AVANTI POPOLI!

Alessandro Lanni

Giornalista e autore di "Avanti popoli! Piazze, tv, web: dove va l'Italia senza partiti" (Marsilio 2011) e "Enigma Grillo" (40K - Unofficial 2013) http://40k.it/enigma-grillo

L’esilio di Timira

Isabella Marincola da piccola, negli anni Venti e primi anni Trenta, era convinta di essere figlia dell’ufficiale di fanteria Giuseppe Marincola e di sua moglie Flora Virdis e di essere scura di pelle per avere preso troppo sole nel breve periodo trascorso a Mogadiscio prima di arrivare a Roma. Da grande avrebbe scelto di vivere, finché avrebbe potuto, in Somalia, e avrebbe preso un nome, Timira, che invece dichiarava la sua origine: figlia illegittima di Marincola e della somala Ashkiro Hassan.

“Timira. Romanzo meticcio” è il libro firmato da suo figlio Antar Mohamed e da Wu Ming 2 (Einaudi, pp. 530 euro 20)  che ricostruisce la storia di una donna che ha intrecciato la sua vita con la nostra storia. Non solo perché a Roma è cresciuta e ha studiato, ma perché ha lasciato la sua immagine, come un graffito, in alcune opere che contribuiscono al nostro immaginario nazional-popolare: è l’unica mondina mulatta in “Riso amaro” di Giuseppe de Santis ed è la modella di una serie di quadri e sculture di alcuni tra i nostri maggiori artisti del secondo dopoguerra. E ancora perché suo fratello Giorgio Marincola è stato “il” partigiano nero  rinchiuso nel lager di Bolzano e ucciso nella strage che i nazisti compirono in Val di Fiemme quasi ai tempi supplementari, ritirandosi, il 4 maggio 1945.

Però nel corso di tutta la sua esistenza Isabella/Timira si è vista negare un’identità italiana, in origine da quella “madre” cui il marito – maschilismo quasi incredibile – l’aveva imposta in casa, con il fratello Giorgio, come una prova vivente del proprio tradimento.   Poi, anziana e in cerca di sostegno, dalle istituzioni. Mentre in Somalia, decisa a ricucire con la sua famiglia materna vera, si sarebbe  ritrovata con un pugno di mosche in mano.

Isabella/Timira – racconta il libro – è vissuta in un esilio perpetuo, affrontato con  coraggio indomito, un’intelligenza superiore e un’ironia smagata.

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