COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Solidarietà e Medio Oriente: se la sinistra diventa di destra.

Solidarietà al popolo…. Facendo seguire a queste parole il nome proprio del popolo al quale vi sentite più vicini, e magari non sempre o da sempre ma in questo esatto momento, avrete la possibilità di capire perché in queste ore stiamo assistendo all’impazzimento delle categorie culturali che sono da sempre della sinistra, che infatti sta diventando di destra.

Per evitare fraintendimenti facciamo l’esempio più assurdo, che possa quindi riassumerli tutti senza bisogno di tecnicismi o conoscenze specifiche che potrebbero risultare oggetto di dispute. Parliamo della solidarietà con il popolo toscano. I toscani esistono, basti ricordare i Medici in politica, Michelangelo e Leonardo nelle arti e le scienze, la lingua… I toscani esistono. Dunque se oggi ci fosse un tentativo di colpire o discriminare Firenze, di imporre una tassa sul macinato a Lucca o sul pescato a Livorno, la sinistra farebbe bene a dirsi solidale con i toscani. Ma se da Firenze, Lucca o Livorno si levasse il tentativo di separare quelle terre dal resto dell’Italia  espellendo chiunque viva lì senza avere i propri antenati tutti toscani, genitori, nonni e bisnonni almeno, la cosa cambierebbe. E non solo perché il Gran Ducato è un fatto lontano, ma perché la nostra idea di Stato dovrebbe anche in questo caso riguardare tutti coloro che oggi vivono un territorio, in un territorio, per un territorio. Se le milizie toscane prendessero forma e la sinistra le sostenesse dimostrerebbe di credere nella solidarietà tra i popoli se lo facesse nella difesa dei diritti di tutti coloro che vivono in Toscana, ma non lo farebbe se difendesse milizie che vogliono espellere tutti i non toscani dalla Toscana. Questo però non vorrebbe dire negare solidarietà ai toscani, ma alle loro milizie che si arrogherebbero con la violenza la loro rappresentanza. Lo Stato, da sempre e credo per sempre per chi si sente di sinistra, è stato dei cittadini, non uno stato etnico. Se ogni etnia avesse diritto a un proprio stato dove arriveremmo? 

Credo così di non aver offeso nessuno e di non aver urtato la sensibilità dei fautori di questa o quella solidarietà. Ho cercato di indicare un criterio al quale chiunque si senta genericamente di sinistra e solidale con i popoli credo si riferisca e nel quale si dovrebbe riconoscere. 

Guardiamo allora ad alcuni incendi che divampano nel mondo a noi vicino, il Mediterraneo. Catalogna: che tipo di secessione invocano i secessionisti? Una secessione etnicista per cui chiunque non avesse sangue catalano verrebbe espulso? Questa secessione non sarebbe considerabile qualcosa di accettabile, non è questa l’autodeterminazione dei popoli nella quale si crede a sinistra. I popoli esistono come comunità di persone che vivono un territorio, o come fatto etnico? Le milizie che sostenessero questa secessione etnica da bollini anagrafici sarebbero considerabili amiche del popolo della sinistra?  Credo che anche usando non l’esempio assurdo, ma l’esempio concreto della Catalogna la risposta sia sentita da tutti come naturale. Poi sull’opportunità della secessione la discussione resterebbe ovviamente, ma avendo stabilito quale ipotetica secessione.

Se ci spostiamo in altri territori la cosa non viene più naturale, spontanea, ovvia. A cosa pensiamo quando pensiamo alla Turchia? Dai tempi di Ataturk pensiamo al Paese dei Turchi. Erdogan come Ataturk, salvo una brevissima parentesi, hanno creduto e venduto questa bugia. La Turchia del popolo etnicamente turco non esiste. Lì ci sono i kurdi, che non sono turchi, gli aleviti sono discriminati per motivi religiosi e la loro identità è sub-etnica, unisce la religione all’appartenenza familiare e riguarda ben dieci milioni di persone, poi c’è ancora qualche armeno, qualche greco, qualche assiro, e non sono turchi. Dunque la Turchia è uno stato ma non riconosce uguale tutti i suoi cittadini e si fonda su una bugia etnica. Altri territori in quel mondo complesso sono analoghi. Le regioni dove vivono i curdi vedono sovente aree dove vivono anche armeni, arabi ed altri ancora. Si può ritenere fondato il desiderio dei curdi di separarsi da quelle maggioranze che li hanno discriminati, in Iraq, in Turchia, in Siria, in Iran, ma si può ritenere fondato il desiderio di quei gruppi miliziani che vogliono riservare solo ai curdi quei territori o parte di quei territori? Risolvere la questione curda in Siria non aiuterebbe a risolvere la questione siriana che è la questione di tanti altri discriminati per tanti motivi? E in Iraq, in o in Iran, non vale la stessa cosa? 

Oggi, da Baghdad a Beirut, vediamo Che un vasto territorio a predominanza araba dà vita a una enorme rivoluzione culturale non colta, non riconosciuta come tale: è la rivoluzione dei cittadini, cittadini di stati che devono cominciare a esistere come stati di tutti i cittadini. E infatti questa rivoluzione vede gli sciiti insorgere contro le milizie sciite, i sunniti contro quelle sunnite, i cristiani contro quelle cristiane. Non è un’esagerazione: nel Metn libanese squadre miliziane vicine al presidente Aoun, maronita, si sono comportate contro i manifestanti, maroniti, in termini simili a quelli impiegati da Hezbollah a Nabatieh. E in Iraq è andata nello stesso modo. Dunque in tutto questo vasto spazio arabo, una sorta di Levante allargato, c’è una rivoluzione per la cittadinanza contro le milizie confessionali, e tribali, che la sinistra non vede, di più; non vuole vedere. Il cuore della sinistra europea segue i suoi parametri mitologici legati alle milizie, agli anti americani, non ai popoli e al loro desiderio di diventare individui portatori di una identità plurima, come tutti siamo individui portatori di identità plurime delle quali la religione è parte, non tutto. A unirci è lo stato, quel territorio nel quale viviamo e che ci determina quale popolo in nome della nostra scelta alla sovranità e della legge comune, civile e non religiosa, che tutti ci unisce. Se la sinistra rinnega questo e sceglie le milizie confessionali, etniche, identitarie, rinnega se stessa e finisce per riconoscersi nei fautori di stati etnici, confessionali, parenti da sempre delle dittature. Questa sinistra diventa destra perché dopo aver vissuto di ideologie oggi si nutri di mitologie. La vera destra ama la mitologia etnica, fondata su “Dio, patria e famiglia”, questa sinistra sulla mitologia delle avanguardie dei popoli, che in realtà li opprimono. 

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