COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

Davvero Orsetti aveva fatto la scelta giusta?

Mi dispiace dirlo, ma la scelta di Lorenzo Orsetti non è la mia. Ma non lo dico a lui, non l’ho fatto quando era in vita figurarsi ora che è stato ucciso: lo dico ai tanti che in queste ore ne lodano l’ardore antifascista, che sarà stato anche sincero, ma a tutti costoro vorrei chiedere: e allora perché non avete dato vita a una bella brigata internazionale che si schierasse al fianco di quelle milizie contro l’Isis? Perché lo dite ora? Perché le vostre pulsioni sono rimaste a zero sin qui? Non discuto lui, i suoi sentimenti, la sua passione, discuto la scelta e il modo in cui viene valutata adesso. 

Uno potrebbe pensare a osservazioni che hanno a che fare con un momento “emotivo”, ma tutto questo Accade adesso, mentre è in corso una battaglia, quella di al Baghouz, delle cui modalità nessuno si è chiesto alcunché. Perché ci sono tanti ostacoli sulla strada che conduce al campo profughi dove tutti quei disgraziati sono ammassati e che è gestito dalle Forze Democratiche Siriane? Perché gli operatori umanitari sono così ostacolati? Che campo è quel campo stracolmo di persone tenute in modo a dir poco esecrabile? Non è che tante volte sta nascendo lì il nuovo califfato? Possibile l’afflusso di migliaia e migliaia di disperati fosse davvero inatteso per le Forze che gestiscono tanto il campo che la battaglia?  E come mai nessuno di noi ha chiesto se è vero che alcuni leader dell’Isis sotto assedio a Baghouz siano riusciti a scappare pagando gli assedianti? 

Le domande sono tante, non vedo un bianco, sebbene veda il nero. Ma tutta la gestione dei territori della Siria orientale e dell’Iraq settentrionale è discutibile, quanto meno discutibile, nei confronti della popolazione araba. Sono liberi? Possono vivere come vorrebbero? Potrebbero tornare, volendo? Ho parlato con arabi iracheni, che per rientrare devono passare da aeroporti gestiti dai curdi. Parlano di umiliazioni lunghe ore, in aeroporto. Perché? E di quale modello di futuro si può parlare in tutti quei territori? Cioè, nel Kurdistan iracheno, in quello siriano, che tipo di futuro si sta prefigurando? E il Pkk che ruolo ha? Che ruolo ha nella contesa siriana, e che ruolo ha avuto in passato? Non erano coccolati da Assad in chiave anti-turca? Intanto però la popolazione curdo siriana era vessata, non poteva usare la sua lingua, avere il passaporto. Non esisteva! E allora, perché? Oggi come ieri esiste un’agenda curda? O esiste un’agenda curdo-turca, con punte nuove e molto interessanti, diverse da quelle del Pkk, un’agenda curdo-siriana, un’agenda curdo-irachena? E queste agende, almeno le ultime due, non sono guidate sin troppo da logiche tribali?   

Sbagliare approccio oggi, nella Siria orientale, verso la popolazione araba, può essere comprensibile ma non può essere condivisibile. Se ritornasse l’Isis dovremmo chiedere conto a chi? Solo a chi commettesse l’errore di sceglierlo o anche a chi avrebbe spinto verso questa deriva? Oggi sappiamo che una tribù araba che fu spinta dai Paesi del Golfo verso l’Isis oggi è spinta contro la Turchia da quegli stessi che la spinsero ieri. E’ bene questo? E’ sano? 

Non discuto le passioni, le capisco, mi permetto però di invitare in poche righe a prestare attenzione. Essere solidali con un popolo è bello, essere solidali con chi poi lo danneggerà, come è spesso accaduto, no. 

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