Bergoglio e Barack, i ‘meticci’ alla casa Bianca.

Le aperture

Il Corriere della Sera: “Patto sul Senato, ecco gli articoli riscritti. Grasso contro l’ostruzionismo leghista”, “Emendamenti record: 85 milioni. ‘Non permetterò di bloccare l’Aula’”.
ll quotidiano intervista la presidente della Commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro: “Mi fido del presidente”.
All’intesa sulla riforma è dedicato l’editoriale di Michele Ainis: “Un passo in avanti e tre dubbi”.
A centro pagina: “Il Papa richiama i vescovi Usa”, “’La Croce non sia vessillo di lotte mondane’. E sulla pedofilia: la ferita non si ripeta mai più”, “Incontro alla Casa Bianca con Obama che lo definisce ‘uomo della speranza’”.
E sulla visita del Papa il Corriere intervista il filosofo cattolico Michael Novak, che dice: “Ha conquistato soprattutto i non credenti’”.
Sul caso Volkswagen: “Lo scandalo Volkswagen travolge il capo”, “Test truccati sul diesel. Il governo di Berlino si chiama fuori”.
A fondo pagina: “Quei medici stretti tra i tagli e i giudici”, “Un business le richieste di risarcimento. E arrivano le riduzioni di analisi e visite”. Di Gian Antonio Stella.
Infine, un riquadro dedicato alla “politica estera” con una lettera del ministro dell’Interno Alfano sulla crisi dei rifugiati (“La Ue in ritardo ma ora è con noi”) e un’analisi di Giuseppe Sarcina sul vertice di stasera a Parigi su Iran, Siria e Libia, con i ministri britannico, tedesco e con l’Alto Rappresentante Ue Mogherini, ma nessun invito per il nostro ministro degli Esteri Gentiloni (“Si discute di Siria, l’Italia non c’è”).

La Repubblica: “La truffa travolge l’ad Volkswagen. Allarme nella Ue”, “Lascia Winterkorn: non ho colpe, serve un nuovo inizio. Indagini in tutti i Paesi. Berlino si difende: noi all’oscuro”.
In grande evidenza la foto del Papa con Obama: “Il Papa da Obama: ‘Io figlio di migranti’. L’attacco ai vescovi: basta pedofilia”.
A centro pagina “i medici in rivolta”: “Sanità, il libro nero dei test inutili. ‘Sprecato un esame su quattro’”.
A fondo pagina la riforma del Senato: “La battaglia infinita del Senato, 82 milioni di emendamenti”.

La Stampa: “Volkswagen, l’ad si dimette. Inchieste in tutto il mondo”, “Il governo di Berlino: non sapevamo. Già partite le cause collettive”.
Con le analisi di Gian Enrico Rusconi (“La delusione tedesca”) e di Francesco Guerrera (“Le regole degli Usa”).
In apertura a sinistra: “Riforme, nel Pd c’è l’intesa: ora 85 milioni di emendamenti”.
Sul tema intercettazioni da segnalare un intervento di Gustavo Zagrebelsky: “Intercettazioni: quando pubblicarle è giusto”.
Sulla colonna a destra: “Il Papa ai vescovi Usa: basta proclami, siate pastori vicini alla gente”, “Bergoglio aggiorna l’agenda della Chiesa”. Ne scrivono Paolo Mastrolilli e Andrea Tornielli.
Sulla visita del Papa anche i commenti di Gianni Riotta (“Così Francesco ha chiuso due guerre”) e di Marta Dassù (“E così influenzerà l’eredità di Obama”).

Avvenire apre con una foto del Papa seduto accanto al presidente Obama: “Insieme per i deboli”, “Il Papa a Obama: vengo da figlio di migranti. Il presidente: grazie, lei è uomo della speranza”, “Storico incontro alla Casa Bianca dopo il volo diretto Cuba-Usa. Il Pontefice poi parla ai vescovi americani e li sollecita al dialogo con tutti”.
E poi: “Il nunzio all’Onu: ‘Clima da curare tra i temi caldi’”.
Su questo incontro l’editoriale in apertura a sinistra di Vittorio Emanuele Parsi, che sottolinea come la sintonia fosse tutt’altro che scontata.
Sotto la testata, il vertice europeo sui migranti: “Ancora un braccio di ferro con l’Est. Aiuti ai Paesi che ospitano i siriani”.
E sulla politica italiana e la riforma del Senato: “Intesa nel Pd con tre emendamenti. Ma Calderoli ne presenta 85 milioni”.
A centro pagina: “Volkswagen, lascia l’ad. L’Ue: indagini a tappeto”.
In prima, con foto di camici bianchi: “No a esami ‘inutili’. Rivolta dei medici”.
In prima anche attenzione per la Francia: “Laicità a scuola. Ma crescono le discriminazioni” (In apertura di anno scolastico il ministero dell’Istruzione ha riproposto la ‘Carta della laicità’ per evitare ‘l’apartheid territoriale’, ma secondo il quotidiano nei quartieri più difficili delle banlieues rischia di essere sinonimo di discriminazione).

Il Sole 24 Ore: “Volkswagen, lascia Winterkorn”, “Il ceo si dimette: serve un nuovo inizio. Istituita una commissione esterna per verificare le manipolazioni”, “Il titolo recupera e chiude a +5,2. La Ue chiede indagini a tutti gli Stati”.
In apertura a sinistra un editoriale di Alessandro Merli sui “mali tedeschi”: “Quell’intreccio pericoloso tra politica e economia”.
“L’occasione per cambiare davvero” è il titolo del commento che Luigi Zingales firma su questo tema. E di fianco, un’intervista a Vicente Franco, uno dei ricercatori dell’International council on clean transportation (Ictt), la società americana che ha realizzato lo studio da cui sono partite le indagini dell’Epa, l’agenzia americana per la protezione dell’ambiente: “In Europa parametri per 11 modelli di 6 case”.
A centro pagina, una foto di Papa Bergoglio insieme al presidente Obama: “’Io qui in Usa come figlio di migranti’”.
Sulla colonna a destra attenzione per l’audizione del presidente della Bce ieri al Parlamento europeo: “Draghi:pronti a modificare quantità e durata del Qe” (Quantitative easing).
Sul vertice di Bruxelles: “Migranti, dalla Ue 3,2 miliardi per l’emergenza”.

Il Giornale: “Il padre di Renzi nei guai per un affare da 260 milioni di euro”, Ha ricevuto dalla Regione finanziamenti che non gli spettavano. Anche Padoan creditore”, “De Benedetti rinviato a giudizio per i morti di amianto”.
In apertura a sinistra: “Il governo compra altri voti e Bersani si arrende. La truffa del nuovo Senato”, “Accordo nel Pd sulla riforma”.
“Dal Porcellum al Banditellum” è il titolo dell’editoriale del direttore Alessandro Sallusti”.
Il quotidiano riproduce poi la foto del famoso “sgambetto” di una giornalista ungherese ad un profugo e titola: “’Quel profugo è vicino ad Al Qaeda’”, “L’accusa: ‘Il siriano sgambettato in Ungheria ha fatto uccidere 50 curdi’”.
A centro pagina: “Auto e non solo, tutte le bugie della Merkel”, “Dai tassi truccati agli aiuti di Stato, altro che serietà. Si dimette l’ad Volkswagen. Indagini in tutta Europa”. A scriverne è Riccardo Pelliccetti. Un intervento di Vittorio Feltri: “Sporca e cattiva ma non rinuncio all’auto tedesca”.
In basso: “Se i medici sono figli di un Dio minore”, “Possibilità di ‘indagine’ e responsabilità civile”, “Il governo limita gli esami clinici, come se ai pm vietasse intercettazioni…”.

Il Manifesto ha in prima una foto di camici bianchi: “Si ammali chi può”, “Una botta alla Sanità pubblica, un affare per quella privata. Con il decreto del ministero della salute il governo Renzi vuole tagliare 13 miliardi. Un colpo secco al sistema della prevenzione. A pagarne il prezzo saranno i malati che non hanno i mezzi per curarsi. In agitazione tutto il settore”.
“E ora sciopero generale” è il titolo dell’editoriale di Ivan Cavicchi.
A centro pagina, il vertice dei capi di Stato e di governo: “Bruxelles vara la guardia di frontiera europea”. E “Orbàn va in Baviera. La Csu gli offre la tribuna per attaccare la politica migratoria di Berlino”.
Sulla riforma del Senato: “Chiti difende l’accordo: Senato, slavo l principio. Ma c’è il caso Calderoli”.
Sul viaggio di Papa Bergoglio negli Usa: “Il Papa ambientalista trova sintonie sul clima con Barack Obama”.
A fondo pagina: “Il boss Volkswagen costretto a lasciare. La politica si defila”.

Il Fatto, con fotomotaggio del ministro dell’Ambiente Galletti che ha tra le mani un simbolo della Volkswagen: “L’Italia come Volkswagen. I pm: ‘Maxi-imbroglio sui filtri diesel’”, “Procura di Roma. Pignatone: ‘Salute e Ambiente sapevano da anni’”, “Lettera ai ministri Galletti, Delrio e Lorenzin sui sistemi antiparticolato: ‘Le indagini confermano rischi per la salute e autorizzazioni anomale’. Ci guadagnano Pirelli e Fiat”.
A centro pagina, sulla riforma del Senato: “Senato, il lodo è una truffa. Renzi ha fregato la sinistra”, “Il giurista Pellegrino spiega l’ultimo bidone”, “L’accordo chiuso con i bersaniani non garantisce alcuna scelta degli elettori. Non modifica infatti l’articolo 2 della norma, che dice: ‘I consigli regionali eleggono con metodo proporzionale i senatori’”.
Sopra la testata, un altro titolo con foto di Renzi: “Voci di senatori comprati a Palazzo Madama: il M5S presenta un esposto ai m. Con Silvio, era il Pd a denunciare ‘il mercato delle vacche’”.
In evidenza anche il tema intercettazioni, con il richiamo all’intervista del quotidiano all’avvocato Malavenda. Il titolo: “così il governo ha messo la museruola alla stampa”, “’Bavaglio’: quando Pd e giornali di sinistra strillavano (contro B.)”.
A centro pagina anche una foto del sindaco di Roma Ignazio Marino: “Marino Granturismo: voli, cene vip e caffè con la credit card comunale”.

Libero: “Tanti saluti alla salute”, “Il governo a caccia di denaro mette nel mirino 208 esami diagnostici e scardina la prevenzione, la sola che può dare risparmi a lungo termine. I medici minacciano scioperi, i malati si preparano a metter mano al portafogli”.
Sullo scandalo Volkswagen l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro (con caricatura della cancelliera Merkel che estrae da un portabagagli sacchi di euro): “Ora fuori i soldi delle rottamazioni”, “La casa tedesca ha distorto il mercato e truffato i consumatori: deve pagare. Anche in Italia”.
A centro pagina, foto del Papa a bordo di una Fiat 500 negli Usa: “Il Papa non è comunista: ‘Solo sinistrino’”.
In prima anche le riforme: “Il pastrocchio sul Senato”, “La ditta emiliana ha obbligato Bersani ad arrendersi a Renzi” (di Franco Bechis).

Volkswagen

La Repubblica: “Winterkorn lascia: ‘Noi all’oscuro’. Ue: ‘Indagini negli Stati’”, “L’ad del gruppo tedesco: ‘Serve un nuovo inizio’. Il titolo recupera il 5%. Per la successione in pole Mueller. Inchieste penali negli Usa e in Europa”. A descrivere il “personaggio” Winterkorn è Andrea Tarquini: “La resa del manager invincibile che ha spodestato ‘Re’ Piech (ex presidente del gruppo) e portato Vw sul tetto del mondo”, “Era il Ceo del settore auto più pagato d’Europa con uno stipendio di 17 milioni di euro”, “Con i suoi sottoposti era severissimo: ‘Non voglio compromessi, voglio la perfezione tecnica’”.
A pagina 9, un’intervista a Giuseppe Berta, storico dell’industria dell’automobile: “Il Dieselgate favorirà elettrico e ibrido”, “I marchi asiatici possono avvantaggiarsi e si aprono spazi per i piani di Marchionne con Gm”.
Poi, alle pagine seguenti: “Ipotesi class action mondiale da 50 miliardi di dollari”, “Undici milioni di potenziali aderenti per avere i risarcimenti del danno. Solo per le auto vendute negli Usa la Volkswagen potrebbe sborsare una cifra vicina ai 25 miliardi di euro”. Di Paolo Griseri.

Il Corriere della Sera, con Danilo Taino, descrive “la rivincita del rivale Piech”, “attesa una riorganizzazione del gruppo”.

La Stampa, a pagina 2, intervista John German, il tecnico e dirigente dell’International Council on Clean Transportatiocn che ha smascherato la truffa: “Ecco come abbiamo scoperto il software tarocca centraline”.
A pagina 3: “La tempesta perfetta di Wolsburg brucia manager, miliardi e fiducia”, “Anche l’industria della componentistica italiana è in grande allarme”.

Il Fatto a pagina 2 scrive che l’8 luglio scorso i ministri Galletti, Delrio e Lorenzin hanno ricevuto una lettera di Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica a Roma, nella quale dava conto delle indagini dei pubblici ministeri della Capitale: confermavano tutti i dubbi sui Filtri antiparticolato (Fap) montati sulle auto diesel per ridurre le emissioni. Il Fap, scriveva Pignatone nella missiva che Il Fatto ha potuto leggere, “oltre a immettere nell’aria altre sostanze nocive, determina la trasformazione del particolato in nanoparticolato, ossia polveri sottilissime non misurate dai dispositivi di monitoraggio in uso, ma ben più nocive per la salute”. Il rilascio delle autorizzazioni “è avvenuto per anni – scriveva ancora Pignatone – e si ha modo di ritenere che avvenga ancora, senza alcuna verifica del corretto funzionamento dei suddetti sistemi nel lungo periodo”, “Il ministero dell’Ambiente, così come quello della Salute, non risultano aver mantenuto alcuna interlocuzione con quello dei Trasporti nella fase di attuazione della normativa”. Due i produttori che ne hanno tratto vantaggio, sottolinea il quotidiano: Pirelli Eco Tecnology e Iveco Spa.
Più avanti ancora su Il Fatto, con un articolo di Mattia Eccheli da Berlino si parla di “capro espiatorio” per quel che riguarda l’ad Winterkorn: “La Volkswagen lascia a piedi l’ad dei record”, “Il consiglio di sorveglianza del gruppo volta le spalle a Martin Winterkorn che si dimette. Il sindacato: ‘Lui non sapeva nulla’”.
E sulla stessa pagina Marco Lillo scrive che “in Europa i diesel inquinanti sono legali”, “Il vero punto dello studio Ictt è che fino al 2017 gli standard europei consentono emissioni più elevate che negli Usa”.

Il Papa negli Usa

La Repubblica: “Il Papa: ‘Vengo da figlio di migranti’. Obama: ‘Lei porta la speranza’”, “Alla Casa Bianca ilPontefice esorta allo sviluppo sostenibile e cita Martin Luther King. Ai vescovi: ‘Mai più pedofilia’”.
E “lo scenario” tracciato da Vittorio Zucconi: “Barack e Francesco, i ‘meticci’ divenuti simboli del nuovo volto del mondo”.

Il Corriere della Sera: “Il Papa a Obama: sono figlio di emigrati”, “Francesco loda le iniziative della Casa Bianca contro l’inquinamento e ricorda Martin Luther King. Il presidente americano, compunto, quasi rigido, rende omaggio al Pontefice della ‘speranza’”. E’ Massimo Gaggi a scriverne. E ad intervistare il filosofo cattolico Michael Novak: “Ha conquistato tutti. Anche i non cattolici attirati dai suoi gesti’”.
A pagina 9: “Il monito ai vescovi: non siate divisivi. E cita i momenti oscuri della pedofilia”.Di Gian Guido Vecchi.

La Stampa: “Ovazione alla Casa Bianca, ‘Io, figlio di migranti, come l’America’”, “Francesco parla di rifugiati, libertà religiosa, ambiente e cita Martin Luther King. Obama: ‘Lei è l’uomo della speranza, esempio vivente degli insegnamenti di Gesù”.
Il “retroscena” di Paolo Mastrolilli: “Nessun affondo su famiglia e sociale, sospiro di sollievo per la Presidenza”, “Lo staff temeva qualche ‘bacchettata’ invece l’intesa è stata totale”.
E il vaticanista Andrea Tornielli: “Non ci sono solo i temi etici. Bergoglio aggiorna l’agenda dei vescovi Usa”, “Il riferimento alle sfide dei pro-life e le nozze gay, ‘Basta proclami, siate pastori vicini alla gente’”.
Paolo Mastrolilli intervista George Wiegel, biografo di Giovanni Paolo II e considerato un cattolico conservatore: “Ma la Chiesa che vuole negli Stati Uniti c’è già”, “spero completi la sua conoscenza del mondo cattolico americano”.

Riforma del Senato

La Stampa: “Senato, il Pd alla fine trova l’intesa. Grasso: impedirò il blocco dei lavori”, “Bersani esulta. Ma scoppia il caso degli 85 milioni di emendamenti presentati da Calderoli”. Spiega Carlo Bertini che i futuri senatori saranno eletti dai consiglieri regionali, ma in conformità con le scelte degli elettori. Le modalità di elezione saranno poi definite con una legge quadro nazionale che le Regioni dovranno recepire.

Il Corriere sottolinea che c’è la firma della presidente della Comissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro in calce all’armistizio che chiude lo scontro tra governo e minoranza sull’elettività dei senatori: modifica l’articolo 2, come chiesto dai dissidenti. Ma lo fa nell’unica parte (il comma 5) cambiata dalla Camera dopo il sì del Senato. Il resto rimane blindato come nei desideri del governo. La composizione del nuovo Senato è invariata: i consigli regionali “eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti” e “tra i sindaci” dei territori. Ma, è la novità, sono eletti dai consigli “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi”. Saranno i cittadini a scegliere, insomma, poi spetterà ai consigli la nomina ufficiale.

La Repubblica: “Intesa Pd in tre mosse. Da Calderoli 82 milioni di nuovi emendamenti”, “Ma il presidente Grasso non ci sta: ‘Li ritiri o li dichiaro tutti inammissibili’. E i dem minacciano l’abolizione del Senato”.
Il quotidiano intervista il ministro delle Riforme istituzionali Maria Elena Boschi: “Non è metodo Mattarella, il dialogo va aperto a tutti. Per colpa di Lega e Sel salta il sì alle unioni civili”.
Alla pagina seguente: “Esodo Forza Italia, in otto da Verdini”, “Il nuovo gruppo appoggerà le riforme. L’ira di Berlusconi: ‘Sono dei traditori, senza di me non sono niente’. Ma l’ex coordinatore azzurro avverte chi è rimasto nel partito: ‘Sappiatelo, la nuova Fi sono io’”.

Il Corriere intervista la presidente della Commissione Affari costituzionali, la senatrice Pd Anna Finocchiaro: “Un conflitto molto duro ma ha vinto il partito. Ho fatto ciò che dovevo”, “Il Presidente del Senato deciderà, mi fido di lui”.

Il Fatto: “Senato, la Ditta tratta poltrone”, “Il premier chiude l’accordo con l’asse Bersani-Errani-Migliavacca, all’angolo i giovani. Forza Italia perde pezzi. Calderoli: 80 milioni di emendamenti. Grasso: ‘Misure straordinarie”.
E il quotidiano intervista il giurista Gianluigi Pellegrino: “Ma quale mediazione, è solo un grande bluff”, “Nessuna elezione diretta, Renzi li ha fregati ancora”.

Sul Giornale il direttore Alessandro Sallusti scrive che “Dal Porcellum al Banditellum il passo è stato breve. La riforma che in origine doveva chiudere il Senato, sulla quale ieri Renzi ha raggiunto un accordo con le sue minoranze, è infatti cosa da banditi sia nella forma che nella sostanza e nel metodo. La forma – che permette sia a Renzi che a Bersani d dire: ‘Ho vinto io’ – decreta che i futuri senatori saranno eletti dalla gente (come voleva la minoranza Pd) ma anche no (come voleva il premier). O se volete vale anche l’inverso: saranno nominati dalle Regioni (come voleva Renzi) ma anche no (come voleva Bersani)”. E più avanti: “Ma la truffa del mago Renzi raggiunge il top nel metodo: ricatti ai suoi (vi mando tutti a casa, i voti me li danno Verdini e soci), prebende a membri dell’opposizione a corto di soldi e quindi disponibili a tradire e passare con lui. Dicono che uno degli ultimi acquisti del premier sia un senatore del centrodestra alle prese con un complicato divorzio. Per placare le ire della moglie, e per limitare gli alimenti, si sarebbe detto disponibile a votare sì al Banditellum in cambio di un posto di lavoro fisso per la signora”.

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