MALA TEMPORA

Marco Vitale

Concerto di ringraziamento (per Umberto Ambrosoli)

E’ questa una serata di ringraziamenti. Il primo ringraziamento è per Umberto Ambrosoli ed è mio privilegio formularlo.

Non è facile formularlo perché sono molti i ringraziamenti che dobbiamo ad Umberto. Quando ho incominciato a pensarci, mi è venuta fuori una lista molto lunga. L’ho tagliata, riordinata, compattata e, alla fine, mi è rimasta una lista di dieci ringraziamenti per Umberto.

  1. Il primo ringraziamento è per il suo rifiuto deciso di farsi mettere sulla testa il cappello di un partito, di diventare il candidato di un partito come, incautamente, avevano proposto e dichiarato alcuni importanti uomini politici poco intelligenti.
  2. Il secondo ringraziamento è, conseguentemente, di essersi rifiutato di partecipare a primarie di partito, anche se questa posizione sollevò critiche da persone serie ed anche amiche che non ne avevano compreso il significato.
  3. Il terzo ringraziamento è di non essersi chiuso in uno sdegnato isolamento, ma di avere tenuti aperti il cuore e la mente alle tante voci che venivano da tante parti della città di avere ascoltato seriamente queste voci che lo sollecitavano ad impegnarsi. E conseguentemente di avere, pazientemente, lavorato per realizzare una formula innovativa, quella delle primarie del patto civico gestite non da un partito ma da un organismo complesso ed allargato a varie componenti della società civile. Credo che quella del patto civico resterà come un’innovazione importante in Lombardia e che rappresenti un arricchimento permanente del sistema.
  4. Il quarto ringraziamento è per, dopo aver vinto le primarie del patto civico, essersi buttato senza risparmiarsi  in una campagna durissima e che si sapeva difficilissima. Alla partenza Ambrosoli aveva un grado di notorietà (dato essenziale per ogni campagna elettorale) del 10% mentre quello di Maroni superava già il 90%. Alla fine Ambrosoli superava il 78% e questo misura l’intensità dell’impegno profuso. Qui è doveroso allargare il ringraziamento alla moglie Alessandra che, con sobrietà e misura, lo ha seguito e sostenuto, accettando gli inevitabili sacrifici familiari ed alla grande mamma Annalori, che si è molto impegnata per Umberto.
  5. Il quinto ringraziamento è per non avere mai ceduto, durante la campagna, al malcostume politico imperante, per non avere mai:

–          lanciato appelli demagogici e populisti;

–          formulato promesse impossibili e truffaldine;

–          lanciato attacchi personali, anche se la materia nei confronti della Lega e di Maroni certamente non mancavano (dalla complicità con il formigonismo  nella gestione della sanità con le storie del San Raffaele e della Maugeri e le altre che hanno portato Formigoni ad essere incriminato per corruzione aggravata; alla tolleranza nella mala gestione della Lega dalla Tanzania, ai diamanti, ai soldi pubblici usati per i vizietti dei rampolli Bossi, alla nomina di uno come Belsito alla vicepresidenza di una delle società cantieristiche più importanti del mondo, alla politica dei respingimenti dei profughi in mare in violazione di ogni principio umanitario e di trattati internazionali con la corresponsabilità di aver trasformato il Mediterraneo in un cimitero di guerra). Confesso che, durante la campagna, ho cercato di spingere Umberto ad essere più aggressivo su questo temi ma, ora, sono contento che lui non abbia derogato alla sua linea di grande rispetto per tutti. Compresi quell’Albertini e quel Monti che, con un’operazione tra le più insensate che si potessero concepire, hanno dato un buon contributo a consegnare la più importante regione italiana ad un partito quasi irrilevante sul piano nazionale e screditato come la Lega.

6. Il sesto ringraziamento è per avere concentrato il suo discorso politico sul tema della legalità e su quello della discontinuità. Eppure ben sapeva che tanti, troppi non apprezzano ed anzi temono la legalità, perché da un sistema corrotto e lassista pensano di poter trarre benefici personali .Ma sino a che questi italiani e lombardi non diventeranno netta minoranza, non  ci sarà più sviluppo per l’Italia e la Lombardia e, quindi, era indispensabile alzare questa bandiera. Come era indispensabile alzare la bandiera della discontinuità anche se Umberto sapeva bene che ciò andava contro un blocco di interessi formidabile saldatosi in questi diciotto anni di maggioranza assoluta nel governo della Regione, senza reale opposizione.

7. Il settimo ringraziamento è per avere dato vita a gruppi di lavoro formati da persone di alto livello su temi della politica economica, della sanità, dei trasporti, del territorio e ambiente che hanno prodotto un pensiero importante. Per ragioni che mi sfuggono questo lavoro è stato tenuto nascosto o tradotto e diluito in orrendo politichese.  Ma è un lavoro che resta e che alimenterà l’azione di un’opposizione costruttiva e ricca di proposte.

8. L’ottavo ringraziamento è per aver saputo mobilitare dei giovani che hanno ritrovato il gusto dell’impegno civico e politico ed anche questo è un patrimonio che non svanirà. Ciò vale anche per la mobilitazione di nuclei di collaboratori in varie città che si sono impegnati con grande dedizione, attratti dalla pulizia e dall’onestà della figura di Umberto.

9. Il nono ringraziamento è per avere ottenuto risultati importanti. Se il risultato fosse stato mediocre, tutto avrebbe perso valore. Ma se abbiamo perso, il risultato non è stato mediocre. Umberto ha ottenuto 2 milioni e 198 mila voti, contro i 2 milioni e 448 mila voti di Maroni. Una differenza minima di 240.000 voti. Umberto ha vinto in tutti i capoluoghi di provincia, ad accezione di Varese. I voti della coalizione di Umberto hanno superato di oltre 200.00 voti il risultato che i partiti di sinistra hanno ottenuto alle politiche. E’ mia ferma convinzione che senza alcuni errori nella conduzione e comunicazione nella fase iniziale della campagna, Umberto avrebbe vinto.

10. Il decimo ringraziamento a Umberto è per non essersi ritirato dopo la sconfitta ma di avere comunicato la sua intenzione di rimanere impegnato in una severa e costruttiva opposizione, tenendo insieme tutti coloro che vogliono continuare ad impegnarsi.

Il futuro per la democrazia italiana e per la Lombardia è molto cupo. Del pari è molto precario e fragile lo stato dell’economia italiana e lombarda. Con l’operazione Ambrosoli la società civile ha dato un forte segnale di ricupero ed è stata piantata una torcia che, insieme ad altre, può illuminare il sentiero ed aiutarci a non precipitare nel burrone che si spalanca davanti a noi.

Abbiamo tutti imparato molte cose durante questa campagna elettorale, ma su tutte una soprattutto. Abbiamo imparato che la democrazia è un bene prezioso per interessarci di essa solo al momento delle elezioni. Potrebbe essere troppo tardi.

 

www.marcovitale.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *