COSE DELL'ALTRO MONDO

Riccardo Cristiano

Giornalista e scrittore

I nostri silenzi e il rogo di Centocelle

Un residente del quartiere romano dove due bambine e una ragazza rom sono state bruciate vive ha dichiarato al Corriere della Sera: «Qui è un continuo di furti continui negli appartamenti e nelle auto in sosta», raccontano, a poche centinaia di metri dallo scheletro del caravan dove sono morte le tre giovani rom, alcuni abitanti della zona di viale della Primavera. «La rottura dei vetri e i furti nelle macchine in particolare a via Romolo Balzani sono all’ordine del giorno – continua il signor Aniello -. Il quartiere è pieno di immondizia e i nomadi rovistano all’interno dei cassonetti. Certo, dispiace per quello che è successo, ma c’è intolleranza tra la gente. Qui dietro c’è anche il campo di via dei Gordiani». E’ molto importante quel “certo, dispiace…”.

E così sono ore che mi chiedo dove sia la politica. Tolto il presidente Repubblica, Mattarella, che ha usato parole chiare, leggo che “la sindaca” Raggi ha espresso “cordoglio”. E basta? Il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, in particolare, che possono essere ritenuti ostili ai rom, non hanno nulla da aggiungere? E gli altri? Non riguarda la nostra classe politica un orrore del genere? I talk show di questa sera si occuperanno di questo? Si occuperanno cioè dell’inquietante antigitanismo che affligge un Paese dove si indaga “sulle Ong” che salvano vite umane?

Antigitanismo e antimigrantismo sono malattie fatte della stessa pasta: malavita, guerra tra poveri, assoluta incapacità di gestione, ma anche pregiudizio. Così mi chiedo se questo silenzio non renda evidente una crisi profonda. Tutto sommato i rom sono un popolo che rivendica la propria dignità di popolo senza rivendicare un territorio! Un popolo perseguitato in passato, e per il quale il passato non sembra passare…

Di adeguato ho trovato soltanto le parole di monsignor Enrico Feroci, della Caritas romana, che a Radio Vaticana ha detto: “ Nel 2011 abbiamo avuto la morte di quattro bambini a Tor Fiscale. Da allora avevamo detto che speravamo fosse l’ultimo fatto doloroso. Ora è ovvio che bisogna mettere la testa in queste situazioni, che bisogna cercare di delle soluzioni. Però non delle soluzioni immediate, veloci; ci vuole una programmazione seria e a lunga gittata che vada da un discorso di attenzione alla persona, ad un discorso culturale, di formazione, lavorativo. Tutto un percorso di accompagnamento per un’etnia che è qui nella nostra città, che non può essere lasciata a se stessa e abbandonata”. E quella della Comunità di Sant’Egidio, che si definisce “amica dei rom”, un’amica preoccupata per la diffusione dell’antigitanismo: “ Di fronte a una tragedia che lascia sgomenti, occorre fermarsi e interrogarsi sulle condizioni di vita in cui tanti rom sono costretti a vivere nella capitale d’Italia, ma anche sulla diffusione di pregiudizi e di disprezzo nei loro confronti, che alimentano un vero e proprio antigitanismo”.

E noi non condividiamo questa preoccupazione? I nostri politici, quelli le cui parole a volte sembrano puntare sul pregiudizio, sulla paura, sul sospetto, non lo sono? Davvero?

Un giornale romano oggi invece accanto al servizio sul rogo di Centocelle scrive dei roghi di sostanze velenose che sarebbero causati dai rom. Per sport? O per interessi di “alcuni”?

La vicenda di mafia capitale sembra aver insegnato poco, molto poco. Dovremmo svegliarci tutti, prima di scoprirci travolti dal sonno, il sonno della ragione che seguita a generare mostri, oggi come sempre.

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