Accordo negli Usa, spread a 283

La Repubblica, in riferimento all’accordo raggiunto negli Usa sul baratro fiscale: “Le Borse brindano all’accordo Usa”, “Spread sotto la sogli Monti. Obama: mantengo le promesse, tasso i ricchi”.

Di spalla: “Duello premier-Pd”. ‘Siete conservatori’. ‘Fai demagogia’”.

In taglio basso: “’Stato-mafia, spiati tutti i pm’”, “Un anonimo avverte i magistrati di Palermo: e ora la Procura vuole indagare”.

 

Il Sole 24 Ore: Spread a quota 283 e rally in Borsa”, “Mercati euforici dopo l’intesa che scongiura il ‘fiscal cliff’. Milano la migliore in Europa trainata dalle banche: +3,8%. tassi tedeschi su”.

Di spalla: “Monti: ‘Ora meno tasse sul lavoro’. Berlusconi: ‘Lui non più credibile’”.

 

La Stampa: “Obama fa volare le Borse”, “Piazza Affari chiude a +3,8%, lo spread scende a 283, sotto la ‘quota Monti’. Berlusconi: premier non credibile. La replica: mi confonde sul piano logico”.

 

L’Unità: “Meno tasse ma solo a parole”, “Monti alla radio promette tagli fiscali e non dice come. Attacchi a Fassina e Vendola”. E la “risposta del centrosinistra”: “Il Pd: il Professore scivola nella demagogia”.

Poi si parla di “confusione nel centrodestra”: “Berlusconi: se vinco forse non farò il premier”.

A centro paginam con foto di Obama e Biden: “Fiscal cliff: vince Obama. Tutte le Borse brindano”.

 

Il Giornale: “Casini affonda Monti”, “Il Prof convinto a candidarsi scopre che nei sondaggi è fermo al 12%. E i vescovi si sono già pentiti”, “Berlusconi alla Lega: se vinciamo non è detto che sia io il premier”.

A centro pagina, foto della cancelliera tedesca: “La cancelliera Merkel si aumenta lo stipendio con i nostri soldi”.

 

Libero: “Come salvare i conti correnti”, “Risparmi supertassati. Depositi e polizze penalizzati. Per assurdo chi ha meno, paga di più. Vince chi non diversifica troppo”.

A centro pagina, una vignetta raffigura un Berlusconi garibaldino che esulta piantando una bandierina sulla Sicilia e la Calabria: “Così Silvio vuol prendere il Sud”, “Il patto con i viceré”, “E pur di avere la Lega è pronto al passo indietro”.

 

Il Fatto apre con un’intervista al senatore Pd Felice Casson, ex pm: “Buttiamo fuori gli impresentabili dal Pd””, “Il senatore ex pm, della Commissione etica del partito, chiede l’esclusione di alcuni eletti dalle Primarie. Come Vico, che voleva ‘far sputare sangue’ a Della Seta per le battaglie anti-Ilva. Ma ci sono pure Luongo (imputato di corruzione), i prescritti Rigoni (abuso edilizio) e Lolli (favoreggiamento). Il super-craxiano De Caro”.

A centro pagina: “Monti e il Caimano dilagano in tv: oggi il Prof ancora in rai”.

In taglio basso: “Parlamento Hospital: la Casta si cura con 60 camici bianchi”, “mentre il commissario Bondi taglia la sanità laziale, si selezionano nuovi addetti alle infermerie di Palazzo Madama. A Montecitorio i deputati possono contare anche sulle visite a domicilio degli specialisti. Costo complessivo: 2 milioni di euro l’anno”.

 

 

Monti-Pd

 

Ieri Mario Monti è stato ospite di Radio anch’io (“dopo soli 20 giorni”, chiosa La Repubblica) ed è tornato a spiegare le ragioni della sua ‘salita’ in campo. Destra e sinistra sono superate, sono “distinzioni che hanno avuto un significato in passato, oggi lo hanno molto meno”. Bisogna distinguere tra “chi vuole cambiare le cose in una prospettiva europea e chi, sia a sinistra che a destra, vuole mantenere le rendite”. Tra questi, Monti ha indicato il leader di Sel e il responsabile economico del Pd: “Vendola e Fassina vogliono conservare per nobili motivi un mondo del lavoro cristallizzato, iperprotetto rispetto ad altri Paesi. Io sono per avere in Europa una tutela ancora più avanzata dei lavoratori, ma con delle condizioni che favoriscono la creazione di posti di lavoro. Il caso di Melfi è significativo”.

Proprio nel apagina a finaco de La Repubblica, un retroscena racconta: “L’ira dei democratici sul premier e salta l’incontro con Pierluigi”. Si trattava di un “faccia a faccia” che avrebbe dovuto “spianare la strada a una campagna elettorale all’insegna del reciproco ‘rispetto’”.

 

L’Unità intervista Stefano Fassina, considerato un ‘conservatore’ da Monti: “La lista del premier sembra il Rotary”, dice. E risponde: “Sarebbe interessante capire chi sono i lavoratori iperprotetti”. Si aspettava l’attacco di Monti? “Veramente mi aspettavo altro”, “Pensavo che dopo il confronto dellaprimavera scorsa sul mercato del lavoro, Monti recuperasse un deficit di conoscenza sulle condizioni reali dei lavoratori italiani”. Non crede che servano riforme per ridare fiato, come dice Monti, all’economia italiana? “”Guardi, il tratto distintivo del pensiero unico èc he si debba insistere sulle regole del mercato del lavoro per competere”. E poi: “Sinistra e destra esistono ed esisteranno sempre,come sono esistiti sempre i tentativi di far passare la rappresentazione degli interessi dei più forti come l’interesse generale. Il presidente Monti legittimamente sta con Marchionne, Montezemolo, Passera, cioè grandi imprese e grandi banche”.

La Repubblica intervista Nichi Vendola che, di Mario Monti dice: “Si sente di una razza padrona ma vinceremo anche al Senato e non ci sarà bisogno di lui”, “Per Monti difender i lavoratori significa essere conservatori, per innovare bisogna essere di una élite tecnocratica”.

Intanto Bersani ha chiesto a Carlo dell’Aringa di candidarsi nelle liste Pd. L’Unità ricorda che è ordinario di Economia politica all’Università cattolica di Milano e che per anni ha presieduto l’Aran, l’agenzia statale che rappresenta le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale: “collaborò con Marco Biagi”, l’economista ucciso dalle Br e lui stesso vive sotto scorta dopo che nella sua università furono rinvenute minacce brigatiste. Per L’Unità è anche “esponente di punta del cattolicesimo lombardo, critico con Ichino”.

La Stampa titola: “Campagna acquisti Pd. Arruolato Dell’Aringa”, “l’economicsta della Cattolica risposta di Bersani all’uscita di Ichino”. E proprio Pietro Ichino, che è stato senatore Pd in questi anni e che ora ha deciso di approdare alle liste Monti, viene intervistato sulal stessa pagina. Il giuslavorista, parlando di Dell’Aringa dice: “Anche lui vuole semolificare le regole del lavoro”. Cosa sisgnifica la candidatura di Dell’Aringa? “Siginifica che il Pd è ancora aperto ad apporti culturali non omologati rispetto alle posizioni dominanti nel partito stesso; e questo è un gran bene”. Ma resta “il problema di fondo della compresenza nel Pd di due posizioni tra loro contraddittorie sulla questione cruciale: cioè sulla strategia europea per uscire dalla crisi”. Poi aggiunge, rispondendo ad una domanda sulla sua visione del mondo del lavoro come afflitto da un dualismo tra insider e outsider: “Non mi sembra che quello del dualismo del mercato del lavoro sia stato uno dei temi centrali nelle proposte di riforma sostenute da Carlo Dell’Aringa. Credo però che anche lui sia favorevole a una drastica semplificazione dela legislazione del lavoro vigente. Se le cose non cambieranno rispetto al recente passato, nel Pd incontrerà comunque anche lui non poche resistenze su questo terreno”.

 

Temi etici e diritti

 

Nel corso della sua intervista a Radio anch’io Mario Monti si è espresso anche sui rapporti con la Chiesa: “Non so se sono stato benedetto, per me e per la mia coscienza è importante, come sono importanti altri incoraggiamenti”. Poi, spiega La Repubblica, ha detto che non darà indicazioni sui temi eticamente sensibili: “Credo hce i valori etici siano fondamentali e debbano essere difesi, ma detesto quei partiti che li usano, spesso disattendendoli nella realtà, come un’accetta contro i rivali”. Di chi parla? “Di alcuni esponenti del Pdl”.

Sulla prima de La Stampa un commento di Vladimiro Zagrebelsky è dedicato alle “questioni fuori agenda”, tanto nel documento con cui il Movimento civico, popolare e responsabile di Monti si presenta alle elezioni che nella Carta di intenti del Pd: sono diritti e libertà a rimaner fuori o ad essere delineati in modo vago. E ci si riferisce ai temi del fine vita, al riconoscimento delle unioni familiari senza matrimonio, eterosessuali o omosessuali che siano, alla procreazione e adozione all’interno delle coppie omosessuali, alla riproduzione assistita.

Su La Repubblica Stefano Rodotà parla di un “grande deserto dei diritti”: “Si può avere un’agenda politica che ricacci sullo sfondo o ignori del tutto i diritti fondamentali?”. Ma qui ci si riferisce essenzialmente all’agenda Monti. E si ricordano come un deserto dei diritti i venti anni di Seconda Repubblica alle spalle, se paragonati agli anni 70 della Prima Repubblica, in cui si assistette alle leggi su divorzio, statuto dei lavoratori, ecc. Il fatto è che, secondo Rodotà, questo avvenne perché “la politica era forte e consapevole, attenta alla società e alla cultura, e dunque capace di non levare steccati, di sfuggire ai fondamenatlismi. Esattamente l’opposto di quel che è avvenuto nell’ultimo ventennio, dove un bipolarismo sciagurato ha trasformato l’avversario in nemico, ha negato il negoziato come sale della democrazia”, producendo una resa ai fondamentalismi.

La Stampa intervista Monsignor Fisichella: “Nessun appoggio a Monti. I cattolici sono in tutti i partiti”, “L’auspicio è che si comportino da cristiani ovunque essi siano”. Aborto ed eutanasia “non possono essere considerati dei diritti perché sono contro i principi di base della legge naturale”.

 

 

Spread e fiscal cliff

 

La Stampa intervista Daniel gros, direttore del think tank europeo di Bruxelles Ceps. Il differenzaiel tra rendimenti dei titoli italiani e tedeschi, il famoso spread, è sceso ieri sotto quota 287, quanto è merito del professor Monti? “E’ merito di Monti nella misura in cui è l’espressione di un’Italia che si è data una scossa e ha accettato un consistente aumento di tasse e alcune riforme senza grandi proteste. Inoltre c’è un dato importante: le famiglie italiane hanno ricomprato l’Italia”. Ciè hanno ricominciato a comprare titoli di Stato? “Esatto. E se gli stranieri prima erano fuggiti ed avevano venduto i vostri bond, adesso sono tornati”.

Martino Cervo, sula prima di Libero: “Lo spread cala ancora, ma il merito è di Obama”.

Per quel che riguarda il negoziato negli Usa, Il Sole 24 Ore scrive che “Obama esce rafforzato, i repubblicani più divisi”.

L’intesa è suylle tasse, scrive il quotidiano, mentre sui tagli alla spesa c’è un rinvio. Ma Moody’s minaccia di togliere la tripla A senza nuovi interventi e per l’Fmi l’accordo non basta.

Il Folgio: “A Washington il voto sul budget rinvia i problemi ma ha spaccato i partiti”, “I giovani repubblicani scelgono la linea dura, Paul Ryan esercita la ‘prudenza’ che l’America sembra chiedre al partito”. Ma secondo Il Foglio “Obama non negozierà”.

 

Montezemolo

 

“Perché Montezemolo ha fatto tanto per costruire la sua non candidatura?”. A chiederselo, in prima, è Il Foglio: “dieci anni di soldi e lavoro spesi per curare un profilo e un progetto da riserva della Repubblica. Poi nulla”. Spiega il banchiere Cesare Geronzi al quotidiano: “Diciamo che Montezemolo ha non pochi conflitti di interesse”. Ovvero: presidenza Ferrari, vicepresidenza in Unicredit, fondi di investimento Charme e Charme2 (quelli delle poltrone Frau), mercati di produzione delle scatole nere per automobili (che ha avuto un boom con le liberalizzazioni di Passera, chiosa Il Foglio) e infine i treni Ntv. In definitiva, secondo Geronzi, “avrebbe dovuto mollare tutto e ci avrebbe perso molto denaro”.

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