MEDIAPOL

Alberto Ferrigolo

Giornalista

Quando nel Pd ci si dà del “lei”

Lo stato della discussione e dei rapporti nel Pd? Lo rivela il “lei” ripetuto più e più volte tra Fassina e Cacciari che ha dominato il corso dell’ultima puntata di “In onda”, su La7, sabato 30 giugno alle 20,40, mattatori Luca Telese e Nicola Porro con un congruo coté di ospiti. Due ore e mezza di discussione in cui Cacciari e Fassina si sono trattati come due estranei. Due persone che non si sono nemmeno mai incontrate, e non per caso, ma intenzionalmente. Due pezzi di classe politica e dirigente della sinistra di questo Paese che non si sono mai sfiorate. La cosa è grave. Fassina ha detto: “Ci diamo del lei perché non ci siamo mai conosciuti”. Cosa per altro confermata da Massimo Cacciari.

Ma si rende conto Fassina di quel che ha detto? Cioè, lui dirigente del Pd, membro della segreteria, responsabile economico del Partito Democratico, non ha mai sentito il bisogno di confrontarsi con Cacciari? Di conoscerlo? Chiamarlo? Sentire cosa pensa, al di là di quel che dice nelle interviste ai giornali, in tv o nei talk show? Cioè di conoscere l’ex Sindaco di Venezia, che è un pezzo di storia della Sinistra italiana, dagli anni Sessanta in poi… Quel “lei” è molto più di una cartina di tornasole di come sia cambiata la Sinistra italiana. E di come della cara, vecchia famiglia non sia rimasto più nulla… Se non l’estraneità dei suoi membri tra di loro.

  1. Con tutto il rispetto, Cacciari sarà anche un pezzo di storia della sinistra, ma non si è mai voluto identificare in un partito. E’ sempre rimasto uno spirito indipendente, un “cane sciolto”. Ogni volta che qualche giornalista ha tentato di tirarlo in ballo su questioni interne inerenti il PD (o DS) si è sempre defilato invitandolo a chiedere “a loro”. Nessuna meraviglia quindi che anche nel partito qualcuno gli dia del lei. Nè aiuta la confidenza il suo temperamento non proprio amichevole. Ma poi, alla fine della favola, che importanza ha tutto ciò?

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