La disfida dello smog

Le aperture

La Repubblica: “Smog, stop a Milano. Pisapia contro tutti. Il piano del governo”, “Tre giorni di blocco totale, a Roma solo targhe alterne. Giù i biglietti dei mezzi pubblici. Allarme clima globale”.

E il quotidiano intervista lo stesso sindaco di Milano: “L’ira del sindaco su Grillo e Salvini: ‘Tutelo la salute’”.

Sul tema anche un intervento di Umberto Veronesi: “Niente panico, i divieti servono a poco, sì a misure preventive”.

A centro pagina: “La grande fuga dei miliziani dell’Is, riconquistata Ramadi, svolta in Iraq”, “Cade la roccaforte della jihad. Siria, rapito padre francescano”.

“Se il Califfo resta senza terra” è il titolo di un commento di Jason Burke.

In prima anche un’inchiesta di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti: “Cuffaro, le visite a Rebibbia della sua corte: ‘Curava gli affari’”.

E una foto delle giocatrici di calcio del Locri,, con un commento di Roberto Saviano: “Quelle ragazze del calcio che la mafia non fermerà”.

Di spalla a destra: “Obama, Hollande e la sindrome di Donald Trump”, “Dagli Usa alla Francia linea dura sugli immigrati. Inseguendo la destra?”, di Federico Rampini.

A fondo pagina, “il personaggio”: “Bondi, il poeta pentito: ‘Silvio come Ugolino’”, di Dario Cresto-Dina.

La Stampa: “Smog, via ai divieti fra le liti. Il governo: daremo più fondi”, “A Milano primo giorno senza auto, targhe alterne a Roma. Grillo accusa l’esecutivo”.

“Se l’aria pulita è un buon affare” è il titolo del commento di Mario Tozzi.

In apertura a sinistra: “Nomine Asl, porti e società. Così cambia il settore pubblico”.

E sull’economia italiana: “La ripresa ha bisogno di ambizione”, un editoriale di Emanuele Felice.

A centro pagina, con foto di militari iracheni: “L’Iraq caccia l’Isis da Ramadi”, “Riconquistata la città caduta sotto il califfato, islamisti in fuga”.

In prima anche la vicenda accaduta all’ospedale Sant’Anna di Torino: “Tragedia in sala parto. Morta madre e bimba”, “Torino, ira dei parenti contro i medici”, “La donna nei giorni scorsi mandata a casa due volte”.

Di spalla a destra: “La Cina dà l’addio al figlio unico ma blinda il web”. Ne scrive Ilaria Maria Sala.

In prima anche “Il caso”: “Minacce al club. Lo sport al fianco del Locri calcio”, “Dirigenti sotto scorta. Il patron della squadra femminile: non c’entra la ‘ndrangheta, ma io confermo il ritiro”.

Il Corriere scrive in prima di “duello sullo smog” e “lo smog diventa caso politico”, oltre ad annunciare i “blocchi” nelle città italiane. Da segnalare in prima – con foto – anche un articolo di Paolo Giordano: “Il caldo, il tifone, l’alluvione: l’irrestistibile ansia da meteo”.

A centro pagina: “La resa dell’Isis a Ramadi. Torna la bandiera irachena”.

Il Fatto: “25mila sfumature di smog”, “Polvere ritornerete. E’ il numero delle vittime da inquinamento in un anno”, “Non solo le pm10, ecco le pm2,5: vengono emesse da gasolio, carbone, centrali elettriche e ovviamente inceneritori (ne avremo altri 9 nuovi di zecca nei prossimi anni, secondo i piani di Palazzo Chigi). Il dossier Viias per il Ministero della Salute: ‘L’aria avvelenata accorcia la vita dii 10 mesi per ogni persona’. E, mentre la politica litiga sulle targhe alterne, i cittadini provano a cavarsela”.

In grande evidenza un fotomontaggio che ritrae vari personaggi della cronaca italiana di questo anno: da Ignazio Marino a Roberto Maroni, da Luca Odevaine al padre del ministro Boschi, passando per Ignazio Visco: “Il volto del potere”, “Un anno di scandali svelati dal Fatto quotidiano”.

Sotto la testata, attenzione per l’azienda Ilva: “’Compriamo Ilva se ci garantite impunità su sicurezza e emissioni’”, “Il gruppo Arcelor Mittal e la la via stretta del governo”.

Sul caso banche: “Crac Etruria, commissione al palo tra Colle e scheletri”, “Oggi il pm aretino ‘processato’ dal Csm”.

A fondo pagina, un commento di Guido Rampoldi: “Il nostro strabismo sull’Islam”, “Come leggiamo, interpretiamo e divulghiamo cultura e religione”.

Il Giornale: “Renzi deve pagare il conto” a proposito del “crac del credito”. “L’Europa esenta le nuove banche dagli indennizzi ai clienti truffati. Ma la Costituzione e il Codice Civile inchiodano il governo: poteva salvarli e non l’ha fatto, ora li risarcisca”.

A centro pagina il quotidiano parla di un “piano dell’Isis per conquistare Roma”. “Frontiere colabrodo: segnalati mille passaporti falsi”. Si legge anche che “l’Alto Adige diventa una ‘bengodi’ jihadista”.
Smog

La Stampa, pagina 2: “Aria inquinata. Il governo convoca Regioni e sindaci”, “L’incontro mercoledì. Scontro politico sulle misure”.

La Repubblica, pagina 2: “Smog, le tre giornate di Milano. Delrio: ‘Ecco il piano del governo’”, “Auto ferme dalle 10 alle 16 fino a mercoledì. Targhe alterne a Roma. Grillo e i Verdi all’attacco. Galletti: ‘Giù i biglietti dei mezzi pubblici’”.

E il quotidiano intervista il sindaco di Milano Giuliano Pisapia: “La rabbia del sindaco Pisapia: ‘Anni di lavoro per l’ambiente, su di me solo attacchi politici’”. Pisapia rivendica “interventi strutturali” realizzati per la città: “Area C, la diffusione del car sharing e del bike sharing anche con bici e auto elettriche, il potenziamento dei mezzi pubblici, una nuova linea del metrò e l’avvio dei lavori di un’altra, la quinta. Le zone 30 e le aree pedonali. Il teleriscaldamento negli uffici pubblici e in oltre 100mila case. Dal 2011, Milano ha 3 milioni di metri quadrati di verde in più e risparmia il 52 per cento di energia grazie alla sostituzione a Led dell’illuminazione pubblica”.

Di fianco, un intervento di Umberto Veronesi: “Niente allarmismi, ma contro le polveri servono più metano e auto elettriche”.

La Stampa intervista il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti: “Il governo darà più fondi ma i cittadini devono diventare responsabili”. “Nessuna imposizione dall’alto”, dice il ministro spiegando che gli interventi saranno coordinati e che per seguire una linea comune mercoledì riunirà governatori, sindaci delle grandi città, vertici della Protezione civile e agenzie per l’ambiente. Perché “nessuno conosce il proprio territorio meglio di un amministratore locale”.

Il Fatto, pagina 2: “Emissioni fuori controllo: 25mila morti ogni anno”, “Lo studio del progetto Viias individua le cause: carburanti, centrali elettriche e inceneritori”. “L’emergenza smog -scrive Giampiero Calapà- impazza e fa impazzire la politica, con il ministro dell’Ambiente Galletti che invita tutti a lasciar l’auto in garage e convoca fra due giorni una sorta di consiglio di guerra di sindaci e governatori. Eppure il problema – oltre la straordinarietà di queste ore con previsioni meteo che non annunciano pioggia prima del 2 gennaio- è sistemico ed è Angelo Bonelli dei Verdi a porre l’attenzione su uno studio del ‘Progetto Viias’ per il Ministero della Salute presentato nel luglio scorso. Secondo questa ricerca sarebbero intorno a 25mila le persone che si potrebbero salvare ogni anno in Italia se si rispettassero i limiti delle emissioni di polveri sottili: pm10 (penetrano nel tratto superiore dell’apparato respiratorio, dal naso alla laringe) e le ancora più pericolose pm2,5 (si spingono nella parte più profonda dell’apparato fino a raggiungere i bronchi). Le terribili pm2,5, è bene specificare, sono prodotte soprattutto da gasolio e carbone, riscaldamenti domestici, centrali elettriche e, non da meno, inceneritori. Proprio ieri Il Fatto ha rivelato il piano del governo per la costruzione di altri nove nuovi inceneritori in otto regioni italiane (Toscana, Umbria, Marche, Campania, Lazio, Abruzzo, Sardegna e due in Sicilia). Dato che stride con il ricorso a misure emergenziali come, appunto, l’invito a lasciare l’automobile.

Il Corriere ricorda cosa sono le polveri sottili: “Polveri composte di particelle solide e liquide – spiega l’ingegnere Alessandro Bigi, ricercatore all’università di Modena e Reggio Emilia e autore di vari studi sull’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana – rispettivamente con un diametro inferiore a 10 micrometri (milionesimi di metro appunto, o se si preferisce millesimi di millimetro) e a 2,5 micrometri». Sono infinitesimali, basti pensare per esempio che un globulo rosso ha un diametro di 8 micrometri”. Dice Bigi che “sono in parte il residuo diretto dei processi di combustione e in parte il prodotto dell’invecchiamento di gas inquinanti, che rimanendo nell’atmosfera si trasformano in particelle. In questo periodo non piove e non c’è abbastanza vento per disperderle e quindi rimangono intrappolate e si accumulano nei primi 3-400 metri di atmosfera”. Principali responsabili il traffico di autoveicoli e il riscaldamento domestico, poi l’agricoltura e gli allevamenti intensivi. A Milano in particolare “secondo i dati di Rse (Ricerca sul Sistema Energetico), i tubi di scappamento e le caldaie di casa producono il 35-40% delle polveri sottili presenti in città, mentre il restante 60% arriva da fuori. Anche a Torino i trasporti causano il 35% della concentrazione media annua delle polveri sottili (Pm 2.5). Valore che scende al 20%, al di fuori delle aree urbane”.

Iraq, Isis

Su La Stampa: “Isis in fuga da Ramadi. L’Iraq si prende la rivincita”, “Espugnato anche il compound governativo nella città persa a maggio. Gli islamisti ripiegano verso Falluja. Primo successo del nuovo esercito”. Ne scrive Giordano Stabile, spiegando che i combattenti dell’Isi, poche centinaia in tutto, sono fuggiti verso il Nord-Est, fra Ramadi e Falluja, dove possono trovare coperture e nascondigli. E’ una vittoria importante soprattutto per il morale delle forze armate irachene e l’hanno ottenuta con un apporto minimo delle milizie sciite, decisive invece in estate per la riconquista di Tikrit. Nei mesi scorsi Baghdad si è guadagnata l’alleanza di numerose tribù sunnite locali, come quella di Al Dalim. L’Isis non era più in grado di controllare i villaggi attorno alla città ed ha giustiziato nelle scorse settimane decine di sunniti, accusati di tradimento. Si è indebolito e ha perso consensi. E’ stata trovata anche una soluzione al fatto che l’esercito iracheno fosse stato addestrato alla controguerriglia, non alle battaglie campali. Sapeva cioè come disinnescare una bomba improvvisata (Ied) piazzata sulle strade -spiega Stabile – ma non un intero campo di Ied difeso da postazioni di mitragliatrici. Per superare l’intero campo trincerato di Ramadi gli istruttori Usa hanno inventato nuove armi: come una corda esplosiva attaccata a un razzo, in grado di creare un sentiero sicuro attraverso i campi minati e permettere a una colonna di avanzare.

Su La Repubblica ne scrive Daniele Mastrogiacomo: “Riconquistata Ramadi, raid usa e Russia sul bastione dei jihadisti, ‘Fuga con scudi umani’”, “Le forze irachene entrano dopo tre giorni di battaglia. Paura per un francescano: ‘E’ stato rapito in Siria”. E’ un successo di immagine, più che strategico, secondo Mastrogiacomo: la presa di Ramadi, catturata a maggio dalle milizie di Al Baghdadi, avrà un effetto tonificante per le truppe irachene, ridicolizzate durante l’avanzata inarrestabile dell’Is che costrinse i pochi reparti rimasti a difesa del capoluogo dell’Al Anbbar e ad una fuga precipitosa sugli elicotteri spediti dal comando centrale. Grazie ai raid della coalizione a guida americana che hanno martellato la città nell’ultima settimana, i tank e i mezzi blindati di Baghdad sono riusciti ad avanzare verso il centro e a conquistare il compound governativo trasformato nel fortino dei nuovi padroni. I bombardamenti mirati della coalizione, con il sostegno dei caccia russi, sono riusciti a preparare il terreno e a favorire l’avanzata dei mezzi blindati a terra.

A pagina 7 l’analisi di Renzo Guolo: “Il triangolo sunnita e la via verso Mosul”. Dove si legge che “la perdita di Ramadi, città chiave del ‘triangolo sunnita’ iracheno insieme a Tikrit e Baghdad, è un colpo politico e militare rilevante per l’Is”; la riconquista della città da parte delle forze armate del governo iracheno “allenta la pressione jihadista su Baghdad e consente di pianificare lo scontro decisivo per Mosul”. La guerra convenzionale, sottolinea Guolo, si è dimostrata più efficace della contro-guerriglia. E il governo iracheno “vuole riassorbire, su pressione di Washington e senza veto dell’Iran che punta a restare potenza d”influenza nell’area, parte del dissenso sunnita. La scelta di non inviare i paramilitari sciiti a Ramadi per evitare l’esplodere delle violenze settarie seguite alla riconquista di Tikrit ha evitato nuove tensioni”.

A pagina 9 “lo scenario” tracciato da Jason Burke: “Meno terra, meno soldi, così una città che cade può far tremare l’Is”, “Quella di Ramadi non è una battaglia risolutiva ma invertire la tendenza espansiva del Califfo vuol dire minare i meccanismo propagandistici ed economici del suo Stato”.

Sul Corriere si ci sofferma sugli arresti di presunti jihadisti a Sarajevo, con una intervista al procuratore Dubravko Campara, “l’unico magistrato bosniaco” ad occuparsi di terrorismo islamico. Dice che Sarajevo a parte, dove sono stati arrestati 22 presunti terroristi, ci sono al nord interi piccoli “villaggi integralisti che non hanno nulla a che vedere con la nostra cultura”. Dice che alcuni finanziamenti ai terroristi arrivano anche dall’Europa.

Su Il Giornale si parla di Alto Adige e della sua “metaforfosi”, “svelata dalle inchieste che tra Bolzano e Merano hanno sgominato cellule collegate con la rete del terrorismo internazionale”. Sarebbe il “rovescio della medaglia del welfare al tempo dell’emergenza terrorismo, quello che tra sussidi e alloggi riservati ai cittadini meno abbienti, ha consentito il proliferare silenzioso dell’estremismo radicale nella tranquilla cittadina del Nord Italia, trasformata in una ghiotta base di collegamento logistico con gruppi terroristici oltre-confine, oltre che in fulcro di proselitismo e terminal di smistamento di combattenti da e per la Siria”. Si cita una intervista al procuratore capo di Bolzano, Guido Rispoli al Corriere dell’Alto Adige che “mette in guardia sul pericolo di infiltrazioni che si cela dietro a politiche sociali inclusive ma poco controllate”.

Politica

Su La Repubblica una pagina dedicata alle elezioni amministrative: “‘Insieme se il Pd fa cose di sinistra’”, “La Sinistra attacca Guerini: basta cercarci solo alla vigilia delle elzioni, non siamo ruote di scorta. Ma la minoranza Dem invita i renziani a mediare con Sel: dobbiamo ricostruire il centrosinistra”.
Con un’intervista all’ex governatore della Campania Antonio Bassolino: “Il partito non pensi a sconfigegre me ma de Magistris e M5S, io ce la posso fare”.

Su La Stampa: “Renzi: ‘L’economia torna a salire. Ora tocca a unioni civili e ius soli'”, “Il bilancio del 2015 nella newsletter del premier: ‘Abbiamo approvato leggi attese da tempo’. Ma il Codacons frena gli entusiasmi e avverte: nel 2016 aumenterà la spesa degli italiani”.

In basso, intervista alla vicesegretaria Pd e governatrice del Friuli Venezia Giulia: “Serracchiani: ‘Dobbiamo migliorare la comunicazione. Il M5S raccoglie il melssere”.

La Repubblica intervista Sandro Bondi: “Io, cortigiano pentito. Berlusconi è uguale al Conte Ugolino”, “Sandro Bondi si confessa: da poeta del Cavaliere a verdiniano con tendenza Renzi. ‘Sono stato un servo ma ho capito tutti i miei errrori. Ora voglio solo essere dimenticato”.

A pagina 14: “La mossa di Renzi, subito il rimpasto, un ministro a Ncd”, “Una donna al dicastero per le Regioni. Spazio alla sinistra, Errani viceministro”.

Su Il Giornale: “C’è voglia di centrodestra, ma unito”, di Salvatore Tramontano. Si parte da un sondaggio di Euromedia pubblicato dal quotidiano sabato scorso secondo il quale il centrodestra unito batterebbe il Pd di due punti e mezzo. “E’ come se fosse in atto una rivolta al Partito della Nazione da parte del popolo di centrodestra”, si legge.

E poi

Su Il Fatto alle pagine 12 e 13 un lungo articolo di Guido Rampoldi, che prende spunto da una vicenda raccontata qualche tempo fa sul Corriere da Lorenzo Cremonesi (in una scuola di Milano a parlare di Isis e Islam, è stato contestato da una ragazza islamica che ha ribadito di considerare il Corano come unica, veritiera fonte, ndr). “Noi, loro e gli altri”, “Essenzialismo. La banalità che ci rende strabici sull’Islam”, “In nome della comprensione i fedeli di Allah vengono rappresentati come tutti uguali, ma la Storia dimostra il male di questa dottrina”, “Complottismo. Già nel 1987, ben prima de ‘La rabbia e l’orgoglio’ della Fallaci, gli accademici serbi denunciavano il progetto musulmano per eurabizzare e soggiogare la flaccida Europa”.

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