Il rischio spread, di nuovo

Le aperture

“Lavoro, tensione sulla riforma” è il titolo del Corriere della Sera. “Il Pdl: va riscritta. Il ministro Fornero: niente arretramenti”. L’editoriale è firmato da Michele Ainis, che si sofferma sull'”accordo al ribasso” tra Pd, Pdl e Terzo Polo sul finanziamento pubblico: “Più controlli ma rimborsi per ora salvi”. Nella parte alta della prima pagina le notizie sulla inchiesta sull’ex tesoriere della Lega Belsito: “Spese personali con i soldi della Lega. Bossi sapeva: 2 bonifici con la sua firma”. In prima si parla anche di una inchiesta sul presidente della Regione Puglia: “Vendola indagato a Bari. ‘Così favorì un primario'”.

La Repubblica: “Lega, ecco i conti segreti. Maroni in Procura: ‘Umberto è stato raggirato”. “L’ex ministro dell’Economia (Tremonti, ndr) suggeriva di investire in Tanzania”, “alla moglie di Bossi 11 case, spuntano i diamanti. I consigli di Tremonti”.
A centro pagina: “Soldi ai partiti, niente tagli”. Sul ddl lavoro: “Assalto del Pdl alla legge sul lavoro”. A centro pagina: “Puglia, Vendola indagato per la nomina di un primario. ‘Ad accusarmi è Lady Asl'”.

La Stampa: “Soldi ai partiti, niente tagli. Sanzioni pari a tre volte l’infrazione e pubblicazione su Internet: rinviato a settembre il rimborso da 100 milioni. C’è l’intesa su controlli a bilanci e donazioni: vigileranno tre giudici”. Nella parte alta della prima pagina il quotidiano torinese dà conto delle perplessità del Pdl sulla riforma sul lavoro. “Rivedere quel testo”. “Fornero: modifiche, ma non arretramenti”.

Il Giornale: “Ecco il dossier sulla casa di Bossi. La cartella ‘The family’. Multe, parcelle, visite mediche e polizze pagate alla famiglia del Senatur. Ma il Carroccio può cadere su questo?”. E poi: “Vendola indagato per abuso d’ufficio. Nichi, ora narraci questa”. A centro pagina il quotidiano si sofferma sulla valutazione fatta dagli uffici della Camera sulla Imu: “Sorpresa: l’Imu è fuorilegge. L’allarme del Parlamento: ‘decreto incostituzionale'”.

Anche Libero si occupa della Lega: “Maroni non può fare il segretario. Lo dice lo Statuto: proibiti due lumbard al vertice, e il Senatur è Presidente…”. A centro pagina: “Sanitopoli, indagato Vendola. Abuso d’uffico per il governatore pugliese”. L’editoriale è firmato dal direttore e si sofferma sulla crisi economica: “La cura non funziona, mandiamo via il professor Monti”.

Il Sole 24 Ore: “Tassi Bot al 2,84 per cento, scende lo spread. L’offerta del Tesoro fa il pieno, ma i rendimenti raddoppiano sui titoli a 3 e 12 mesi. Euro in recupero, tornano gli acquisti sulle banche”. E poi: “Napolitano: non basta invocare la crescita”. Il Presidente della Repubblica ieri ha avuto un lungo colloquio con il presidente del consiglio Monti. Di spalla: “Finanziamento dei partiti: accordo nella maggioranza.

Lega

I
Oggi Il Corriere della Sera pubblica ampi stralci dai documenti di indagine sull’ex tesoriere della Lega Belsito. Si tratta dei resoconti che gli investigatori della Dia di Reggio Calabria hanno redatto all’esito delle intercettazioni, riguardanti soprattutto l’ex tesoriere Belsito e i suoi soci in affari Stefano Bonet e Paolo Scala. I colloqui cui si riferisce l’indagine risalgono all’inizio di gennaio, quando quotidiani come Il Secolo XIX avevano iniziato a rivelare operazioni su banche straniere della Lega. Si trattava di investimenti in Tanzania, a Cipro e in Norvegia. Secondo il Corriere della Sera dopo aver scoperto che il tesoriere Belsito aveva trasferito all’estero parte dei fondi leghisti, Bossi chiese aiuto a Giulio Tremonti. A raccontarlo al telefono sarebbe stato lo stesso tesoriere: assicurava anche che Bossi aveva ricevuto dall’ex titolare all’economia il via libera sulla bontà dell’operazione. Significherebbe che i dirigenti avevano deciso di coprire il responsabile della gestione finanziaria. Secondo gli investigatori della Dia Belsito, tenendo presente che il bilancio del partito si era chiuso in attivo tra il 2009 e il 2010, aveva pensato di diversificare gli investimenti confortato anche dal parere del ministro Tremonti.
Anche su La Stampa: “Belsito sull’investimento: ‘Tremonti è d’accordo, dice che l’Euro crollerà”. Ma l’ex ministro citato nelle intercettazioni minaccia querele.
Ieri intanto l’ex ministro Maroni si è presentato in Procura a Milano, a sorpresa, per assicurare “leale collaborazione” da parte del movimento ai Pm. “Maroni in Procura: pronti a collaborare, Umberto raggirato. ‘Noi parte civile’. I Pm: dateci i bilanci'”. I pm hanno infatti chiesto al nuovo tesoriere Stefano Stefani un ordine di esibizione dell’intera documentazione contabile e dei bilanci degli ultimi anni.
La Stampa riferisce della “ira dei Serenissimi”: si spiega che in Veneto, finita l’era Bossi, si è aggiunta per i Veneti l’ora di una gestione della Lega non più lombardo-centrica. Il Corriere della Sera ricorda che lo Statuto leghista vieta che segretario e presidente provengano dalla stessa regione.
Il Giornale collaziona le fotocopie dei documenti contenuti nel fascicolo “The family”, ovvero la cartella in cui sono contenute le spese sostenute dalla Lega Nord per i familiari di Umberto Bossi. E’ stato sequestrato dai carabinieri di Roma nella cassaforte dell’ex tesoriere Belsito (dalle multe ai lavaggi auto di Renzo Bossi, dalle spese mediche per il leader alle fatture del commercialista).

Monti, economia

L’editoriale di Libero è firmato dal direttore Maurizio Belpietro: “Sono passati poco più di quattro mesi dall’insediamento del governo di Mario Monti”, e “qualcosa del piano che dovrebbe salvare l’Italia dal tracollo comincia a non funzionare”. Belpietro rimprovera a Monti che se si parla dello spread, “se si abbassa è merito di Monti, se sale è colpa degli altri”, e della “cura” che “non funziona”. Il titolo dell’articolo è: “La ricetta: mandare a casa Monti”.

Da segnalare anche un intervento dell’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti, dedicato all’andamento dello spread e alle cause delle sue oscillazioni: per Tremonti per un verso è l’effetto della iniezione di liquidità sul fronte dell’eurozona, ma anche del profilo reale della manovra governativa. L’ex ministro la considera per molti versi positiva per le sue intenzioni e per la sua iniziale tecnica di comunicazione, ma nella realtà paradossalmente insufficiente, insieme per eccesso e per difetto, tanto dal lato del bilancio pubblico quanto da quello della crescita”. Quanto alla spending review, “diventata legge nel settembre 2011, essa è ormai solo una astrazione materializzata da un nome”. Secondo Tremonti c’è stato uno stop sul fronte delle liberalizzazioni e sarebbe necessario stimolare la domanda mettendo il tfr nella busta paga dei lavoratori, compensando le imprese con una pari quantità di liquidità attraverso l’Inps e la cassa depositi e prestiti. Si devono inoltre finanziare le opere pubbliche con gli eurobond, porre termine allo strapotere della finanza e dividere tra banche produttive, che raccolgono i risparmi dei privati per finanziare imprese e famiglie, dalle banche speculative.

Enrico Morando, intervistato da La Stampa, parla della necessità di una “fase due” per il governo. “Monti nasce per salvare l’Italia dal baratro, ma non può immaginare di farlo mettendo qualche pezza: la crisi è talmente profonda che o imposta un cambiamento radicale, oppure anche una operazione di emergenza non risulterà efficace”. Più avanti: “Il Paese sta facendo una gra fatica a sostenere una pressione fiscale altissima. Dovremmo domandarci più spesso: perché quela pressione è così alta? Perché è troppo elevata la spesa pubblica. Ecco il vero fallimento di Berlusconi: si è impegnato ad abbassare le tasse ma non ci è mai riuscitop perché non riusciva ad abbattere la spesa pubblica”.

Alberto Bisin e Alessandro De Nicola, sulla prima de La Repubblica, firmano una analisi in cui si sottolinea che “la spesa pubblica in Italia è ormai dell’ordine di 800 miliardi di euro, su un Prodotto interno lordo di circa 1600 miliardi, il 50 per cento”. A fronte di questa spesa,  i servizi forniti sul fronte della scuola, della giustizia, del welfare in generale non sono, in media, di grande qualità. Parallelamente in Italia c’è un sistema politico a livello statale e locale tra i più costosi al mondo, oltre che tra i più corrotti. Non funziona il sistema fiscale, che raccoglie il 48 per cento del Pil, con sacche di evasione e di elusione mai viste. I due economisti si rivolgono al ministro Giarda, che è incaricato di produrre una spending review del settore pubblico, e che ha dichiarato di recente che è stato già tagliato tutto il possibile. Le uscite statali possono ridursi rendendo meno inefficiente gli attuali meccanismi di spesa e di approvigionamento di beni da parte dello Stato, riducendo il perimetro pubblico laddove la presenza statale non è né utile né necessaria, ridisegnando l’intervento pubblico e limitandolo agli ambiti estremamente necessari.

Su La Repubblica, intervista al premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz: “L’Europa soffre di troppa austerità, ripresa solo con l’aumento della spesa”, dice. Secondo Stiglitz i governi, guidati dalla Germania, stanno conducendo l’euro verso una crisi profonda.

Il Sole 24 Ore dà conto di alcuni dei contenuti del “Global financial stability report” del Fondo Monetario Internazionale: “Le implicazioni finanziarie del vivere più a lungo sono enormi: se nel 2050 la vita media si allungherà di tre anni rispetto alle attese attuali, i costi già ampi dell’invecchiamento della popolazione aumenteranno del 50 per cento”. “E’ l’allarme longevità lanciato dal FMI del direttore Lagarde sui sitemi pensionistici e l’assistenza sanitaria così come li abbiamo conosciuti finora”. Insomma: è aumentata la speranza di vita, e sono aumentati i costi collegati a questo miglioramento, costi sostenuti dai governi in termini di piani pensionistici e di assistenza sanitaria.
Anche su La Stampa: “Il Fmi: nel 2050 troppi anziani. Metà del Pil andrà ai pensionati”.

E poi

La Repubblica, alle pagine R2, offre ai lettori un ritratto, a firma di Bernardo Valli, del primo presidente algerino dopo l’indipendenza dalla Francia Ben Bella. Storico personaggio della decolonizzazione, si sentiva vicino a grandi leader come Fidel Castro, Nasser e Mao. Eletto capo dello Stato nel 1963, fu tradito dal suo vice Boumediene, e incarcerato per 16 anni.

Il Corriere della Sera si occupa delle minacce dei mullah iraniani: l’armata clandestina dell’Iran allunga la sua ombra sull’Europa. Si tratta di un dossier messo a punto negli anni dai servizi segreti sauditi. Secondo le informazioni trapelate a Washington, le autorità iraniane hanno deciso di mobilitare l’armata Qods, l’apparato per le azioni clandestine, attraverso nuclei composti da 3-5 elementi che si insediano nei Paesi che vogliono colpire. Nel Golfo, si citano i rapporti di queste squadre con importanti figure qaediste; in Medio Oriente l’utilizzo del supporto a Hezbollah libanese e a fazioni minori a Gaza.

Come annunciato ieri, l’Iran ha deciso di tagliare l’export del greggio a Berlino. Dopo aver bloccato le esportazioni verso Grecia e Spagna nei giorni scorsi, in risposta alle sanzioni decise dalla Ue, Teheran ha annunciato di aver interrotto le esportazioni destinate alla Germania. In una tv iraniana si è annunciato che la prossima sarà l’Italia.

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