Il ritorno di Enrico Letta?

 

Il Corriere della Sera: “’Pensioni minime, si cambia’”, “Renzi annuncia: bonus o assegni più alti. Interventi anche sulle uscite anticipate”, “Incontro governo-sindacati, aperti due tavoli di confronto. Camusso: novità non da poco”. Scrive il quotidiano che parte il confronto tra governo e sindacati su previdenza e mercato del lavoro, con due tavoli.

Sul referendum costituzionale: “Votare Sì o No: i 10 perché”, di Dino Martirano.

Più in basso un capitolo su Mattarella e il populismo del quirinalista Marzio Breda, che cita le sue parole: “’Ci sono forze disgregatrici’”.

L’editoriale, a firma di Antonio Polito, è dedicato all’Europa, a Parigi, Berlino e Roma: “Spettatori dell’Europa in frantumi”. Scrive Polito che non sono pochi, nei circoli colti delle capitali europee, nelle burocrazie di Bruxelles, a sperare segretamente che vinca la Brexit: “l’idea è : così si chiarisce l’equivoco, l’Europa sarà più piccola ma più compatta”. Ma è “una pia illusione”, poiché il “mitico nucleo dei Sei fondatori” del 1957 “non è più un nucleo, è diviso su tutto, come ha notato su Le Monde Arnaud Leparmentier”.

A centro pagina, foto dagli scontri in Francia, con il blocco dell’accesso al porto di Saint-Nazare: “Rivolta contro il Jobs Act. Scontri e feriti in Francia”, “Occupate le raffinerie, interviene la polizia”.

Sulla colonna a destra, in vista delle elezioni del 5 giugno, un commento di Sergio Rizzo: “Quell’appello alla trasparenza che la politica sta ignorando”.

In prima anche le vicende di Unicredit: “Il passo indietro di Ghizzoni. Svolta Unicredit”.

A fondo pagina: “I nuovi anziani, generazione senza età”, “Nobel e ricercatori: la soglia ‘over 65’ non ha più senso, la longevità diventi risorsa”. Ne scrivono Giangiacomo Schiavi e Carlo Vergani.

La Repubblica: “Pensioni, così la riforma”, “Disgelo governo-sindacati, sì alla flessibilità. Renzi promette più soldi alle minime. Il premier: i candidati M5S manovrati. Napolitano: Lega xenofoba. Insulti da Salvini”. Il quotidiano elenca quindi i primi passi della riforma delle pensioni: introduzione della flessibilità in uscita, aumento dei trattamenti minimi, lavori usuranti e fondi previdenziali integrativi.

Di fianco, un intervento di Chiara Sarceno: “Le famiglie che il Paese dimentica”.

In apertura a sinistra le parole dell’ammiraglio Enrico Credendino, che da un anno comanda la flotta europea che combatte i trafficanti di uomini e che in un’intervista al quotidiano dice: “’Flotta Ue in Libia contro gli scafisti”, “Così sconfiggeremo i trafficanti di uomini’”.

Più in basso: “Tensione al Brennero”, “L’Austria rafforza i controlli. Mattarella: no alle barriere. ‘Servono ponti, non muri’”.

A centro pagina, foto dell’installazione sul Lungotevere di William Kentridge: “Togliete gli stand, oscurano Kentridge”.

Il fotoreportage di oggi è dedicato ai rottami della nave Concordia. Le foto sono di Andrea Leoni, il commento è di Francesco Merlo.

Sulle primarie Usa: “Le sex zombie di Bill negli incubi di Hillary”, di Vittorio Zucconi.

La Stampa: “Riforme, duello tra Letta e Renzi”, “L’ex presidente del Consiglio: fai del referendum una corrida. La replica: tu al governo non hai fatto nulla”, “Populismi in Europa, richiamo di Mattarella: basta demagogie solo per avere consenso”.

Un anticipo di congresso in stile Dc”, scrive Marcello Sorgi a proposito del Pd e dello scontro Letta-Renzi.

Sulle pensioni: “Tagli del 45 sulle uscite anticipate e 80 euro per gli assegni minimi”, “Tra le ipotesi a cui lavora l’esecutivo anche nuovi sgravi per le assunzioni. Riparte il confronto con i sindacati”.

A centro pagina, foto dagli scontri in Francia davanti ai siti petroliferi di Fos-sur-Mer, vicino a Marsiglia: “Jobs Act, Francia paralizzata dalle proteste”, “Blocco di depositi petroliferi e raffineria, distributori di benzina a secco. Ma Valls: ‘Non arretriamo’”. Inviato a Marsiglia è Niccolò Zancan: “’Non faremo la fine dell’Italia’”, gli dicono i manifestanti.

In prima anche l’analisi di Mario Deaglio: “Debito e crescita. Anche Bruxelles ha le sue colpe”.

Il Fatto: “Rai: il Sì marcia a reti unificate. Per il No un minuto in tutto”. Il quotidiano intervista il costituzionalista Alessandro Pace, che è presidente del comitato per il No e che dice: “Solo un breve intervento al Tg3, poi più nulla”, “Abbiamo scritto anche all’Agcom, ma non è cambiato nulla. I tg non coprono neanche le nostre manifestazioni’. Franco Bassanini protagonista nella ricerca di accademici che firmino per Renzi e Boschi”, “Il premier chiama alla battaglia istituzionale ‘mille professori’”. E a pagina 4 il quotidiano dedica a Bassanini un intero articolo (di Marco Palombi): “Bassanini, il reclutatore dei professori per il Sì”, “Il manifesto degli accademici renziani scritto da Cesare Pinelli, giurista di Astrid e firmato da molti membri della Fondazione. Motivo: rimettersi in riga dopo i ‘no’ di Cheli e Onida” (anche loro membri di Astrid, ndr.).

E a Bassanini è dedicato l’editoriale -più che critico- del direttore Marco Travaglio: “Gabbanini”.

A centro pagina, le dimissioni dell’Ad di Unicredit Federico ghizzoni: “Flop su PopVicenza, Unicredit caccia l’ad”, “Ora servono 5-7 miliardi”. Ancora sulle banche, a proposito del presidente Consob: “Consob, così Vegas aiutò le banche a vendere obbligazioni a rischio”. Ne scrive Giorgio Meletti.

Sotto la testata: “Montalbano contro i razzisti: ‘I migranti non sono l’Isis’”, “Domani esce ‘L’altro capo del filo’, ultima e ‘centenaria’ fatica dello scrittore siciliano. E’ quasi un Topolino inatteso, un Asterix sbucato all’improvviso. E ai lettori fa venire gli occhi come ai cani quando aspettano l’osso. Il mare di Vigata diventa scenario del dramma del Mediterraneo. Un pescatore: ‘Ormai prendiamo più morti che pesci’”.

Pensioni

Il Corriere della Sera, pagina 2: “Pensioni minime, prima concertazione”, “Parte il confronto tra Palazzo Chigi e Cgil, Cisl e Uil sulla previdenza e sul mercato del lavoro. Renzi: gli assegni più contenuti sono troppo bassi, valutiamo interventi. Camusso: è una novità non da poco”. E più in basso, intervista la segretaria Cisl Annamaria Furlan: “Trattativa senza preclusioni, ma no a penalizzazioni eccessive”, “non ci sono solo i vincoli di bilancio, ma anche la compatibilità sociale”. Enrico Marro, in un commento, scrive che su pensioni e lavoro “ora Renzi ha voglia di concertazione”.

Su La Repubblica: “Disgelo sulle pensioni tra governo e sindacati. ‘Saliranno le minime, possibile uscire prima’”, “Renzi annuncia anche tagli stabili al cuneo contributivo e una riduzione degli scaglioni Irpef”. In basso, intervista al leader Fiom Maurizio Landini: “Finalmente si apre il confronto ma non va colpito chi lascia in anticipo”.

A pagina 3 i possibili interventi nell’articolo di Roberto Mania: “Via dal lavoro a 63 anni con penalizzazioni e prestiti. Il bonus costa 3 miliardi”, “Anticipare il pensionamento sarà indolore per chi è costretto a subirlo. Gli altri avranno tagli del 3-4% annuo. Compensabili con finanziamenti bancari. La misura più onerosa: l’aumento di 80 euro alle minime”.

Governo, Pd, referendum

Su La Stampa, pagina 2: “Letta torna e attacca Renzi: fai del referendum una corrida”, “Il premier replica: tu al governo non hai fatto nulla. E litiga con Bersani”. A pagina 3 l’analisi di Marcello Sorgi: “Il congresso anticipato tra Enrico e Matteo. Una sfida democristiana senza più la Dc”, “Lontani dai dualismi Fanfani-Moro o Forlani-De Mita. E destinati a scontrarsi”. Sorgi cita alcune parole di Bersani di qualche giorno fa in risposta ad una domanda su Roberto Speranza ed Enrico Letta, i due possibili candidati anti-Renzi alle prossime assise Democrat. Bersani ha lasciato intendere che il primo, rispettabilissimo, non è in discussione, mentre il secondo potrebbe essere l’uomo adatto per separare il ruolo del premier da quello del segretario di partito. A ciò si aggiunge il fatto che Bersani abbia insistito sull’errore di Renzi di legare le sorti del governo al voto referendario: anche in caso di vittoria del ‘No’ la legislatura dovrebbe proseguire, ha spiegato. Ma Letta, secondo Sorgi, potrebbe, nella strategia precongressuale degli avversari di Renzi, anche essere un candidato perfetto per un eventuale ritorno a Palazzo Chigi, se le cose a ottobre dovessero andare male, con il governo, oltre che il partito, “terremotati da un’eventuale vittoria del ‘No’ e il capo dello Stato nelle condizioni di dover costruire un esecutivo di emergenza”.

La Repubblica riproduce l’intervista a Matteo Renzi al videoforum del quotidiano, ieri: “’I candidati M5S co.co.pro della Casaleggio associati’”. E sulla minoranza Pd: “ogni giorno ce n’è una, hanno un atteggiamento che considero incomprensibile’”, “il premier: chi vota no al referendum, lo fa per salvare le poltrone. Qualcuno scopre ora Verdini, dopo aver votato la fiducia con lui. Nessun intervento armato in Libia”. Ancora su Verdini e il suo gruppo Ala: “Sono grato ad Ala, come ad altri gruppi, per aver votato la fiducia sulle unioni civili. Se aspettavo i voti dei 5Stelle…’”.

Usa

Su La Repubblica: “Sanders non molla. Hilary: no al duello tv. Primarie ad oltranza”, “Lo staff del senatore: ‘Solo lui può battere The Donald’. Ma nel partito c’è chi teme così di perdere a novembre”, “I successi in alcuni Stati hanno tenuto in vita la candidatura di Bernie. E i sondaggi lo premiano”, scrive Federico Rampini.

Di fianco, un’analisi di Alexander Stille: “Ma quante donne voteranno Trump?”. Dove si ricorda come il partito repubblicano soffra da vent’anni del ‘gender gap’, ovvero il deficit del voto femminile. Obama vinse nel 2008 grazie al sostegno del 56 per cento delle donne votanti (49 per cento la cifra degli uomini). Trump ha molto lavoro da fare: secondo sondaggi recenti, il 73 per cento delle donne ha un’impressione negativa di lui.

Su La Stampa: “Sanders, schiaffo a Hillary: ‘La Convention sarà un caos’”, “Il senatore liberal fonda un movimento sullo stile del Tea Party. E Trump rilancia le accuse a Bill Clinton ‘molestatore’ di donne”. Ne scrive Francesco Semprini da New York.

Austria

Su Il Fatto intervista al giornalista austriaco Gerhard Mulmeter, che dice: “L’Austria era stufa dei partiti di governo”, “Non siamo xenofobi. L’exploit dell’ultradestra è solo voto di protesta”, le zone rurali hanno votato per Hofer, le zone urbane per Van der Bellen.

Isis

Su La Stampa: “Curdi e americani all’attacco. Parte la maxi-operazione per liberare Raqqa dall’Isis”, “In campo 20 mila uomini. Al comando c’è una donna”. E’ la curda Rojda Felat a guidare l’offensiva, in spregio alla misoginia che domina l’ideologia Isis, come fa notare Giordano Stabile, che firma l’articolo.

L’imam di Al-Azhar

Su La Stampa la corrispondenza di Leonardo Martinelli da Parigi: “L’imam di Al-Azhar prega al Bataclan: ‘Il terrorismo non ha patria né religione’”, “Al-Tayyib a sorpresa a Parigi: ‘L’Islam parli di integrazione’”.

Iran

Su Il Manifesto un articolo di Giuseppe Acconcia si occupa di Iran: “Un ultraconservatore a capo dell’Assemblea”. E’ l’Assemblea degli esperti, l’organo che nei prossimi anni dovrà nominare il successore di Ali Khameney, la Guida Suprema. E’ stato nominato alla guida dell’Assemblea Ahmad Jannati, 90 anni, da sempre critico verso la politica di apertura verso Europa e Stati Uniti. I radicali “sfidano Rouhani”, quindi, il presidente moderato fautore dell’apertura.

Su La Stampa un box dà conto dello scontro tra Teheran e Riad: il capo del potere giudiziario iraniano, l’ayatollah Larijani, ha detto che l’Islam deve liberare il pellegrinaggio alla Mecca dal controllo saudita.

Turchia, migranti, Grecia

Sul Corriere: “La minaccia turca: ‘Senza visti annullato l’accordo sui migranti’”, “Erdogan accusa l’Europa: ‘Mai arrivati i miliardi di aiuti concordati’”. Ne scrive da Istanbul Monia Ricci Sargentini.

Su Il Fatto un reportage di Valentina Petrini da Gazyantep: “In Turchia tra i bambini siriani che fabbricano vestiti per noi”, “Da 8 a 13 anni, guadagnano un euro e mezzo al giorno. Il primo importatore è l’Ue che paga Istanbul per fermare i profughi”.

Sul Corriere un articolo di Francesco Battistini: “Agenti, bulldozer e pullman per sgomberare Idomeni: ‘Ma ora dove ci portano?’”, “Ordine del governo Tsipras: 8.400 profughi da trasferire”.

Su Il Fatto la corrispondenza da Idomeni di Cosimo Caridi: “Partito lo sgombero della vergogna d’Europa”, “Idomeni, 8500 migranti da ricollocare. La prima opzione resta la Turchia”, “Li hanno imbarcati su bus con la scritta ‘Crazy Holydays’”. Ironia della sorte.

E poi

Su La Stampa un articolo di Gian Enrico Rusconi: “De Felice vent’anni dopo. Senza la Nazione non può esserci Costituzione”, “Lo storico del fascismo tra grandi meriti, limiti e oscillazioni di giudizio. Deplorava che la Resistenza non avesse ricreato il valore-mito della patria”.

Sul Corriere un articolo di Michele Farina sui 25 anni dell’indipendenza dell’Eritrea: “Eritrea prigione d’Africa”, “Festa nell’ex colonia italiana: fuochi d’artificio, parate- E un regime che dà una speranza sola ai giovani: la fuga”. Forse -scrive Farina- non c’è Nazione al mondo che si svuoti così velocemente: su 4,5 milioni di abitanti, il 9% è fuggito all’estero.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *