La disfida della scuola

Il Corriere della sera: “La battaglia sulla nuova scuola”. “Scontro tra sindacati e governo. Non sopporto chi strumentalizza studenti e prof”. “Vertice a Palazzo Chigi dopo le modifiche al testo”.
A centro pagina: “Roma strappa un sì sulle quote dei migranti”. “Oggi la decisione sul piano Juncker”.
L’editoriale, firmato da Angelo Panebianco, è dedicato a Forza Italia (“Il destino bloccato di un partito”).
In alto un articolo di Massimo Gaggi dedicato agli Usa: “Il ceto medio scompare dalla retorica elettorale”. A centro pagina un intervento di Alberto Alesina e Francesco Giavazzi dedicato alla vittoria di David Cameron: “L’austerità che funziona”.
Gian Antonio Stella racconta invece la storia di un medico che “opera sotto assedio la gente di Kobane”.
Da segnalare anche la fotonotizia sull’avvio del Festival di Cannes, con i tre film italiani di Moretti Garrone e Sorrentino in gara.

La Repubblica: “Renzi: ‘Basta con la sinistra masochista’. Sulla scuola scontro governo-sindacati”, “I professori: ‘Insufficienti le modifiche al ddl, pronti al blocco degli scrutini’. Boicottati i test Invalsi”.
Il quotidiano rilancia quindi l’intervista ieri a Repubblica tv, che viene riprodotta alle pagine interne.
In evidenza una foto d’epoca di migranti in arrivo in America: “Nel nuovo museo di Ellis Island, qui l’America celebra le sue radici”.
A centro pagina: “Banda larga, il Tesoro spinge: ‘Lo Stato partner in una rete’”.
Di spalla a destra, per la “copertina” dell’inserto R2, un’intervista al disegnatore-simbolo di Charlie Hebdo, Luz: “’Mai più Islam nelle mie vignette, ora dico addio a Maometto’, “Parla Luz: è una trappola, i terroristi fanno propaganda anche con il nostro lavoro”.

La Stampa apre con i titoli sulla scuola: “’Pronti a bloccare gli scrutini’”, “Scola, sindacati e governo restano distanti. Prove Invalsi boicottate da studenti e insegnanti”, “Per le confederazioni negativo l’incontro sulla riforma a Palazzo Chigi. Il premier apre alla concertazione”.
Sulle pensioni dopo la sentenza della Corte costituzionale: “Pensioni, entro una settimana i primi tre miliardi e mezzo”, “Intervista al vicepresidente della Commissione Ue” Dombrovskis, che dice: “Italia salva sul debito ma in autunno un nuovo esame”.
A centro pagina, foto dall’asta Christie’s: “Il Picasso che vale 180 milioni di dollari”.
Di spalla a destra: “Immigrati, Italia e Grecia per ora escluse dalle quote”, “Oggi le norme europee”.

Il Fatto si occupa in apertura della discarica di Bussi della Montedison: “La sentenza dei veleni”, “’Se condanniamo Montedison quelli vi portano via tutto’”, “Le pressioni sulla giuria popolare: ‘Non eravamo sereni, l’azienda meritava il disastro doloso. Ma il presidente della Corte d’Assise ci avvertì che potevano chiederci i danni’. Così il verdetto fu ‘colposo’. E scattò la prescrizione”.
In prima anche il richiamo ad un’intervista a Barbara Spinelli: “Vogliono la guerra in Libia”.
A centro pagina: “Renzi: ‘I nostri alleati non li voterei nemmeno io’”, “Il premier prima prova a proteggere De Luca e i candidati del Pd, poi è costretto a scaricare gli impresentabili: ‘Sono nelle liste che ci appoggiano’. Speranza difende Fassina: ‘Se va via è un problema per il partito’”.
Sulla scuola: “Rottura totale”, “Gli insegnanti: ‘Blocchiamo gli scrutini’”.

Il Giornale: “Il miracolo di Renzi. Ricchi a loro insaputa. L’ultima invenzione del premier: i pensionati con 1800 euro al mese sono dei Paperoni. Da spennare”. E poi: “Caos scuola: rottura tra sindacati e governo, A rischio gli scrutini”.

Il Sole 24 ore: “Pensioni, subito il piano rimborsi. In arrivo il decreto, tetto a 2500-3000 euro lordi mensili. Al via gli sgravi per i fondi di previdenza”. Di spalla: “Scontro tra governo e sindacati sulla riforma della scuola. Rischio blocco degli scrutini”.
A centro pagina: “La Grecia paga la rata Fmi con i fondi d’emergenza”. “Ancora crisi di liquidità”, il titolo
Sul quotidiano di Confindustria da segnalare due contributi di Vittorio Emanuele Parsi e di Kenneth Rogoff sul tema immigrazione: “Per Onu e Ue occasione di uscire dal torpore”, il titolo di quello di Parsi. “L’ipocrisia dell’Europa si chiama diseguaglianza”, quello di Rogoff.

Scuola

Su La Repubblica, pagina 2: “Scuola, scontro frontale tra governo e sindacati. ‘Bloccheremo gli scrutini’”, “A Palazzo Chigi rottura su scatti di merito e stipendi congelati. L’esecutivo: ‘Non potete danneggiare otto milioni di famiglie”.

La Stampa, pagina 2: “Fumata nera sulla scuola, ‘Ora a rischio gli scrutini’”, “Nulla di fatto nell’incontro tra governo e sindacati: prosegue la protesta”. C’è stata una convocazione unica a Palazzo Chigi: sindacati piccoli e grandi, tutti insieme, 15 sigle, scrive il quotidiano.

La Repubblica sintetizza in 4 punti i nodi della tensione: il contratto (quello della scuola è fermo da sette anni, come gran parte dei contratti P.A. E il sindacato vuole un aumento fisso, ma il governo non ha ancora risorse), i premi (i confederali non accettano che i 200 milioni per i docenti più bravi e impegnati siano stati definiti dal governo senza alcuna trattativa, la Cgil vuole destinarli alle scuole del Sud), i presidi (dopo le revisioni in commissione cultura alla Camera sul potere dei dirigenti, i sindacati vogliono abolire l’albo territoriale da cui i presidi potranno scegliere i docenti), la valutazione (tutte le sigle hanno attaccato il progetto del governo che vuole coinvolgere studenti e genitori nella valutazione, anche economica, degli insegnanti e chiedono di lasciarla ‘a chi è competente’).
Su La Repubblica un’intervista al sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Hanno perso il lume della ragione ma noi discutiamo anche del contratto”. Di fianco, intervista al segretario della Uil Carmelo Barbagallo: “Finta democrazia, ci fanno trattare con una pistola puntata alla tempia”.

Il Fatto, pagina 7: “La preside Boschi chiude ai sindacati: scrutini a rischio”, “Nulla di fatto nell’incontro con l’esecutivo se non la promessa di una trattativa al Senato. Si profila un indurimento della protesta. Successo del blocco dell’Invalsi”. E sulla questione precari, spiega il quotidiano, i sindacati vogliono tener conto anche dei 180mila che rimarranno fuori, al di là delle 100mila nuove assunzioni.

La Stampa, pagina 3: “Ma Renzi a sorpresa riapre la concertazione”, “Il premier non vuole rompere. La proposta: ‘Rivediamoci a Palazzo Chigi’. Sulla trattativa pesano le elezioni regionali”. Scrive Fabio Martini sul quotidiano che al termine della giornata di ieri, dopo il confronto aspro a Palazzo Chigi, Renzi, pura avendo rivendicato il principio controverso ma innovativo in Italia secondo cui il governo propone, sente le parti e poi decide, ha preferito “aprire una trattativa di stampo classico”.
E alla pagina precedente si citano le parole del ministro dell’istruzione Giannini: “Il governo sui punti qualificanti è chiaro che non ha volontà di tornare indietro”, l’oggetto degli incontri è individuare “soluzioni tecniche a problemi che possano essere adottate senza scardinare l’impianto della riforma”.

La Repubblica, nel suo “retroscena” a pagina 2 dà conto anche delle ripercussioni di questa contrapposizione anche sul governo e sui rapporti con la minoranza Pd: “Il premier tira dritto e avverte i dissidenti: ‘Fiducia al Senato, non ci fermeranno’”, “L’obiettivo è approvare la legge entro metà giugno per evitare il decreto sui precari. ‘Ma il dialogo non è chiuso’”. Si legge che a Palazzo Madama è quasi certo che verrà posta la fiducia, visto che in questa assemblea bersaniani e civatiani faranno di tutto per bloccare l’iter della riforma, cavalcando “l’onda della mobilitazione degli insegnanti per riconnettersi con un mondo che è stato sempre orientato verso il Pd”. Dice uno di loro: “Sull’Italicum siamo rimasti isolati nel Paese, ma sulla scuola tutto il popolo della sinistra è con noi”.

Sui test Invalsi, boicottati in parte dagli studenti ieri, interviene con un commento sul Corriere Andrea Ichino e scrive che la protesta “è equivalente a boicottare l’uso del termometro nelle diagnosi mediche. Entrambi sono strumenti imperfetti di misurazione ma relativamente poco costosi rispetto ad altri disponibili. Tanto più che non si tratta di strumenti definitivi ma utili nel caso per avviare indagini più approfondite. Boicottarli, come è avvenuto ieri, non permette quello che in ogni misura
è fondamentale: la comparazione confrontabile tra scuole e classi diverse, che altrimenti andrebbe affidata alla soggettività dei docenti o di chissà chi altri”.

Renzi, Pd

La Repubblica tv ha intervistato ieri Matteo Renzi ed oggi il quotidiano riproduce i contenuti del colloquio con il notista politico Claudio Tito: “Il mio Pd non cederà al centro, è sinistra anche senza D’Alema. Stop ai masochisti che perdono”. Sulle pensioni: “La sentenza della Consulta non dice che bisogna restituire tutto. Presto affronteremo il problema”. Sulla scuola: “Stiamo correggendo, ma l’autonomia richiede la responsabilità dei presidi”. Su Berlusconi e le elezioni regionali: “in Liguria, che è oggettivamente l’ultima spiaggia per Berlusconi, è accaduta una cosa molto semplice: la sinistra masochista ha chiesto le primarie, le ha perse, anziché accettare il risultato, cosa che hanno fatto quasi tutti i dirigenti del Pd, ha rimesso in discussione quel risultato e ha candidato Pastorino contro il candidato ufficiale del Pd Lella Paita. Lo fa non per vincere ma per far vincere il candidato di Berlusconi, Giovanni Toti”, “Forza Italia ha una sola possibilità di essere rianimata e gliela dà la sinistra masochista”. Sulle elezioni regionali in Campania e sul caso del candidato alla presidenza della Regione Vincenzo De Luca: “Alcuni candidati mi imbarazzano eccome. Però le liste sono pulite”, “Su alcune liste collegate al presidente si può discutere, hanno dei candidati che personalmente non voterei neanche se costretto, ma il Pd ha candidati seri”. Lei vede il rischio di una scissione? Chi minaccia di uscire evoca il dubbio che chi proviene dai Ds, dal Pci, possa avere diritto di cittadinanza in questo partito. Risponde Renzi: “Io non so qual è la sinistra che proviene dai Ds e che non ha cittadinanza. Penso al ministro della Giustizia Orlando, a quello dell’Agricoltura Martina, a quello dell’Economia Padoan, al sottosegretario De Vincenti, al ministro del Lavoro Poletti”. E la parte che fa riferimento a D’Alema e Bersani? “Con grande rispetto per D’Alema e per Bersani, non è che se non ci sono loro non c’è la sinistra che proviene dai Ds”, “Spero che Fassina rimanga, se non rimane però è un problema suo, non nostro”.
Alle pagine 8 e 9 de La Repubblica: “Senato e lotte sociali, la minoranza pd prepara la sfida dopo le elezioni. Bersani: Renzi mistifica”, “L’ex segretario: il centrosinistra ha vinto altre volte. Referendum di Civati contro i nominati dell’Italicum”. Oggi Pippo Civati presenta un quesito pilota per affossare la nuova legge elettorale. Alle pagine seguenti, intervista a Stefano Fassina: “Ormai il premier guarda a destra, bisogna cambiare o me ne vado”, “Invertire la rotta a partire dalla riforma della scuola. Vincere sì, ma non ad ogni costo”. Di fianco, intervista al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: “Non mi allineo ma le mie scelte ora sono diverse da quelle dei big”, “Inutile negarlo, stiamo percorrendo strade molto diverse. Oggi la sfida di Renzi è anche la mia”.

Sul Corriere: “Il ‘ribelle’ vicino all’addio: ‘situazione insostenibile'”.

Sul Giornale: “Renzi liquida Fassina. ‘Lascia? Problemi suoi’. E la fronda Pd insorge”. “Il leader riapre lo scontro con la sinistra masochista che perde e poi scappa col pallone come Cofferati. Speranza: Matteo sbaglia”.

Forza Italia

Sul Corriere una intervista a Franco Frattini, invocato ieri come candidato che avrebbe evitato il collasso di Forza Italia alle Amministrative. “Il partito Repubblicano è un errore. Ora primarie per un Ppe italiano”. Frattini ricorda che lasciò FI quando Berlusconi tolse il sostegno al governo Monti, “non ero d’accordo su questa posizione antieuropea”, e spiega che a Bolzano aveva chiesto “l’unità di tutte le forze moderate e la Svp non schierata”. La Svp invece ha appoggiato il candidato del Pd e “gli altri hanno detto ognuno una cosa diversa”. Sul partito Repubblicano “non si può opporre a Renzi un partito con estremisti come Salvini o Meloni”, occorre un partito che punti su scuola, Europa, politica di difesa comune”. “Renzi si batte con il Ppe italiano”, dice.

La Repubblica, pagina 10: “Forza Italia, Fitto accelera, via dal partito e dal Ppe prima del voto regionale”, “Il crollo in Trentino fa precipitare la situazione. Scontro Maroni-Salvini sul reddito di cittadinanza”. Alla pagina seguente, intervista a Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia e candidato alla presidenza della Regione Liguria, che dice: “Vogliono il caos ma noi ci rialzeremo, federando i moderati e usando le primarie”. Spiega Toti che “la polemica sui metodi di selezione della leadership è pretestuosa perché già da tempo noi abbiamo aperto alle primarie di coalizione”. Voi per le primarie? “Certo. Quel che abbiamo sottolineato più volte è che non sono la panacea di tutti i mali, come la catastrofica esperienza del pd dimostra, e far leva sulle primarie per attaccare Berlusconi è un giochetto che non funziona”.

La Stampa, pagina 9: “Fitto lancia il nuovo partito: ‘Forza Italia non esiste più’”, “L’anatema di Berlusconi: scompariranno appena se ne andranno”.

Secondo Il Giornale, Berlusconi continua a pensare proprio al progetto di partito Repubblicano. Non sarà lui il leader “perché consapevole che dovrà emergere un volto nuovo e giovane”, ma sarebbe ovviamente un “padre nobile”, “Il pessimo risultato in Trentino provoca una scossa anche tra i fittiani tra i quali si è aperto il dibattito: quando consumare lo strappo definitivo da Forza Italia?”. Invece “sdrammatizza la sconfitta elettorale” il “Mattinale” di Brunetta: “La lista di Forza Italia era presente solo in quattro comuni su 140, fare quindi dei paragoni con precedenti consultazioni elettorali è sbagliato e fuorviante”.
Il Giornale dà conto degli ultimi sondaggi pubblicabili in vista delle elezioni regionali e scrive: “Testa a testa tra Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca in Campania. Luca Zaia nettamente avanti in Veneto. Partita aperta in Liguria tra Raffaella Paita e Giovanni Toti”. Nel dettaglio in Veneto Zaia ha il 44 per cento dei voti, contro il 33 della Moretti e il 10,5 di Tosi. Caldoro e De Luca sarebbero “vicini, entrambi al 37%, mentre la grillina Valeria Ciarambino è al 22%”. In Liguria il distacco tra Toti e Paita sarebbe di solo mezzo punto, “una situazione che preoccupa il premier visto che una sconfitta in una Regione tradizionalmente rossa rappresenterebbe una doccia gelata per il nuovo corso renziano”. Per questo non sarebbe stata casuale la battuta di ieri sulla “sinistra masochista che dà la possibilità a Forza Italia di essere rianimata”, visto che in Liguria è candidato un “civatiano” contro la Paita, Luca Pastorino. Centronisistra in vantaggio in Puglia, Umbria e Toscana.

Angelo Panebianco sul Corriere (“Il destino bloccato di un partito”) spiega che oggi FI è un partito in stallo perché “non può vivere né con né senza Berlusconi”. Quanto al progetto di partito Repubblicano italiano può essere una “intuizione giusta” dell’ex premier, anche perché “resta, nonostante tutto, molte spanne sopra gli altri leader del centrodestra”. Ma non può limitarsi ad essere un nuovo “contenitore”. Dovrebbe anche fondarsi su un programma come quello immaginato da Antonio Martino: superamento della tassazione progressiva e introduzione della flat tax, invece che “accodarsi, con solo scopo di dar fastidio a Renzi, alla sentenza della Corte Costituzionale” sulle pensioni.

Spinelli

Tre interviste a Barbara Spinelli oggi sui quotidiani.

Su La Repubblica, quotidiano di cui è stata a lungo editorialista: “’La Lista Tsipras è finita, tutta colpa di Sel e Rc, ma io non mi dimetterò’”, “L’europarlamentare spiega il suo abbandono: i partiti predominavano, non dovevamo lasciare la battaglia sul reddito di cittadinanza al M5S”, “Io sono favorevole all’idea di Landini di una ‘coalizione sociale’”.

Anche Il Fatto la intervista per affrontare il tema dell’emergenza immigrazione e del piano Ue che verrà affrontato oggi dai 28 Stati membri: “Idee e parole sbagliate, si perdono tempo e vite”, come con Gheddafi “si pensa di rimandare i migranti nei Paesi dai quali fuggono senza tener conto dei diritti umani, E affondare i barconi non fermerà l’esodo. Intanto un conflitto è alle porte”.

Il Corriere ricorda che Spinelli, eletta al Parlamento europeo nella lista Altra Europa con Tsipras, è uscita dal gruppo dopo un anno. Durante la campagna elettorale, ricorda il quotidiano, disse che se eletta non sarebbe andata al Parlamento europeo. Eletta, cambiò idea per – disse – non consentire uno snaturamento del progetto politico per il quale era stata eletta. Oggi dice che non è lei che si è allontanata dalla lista, ma la lista che “si è allontanata dal progetto originario”, quello di “creare una aggregazione che andasse oltre i vecchi partititini della sinistra”. Il titolo: “Troppi litigi tra noi. Potrei rappresentare Landini a Strasburgo”.

Su La Repubblica, un’intervista a Maurizio Landini, segretario Fiom: “Il governo ha scelto di stare dalla parte delle imprese”, “Renzi non risponde a chi soffre il ricatto della precarietà e della povertà. Sulla scuola serve lo sciopero generale”.

Pensioni

La Stampa: “Pensioni, soluzione in due tappe. Subito un decreto per gli arretrati”, “Il Tesoro stanzia 3,5 miliardi. In autunno i fondi per gli aumenti futuri”. Secondo il quotidiano la forchetta di pensionati che otterranno la restituzione della indicizzazione va dai 1.400 euro a (massimo) 3.200 euro. I primi avranno quasi tutto, man mano che si salirà di reddito la percentuale di ridurrà fino a diventare simbolica.

La Repubblica: “La Ue sul buco pensioni: ‘Ora attenti al debito’. Padoan: ‘Decreto a giorni’. Rimborsi non per tutti”, “Gli obiettivi del Def non cambiano: deficit al 2,6 per cento del Pil. Quasi certa una scalettatura dopo la sentenza della Consulta”.

Immigrazione

Sul Sole: “La Germania apre sulle quote di migranti. La Commissione pubblicherà oggi le linee guida per affrontare l’immigrazione legale e illegale. Una persona su tre chiede asilo a Berlino che vuole diminuire la pressione alle frontiere”. Dove si ricorda che per esempio il 60 per cento degli oltre 60 mila siriani arrivati in Europa nel 2014 hanno ottenuto asilo in Germania e Svizzera. In Germania l’anno scorso hanno chiesto asilo oltre 200 mila persone. Seguono la Svezia e la Francia. Per questo la Germania oggi è d’accordo a distribuire meglio gli immigrati: per “alleggerire la pressione”, appunto.
Sul Corriere: “Roma strappa un sì sulle quote di migranti”. Secondo il piano che verrà diffuso dalla Commissione il nostro Paese dovrà garantire una quota di accoglienza pari all’11,84 per cento, e sarebbe dunque “già in ‘credito'”. Si legge che in Europa oggi rimangono fortemente contrari Paesi come la Polonia, i baltici, la Romania, repubblica Ceca e Slovacchia. Restano fuori Regno Unito e Irlanda.

Internazionale

Sul Corriere: “Kerry da Putin, prove di disgelo”. Ieri il Segretario di Stato Usa è arrivato a Sochi per incontrare il presidente russo. Anche sul Sole: “Kerry e Putin rilanciano il dialogo”. “Primo incontro ad alto livello tra i due Paesi dall’inizio della crisi ucraina. Mosca vuole la fine delle sanzioni”. “Colloqui ‘franchi’ tra il Segretario di Stato e il presidente russo su Ucraina, Iran e Siria”.

Su La Stampa: “Un Obama inglese per riscattare i Labour”, “Il ‘blairiano’ Chuka Umunna ha 36 anni e origini nigeriane. Si candida a sostituire Ed Miliband dopo la disfatta elettorale”.

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