal 2015 solo Scia o autocertificazione per avviare una attività”, ovvero una delle novità del provvedimento nel testo uscito dalla Commissione Industria e Ambiente di Palazzo Madama.
Di spalla: “Riforme, opposizioni in corteo al Quirinale. Renzi: ‘Non mollo’. La linea del Colle: tutela dei diritti ma no allo stallo del Parlamento”. “Stretta della maggioranza: voto entro l’8 agosto”.
A centro pagina: “L’FMI abbassa le stime di crescita globale”. “Pesa la frenata Usa e Eurozona. Ma in luglio migliora la fiducia delle aziende e le Borse risalgono. Milano + 2 per cento”. “Renzi: ‘Molto difficile’ che quest’anno il Pil aumenti dello 0,8 previsto nel Def”. Il quotidiano offre anche un “colloquio” con il Commissario Straordinario Ilva Gnudi: “Salviamo l’Ilva, anche con capitali italiani”.

Il Giornale: “Politici in piazza. A casa mai”. “È guerra a Renzi”. “Degenera la lite sulla riforma del Senato. Marcia delle opposizioni sul Quirinale”.
A centro pagina, con foto: “L’orrore integralista. Crocifissioni, nuova arma della Jihad”. “Lo Stato islamico proclamato in Irak è sempre più forte. E l’Occidente ne ha paura”, di Magdi Cristiano Allam.

Il Fatto ha in apertura una grande foto dei parlamentari che ieri hanno lasciato il Senato per recarsi al Colle sotto il titolo: “La rivolta”, “Corteo al Quirinale contro la deriva autoritaria”, “Drammatica battaglia al Senato. Grasso cede a Re Giorgio & Pd e aziona la tagliola: tempi contingentati e voto sulla riforma entro l’8 agosto. 5Stelle, Lega e dissidenti Fi salgono al Colle. Napolitano non li riceve”.
In taglio basso: “Gaza, Israele bombarda la scuola Onu”.

Il Manifesto: “Tagliatori di teste”, con foto di Napolitano e Renzi, che “vanno alla prova di forza sulle riforme costituzionali”. In evidenza anche una intervista alla costituzionalista Lorenza Carlassare: “Così si strozza la democrazia”.

Riforme

Il Fatto, in riferimento al “corteo” verso il Quirinale: “Porta in faccia al Nuovo Aventino”, “d’altronde c’erano poche speranze che il Colle – che in questi giorni ha difeso a spada tratta il ddl Boschi – si alzasse improvvisamente per censurare la scorrettezza di Grasso”. La pagina precedente sottolinea, con un commento di Salvatore Cannavò: “Il Patto del Nazareno è anche di Re Giorgio”. Dove si legge anche che la stessa scelta assunta ieri dal Presidente del Senato e dalla conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari è probabilmente scaturita dall’incontro che lo stesso Grasso ha avuto due giorni fa con il capo dello Stato.
Il quotidiano intervista il vicepresidente della Camera e deputato M5S Luigi di Maio: “Il Colle non arbitra, gioca da capitano”. Sulla salita al Colle e l’accostamento all’Aventino degli Anni Venti Di Maio risponde: “Non faccio paragoni. Dico solo che il combinato disposto tra una legge elettorale senza preferenze, un Senato elettivo che esprimerà la classe politica più corrotta del Paese, quella delle Regioni, e l’affossamento di un istituto come quello del referendum, mi spaventa molto. Anzi, mi terrorizza. Al confronto il Porcellum non è niente. Questi stanno consegnando il Paese nelle sole mani delle segreterie di partito” , il Colle “interviene” non “per garantire le regole del gioco ma per censurare espressioni democratiche non in linea con il suo governo”.

La Stampa sintetizza in un titolo la reazione e le dichiarazioni del presidente del Consiglio alla vista -in tv- del “corteo”: “’Il sit-in al Colle dimostra chi sono i conservatori’”. Il quotidiano evidenza un ottimismo di fondo da parte del premier e riferisce una considerazione di un parlamentare anonimo di lungo corso che in passato ha ricoperto incarichi di prima grandezza: il presidente del Senato si è “piegato”. Ma ora bisognerà capire come si andrà avanti: ovvero se tutta la maggioranza reggerà alla prova del 9 delle votazioni in aula. Ma la tagliola consentirà intanto al presidente del Consiglio di presentarsi al vertice Ue di fine agosto con le carte in regola, perché sul muro contro muro sui tempi il vincitore è lui. Antonella Rampino, sulla stessa pagina: “La lezione di Napolitano: tenere la rotta ma nel dialogo”. “Non è affatto usuale che le porte del Colle si aprano su una richiesta avanzata all’ultimo minuto: è un segnale, fortemente politico, di ascolto”, secondo la Rampino.

La Repubblica: “Il premier sfida i frenatori: ‘L’autoritarismo è una scusa, i conti si fanno al referendum’”, “Il capo del governo: ‘Di questo testo si sta parlando da tre anni’, “Lo ‘scudo’ di Napolitano ammorbidisce i dissidenti del Pd”. Il quotidiano intervista il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, leghista e correlatore del disegno di legge di riforma costituzionale insieme alla senatrice del Pd Anna Finocchiaro: “E’ tutto in vacca, cercano pretesti per votare” è il titolo dato al colloquio. Cosa è successo a Palazzo Madama? “Per dirla in inglese hanno mandato tutto in vacca. Le riforme entro l’8 agosto non si approveranno”, “ho proposto al governo la riscrittura dei due primi articoli. Avrebbe cassato 6mila emendamenti”, ma il governo “era perplesso”. Cosa propone? “C’è una possibile soluzione sulla democrazia diretta e sull’immunità perché ci abbiamo lavorato con la Finocchiaro. L’elezione diretta va tolta invece dal tavolo. Capisco che è l’architrave del progetto di Renzi. Ma nessuno gli chiede di dire sì. Farebbe bene a rimettersi all’aula perché alla fine decidono i senatori con dei voti segreti”.

Il Corriere ospita una lunga intervista di Alan Friedman al premier, in cui parla di tutti i temi sul tappeto e “si mostra molto determinato, molto sicuro di sé. ‘In Italia’, sostiene il presidente del Consiglio, ‘c’è un gruppo di persone che dice ‘no!’ da sempre. E noi, senza urlare, diciamo ‘sì!’. Poi, con la risolutezza del toscano di razza, sentenzia in modo laconico: ‘Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo!’”. Parla anche di disoccupazione, debiti nei confronti delle imprese, Ucraina, Medio Oriente.

Su Il Giornale (“il caso”) si scrive che “il Pd scarica Grasso, ‘arbitro’ quando fa comodo. Per i democrat ha favorito l’ostruzionismo. Ma sulla decadenza del Cav lo difesero a spada tratta”.
Un altro articolo de Il Giornale si sofferma sul Pd e il centrosinistra: “Ora i nemici di Renzi tremano: ‘vuol votare per spazzarci via”. “Il premier è deciso a portare fino in fondo la minaccia di urne anticipate per incassare il consenso ‘anticasta’. I bersaniani a Vendola: Sel deve tenere duro”.

Ancora su La Repubblica, segnaliamo il commento di Francesco Merlo: “Il footing dell’ostruzionismo”, “Che non sia in gioco la democrazia lo si capisce dal tono scanzonato di quel corteo di protesta al grido grillesco lanciato via Facebook”.

Sul Corriere Massimo Franco scrive che “in teoria avere prefissato i tempi degli interventi” dovrebbe garantire l’approvazione del ddl con la riforma del Senato nei tempi previsti, ma “il condizionale è obbligato”, e “la decisione della maggioranza” di ridurre i tempi “moltiplica le accuse contro Renzi di concentrarsi sulSenato e non sulle questioni economiche e sul lavoro, mentre l’Italia non aggancia la ripresa”. Acche il quotidiano milanese dà conto delle parole di Roberto Calderoli, leghista e uno dei relatori della riforma: “Si è calpestato il buonsenso”, “rischiamo di finire tutti in una buca”.

FI, Berlusconi

Sul Corriere viene intervistata Mara Carfagna: “Superare gli attriti personali. La riunificazione va fatta, il leader è Silvio”. Carfagna non nega che per mettere insieme Lega, FdI, Ncd, e Forza Italia “ci sono dei grandi ostacoli da superare”, ma dice che “paradossalmente sono più di natura umana che politica”.
Sulla stessa pagina: “Berlusconi vede Fitto.Tregua sulle riforme ma resta la distanza”. “Divergenze sulla gestione del partito”. Il quotidiano dà conto delle parole del Cav: “Le riforme vanno fatte anche perché il nostro elettorato è il primo a volerle. Ma il modo di fare di Renzi sul Senato si sta rivelando rischioso anche per noi’. E ancora: ‘Io sto facendo di tutto per ricomporre il centrodestra e, per tutta risposta, ricevo gli sberleffi di molti dei signori che stanno con Alfano. Ti fanno venire la voglia di lasciare ciascuno al suo destino…’. E non è tutto. ‘Raffaele, dici che ci converrebbe andare a votare con la legge elettorale vigente?’. Quando Raffaele Fitto esce da Palazzo Grazioli dopo un’ora e mezza di colloquio con Silvio Berlusconi, e siamo a metà del pomeriggio di ieri, dentro Forza Italia ciascuno si muove come può per ricostruire com’è andato il colloquio tra i due”.

Il Giornale: “Berlusconi vede Fitto e apre sulle primarie: ‘Non sono contrario’. NCD in subbuglio: rissa davanti ad Alfano tra Quagliariello e Lupi su alleanze e strategie”.

Economia, Alitalia, Ilva

Il Corriere: “Il Fondo taglia la crescita dell’Italia, allarme conti. Previsioni dimezzate allo 0,3 per cento per il 2014. Frena anche la Francia mentre Madrid accelera”.

Il Sole 24 Ore scrive che “La gelata dell’economia americana nel primo trimestre è la causa principale del taglio alle previsioni di crescita mondiale nel 2014, dal 3,7 per cento al 3,4, annunciato ieri dal Fondo monetario internazionale. Ma anche la Cina è in rallentamento, e la Russia, la più colpita dalle tensioni geopolitiche di questi mesi, è in stagnazione, mentre nell’area dell’euro sono state riviste al ribasso le previsioni su Italia e Francia”. Quanto all’Italia, e il suo 0,3 per cento di crescita, è “la peggiore delle quattro grandi economie dell’eurozona (le stime della Germania e della Spagna sono state invece riviste al rialzo, rispettivamente all’1,9 e all’1,2 per cento) e anche del G-7. La previsione del Fondo sull’Italia resta peraltro leggermente superiore a quella di molti economisti indipendenti”.

Ancora su Il Sole 24 Ore: “Renzi: difficile confermare la stima sul Pil 2014 allo 0,8. Il quotidiano dice che il premier ha anche voluto sottolineare che non è il caso di “drammatizzare”, perché “che la crescita sia 0,4 o 0,8 non cambia niente per la vita quotidiana delle persone”. Precisazione successiva del suo ufficio stampa: Renzi voleva dire che non sono i decimali di crescita di Pil a fare la differenza sull’occupazione”.

“Etihad ora minaccia: ce ne andiamo”: è il titolo di un articolo del Corriere della Sera, dedicato alla acquisizione di Alitalia e ai numerosi annunci di conclusione delle trattative. Secondo il quotidiano l’Ad di Etihad, Hogan, avrebbe dato un ultimatum: lunedì 28 luglio per risolvere i problemi sindacali e quelli degli azionisti. Il fronte sindacale è “diviso”, ricorda il quotidiano, con la Uil che non partecipa al referendum tra i lavoratori sull’accordo, siglato dagli altri. Il referendum è stato voluto dalla Cgil.
Tra gli azionisti, c’è il nodo Poste, con il nuovo Ad Caio che intende investire risorse in Alitalia solo se l’investimento ha un “forte orientamento al futuro”.

Il Sole 24 Ore spiega la questione: “Alitalia, slitta il sì al salvataggio”. “Il Cda propone un aumento di 250 milioni, manca però l’accordo con POste”, che è “disposta a mettere altri soldi – Poste ha il 19 per cento di Alitalia, e dovrebbe versare tra i 40 e i 50 miliardi – solo nella nuova compagnia (senza debiti) in cui entrerà Etihad (Poste avrebbe il 5 per cento),oltre alla richiesta di sinergie (per esempio: vendere i biglietti aerei agli sportelli postali). “Ma è una richiesta inaccettabile per le banche”, che si sono “accollate tutti i sacrifici chiesti da Etihad per evitare il fallimento di Alitalia e non accettano il principio che il socio Poste sia indenne dai rischi cui loro sono chiamate”.
Piero Gnudi, commissario straordinario Ilva, viene intervistato dal Sole 24 sul futuro dell’acciaieria e i possibili nuovi assetti societari. “Salvare l’azienda conviene a tutti, la soluzione in una nuova compagine azionaria”. “Non estrometto i Riva” è il titolo più grande.

Gaza, Ucraina

Il reportage da Gerusalemme su La Stampa è firmato da Maurizio Molinari: Colpita la scuola dell’Onu, è strage di sfollati palestinesi”, “Almeno 16 morti. Hamas e Israele si accusano: ‘Colpa di un tank’. ‘No, di un razzo’”. La scuola colpita è quella di Kaa-Albir, uno dei luoghi dove l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) accoglie circa 140mila civili che hanno dovuto abbandonare le case a seguito delle operazioni militari. Si tratta -scrive Molinari- di una lampante violazione dello status dell’Onu.

Su La Repubblica, la corrispondenza di Fabio Scuto: “Morte sotto la bandiera Onu, a Gaza cannonate su una scuola, è strage di donne e bambini. ‘Israele sapeva dei rifugiati’”, “Uccise 17 persone, 200 feriti. L’esercito: ‘Indagheremo’. L’Unrwa: ‘Avevamo chiesto una tregua per portarli via’”. Chris Guinness portavoce dell’Unrwa, spiega che c’era stato un tentativo di allestire con Israele un corridoio umanitario per consentire lo spostamento dello staff e di una parte degli sfollati della scuola verso Gaza City: “in mattinata avevamo cercato di negoziare una tregua per permettere ai civili palestinesi e al nostro personale di lasciare la struttura”, “ma non ci è stata accordata”, “le coordinate precise di questo ‘rifugio’ a Beit Hanoun erano state formalmente fornite all’esercito israeliano”. Il quotidiano intervista lo scrittore israeliano Meir Shalev, che dice: “Il sangue va fermato. Sono urgenti negoziati veri”, “Altrove le guerre si fanno per il petrolio, qui si fanno per la fede, l’onore, la vendetta”.

Su La Stampa: “In Francia si apre il secondo fronte. Quadruplicato l’esodo degli ebrei”, “Manifestazioni violente e odio alimentano l’emigrazione verso Israele”. In basso, sulla stessa pagina, si dà conto della “escalation in tutta Europa” e si focalizza l’attenzione sulla Germania, dove -si scrive- la cancelliera Merkel “prova a fermare l’onda antisemita. ‘Attacco alla democrazia’”. E il sindacato di polizia tedesco ha chiesto al governo di espellere gli stranieri che incitino alla violenza.

La Repubblica intervista lo scrittore francese Marek Halter, sopravvissuto del Ghetto di Varsavia: “I massacri e l’antisemitismo, gli intellettuali sono paralizzati”, “Troppo odio, così rischiamo un incendio devastante. Ho paura: sento dire ‘morte agli ebrei’ e e nessuno va in piazza per la pace”.

Su Gaza, Il Corriere ospita un intervento della artista israeliana Noa: “Solo la tregua può salvarci”, dove si parla della “povera gente di Gaza” stretta tra le “tattiche talebane di Hamas” e i “bombardieri F16 dell’esercito israeliano”.

Oggi, ricorda La Repubblica, l’Unione europea deciderà sanzioni più dure verso Mosca. “Gli Usa: ‘Da Mosca armi pesanti ai ribelli’”, è il titolo dell’articolo che il quotidiano dedica alla questione.

Su La Stampa: Oligarchi nel mirino di Bruxelles. Ma la ‘fase tre’ slitta ancora”. Sulla stessa pagina “la storia” raccontata da Anna Zafesova si occupa del presidente russo: “Lo Zar assediato e le sue paranoie. Anche un assaggiatore per il cibo”, “Ossessione per la pulizia, salutismo e paura di attentati scandiscono la giornata. Putin non beve, non fuma, unico ‘vizio’: far aspettare per ore i collaboratori”.

Su La Repubblica un commento di Adam Michnik descrive la politica del presidente Putin come un “avventurismo permanente”: il presidente russo ha la mentalità di un colonnello del Kgb e non vuole permettere all’Ucraina di camminare in modo indipendente.

Intanto, come spiega La Stampa, il premier ucraino Yatseniuk si è dimesso: “finiti i soldi”. La coalizione parlamentare è venuta meno dopo l’abbandono del partito Udar del pugile Klitchko e dei nazionalisti di Svoboda.

Il Sole 24 Ore si occupa della situazione in Ucraina: “Crisi di governo a Kiev: lascia Yatsenyuk. Il presidente Poroshenko punta ad usare le elezioni parlamentari anticipate per consolidare la propria squadra”. Due grafici mostrano le scadenze del debito ucraino nei prossimi mesi e i conti pubblici, con il rapporto deficit-pil.

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