Quei gufi di Moody’s

Le previsioni di Moody’s sull’economia italiana, l’esercito schierato in iraq mentre l’avanzata jihadista conquista posizioni, l’elezione di Tavecchio alla guida della Federcalcio, le parole del Ministro Alfano sull’immigrazione: questi i temi principali sulle prime pagine di oggi.

 

Il Sole 24 Ore: “Allarme di Moody’s sull’Italia. Ma secondo l’Ocse ‘per l’economia italiana fase positiva in arrivo’. L’agenzia di rating taglia il Pil 2014 a -0,1 per cento e alza il rapporto deficit Pil. La Ue: riforme necessarie ma decide Roma”.

Di spalla una intervista all’ex Ministro Sacconi: “Via l’articolo 18, patto entro agosto”.

 

Il Corriere della Sera: “Ue e mercati chiedono riforme”. “Moody’s: Italia in recessione. Ma l’Ocse: fase positiva”. “Bruxelles: cambiamenti necessari per la crescita, però decide Roma. Renzi chiama la Casa Bianca”.

In alto: “I blindati di Baghdad: ora si teme un golpe”. “Il premier Maliki sostituito chiede ai soldati di scendere nelle strade della capitale”. “I jihadisti avanzano verso il Kurdistan”.

L’editoriale, firmato da Sergio Romano, è titolato “L’ostinazione di un Presidente. La strategia perdente di Obama”.

 

A fondo pagina: “Tavecchio, un gaffeur al potere. Il candidato famoso per l’uscita razzista eletto alla guida della Federcalcio”.

 

La Repubblica: “Moody’s gela l’Italia: niente crescita. L’articolo 18 spacca il governo. Rischio manovra da 25 miliardi. Riforma del lavoro, scontro Ncd-Pd. ‘Stanchi dei vu cumprà’, bufera su Alfano”. Un commento di Francesco Merlo è titolato: “Angelino e Carlo, il razzismo populista”.

A centro pagina: “Iraq in fiamme, Hillary choc: ‘ecco le colpe di Obama’”. In una intervista la ex Segretario di Stato ha parlato degli errori Usa nelle crisi di questi anni.

 

La Stampa: “Moody’s gela l’Italia sul Pil. “Per il 2014 previsto un -0,1 per cento. Renzi: a fine anno tornerà la crescita. L’agenzia di rating rivede al ribasso le stime precedenti: ‘La recessione aumenta gli ostacoli per le riforme’”. Di spalla: “’Ora basta vu cumprà’. Alfano accusato di razzismo”.

In alto: “Iraq, asse tra Italia e Francia. ‘Armi ai curdi contro l’Isis’. A Baghdad rischio golpe. Cambia il premier ma Al Maliki non lascia”.

 

Il Giornale: “Ora Alfano scopre I ‘vu cumprà’. Dopo aver cancellato il reato di clandestinità e promosso la folle operazione ‘Mare nostrum’ il ministro non vuole stranieri nelle spiagge italiane. Ma sono gli stessi che ha fatto entrare lui”.

 

Moody’s, Ocse, economia

 

 

La Repubblica: “Anche Moody’s gela l’Italia. ‘Pul 2014 in calo dello 0,1 per cento”. L’Agenzia di rating “stima il deficit al 2,7 per cento”. E “Renzi peggiora la previsione: ‘Indebitamento al 2,9 per cento”.

Secondo il quotidiano l’agenzia di rating “si mostra pessimista” sull’Italia, e dice che “la contrazione dell’economia minaccia lo sforzo di consolidamento fiscale del governo”. L’analisi esprime diverse perplessità sulla efficacia delle riforme, “le stesse che emergono dalle domande poste al premier dal Financial Times”. Moody’s cita anche l’esperienza del commissario alla spending review Cottarelli che ha “rivelato le difficoltà dell’Italia nel rendere permanenti le riduzioni di spese di fronte alla pressione politica”. Nel giudizio di Moody’s c’è invece un giudizio positivo (“una misura importante”) sugli 80 euro.

Un altro articolo su La Repubblica: “Il premier: ce la faremo, nonostante I pessimisti”. “Ma la manovra d’autunno si avvicina a 25 miliardi”.

Il Sole 24 Ore, che pure dedica una pagina alle previsioni dell’agenzia di rating Moody’s, dedica un altro articolo al “superindice” dell’Ocse, un “anticipatore di tendenze” sull’economia elaborato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che è improntato ad un “cauto ottimismo” sulle prospettive di Italia e Francia. A preoccupare l’Ocse è invece la Germania, che “dovrebbe subire nei prossimi mesi un ulteriore rallentamento”, secondo l’Ocse. Dopo un primo trimestre 2014 molto buono, l’economia tedesca ha infatti “progressivamente perso velocità”, che non si spiega solo con le “crisi geopolitiche” di Ucraina e Russia.

 

Su La Repubblica una pagina è dedicata ai rapporti con Bruxelles, che si preparerebbe “allo scontro con Roma: ‘Procedura sul deficit, ipotesi giù sul tavolo’”.

Sul Sole Adriana Cerretelli, che firma l’editoriale, si occupa del tema delle “cessioni che ci piacciono” e di quelle che “non ci piacciono”, torna a citare l’intervista di Renzi al FT, e scrive di probabili tensioni con l’Europa, e in particolare con la Germania, nel prossimo autunno.

Su La Repubblica una intervista all’economista Lucrezia Reichlin: “Draghi non ha detto di cedere sovranità, ma che I Paesi devono coordinarsi sulle riforme e decidere collettivamente le priorità. In una unione monetaria le decisioni che l’Italia deve prendere, dalla burocrazia alla giustizia, sono importanti per tutti”.

 

Articolo 18

 

Il Sole 24 Ore intervista Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro del Senato, esponente del Ncd, che chiede alla maggioranza un “accordo politico per il superamento dell’articolo 18”. Con questo accordo, dice, entro pochi giorni potrebbe essere approvato il disegno di legge delega sul lavoro all’esame del Senato. Davanti ai dati di Moody’s, dice Sacconi, “il Governo dia un segnale di superamento dell’attuale assetto regolatorio del mercato del lavoro – fermo su vecchi equilibri di compromesso fatti quando ancora esisteva una Italia dell’Est”.

Su La Repubblica si legge che “il Pd stoppa Alfano” sull’articolo 18. Il quotidiano offre due interviste: Maurizio Landini, leader Fiom (“Così il ministro getta benzina sul fuoco, Renzi non lo ascolti”) e Filippo Taddei, del Pd: “Basta parlare di totem, per I giovani assunti servono anche tutele”, ricordando che nel disegno di legge ci sono “tutele crescenti”, e dunque a un certo punto per chi lavora entra in funzione anche l’articolo 18.

Il Giornale: “Ncd vuol licenziare l’articolo 18. Forza Italia ci sta: proviamoci”.

Sul Corriere una analisi di Enrico Marro: “Via il tabù, ma nella realtà per I giovani già non vale”.

 

Iraq, Usa

 

Sul Corriere l’inviato dall’Iraq Lorenzo Cremonesi scrive dh “crisi politica aperta”, da quando ieri all’alba sono comparsi in centro a Baghdad I militari dei battaglioni scelti, in assetto di combattimento. Sono fedeli al premier Al Maliki, e sfidano il presidente Masum, che ieri ha reso noto la sua scelta di nominare premier Haider Al Abadi, sciita definito “pragmatico”. Al Maliki resiste e con I suoi fedelissimi non vuole lasciare il suo posto, parla di colpo di stato e rivendica il suo diritto ad un terzo mandato. Intanto gli estremisti dell’autoproclamato Califfato proseguono una offensiva militare che “ora minaccia Baghdad”.

 

Sul Sole 24 Ore Alberto Negri scrive: “Così il caos di Baghdad ‘aiuta’ l’avanzata del Califfato.

 

Su La Stampa un ritratto di Al Abadi, “lo sciita che piace a Washington: ‘Distruggerò l’Isis’”.

 

Per tornare al Corriere: “Hillary si smarca da Obama. ‘Doveva intervenire in Siria’. La Clinton guarda già alla corsa per la Casa Bianca del 2016”. In una intervista a The Atlantic la ex Segretaria di Stato ha criticato l’amministrazione per non aver sostenutoi gruppi filo-occidentali nella guerra in Siria. Un portavoce della Clinton ha comunque negato che l’intervista sia stata concepita “con l’obiettivo di lanciare una sua candidatura alle prossime presidenziali”, e che è piuttosto una delle iniziative editoriali a sostegno della campagna pubblicitaria per il suo libro di memorie “Scelte difficili”.

La Repubblica pubblica l’intervista a The Atlantic: “Ecco gli errori dell’America, ora la jihad è come l’Urss”. Nella intervista Clinton dice che non sa dire “se la situazione sarebbe diversa se si fosse fatto come consigliavamo Ford e io” in Siria, ma “se avessimo scelto, addestrato ed equipaggiato il nucleo nascente del Libero esercito siriano avremmo capito meglio la realtà sul territorio”. Ma “capisco le cautele dell’Amministrazione”, e “gli jihadisti sono spesso armati in maniera indiscriminata da altre forze e noi non siamo stati in grado di impedirlo”.

 

Su La Stampa: “Lo spin doctor di Obama: ‘Così vi insegno a vincere’. Mitch Stewart, che è stato “Battleground states director” delle presidenziali 2008 e 2012, lavora ora con Clinton, diventando “il guru del gruppo ‘ready for Hillary’”, che sta preparando la campagna per Hillary.

 

E poi

 

Sulla fecondazione assistita e le norme su quella eterologa, dopo la decisione del governo di non varare provvedimenti, La Stampa scrive che “le regioni vanno in ordine sparso: c’è chi vuole dare il via libera subito ai trattsmenti e chi teme che I costi siano insostenibili per I bilanci”. Quattro regioni potrebbero “seguire la Toscana” che ha già una legge che consente la fecondazione eterologa. Puglia, Liguria, Umbria e Lombardia sarebbero “pronte a partire con norme transitorie”. Il quotidiano intervista il presidente della Regione Piemonte Chiamparino invece chiede prudenza: “La fecondazione eterologa deve essere assolutamente garantita”, e occorre “ampliarne l’accesso”, ma “è necessario sciogliere il nodo delle condizioni di accesso, sia economche che normative”. Bisogna insomma evitare “un’Italia a macchia di leopardo”. Chiamparino dice che il 26 agosto fisserà un incontro con il ministro Lorenzin.

 

Enzo Bianchi firma su La Repubblica una riflessione sul “grido dei cristiani e il nostro silenzio”, a partire dai rifugiati ad Erbil.

 

Su La Stampa un articolo su Giovanni Guareschi e la sua condanna a venti mesi di carcere per “aver pubblicato una lettera di De Gasperi risultata falsa”. “L’Italia post-fascista che censura e imprigiona Guareschi”. Nella falsa lettera De Gasperi chiedeva agli Alleati di bombardare Roma ancora occupata.

 

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