Atene vara il piano di austerity

Le aperture

La Repubblica: “Sì all’austerity, Atene brucia”, “Centomila in piazza: ‘Basta sacrifici’. Il voto nel Parlamento assediato”, “Black bloc scatenati: assalto alle banche, negozi distrutti, molotov sulla polizia. Centinaia di feriti. Tra i manifestanti anche il musicista Theodorakis”.
Di spalla: “Articolo 18, bufera sull’intesa. Monti accelera”, “Camusso e premier: nessun vertice segreto. Repubblica conferma”.
In taglio centrale: “La Lega araba abbandona Assad, ‘In Siria urgente l’intervento Onu”.
In basso: “A Genova Pd sconfitto. Doria vince le primarie”.

Corriere della Sera: “Sì ai tagli, Atene in fiamme”, “parlamento sotto assedio, scontri, assalto alle banche”, “Passa nella notte il piano chiesto dalla Ue. Rapporto di Bruxelles: Italia poco competitiva”.
Taglio centrale: “Genova, schiaffo al Pd. Alle primarie vince il candidato di Vendola”, “Battuto il sindaco, crollo dell’affluenza”.

La Stampa: “Atene, banche in fiamme”, “Il governo: sacrifici o il baratro. Ok del Parlamento al piano di austerity”.
Sulle primarie a Genova: “Schiaffo al Pd, vince Vendola”, “Doria, candidato di Sel, batte a sorpresa Vincenzi e Pinotti”.
In evidenza anche il decreto liberalizzazioni: “Monti: no a emendamenti a pioggia. Il premier pensa all’ipotesi fiducia”.
Un richiamo in prima per l’intervista del quotidiano al ministro della Giustizia Paola Severino: “Severino: in carcere si muore di fresso. E’ una vera tragedia”.

Il Giornale: “I finti tagli di re Giorgio”, “Il Quirinale annuncia risparmi per 60 milioni. Eppure il Colle costa ancora il doppio dell’Eliseo”. “E intanto Atene brucia: assedio al Parlamento contro il piano lacrime e sangue”.
Grande foto a centro pagina per il segretario del Popolo della Libertà Angelino Alfano: si tratta delle sue dichiarazioni, ieri alla trasmissione ‘Che tempo che fa’. “Passera, primarie e Formigoni: le verità di Alfano”. Alfano ha risposto alla proposta del governatore della Lombardia Formigoni, che aveva ipotizzato una candidatura del ministro Passera alle primarie Pdl (“Passera potrà candidarsi se si iscriverà al Pdl”).

Atene

Il Corriere ha come inviato in Grecia Danilo Taino, che racconta “la più grande manifestazione dall’inizio della crisi”. Il pacchetto di austerity prevede risparmi per 3,3 miliardi: tagli alle pensioni, licenziamento di 15mila dipendenti pubblici entro l’anno (150mila entro il 2015), riduzione della spesa per farmaci di 1,1 miliardi, abbassamento del salario minimo del 22 per cento a 560-600 euro.
Il quotidiano intervista il regista del film ‘Z-l’orgia del potere’, Vassilikos: “Situazione gravissima, ma niente nostalgia dei militari. Confidiamo nel premier”.
La Repubblica offre ai lettori un dossier sull’emergenza debito in Grecia, raccogliendo anche i pareri di alcuni esperti: gli economisti sono scettici sulla cura adottata per il Paese, ma non credono al contagio. Paolo Guerrieri dice che tagliare i salari non serve e che la recessione può peggiorare. Angelo Baglioni sostiene che il rischio contagio rimane, anche se l’Italia sta meglio. Paul de Grauwe ricorda che ora è centrale il ruolo della Bce.


Genova, Italia

La vittoria alle primarie Pd di Genova del candidato sostenuto da Sinistra e libertà, nonché da Don Andrea Gallo, è sulla prima de La Repubblica. E’ Marco Doria, docente di economia, ha ottenuto il 46 per cento dei consensi. E’ discendente dei Doria che -come ricorda il Corriere- ha tra i suoi avi il vincitore della battaglia di Lepanto. Ed è ‘l’erede del marchese rosso’ Giorgio Doria,che fu diseredato per essersi iscritto al Pci ed a Genova fu vicesindaco: appena insediato, firmò la revoca del diritto all’auto blu per tutti gli assessori. Il Corriere descrive il vincitore delle primarie  come “sulle orme di Pisapia”, rissumendo le sue parole così: “‘Rivoluzioni? No, serietà'”. Il quotidiano si sofferma anche sul calo di affluenza al voto: si sono presentati ai seggi 21mila cittadini, mentre nel 2007, alle primarie che designarono l’attuale sindaco Marta Vincenzi, furono in 37.453. Doria avrebbe vinto nettamente in tutti  i quartieri della città.
La Repubblica lo intervista. Dice: “E’ un segnale preciso che mandiamo a Roma. C’è una terza strada, tra l’antipolitica di Beppe Grillo e la voglia di lasciar perdere che emerge in certi settori della sinistra. E’ la voglia di cambiare da dentro, è la passione, l’entusiasmo della gente. E’ la forza di credere nella trasformazione, che ha già cambiato Milano e Cagliari e che adesso passa da Genova”. Poi Doria parla della battaglia in prospettiva, verso la conquista per il Pd della poltrona di sindaco: “Vinceremo”, “insieme ai militanti e ai dirigenti del Pd, non contro di loro. Abbiamo firmato tutti e cinque un preciso impegno: i quattro sconfitti avrebbero appoggiato, con tutte le loro forze, il vincitore”. E’ un bis del caso Pisapia a Milnao? “Non scherziamo. A Milano il centrodestra ha governato per decenni e la voglia di cambiare era enorme”, “a Genova la Vincenzi ha governato con luci ed ombre. La gente ha deciso di cambiare il proprio candidato sindaco ed ha scelto me. Sono a disposizione”.

E poi

Vittorio Messori, sulla prima del Corriere, firma un commento dedicato a Chiesa e società intitolato: “Una fede indebolita nei palazzi degli intrighi”.
La Stampa intervista oggi due ministri. La titolare della Giustizia Paola Severino si sofferma sule morti in carcere, dovute anche al freddo di questi giorni e allo stato pietoso dei nostri istituti penitenziari. Poi torna a parlare del cosiddetto decreto ‘svuotarceri’, delle ipotesi rilanciate ieri dal giurista Zagrebelsky di un indulto e delle misure necessarie per far fronte all’emergenza carceri. La pagina di fianco si sofferma sul caso della settimana: “continuano a crescere i ricoveri per ipotermia”.
Il quotidiano intervista poi il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, che parla della questione Ici alla Chiesa cattolica (“Applicare l’Ici alla Chiesa escludendo il non-profit”) e di ius soli (“Se i figli degli immigrati sono culturalmente italiani diamogli la cittadinanza”). Insomma, per Riccardi, tra ius soli e ius sanguinis “c’è una via di mezzo”.

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