LA GUERRA DEI TRENT'ANNI

Lo Sguardo

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L’Italia nella palude del presente

Pierluigi Bersani all’inizio della campagna elettorale aveva posto come priorità la concessione della cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia. Un ottimo esempio del taglio che i vertici del PD avrebbero voluto dare alla propaganda progressista: interpretare il cambiamento come nuova idea della società, come visione del futuro, progetto di lungo periodo. Dal punto di vista elettorale, un suicidio. Lo si è quasi capito verso la fine quando, come sempre accade, per rimediare ad un male lo si aggrava, e quindi si è iniziato ad inseguire le proposte altrui sull’IMU, sulle tasse, sul taglio degli F-35. Questa campagna aveva un solo grande tema che era in grado di animare e suscitare ardore nell’elettorato più volatile (gli “indecisi”): quello della riduzione dei costi della politica. Un tema non per il futuro, ma per l’immediato presente. Questa è stata la dimensione in cui ci si è giocati il voto di una parte larghissima dell’elettorato. Gli italiani non volevano aprire la Terza Repubblica, ma chiudere i conti con la Seconda “castigando” i protagonisti di questa esperienza. Il successo del Movimento 5 Stelle non si basa sulla speranza nell’introduzione del reddito di cittadinanza o sulle battaglie contro l’euro. Anche il buon risultato di Renzi va spiegato soprattutto con questa aurea di “vendicatore” che gli si era venuta creando attorno, ancor più che sulla base della sua proposta politica, pur se rispettabilissima e sensata. Al contrario di altri Paesi, come il Portogallo, che scendono in piazza per un’idea di cambiamento rivolta principalmente in avanti (condivisibile o meno che sia questa prospettiva), tutta la nostra attenzione viene assorbita dal discorso dei privilegi, del “politometro”, dei trascorsi giudiziari del potente di turno. Guardiamo ancora nello specchietto retrovisore, con scarso interesse per la meta del nostro viaggio. Il rinnovamento della rappresentanza parlamentare è stato motivato principalmente dalla voglia di sostituire il vecchio: incauto guardare troppo in avanti. I morsi del disagio sociale dilagante, da noi, hanno piuttosto favorito questo atteggiamento di restringimento del campo prospettico al qui ed ora, al risultato immediato. Da queste elezioni, tanto nuovismo e poche vere novità, nessun cantiere serio per la trasformazione di una società in declino. Quando torneremo a pensare al domani?

 

Jacopo Francesco Falà

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