Chi spera in Hollande

Le aperture

Il Corriere della Sera: “‘Cittadini, segnalate gli sprechi’. Appello del governo. Il premier: per la crescita serve tempo”. Il quotidiano sottolinea che il governo ieri è stato battuto sulle pensioni dei manager. “Riforme: il presidente del Consiglio cauto sugli effetti”. L’editoriale, firmato dagli economisti Alesina e Giavazzi, è dedicato alla spending review: “Buone intenzioni e acqua fresca”. A centro pagina una intervista al segretario del Pdl Alfano: “‘Con Monti caso chiuso. Amato? I partiti non si commissariano'”.

La Stampa: “Il governo: denunciate gli sprechi”, “crescita, Monti critica l’Europa”. E sull’Imu: inaccettabile incitare a non pagarla. Si studia l’avvio ai ticket sanitari: via le esenzioni, si pagherà in base al reddito.

A centro pagina, grande foto della sfida tv ieri tra i due candidati all’Eliseo: “Sarkozy-Hollande, niente Ko in televisione”. In prima anche la foto della sorella del presidente Usa, che il quotidiano ha incontrato in occasione del suo libro di memorie: “La sorella svela Barack: ‘Voleva che gli dicessi chi era il padre lontano'”.

La Repubblica: “‘Italiani, denunciate gli sprechi'”, “L’invito del governo. Scontro su tasse e Imu. Monti: ‘Inaccettabile non pagare'”. A centro pagina: “I comuni licenziano Equitalia: ‘Raccogliamo noi i tributi'”. Anche qui, foto del dibattito tv sull’Eliseo: ‘Insulti tra Hollande e Sarkozy: ‘Dividi la Francia’. ‘Bugiardo'”.

Europa parla di “freddezza dei partiti” sugli incarichi del governo a Amato, Bondi e Giavazzi: “ABG iniziano i compiti, ABC pensano alle urne”.

Il Foglio ha a centro pagina un titolo in rosso: “Arriva il voto di sistema”, “pronta la riforma elettorale: sbarramento e premio di maggioranza. Ultima limatura la settimana prossima, poi la ratifica dell’Abc. Per Quagliariello, Violante ed Adornato si può approvare in dieci giorni”. In prima su Il Foglio anche il voto a Londra, con previsioni pessimistiche per i conservatori britannici:”La dura vita di Cameron che oggi deve tifare per il suo ‘nemico’ Boris”. Il sindaco conservatore della capitale cerca la riconferma, ma la sua ricetta è lontana dall’austerità del governo.

Il Giornale: “Governo cabaret. Gli italiani si affidano ai tecnici, che si affidano a un supertecnico, che siaffida agli italiani per capire dove tagliare. Il Pdl manda ko Monti al Senato. E prepara una legge per cambiare l’Imu”.

Il Sole 24 Ore: “Addizionali Irpef e tariffe: nuovi rincari dai Comuni. Si allarga la protesta anti-Imu. Monti: inaccettabile non pagare”. Di spalla: “Governo battuto sulle pensioni d’oro: Pdl vota con Lega e Idv”. A centro pagina, la “spending review al via”: “Il governo chiede aiuto ai cittadini: ‘segnalate gli sprechi'”.

Spesa pubblica

L’editoriale del Corriere della Sera è firmato dagli economisti Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (si ricordi che Giavazzi è stato incaricato dal premier di stilare un rapporto sui trasferimenti dello Stato alle imprese). Il titolo: “Buone intenzioni e acqua fresca”. E’ dedicato a quella che viene definita “la difficile riduzione delle spese”. I due economisti scrivono che in poche settimane dopo il suo insediamento il governo Monti ha alzato la pressione fiscale di tre punti, dal 42,5 al 45,4 per cento del Pil (era il 40 sette anni fa). Ma “sulla spesa, invece, non ha fatto quasi nulla, tranne gli interventi sulle pensioni, certo importanti, ma i cui effetti si verificheranno in modo graduale nei prossimi anni”. In realtà, “la spending review parte dall’ipotesi che sia “rivedibile” solo la spesa che non riguarda i trasferimenti sociali: ma se non si rimette mano in qualche modo anche al nostro stato sociale, rendendolo più efficace nel contrastare la povertà, anziché disperdersi in sussidi alle classi medie (si pensi all’università), non si fanno passi avanti”. L’editoriale sottolinea poi che secondo la spending rewiew annunciata dal governo, non soltanto la spesa previdenziale non è rivedibile, ma in tempi ravvicinati non lo sono neanche i tre quarti di quella non previdenziale: “e all’interno di questa, non più di 80 miliardi, ossia il 5% del Pil. A fronte di una spesa che raggiunge il 50% del Pil ed è in gran parte inefficiente, l’obiettivo è di ‘rivederne’ (si evita accuratamente il verbo ‘ridurre’) non più di un decimo, e questo in un Paese in cui i contribuenti onesti sono soffocati dalla pressione fiscale”.

Il governo “chiede una mano ai cittadini”, scrive La Repubblica parlando della pagina del sito di Palazzo Chigi dedicata alla spending rewiew, dove compare il modulo “Esprimi un’opinione”: lasciando nome, indirizzo e una email, si può “dare suggerimenti, segnalare uno spreco, aiutando -così chiede il governo- i tecnici a completare il lavoro di analisi e ricerca delle spese futili”.
Il quotidiano intervista il Garante della Privacy Pizzetti, che dice: “‘Iniziativa comprensibile, ma occhio alle delazioni”, Le denunce saranno generiche -si chiede- o si dovranno fare anche i nomi?
Su Europa si avvicina la proposta all’immagine di un online come “gigantesca Urp, il centralone di Bice Valori che risponde a tutti e a tutte”: “Chissà, assicurerà prima o poi una risposta o, come usa, un feedback. C’è qualcosa di quella cultura d’impresa e del privato che, spesso e a torto, viene rimproverata all’esecutivo”. Si ricorda poi che esperimenti analoghi, “forse un tantino più strutturati”, sono stati avviati da tempo ormai dalla Casa Bianca di Barak Obama e al numero 10 di Downing Street: “non sempre però vanno in buca: l’introduzione dekke e-petitions sul sito britannico, quando Gordon Brown era al crepuscolo, si trasformò in un boomerang per il premier, con richieste di cittadini di togliere presto il disturbo”.


Duello Sarkò-Hollande. E tifo in Italia.

La Stampa riassume così i toni del duello tv per l’Eliseo: “Hollande resiste all’assalto di Sarkò”. “Il presidente attacca e gesticola, ma lo sfidante sfodera una grinta inattesa: alla fine è pareggio”. Il quotidiano intervista il direttore della rivista “Commentaire”, Jean-Claude Casanova. La rivista è considerata “il tabernacolo” dei liberali francesi, è stata fondata da Raymond Aron ed è quindi il punto di riferimento di una posizione culturale e politica storicamente minoritaria, in Francia come in Italia: “I delusi del presidente: ‘Irruento, aggressivo e incapace di dialogo’. Il liberale Casanova: la promessa ‘rupture’ non c’è stata. ‘Pochi risultati reali e una vita privata troppo esibita’”. Casanova dice che le idee economiche del socialista Hollande sono molto moderate e che non potrà rompere con la Germania. Di Sarkozy dice: ha dato l’impressione di voler essere tutto: innovatore, legislatore, gendarme e giudice senza concretezza. Quanto ai rapporti con Marine Le Pen: non ci sarà scambio di voti con il Front National, è un tabù ideologico che resta troppo forte.
Le frasi-chiave, riassunte da La Repubblica. Sarkozy: noi non abbiamo fatto regali ai ricchi: la differenza tra noi è che lei vuole meno ricchi, io meno poveri; il ‘rassemblement’ è una bellissima idea, ma bisogna riempirla di sostanza. Hollande: lei in qusti cinque anni ha spaccato la Francia, le sindegno qualcosa, non è lei a dare i voti; anche Monti, che non ha la mia stessa sensibilità politica, è cosciente che non si può vivere in recessione. Il racconto del duello è di Bernardo Valli. Il quotidiano riferisce anche di come nel dibattito sia entrato anche Berlusconi: Sarkzoy non perde occasione di ricordare le difficoltà di Grecia e Spagna, sottolineando che al potere c’erano i socialisti. La replica di Hollande: “C’era anche Berlusconi, che è suo amico”. Sarkozy replica ricordando che con le ultime dichiarazioni, “Berlusconi ha detto di votare per lei”. Hollande: “Berlusconi appartiene al suo partito”. Sarkozy: “Berlusconi è berlusconiesco”. Holande: “Appartiene al Partito popolare europeo”. Sarkozy: “Non appartiene certo al mio partito. Berlusconi è Berlusconi”.
Il Corriere dà conto dell’incontro promosso ieri dalla dalemiana Fondazione Italianieuropei, cui hanno preso parte anche il presidente del Considlio Monti e il premio Nobel per l’economia Joseph Stiglitz: “I progressisti europei sperano in Parigi per ribaltare la ‘visione liberista’”. La vittoria di Hollande potrebbe segnare una svolta verso politiche più keynesiane di spesa pubblica e a dare forza a questa posizione è stato lo stesso Stiglitz. Parole di D’Alema, ieri: “tutta la costruzione europea è stata realizzata da una visione liberista”. L’idea che prevale tra i think tank progressisti è che le politiche di risanamento dei bilanci pubblici e le riforme volute dalla cancelliera tedesca non solo non funzionano, ma uccidono l’economia.
Sullo stesso quotidiano, il tema viene ripreso in relazione al duello tv per l’Eliseo. Viene intervistato l’economista Michel Sapin, commilitone, poi compagnno di studi di Hollande. Potrebbe diventare premier. E’ l’economista che “dà la linea ai socialisti”, secondo il Corriere. Dice: “Nuova tassa sui ricchi, non mi sono pentito. Più sacrific per tutti”.
Ancora sullo stesso argomento, il quotidiano intervista anche Hannes Swoboda, presidente dell’Alleanza dei socialisti e democratici al Parlamento europeo: “Se vince la sinistra un’altra governance per l’Unione europea”, “sarà la fine del direttorio”.

For fun

Il Corriere della Sera racconta che Mario Spallone, 95 anni, medico di Togliatti, ha deciso di candidarsi a sindaco di Avezzano. Il quotidiano lo intervista. Lui si presenta come “candidato anti-Pd” e spiega: “Io sono comunista stalinista, non ho niente a che fare con quella robaccia del Partito Democratico. Sto con quel galantuomo bolscevico di Diliberto”. Poi dice che vincerà “con l’aiuto di Padre Pio”.

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