I 12 punti di Renzi sulla giustizia

Il Corriere della Sera: “Ancora una strage di migranti. In Sicilia non c’è posto per corpi. Nel Mediterraneo si stimano 10mila vittime in 7 anni”. Di spalla: “Uccisi i tre ragazzi israeliani. Netanyahu: Hamas pagherà”. A centro pagina la riforma della giustizia annunciata dal governo: “Falso in bilancio, divorzi senza giudici. Le linee guida della riforma Renzi”.

La Repubblica “Riforma in 2 mesi. Così Renzi vuole cambiare la giustizia”. “Carriere, prescrizioni, falso in bilancio: i 12 punti del governo. Intercettazioni, decidiamo con i giornalisti cosa pubblicare”. Di spalla, con foto: Trovati i corpi dei ragazzi rapiti. Israele: sarà la fine di Hamas”.

La Stampa: “Giustizia, Renzi lancia la riforma in dodici punti”. In un box: “Trenta migranti morti asfissiati. L’Europa: pronti ad aiutarvi”. Al centro, fotonotizia: “Uccisi i tre ragazzi sequestrati. Israele: sarà la fine di Hamas”.

Il Giornale: “Mare Mortum”. In alto: “Gli sciacalli anti Cav lo spiano tra i malati”. Sulla riforma del Senato e quella elettorale: “Riforme, tiene l’asse Renzi-Berlusconi”. Sempre al centro: “Uccisi i tre ragazzi rapiti. Israele promette vendetta ‘Sarà la fine di Hamas’”.

Il Sole 24 Ore: “La flessibilità c’è, sbagliato parlare di nuove regole”. Si tratta di una ampia intervista al Ministro dell’economia Padoan. L’editoriale, firmato da Alberto Quadrio Curzio, chiede all’Italia di non presiedere un “semestre di routine” in Europa. E poi: “Il piano per la Giustizia: processo civile in un anno, cambia il falso in bilancio”.

Il Fatto quotidiano: “Semestre europeo”. E poi, sul cdm di ieri: “Giustizia, crescita, scuole. Renzi, parole parole parole”.

Riforme

Per ora è solo un elenco di 12 punti, dalla giustizia civile a quella familiare, dal Csm alle norme su falso in bilancio ed autoriciclaggio. Tutti i quotidiani parlano della conferenza stampa con cui ieri il governo, oltre ad annunciare che la Costa sarà smontata a Genova, ha diffuso i punti della riforma della giustizia, che saranno aperti ai contributi di tutti nei prossimi 12 mesi.
La Stampa scrive di “molti slogan fulminanti” e di “alcune ottime intenzioni”. Accelerare i tempi: la sentenza di primo grado dovrà arrivare in un anno. ‘Attualmente occorrono 900 giorni in Italia, 300 in Germania o 350 in Francia. Vogliamo arrivarci anche noi’. Dimezzare l’arretrato. ‘Con 5,2 milioni di cause pendenti, dove vogliamo andare?’. Lo strumento sarà un decreto per introdurre l’arbitrato e la negoziazione assistita tramite avvocati. Si comincia con i divorzi non conflittuali e senza figli minori: ‘Se consensuali, non servirà più andare davanti al giudice’. Velocizzare, con una corsia preferenziale, i procedimenti per le imprese e la famiglia, con contestuale riordino delle competenze. Il tribunale della famiglia deciderà di divorzi conflittuali, di minori, ma anche di testamento biologico e di tutti i diritti della persona, compreso il tema scottante del fine vita”. Sul Csm “va rivisto il sistema disciplinare”, e anche “il sistema elettivo. ‘Più carriera per merito, meno per appartenenza di corrente’. Chiosa del ministro Andrea Orlando: ‘Le scelte devono essere meno condizionate dall’appartenenza, più dalle capacità’. Responsabilità civile dei magistrati. ‘Seguiremo il modello europeo. Che non è quello Pini, per intenderci. Non ricerchiamo vie punitive, né d’insabbiare un referendum. Se un magistrato ha sbagliato, e se l’ha fatto per dolo o per colpa grave, è giusto che paghi. Ma non per rivalsa diretta’”. E poi, sulle intercettazioni, definite sotto il capitolo “diritto all’informazione e tutela della privacy”, Renzi dice: “‘Questo è l’unico terreno su cui non abbiamo pronta una norma. Vogliamo aprire una discussione. Il punto centrale è che nessuno vuole bloccare le intercettazioni dei magistrati. Sono uno strumento al servizio della giustizia. Ma mi domando: c’è un limite alla pubblicabilità delle intercettazioni? Forse dovrà esserci un codice deontologico per decidere che cosa pubblicare oppure no? Mi piacerebbe leggere gli editoriali dei direttori dei giornali. Non c’è limite? Può darsi, nell’epoca di Internet. Ma è giusto che non ci sia limite? Secondo me, in alcune vicende è mancato il rispetto sulle questioni di natura personale’”.

 Migranti

Sul Corriere si parla di “scene da film dell’orrore”, a proposito degli almeno trenta migranti “morti asfissiati e avvelenati dai gas del motore in fondo alla stiva di un grosso peschereccio”. Si parla anche di “nuova Auschwitz del Mediterraneo’, come commentavano ieri per telefono il dirigente della Mobile Nino Ciavola e il comandante della fregata antisommergibile, Stefano Frumento”.

Sulla polemica politica, La Repubblica dà conto delle accuse del leader della Lega Salvini ad Alfano: “Hanno le camicie sporche di sangue”. Il quotidiano ricorda anche che ieri, “poche ore dopo la tragedia in mare, sulla questione è intervenuta la responsabile europea per gli affari interni e l’immigrazione, Cecilia Malmstrom, con un comunicato a dir poco prudente. ‘Stiamo rendendo disponibili 4 milioni nell’ambito dell’assistenza all’emergenza per l’Italia e stiamo cercando le strade per contribuire ancora di più, nell’ambito delle risorse disponibili, per finanziare gli sforzi italiani di ospitare i migranti e i rifugiati nel loro territorio’, ha dichiarato la Commissaria. Insomma: la Ue farà quel (poco) che può”.

Israele

Su La Repubblica il racconto del ritrovamento dei tre cadaveri di “Gilad, Eyal e Naftali. Uniti indissolubilmente in quel destino che si era già compiuto la sera di giovedì 12 giugno. I corpi dei tre ragazzi per i quali Israele e buona parte del mondo ha pregato, ha tenuto il fiato sospeso e ha sperato, per diciotto giorni, sono stati ritrovati ieri da un gruppo di soldati della Brigata Kfir”.

Il Corriere: “Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione di urgenza. Chiama ‘belve’ chi li ‘ha ammazzati a sangue freddo’, considera ‘Hamas responsabile e pagherà’. Lo Shin Bet, i servizi segreti, sospetta Marwan Qawasmeh e Amer Abu Aisha: li avrebbe individuati ventiquattro ore dopo il sequestro, appartengono a un clan molto potente della zona di Hebron, legato ad Hamas ma che ha spesso agito fuori controllo”. “Barack Obama, il presidente americano, condanna gli omicidi e chiede — soprattutto a Israele — di evitare una escalation”.

Economia

Ampia intervista del ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, all’indomani del vertice europeo e nel giorno in cui si apre il semestre di presidenza italiana dell’Ue: “‘Nell’agenda non c’era una discussione sull’Italia. (…) Forti dei nostri conti e delle riforme strutturali avviate e programmate non andiamo con il cappello in mano a chiedere favori o deroghe individuali’. Ma di flessibilità sui parametri, al di là dell’Italia, si è parlato o no? ‘La questione era certamente sul tavolo’. In che termini? Si può immaginare una modifica delle regole? ‘Si fa un gran parlare di regole, e in particolare di cambiarle, ma nessuno dice per fare che cosa. (…) Il quadro attuale offre spazi per affrontare una situazione specifica come quella in cui si trova l’Italia, bloccata sul piano finanziario da un debito molto alto e sul piano della crescita dall’assenza di riforme strutturali. (…) Non si è ancora discusso in sede europea di misure specifiche (…)’. (…) Il Governo aveva costruito tutte le previsioni sui conti pubblici sulla stima di un Pil allo 0,8%. È chiaro che quella cifra non è più raggiungibile. Non si determineranno dei seri problemi di finanza pubblica? È chiaro che se il Pil è più debole del previsto ci sono implicazioni per i conti pubblici. Ma, ripeto, aspettiamo stime più attendibili’. Sarà necessaria una manovra correttiva? ‘No’”. Sugli Union Bond, rilanciati ieri dal Ministro Delrio: “È una questione complessa, con quel nome si possono indicare molte cose, che meritano una riflessione. Ma si tratta di una questione che non è all’ordine del giorno’. Quando, con riferimento all’Italia, si parla di riforme per ottenere flessibilità sul debito, di quali riforme si tratta? Servono riforme vere, con effetti misurabili… ‘Serve un pacchetto concepito nel suo insieme, nel quale le riforme economiche e quelle istituzionali si sostengono e rafforzano a vicenda’”.

La Repubblica dà grande spazio ad un convegno, organizzato dal PD Boccia, dedicato a quella che viene definita “equity tax”. Due editori come Carlo De Benedetti e Fedele Confalonieri a condividere la riflessione e l’analisi sulle grandi aziende digitali come Google, che “fanno sfuggire al fisco circa 3 miliardi, numeri straordinari: ‘I numeri segnalano una situazione di iniquità e disparità che va affrontata e risolta con il massimo della decisione da parte delle istituzioni europee e con il contributo di quelle nazionali’ ha detto il presidente del Gruppo Espresso, ‘Il semestre di presidenza italiana dell’Unione è, anche su questo terreno, un’occasione che non possiamo perdere. Renzi lo sa e nell’ultima fase della presidenza italiana, durante la fase di costituzione della nuova Commissione, potrà influenzarne le scelte strategiche. Io ammiro Google, è un’impresa straordinaria, così come Facebook, ma sono aziende che si basano su una presentazione fuorviante. Si presentano come aziende tecnologiche, ma in realtà raccolgono pubblicità'”. Serve una web tax? “Non sono favorevole a chiamarla web tax, è un termine impopolare, sembra andare contro l’idea giusta di un accesso al web libero e gratuito. Il nome l’hanno inventato le aziende digitali, per conquistare il favore degli utenti. Noi vogliamo invece sono ristabilire il principio dell’uguaglianza fiscale”. È lo stesso tasto su cui batte Fedele Confalonieri, che parla anche di lotta al “neocolonialismo americano”.

La Stampa si sofferma sulla Relazione annuale della Autorità sulla concorrenza e il mercato: “L’Antitrust bacchetta il capitalismo di relazione.

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