Dai videogame alle megachurch,
cristiani 2.0 alla conquista di fedeli

Il 2014 si è aperto e concluso con grandi successi per la comunicazione cristiana digitale. Uno dei Tweetbook più letti in Italia nel 2014 è stato quello di Padre Antonio Spadaro, che lo scorso novembre ha raccontato a suon di tweet il viaggio di Papa Francesco in Turchia. Oltre a essere direttore de La civiltà cattolica, padre Spadaro è anche un blogger molto attivo. Sul suo sito, Cyberteologia, è stato uno dei primi nel mondo cattolico ad occuparsi di comunicazione religiosa online, alla quale, lo scorso anno accademico, ha dedicato un intero corso all’Università Gregoriana di Roma.

Non sbaglia padre Spadaro a definire, sempre sul suo blog, Papa Francesco un social network. Un anno fa, infatti, una ricerca di 3rdplace, commissionata dal sito di comunicazione cattolica Aleteia, aveva posizionato Bergoglio al primo posto come capacità di interazione sul web, superando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Per intenderci: nonostante la pagina Twitter del presidente Obama abbia un numero di follower 10 volte superiore a quello di Pope Francis (@Pontifex poco meno di 6 milioni di follower, @BarackObama circa 55 milioni), quest’anno il messaggio di Natale del Pontefice è stato ritwittato ben 14 mila volte contro i 1.200 retweet del video di auguri della famiglia Obama.

Da quando nel 2012 Benedetto XVI lanciò il suo primo tweet, la Chiesa di Roma ha compiuto considerevoli progressi nella comunicazione digitale: per la prima volta, quest’anno, è stata trasmessa la messa della vigilia di Natale in 3d, sul sito vatican.com è possibile da tempo fare una visita virtuale della Cappella Sistina, su tablet o smartphone è possibile scaricare l’applicazione iBreviary per pregare, avere a disposizione la messa, le illustrazioni sul santo del giorno… anche in modalità offline.
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Il mondo Cristiano è da tempo impegnato nella rincorsa all’utilizzo dei nuovi canali virtuali. Su Second Life è possibile pregare o prendere parte a una funzione in una cattedrale anglicana (The Cathedral); su World of Warcraft eserciti di battisti vengono impegnati in campagne di evangelizzazione; siti come Sermonspice.com mettono a disposizione prodotti come video, canzoni, countdown per messe: “tutto quello che serve per pepare la tua omelia”; altri come Gamechurch.com hanno l’obiettivo di riavvicinare gli appassionati di videogiochi alla fede “Gamechurch fa tante cose – si legge sul sito – ma la nostra attività principale è andare ai grandi eventi di cultura nerd e di videogame, in giro per il mondo, per parlare ai giocatori dell’amore di Gesù”, e per lo scorso natale ha regalato consigli utili su quali potrebbero essere i videogiochi graditi a Gesù.

Il video di auguri di Natale dei coniugi Obama su Twitter non è stato battuto solo da Papa Bergoglio, ma anche da un’altra coppia, gli Osteen. Joel e Victoria Osteen incarnano oggi il modello comunicativo religioso, assistito dalle nuove tecnologie, più all’avanguardia nel mondo cristiano, quello della Megachurch.

??????????Gli Osteen sono entrambi pastori della più grande Megachurch esistente, Lakewood Church. Situata a Houston, Texas, Lakewood Church è una chiesa non denominazionale cristiana che occupa un ex palazzetto dello sport (Compaq Center), con una capienza di 17 mila posti a sedere e attira settimanalmente 40 mila credenti. A Lakewood Church la struttura di quella che difficilmente potremmo ancora riconoscere come omelia prevede un’apertura musicale di più di mezz’ora con l’arrangiamento di canzoni sacre in versione pop. Dopo il concerto, ha inizio il sermone dove il minimo riferimento ai testi sacri viene costantemente intervallato da battute umoristiche, che a seconda dall’abilità creativa del pastore di turno possono trasformarlo in una vera e propria celebrità, come è avvenuto per lo stesso Joel Osteen, che vanta circa 10 milioni di like su Facebook, contro i pochi più 629 mila della pagina della stessa Church.

Sui due maxischermi che riproiettano l’intera cerimonia vengono continuamente trasmessi indirizzi Twitter, pagine Facebook, ed altri canali multimediali, dove poter seguire in diretta la funzione. Simultaneamente infatti, proprio su queste piattaforme, una fervente comunità religiosa accompagna con tweet e post lo svolgersi dell’intera celebrazione. Una sola preghiera condivisa sulla pagina Facebook di Lakewood può superare i 3 mila commenti, contenenti la sola scritta Amen.
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Le omelie di Joel Osteen hanno la capacità di sfruttare i mezzi di comunicazione più moderni e le più innovative strategie comunicative, legandole allo stesso tempo a messaggi dei più conservatori, come campagne antiabortiste o antigay… L’utilizzo che Lakewood Church fa di internet contraddice in qualche modo la teoria Mcluhaniana dove il mezzo è il messaggio, sganciando per l’appunto il senso di modernità che il media in sé trasmette dalla veicolazione di messaggi altrettanto progressisti.

Al contrario, il variegato panorama religioso americano, accompagnato da una pluralità di modelli comunicativi, di cui la Megachurch è oggi sicuramente il più originale, conferma certamente la teoria delle economie religiose, in cui la differenziazione del “mercato delle credenze” punta sempre di più verso nuove strategie comunicative che devono essere sufficientemente competitive per poter attirare credenti che a volte dirigono facilmente le loro scelte verso il prodotto più accattivante. Saper ricreare un ambiente religioso online, che non sia solo strumento comunicativo, potrebbe quindi aprire nuovi spazi per il “mercato delle religioni”, permettendo il riavvicinamento e la partecipazione di una comunità di credenti frammentata e globalmente estesa.

  1. Ottimo articolo Alessandra! Felice di essere stato in grado di aiutare con la vostra visita a Lakewood. Siamo spiacenti ma non siamo riusciti a incontrare Joel Osteen. Perdonare anche il mio terribile traduzione italiana. Ho usato Google Translate, haha.

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