L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Il diritto del latino

Solo pochi privilegiati (sic!) – sessantaepiuenni, come li chiama Glauco – ricordano i grandi dibattiti culturali sull’utilità e l’importanza dell’insegnamento del latino che accompagnarono varie riforme di vari ordini di scuola. Personalmente l’ho studiato alle medie, al liceo, e poi ho letto per gran parte della vita opere di autori medievali e quindi con il latino ho un minimo di familiarità.
Non per questo scenderei in piazza per lottare a favore dello studio del latino; ci sono forse un sacco di altre cose che sarebbe preferibile studiare per sviluppare la propria cultura e la propria apertura mentale, come allora si usava dire. Però vorrei battermi per un obiettivo più modesto: non è obbligatorio conoscere il latino, ma neppure è obbligatorio usarlo se non lo si conosce.
In questi giorni si è riaperta la discussione sul problema della cittadinanza e i mezzi di comunicazione tornano frequentemente sulla contrapposizione fra diritto del suolo e diritto del sangue. Passi per l’espressione ius solis che, sia pur sbagliata, evoca un territorio, un suolo appunto illuminato dal sole, che forse si adatta all’Italia; ma è terribile sentir dire ius sanguis.
Oltre a non evocare nulla ad un vasto uditorio, a me paradossalmente ricorda l’espressione che mio nonno, del Monferrato, usava per italianizzare l’esotico termine inglese sandwich ed è deprimente non riuscire a fare a meno di associare, in queso caso, il diritto di cittadinanza a un non meglio definito diritto del panino imbottito.

  1. A me invece vengono in mente i miei parenti friulani che, ancora oggi, per salutarsi si dicono servus (della gleba?) e rispondono ‘mandi (per comandi austriacante?) …

  2. Premesso che la metafora del sangue in questo caso non mi piace molto, anzi per niente, perché fete di razzismo assai e tutto sommato ha un retrogusto violento – preferisco quella più invitante del sandwich – mi chiedo se la dottrina dello ius sanguis non abbia la medesima ragion d’essere delle ancor più esotiche Indie busillis.

Rispondi a luigi Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *