L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Relativismo informatico

L’informatica, con la sua capacità di condizionare i più diversi ambiti della nostra vita, è un immenso deposito di analogie e metafore. Una notizia letta qualche giorno fa sembra suggerire una splendida analogia con quello che potremmo definire relativismo conoscitivo. Chi pensa di sapere tante cose, di avere risolto tanti problemi, di avere la risposta a tante domande, pensa di solito di avere assunto una sorta di punto di vista generale che gli consente di vedere le cose come sono o – per usare un’espressione famosa di origine medievale – di adeguare il proprio intelletto alle cose. Non tiene conto che si tratta non di discutere quale punto di vista sia più corretto di altri, di ammettere che l’opinione di altri sia più vera della mia, ma di integrare i molteplici punti di vista che tutti, probabilmente, hanno qualcosa da suggerire per completare progressivamente una conoscenza che non si esaurirà mai, perché non si sa quanti siano i punti di vista possibili.
Un manoscritto altomedievale, il cosiddetto Evangeliario di Vercelli, è oggetto in questi giorni di un bellissimo progetto dal nome straordinariamente evocativo di Lazarus, che intende appunto farlo risorgere e renderlo più compiutamente leggibile. Si tratta del manoscritto più antico dei quattro Vangeli, attribuito secondo la tradizione alla volontà di Eusebio di Vercelli, morto intorno al 371.
Del manoscritto, in cattive condizioni, vengono realizzate numerose fotografie, con differenti filtri, diversi tipi di illuminazione e da diverse angolazioni, che vengono successivamente rielaborate da software di grande raffinatezza ed efficacia. In questo modo si riesce a rendere nuovamente leggibili parti deteriorate o cancellate. Tutte quelle foto sono rappresentazioni del manoscritto e sono rappresentazioni differenti, ma unendole insieme, completando ogni punto di vista con gli altri punti di vista, si conosce meglio quello che si ha di fronte agli occhi e che probabilmente ha ancora altre cose da dire che scopriremo quando troveremo altri punti di vista.

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