MALA TEMPORA

Marco Vitale

I giovani e la musica. Milano e Napoli

“Partito dal lontano golfo Persico, Giacomo, fratello e con-presbitero nostro, si è scelto, per riposarsi, i vostri ameni lidi di Campania. Tu ben sai in che luoghi egli ha pensato di poter trovare quiete, lontano dalle bufere di questo mondo, per trascorrere dopo lunghe fatiche il resto della vita. Le vostre placide coste infondono ai sensi tranquillità, non solo dai pericoli, ma anche da ogni rumore e trasportano l’anima, dai terribili ed atroci ardori delle preoccupazioni, verso una decorosa quiete.

            Infatti l’anima, libera dalle incursioni barbariche, dai disagi delle battaglie, si dedica alla preghiera ed al servizio di Dio, cura le cose del Signore, incrementa i beni della pace e della tranquillità.

            Noi, invece, esposti agli assalti dei barbari ed a burrasche di guerra, ci troviamo in mezzo ad un mare di molestie e, in cambio di questi affanni, andiamo incontro a ben più gravi pericoli per la vita futura.

            Stammi bene, fratello, ed amami, come già fai, perché io ti amo.”

 

Così Ambrogio, Vescovo di Milano scriveva all’amico Severo, Vescovo di Napoli, alla fine del IV secolo, testimoniando l’antico sodalizio tra Mediolanum e Neapolis del quale si trova traccia nelle Catacombe alla Sanità, dove oggi, si vedono gli affreschi che raffigurano Protasio e Gervasio, i protomartiri milanesi.

E’ sull’onda di questo antico gemellaggio che, all’Auditorium dell’Orchestra Verdi, il 29 ottobre u.s., si è verificato un evento  emozionate e denso di significati: un concerto dove si sono alternate l’Orchestra Giovanile dei Popoli di Milano e l’Orchestra Giovanile “Sanitansamble” del Quartiere Sanità di Napoli, unite in un gran finale al quale hanno partecipato alcuni maestri dell’Orchestra Verdi.

L’Orchestra Giovanile dei Popoli “Vittorio Badoni” nasce nel 2010 per iniziativa di Arnoldo Mosca Mondadori, allora presidente del Conservatorio di Milano, con l’appoggio della  Casa della Carità di Don Virginio Colmegna e della famiglia Badoni. Nasce da un piccolo nucleo di violinisti  rom dei quali Mosca Mondadori intuisce il naturale talento musicale e poi si allarga a giovani di molte altre etnie, tutti dotati di straordinarie qualità musicali, come la serata del 29 ottobre ha dimostrato. Nasce per aiutare questi giovani milanesi importati a impiegare in modo positivo i loro talenti e le loro energie.

Il Sanitansamble nasce nel 2008 con motivazioni analoghe, ma riferite al Quartiere Sanità nel quadro di una articolata operazione di riscatto dello storico sofferente quartiere napoletano. Questo quartiere, colmo di storia e di beni culturali importanti e bellissimi, è da un decennio impegnato in un’azione di riscatto, del quale sono protagonisti i giovani del quartiere animati e guidati da un parroco-imprenditore straordinario, Don Antonio Loffredo. Non posso soffermarmi sulle tante cose realizzate (ora ben documentate in un godibilissimo libro intitolato “Noi del Rione Sanità” scritto da Don Antonio, edito da Mondadori), per le quali Don Antonio ha avuto anche il supporto dell’Associazione L’Altra Napoli e della Fondazione con il Sud.

 

Voglio invece concentrarmi sul significato della straordinaria serata. Il concerto preceduto da una tavola rotonda alla quale hanno partecipato oltre a Don Antonio e chi scrive, Don Virginio Colmegna, Marco Magnifico (V.P. FAI), Arnoldo Mosca Mondadori, Carlo Borgomeo (presidente della Fondazione con il Sud) ci ha comunicato che: la musica unisce ed integra; l’impegno nella musica protegge i giovani da rischi sociali particolarmente elevati per quelli che vivono in quartieri difficili e in minoranze etniche di recente immigrazione; la bellezza e la cultura sono la leva del riscatto comune; la volontà, l’impegno, la generosità possono superare ogni ostacolo anche l’indifferenza se non l’ostilità delle autorità pubbliche; i sogni diventano segni; i cento ragazzi di Milano e di Napoli impegnati nella realizzazione di un comune obiettivo, quello di trovarsi per suonare insieme, sono un segno di speranza per un paese più civile e più umano. Alla fine del concerto si sono uniti alcuni maestri della Verdi e le tre orchestre, insieme, hanno chiuso con l’inno nazionale con tutto il pubblico in piedi. Uno del pubblico ha scritto: “Grazie della meravigliosa serata, piena di sorprese e di stimoli al meglio. Non avrei mai immaginato di commuovermi all’inno nazionale ma forse era una combinazione di cose. Ieri sera l’Italia mi è sembrata una, prospera e bellissima”.

Peccato che nessuno del Comune di Milano, invitato, abbia trovato il tempo e la voglia di partecipare.

Marco Vitale

www.marcovitale.it

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *