L'ASINO DI BURIDANO

Massimo Parodi

Professore di Storia della filosofia medievale all'Università Statale di Milano.

Diritto di veto

Anche noi eraclitei, convinti che non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume, siamo un po’ storditi dall’eccesso di movimento e di novità: governo nuovo, presidente della repubblica nuovo, papa nuovo, e tutto nello stesso momento: una overdose di tutto scorre. Un’orgia virtuale di risultati elettorali, di vecchie elezioni con DC, PCI, PSI, PRI, PSDI ecc. – sembra preistoria -, di elenchi dei presidenti della repubblica e numero di votazioni, di liste di papi del passato, dei conclavi, degli scontri tra i cardinali.
E si scoprono cose inattese, almeno per me. A partire dal 1314, e senza che se ne conosca con precisione l’origine, viene esercitato talvolta nel corso del conclave il cosiddetto jus exclusivae, da quando il conte di Forez pone il veto alla nomina di Arnaud Fournier, a nome di Filippo, conte di Poitiers e futuro Filippo V di Francia.
Roba da Medioevo viene da dire, e invece il diritto di veto viene esercitato una dozzina di volte, in particolare a partire dal XVII secolo e, malgrado interventi contrari da parte di diversi pontefici, si arriva fino al 1903 in cui la candidatura del cardinale Mariano Rampolla viene bloccata dal veto di Francesco Giuseppe.
Finalmente nel 1904, Pio X, eletto proprio nel conclave dell’anno prima, pone fine alla questione con la Costituzione Apostolica Commissum nobis, nella quale si stabilisce che

A questa piena libertà nell’eleggere il Sommo Pastore si oppone sopratutto quel Veto civile più di una volta preteso dalle supreme autorità di alcune Nazioni, con il quale si tenta di chiudere a qualcuno l’accesso al Supremo Pontificato. Se ciò é avvenuto qualche volta, la Sede Apostolica però non lo ha mai approvato … quindi Noi in virtù dell’Apostolico incarico affidatoci, e associandoci agli scritti dei nostri predecessori, dopo aver deliberato in modo maturo, pienamente consapevoli e per decisione nostra, riproviamo in modo assoluto il cosiddetto Veto civile o Esclusiva, anche sotto forma di semplice desiderio, come pure tutti gli interventi, decretando che a nessuno sarà lecito, neanche ai supremi governanti delle Nazioni, con qualsiasi pretesto, inserirsi o ingerirsi nella grave questione dell’elezione del Romano Pontefice.

Era il 1904, cento anni fa! Siamo sicuri che il cristianesimo, diversamente dall’Islam, abbia portato a una interiorizzazione della dimensiona religiosa? Siamo sicuri che il prossimo papa verrà eletto prima del nostro presidente della repubblica? E Angela Merkel è protestante o cattolica?

  1. Scusami, Massimo, stavolta non capisco … o anche tu, come ha detto qualcuno dal Vaticano i giorni scorsi (non ricordo più, forse proprio l’attuale papa Emerito), ritieni che la Chiesa cattolica NON sia un’istituzione ma SOLO una comunità di preghiera? non credo, sei troppo laico :):):)

    • Tranquillo, volevo solo segnalare un aspetto della istituzione che non conoscevo proprio e che ne sottolinea tutta la complessità – appunto – istituzionale.

      • aaahh… mi rassicuri – già che viviamo in mezzo alle incertezze, l’idea di perdere anche la certezza della tua laicità sarebbe stata di troppo per le mie povere e provate spalle 🙂

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