Norman Atlantic, si contano le vittime

Il Corriere della Sera: “Traghetto, il mistero dei dispersi. Salvate 427 persone. Renzi: evitata un’ecatombe. Le testimonianze: gli uomini picchiavano le donne”. “Dieci morti, ma mancano 30-40 passeggeri dalla lista di imbarco. L’ipotesi dei clandestini a bordo”.
A centro pagina: “Padoan: ecco le cinque misure per rilanciare la crescita”.
A fondo pagina la cronaca, con la notizia di un ferimento con l’acido da parte di una “studentessa” e “bocconiana” nei confronti dell’ex fidanzato.

La Repubblica. “La Grecia va al voto, incubo euro. L’effetto Tsipras fa tremare le Borse”. Sotto: “Renzi: ‘Atene non ci contagerà”. E poi: “Un Jobs act anche per gli statali”.
Il titolo più grande: “Traghetto, il giallo dei clandestini. Dieci morti e trenta dispersi”.

La Stampa: “La Grecia in crisi va al voto anticipato e spaventa l’Europa. A rischio i crediti di 17 Stati se vince il fronte dei no euro”. “Fallita l’elezione del nuovo Presidente”.
La grande foto è per la vicenda Norman Atlantic, “ancora al largo tra Italia e Albania. Indagine di tre Procure”. “Sono dieci i morti del traghetto. I dispersi diventano un giallo. Salvate 427 persone ma ad Atene dicono: mancano 38 passeggeri”.
In prima anche: “Renzi: ‘Ho cambiato io il Jobs Act per gli statali”. “La conferenza stampa di fine anno”.

Il Fatto quotidiano: “Troppi dispersi, troppi ritardi”. “Rogo Norman: 10 morti sicuri (3 probabilmente italiani), 427 superstiti, ‘scomparsi’ 40 passeggeri, ignoto il numero degli imbarcati. Perché le motovedette albanesi sono state respinte, mentre l’intervento italiano è giunto in ritardo? E alla fine il relitto va a Valona”.
A centro pagina. “Grecia senza Presidente e anti-Troika”. “Al voto. Si decide il 25 gennaio”.
Accanto: “Anemone canta: ‘Rivoglio indietro i soldi dati ai politici. L’uomo della cricca parla al Fatto'”.

Il Giornale: “Il governo non sa contare i morti”. “In diretta trv il presidente del Consiglio assicura senza tema di smentite: ‘cinque vittime’. Ma i cadaveri trovati sono dieci e i dispersi 40. Chi gli ha dato le informazioni sbagliate?”. Ancora sulla conferenza stampa di fine anno l’editoriale di Alessandro Sallusti: “Il premier asfalta i nemici del Nazareno”.

Norman Atlantic

La Repubblica offre la testimonianza di Ramazan MOhammadi, 25 anni, afgano, profugo e clandestino, naufrago della Norman Atlantic, il cui nome non era ovviamente nella lista dei passeggeri. Era sul traghetto con altri amici, viaggiano abusivamente.
Il quotidiano crive che secondo la Anek LInes i passeggeri partiti da Patrasso erano 478, a Igoumenitsa potrebbero esserne scesi una ventina, e siamo a 458. I salvati sono stati 427, i cadaveri recuperati 10, e non tutti erano passeggeri legalmente imbarcati. All’appello mancano insomma tra le 19 e le 39 persone.
Anche il Corriere: “Il caos dei passeggeri, si temono dispersi. Giallo sulla presenza di clandestini a bordo”. “C’erano due liste con numeri diversi. Manca un camionista di messina. A Bari tre senza documenti”.
La Repubblica si sofferma sui “sospetti” sulle “cause del disastro” e pone alcune domande: a che ora è scoppiato l’incendio, se sia stato d’allarme, perché i superstiti non sian stati portati a Valona, molto più vicino, e quali fossero le condizioni di sicurezza del traghetto.
La Stampa: “Perché l’incendio non è stato fermato?”. La nae era dotata di impianti anticendio, ma “forse non hanno funzionato”. Si spiega che perchè i sistemi funzionino “tutta l’area deve essere ‘stagna’: sigilate tutte le porte tagliafuoco, chiusi tutti gli estrattori – le prese d’aria aperte durante la fase di caricamento per aspirare igas di scarico dei mezzi imbarcati – con apposite ‘serrande’”. Nei fatti il rogo non è stato soffocato, il calore è divampato (magari alimentato dall’olio di oliva) e le fiamme si sono propagate ad altriponti della nove, che sono costruiti per resistere solo fino a certe temperature”.
Il Corriere: “La stiva irregolare e l’allarme in ritardo. Così l’incendio è divampato fino ai pinti. Zattere di salvataggio inutilizzate ma la causa non è il black out. Le falle del sistema di sicurezza”. Il quotidiano torna sul via libera dato alla nave nonostate le contestazioni dell’ultima ispezione, di cui si parlava ieri.

Grecia

Il Corriere della Sera: “La Grecia non elegge il presidente. Il voto anticipato spaventa l’Europa. Le Borse cedono, poi risalgono.Favorita l’ultra-sinistra di Tsipras. ‘L’austerity è finita’”. Si legge che il leader di Syriza “punta a diventare premier e rinegoziare il patto di sangue tra Atene e la Troika dei creditori internazionali (Bce, Ue e Fmi): ora che la Grecia è impegnata nella trattativa finale per la chiusra del programma di salvataggio, è l’uomo che spaventa la Ue”.
In una analisi da Berlino il quotidiano milanese scrive: “Berlino chiede riforma. Ma la ‘ribellione ellenica’ spinge Merkel indifesa”. Secondo il quotidiano ci sarebbe anche un certo “disappunto” per la scelta del premier Samars di “giocare una partita rischiosa conclusasi, per adesso, con una sconfitta”, visto che non è stato possibile eleggere il Presedente. La caduta di Samaras “si è materializzata infatti meno didue settimane dopo il voto parlamentare tedesco sulla proroga del programma di aiuti europei” alla Grecia.
In un “retroscena” da Berlino La Stampa racconta “come Berlino e la Bce trattano già con Tsipras”. “Il tedesco Asmussen prepara da tempo uno scenario cn la sinistra al governo”. Asmussen è un “brillnte economista”, ex membro del board della Bce, “uomo di fiducia sia di Mario Draghi che di Angela Merkel e Wolfgang Schauble”, oggi sottosegretario al Lavoro. Asmussen “sta già incontrando in segreto i vertici del partito che uscirtà probabilmente vincitore dalle urne” greche. Da Atene intanto il portavoce di Tsipras ribadisce che la Grecia “non prenderà decisioni unilaterali”, e si è detto “sicuro che con l’Europa ‘troveremo una intesa che terrà conto dell’interesse di ambo le parti”.
Lo stesso quotidiano intervista il politologo Nikos MAlkoutzis, secondo il quale “Tsipras dovrà dimostrare disaper formare un governo stabile e poi di essere capace di rinegoziare con la troika dei creditori internazionali. Senza contare che il suo governo avrà anche il compito di eleggere il nuovo presidente della Repubblica”. Tsipars “è dotato di grande fiuto”, “è il suo momento”, “ma non bisogna dimenticare che non ha alcuna esperienza di governo eche guidare un partito è cosa diversa dal guidare un esecutivo”.

Renzi, politica

La Stampa: “Renzi: la norma sugli statali l’ho tolta io dal Jobs Act. ‘I fannulloni devono andare a casa, ma deciderà il Parlamento sul testo Madia’”. Il premier ieri ha spiegato di aver tolto il paragrafo del decreto legislativo sul lavoro che esentava i lavoratori pubblici dall’applicazione delle nuove norme sui licenziamenti. LO ha fatto perché è in parlamento la legge delega sul pubblico impiego, che si occuperà della materia.
Alessandro Sallusti si sofferma su un passaggio della conferenza stampa del premier, ieri, e sulla “unica cosa inedita della giornata”, “una verità banale ma clamorosa se messa in bocca al leader della sinistra: nessuno si illuda – sintetizzo – che Forza Italia possa sopravvivere neppure un minuto fuori dalla leadership di Silvio Berlusconi”. Secondo Sallusti Renzi si riferiva “a coloro che – dentro Forza Italia e il Pd – stanno tramando contro il patto del Nazareno per disfarsi del Cavaliere e di lui in un compo solo”. Insomma, scrive Sallusti: “no Nazareno, no governo”.
L’articolo nelle pagine interne è titolato: “Renzi avvisa Fitto e il Pd. ‘Forza Italia è Berlusconi’. Il premier conferma il Patto del Nazareno e gela la fronda trasversale”. “Poi l’attacco ai magistrati: basta con le interviste”.
Su Il Fatto: “Renzi dà lezioni alla stampa, solo per lui va tutto bene. Ottimistica conferenza di fine anno. ‘Il 2015 sarà l’anno del ritmo’. Per la parrita del Quirinale dice che i voti ci sono. Mostra la legge elettorale e scherza: ‘Qualcuno pensa che esista FI senza B.?”.
Sul Quirinale lo stesso quotidiano intervista il parlamentare 5Stelle Roberto Fico. Dice: “Al Colle basta una persona onesta e normale”. Gran parte dell’intervista è dedicata alla stampa, Fico ricorda che la Commissione di vigilanza Rai da lui presieduta ha anche elaborato un “nuovo contratto di servizioper la Rai”, “approvato con due soli astenuti”, ma “il governo lo tiene bloccato”. Il contratto dovrebbe prevedere un canale istituzionale “che dovrebbe riferire 24 ore su 24 sul lavoro del Parlamento (si parla di qualche milione di euro ndr). Ma il sottosegretario Giacomelli e la Rai non firmano”.
Sul Corriere viene intervistato Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera, parlamentare Pd renziano: “Giachetti e i contatti con Di Maio: l’intesa con i 5 Stelle ora è possibile”. Giachetti spiega che per il Quirinale “cerchiamo un acordo che coinvolga il maggior numero di forze politiche, la maggioranza, ma anche Forza Italia e 5 Stelle”. Non fa nomi, anche se ribadisce che Emma Bonino “fosse per me la candiderei ancora. Ma ovviamente mi rimetterò alle decisioni del Pd”.
Il Corriere intervista Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, che “conferma l’ottimismo” di Renzi sulla ripresa, dice che “a livello globale” la situazione sta migliorande, e che i dati delle ultime settimane dicono che anche in Italia “il rallentamento è finito”. Spiega che gli Usa crescono più dell’Europa perché “sono una unione monetaria molto più integrata e flessibile” dell’eurozona, e hanno scelto di affrontare la crisi “prima rimettendo in sestoil sistema finanziario e lasciare in un secondo momento l’aggiustamento fisale”. Padona parla di un “investment compact, misure fiscali a sostengo delle piccole e medie imprese, misure di finanza della crescita, misure di attrazione degli investimenti. Il titolo dell’intervista: “E’ pronto il pacchetto investimenti. Finanza (e fisco) aiuteranno la crescita”.

Inchieste

Il Fatto intervista Diego Anemone, “uomo chiave della cricca dei Grandi Eventi”, che “non ha mai detto nulla per quattro lunghi anni né ai magistrati né tanto meno aigiornalisti”, e che oggi “ha deciso di parlare a tutto campo” con il Fatto, dopo aver parlato più volte con due Pm romani, Ilaria Calò e Roberto Felici. Anemone dice che ha capito di esser stato”strumento di un sistema” e “sto chiedendo indietro i soldi”. Ad esempio “Angelo Zampolini mi ha chiamato a casa di Scajola per fare il lavoro, l’ho fatto. Pensavo mi pagasse. Poinon è che puoi chiedere i soldi a un ministro”. “Abbiamo stimato 10 milioni di euro di lavori non pagati e abbiamo inviato le lettere. Molti non mi hanno risposto, alcuni mi dicono che sono matto”.
Su Il Giornale la notizia di una tessera del Pd: “Così abbiamo iscritto Benito Mussolini al Pd. In solo quattro minuti completata la procedura di tesseramento online del Duce, senza nessun controllo o verifica”. ll quotidiano pubblica la foto della tessera, con la firma del segretario nazionale Renzi, intestata a Mussolini, iscrittosi al circolo di Predappio.

Internazionale

Su La Stampa: “L’ultima tentazione di Obama: ‘un’ambasciata Usa in Iran’. Il presidente americano: ma prima serve una intesa sul nucleare”. Obama ha pronunciato l’auspicio in una intervista allNpr. Non ha escluso che la riapertura dell’ambasciata a Teheran possa avvenire entro la fine del suo mandato.
L’intervista ad Obama viene pubblicata integralmente da La Repubblica sotto il titolo: “‘La mia America non è più razzista, ora sappiamo parlare delle nostre paure'”.
Sullo stesso quotidiano viene intervistato Andrea Montanino, capo del programma economico dell’Atlantic Councill, ex direttore del FMi per l’Italia fino allo scorso novembre. “‘Ora Cuba entri nel FMI. Riceverà oltre un ,iliardo”. Senza il veto Usa Cuba “sarebbe accettata in meno di un anno” e l’ingresso “converrebbe a tutti”, sia alla comunità internazionale che a Cuba.
Sul Fatto una intervista a VIncenzo Camporini, ora vicepresidente dello Iai e in passato capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e della Difesa: domani l’Isaf lascia Kabul, per essere sostituita da una più ridotta missione di assistenza e formazione, fatta di circa 3500 soldati. L’Italia parteciperò con 500 soldati. “Afghanistan addio, il rischio è un nuovo Iraq” il titolo dell’intervista.

E poi

Oggi Il Giornale torna sul sondaggio Demos pubblicato ieri da La Repubblica. L’indagine mostra che tra gli italiani si starebbe diffondendo una certa ‘stanchezza democratica”. Titolo: “La crisi risveglia la voglia di dittatura. Risultato choc di un sondaggio: a un italiano su tre non dispiacerebbe un regime autoritario”.
Sul Corriere intervista a Stefano Menichini. Europa chiude, Menichini ricorda che “noi come giornalisti non pensavamoche qualcosa ci fosse dovuto” ma “a un certo punto dal Pd si sono presi l’impegno dirilanciare il giornale”, e poi “non lo hanno rispettato”. “A MAtteo non interessano i giornali di partito, Bonifazi (il tesoriere Pd ndr) è stato lasciato solo”.

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