MEDIAPOL

Alberto Ferrigolo

Giornalista

Bersenzi&Renziani

Ora, come sempre, alla fine resta la retorica delle vittorie e delle sconfitte. L’onore delle armi, i riconoscimenti reciproci e gli attestati di stima e l’affermazione che la competizione fa bene e rende tutti più grandi, forti e robusti. Ma è innegabile che in questi mesi i due schieramenti pro Bersani e filo Renzi si sono trattati a pesci in faccia, guardati in cagnesco e reciprocamente diffidenti con anche qualche colpo sotto la cintura. Come si addice a due opposte tifoserie, nel calcio, nella vita come nella politica. Che è l’anima e lo specchio della vita, difficile renderla diversa o solo pensare di farlo. È un’arena e come in tutte le arene scorre il sangue. È la legge delle sfide: l’assalto al quartier generale porta con sé l’irruenza rottamatoria alla quale il quartier generale reagisce con stizza o sufficienza, scherno o ironia, dall’alto della sua stazza o della sua sicurezza, forza reale o presunta che sia. Anche se durante il confronto su Rainuo Bersani ha trangugiato tanti bicchieri d’acqua, che forse mai in vita sua, nello spazio di quasi due ore, segno di difficoltà, tensione, paura come è chiaro che sia in ogni sfida, specie se generazionale. Renzi non ha usato mezzi termini. È stato tagliente, irriverente, sferzante usando il “noi” e il “loro” non a caso o per sbaglio, ma con intenzione, perché non sono solo due visioni politiche del mondo, la sua e quella di Bersani, sono due diverse trincee, due stili di vita, di comportamento, frequentazioni, “bande”, con i loro riti e i loro miti. È stato (specie a sinistra in ogni tentativo innovativo, dal congresso di Salerno a ieri) è sarà sempre così, dove gli sfidanti si sentono migliori degli sfidati perché sono la novità, il futuro, i nuovi orizzonti, l’aria nuova in cucina.

Ora restano le strette di mano reali o a distanza, le telefonate, le promesse di un caffè ma anche di un pranzo, gli inchini e l’onore delle armi e gli attestati del vincitore allo sconfitto e viceversa.I veri leader fanno così, ma nelle retrovie le tifoserie si comportano altrimenti, sono livorose, è la “Rete” esprime da questo punto di vista il meglio di sé: «Dovevate perdere, ne sono molto felice, per tornare persone per bene! Bravo e onesto Renzi, ma i suoi scherani…». Oppure: «Mi piace molto osservare le reazioni del centrosinistra italiano da entomologa. Per esempio: il giorno dopo le primarie, è quello del «però in fondo Renzi aveva ragione». Alla fine è stato bello, ma i problemi cominciano ora. «Adesso sono curioso di sapere come si muoverà Bersani con una opposizione, quella è, del 40%. E su quale base saranno composte le liste per le elezioni». Già. Forse, il bello, deve ancora venire.

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