Articolo 18 con reintegro: il nuovo testo

Le aperture

La Stampa: “Articolo 18, torna il reintegro”, “Il premier: riforma storica. Bersani: passo avanti. Camusso cauta: temo sorprese. Draghi: il lavoro non è finito. Allarme Bankitalia: crolla il reddito delle famiglie”.
A centro pagina, con foto di Umberto Bossi, l’inchiesta sulla Lega: “I pm: 500mila euro ai Bossi e al sindacato” (si fa riferimento al SinPa, sindacato padano).

Corriere della Sera: “Così cambia il mercato del lavoro”, “Sui licenziamenti economici sarà possibile anche il reintegro. Ridotto l’indennizzo, allentata la stretta sui contratti flessibili”.
A centro pagina, stessa foto di Bossi de La Stampa per l’inchiesta sulla Lega, con le frasi delle intercettazioni dell’ex tesoriere Belsito: “‘Porsche e diplomi alla famiglia Bossi'”, “Belsito nelle intercettazioni: soldi a figli e moglie del Senatur”.

La Repubblica: “Articolo 18, torna il reintegro”, “Via libera al ddl. Monti: una riforma storica. Imprese e banche in rivolta”.
A centro pagina, lo scandalo Lega: “‘Ai figli di Bossi 200mila euro'”, “la segretaria: decideva la moglie”.

Il Sole 24 Ore: “Contratti e art. 18: come cambia il lavoro”, “Licenziamenti economici: reintegro solo per palese insussistenza. Una delega per il pubblico impiego”. Il quotidiano offre nella sezione ‘documenti’ la prima parte del testo del disegno di legge.
Di spalla: “Monti: è una svolta storica per la crescita dell’Italia. Arriva l’altolà delle aziende”, “Fornero: ora le imprese non hanno più alibi per non investire nel nostro Paese”.

Il Giornale parla di “finta riforma” e titola: “Monti cala le brache”, “Sull’articolo 18 il governo avalla il progetto del Pd: torna il reintegro. La rabbia delle aziende”. E poi: “Imu, altra stangata alle imprese. E in Borsa è di nuovo paura”.
Di spalla: “Lumbard assediati. Summit segreto Maroni-Lady Bossi”. Secondo il quotidiano la moglie del Senatur ha chieso garanzie sul futuro politico dell figlio Renzo.
A centro pagina, con foto di Mussolini insieme a Rachele: “Quando Mussolini usava ill ‘viagra’”, “In un libro il mito del grande amatore. Nato anche grazie a qualche stimolante”.

Il Foglio, sulla riforma lavoro: “Un compromesso politico dalla logica stringente salva la riforma Fornero”, “Il giudice potrà reintegrare il lavoratore in caso di licenziamento economico insussistente. Cisl approva, Cgil apre”.
Sulla Lega: “La complicata guerra di Maroni per prendersi la Lega, ma salvando Bossi”.

Il Fatto: “in un Paese di ladri”, “Emergenza nazionale. Dai partiti al calcio alla burocrazia, l’Italia è infestata dalal corruzione. La dimensione delle ruberie è tale che l’etica pubblica viene sostituita dal ‘così fan tutti’. E i moniti di Napolitano servono a poco. Padania ladrona. Dopo il caso Lusi (Margherita) l’impudenza di Bossi e famiglia foraggiati con soldi dei cittadini dimostra che la Casta continua a farsi gli affari suoi. Tanto che la Commissione Trasparenza finisce nel ridicolo”.
In taglio basso: “Art. 18, tutti contenti. Piangeranno gli statali”.

Lavoro

Nel testo sulla riforma del lavoro inviato ieri al Quirinale cambia la riformulazione dell’articolo 18 dello Statuto del alvoratori rispetto alle linee guida illustrate dal governo circa due settimane fa. Spiega La Stampa che il giudice potrà intervenire a tutela dei lavoratori anche sui licenziamenti ‘economici’ qualora siano ‘ingiustificati’ e di carattere ‘discriminatorio’. Sarà cioè garantita la possibilità di reintegro ai lavoratori cui il giudice riconoscerà che il licenziamento per motivi economici è stato illegittimo. Il giudice, secondo la nuova formulazione del testo, “annulla il licenziamento e condanna il datore di lavoro alla reintegrazione del posto di lavoro e al pagamento di un’indennità risarcitoria”. L’articolo 14 del disgeno di legge  prevede il reintegro per licenziamenti economici ‘infondati’ o, come ha precisato ieri lo stesso Monti, “insussistenti”. La procedura per il licenziamento individuale prevede anche l’obbligo della conciliazione, con la possibilità da parte dei lavoratori di farsi assistere dai sindacati. Una ‘guida alla riforma’ viene offerta in due pagine dal Corriere della Sera. Dove si legge che sono previsti riti abbreviati per i processi sui licenziamenti: a loro i tribunali riserveranno particolari giorni nel calendario delle udienze. Dopo il ricorso, l’udienza dovrà essere fissata entro 30 giorni. Anche su Sole 24 Ore due intere pagine divise in capitoli sulla riforma del lavoro. Si spiega anche che è prevista una diminuzione dell’indennità dovuta nel caso in cui il giudice nega il reintegro sul posto di lavoro: scende perché si va dalle 12 alle 24 mensilità (massima e minima), rispetto all’ipotesi precedente, che la fissava tra 15 e 27 mensilità. E’, secondo il quotidiano, una “contropartita” pagata alle aziende, nel momento in cui si amplia la tutela a vantaggio del lavoratore. Per i licenziamenti discrimnatori resta sempre il reintergo automatico, a meno che il lavoratore non opti per l’indennizzo.
Il quotidiano di Confindustria intervista il segretario Cisl Raffaele Bonanni, che dice: “Bene la tutela dagli abusi, la riforma è equilibrata”. Dice Bonanni: “Siamo soddisfatti perché la questione che più ci preoccupava, la tutela nei licenziamenti economici fraudolenti, si è risolta proprio come abbiamo auspicato. Il giudice potrà stabilire il reintegro nei casi in cui è manifesta l’inussistenza di motivazioni economiche. Ma solo se si andrà in giudizio, visto che è stato adottato il modello tedesco, da noi fortemente sostenuto, con il ricorso alla conciliazione obbligatoria. In Germania viene coinvolto il consiglio di fabbrica, da noi il sindacato, per tentare una soluzione extragiudiziaria. Solo in assenza di un’intesa si va dal giudice che non deve partire da zero, ma si avvale del lavoro istruttorio fatto in sede di conciliazione, con un rito abbreviato”.
Il Fatto scrive che in Cgil “sono più cauti”: Susanna Camusso non ha fatto dichiarazioni ieri, ma il commento che si raccoglie in sede Cgil è che le modifiche sono quelel che il sindacato chiedeva: tanto che si ipotizza di ‘sospendere’, non di ‘revocare’, lo sciopero generale. Oggi si terrà la segreteria nazionale, ma al momento gli sforzi si concentrano sulla buona riuscita della manifestazione con Cisl e Uil sul tema degli ‘esodati’ e delle ricongiunzioni onerose. Seecondo Il Fatto “si drizzano le antenne” nel pubblico impiego, poiché il testo del disegno di legge prevede la riforma della Pubblica amministrazione mediante legge-delega. Il sindacato teme la ‘spending review’ del ministro della Funzione pIbblica Patroni Griffi, perché potrebbe tradursi in un utilizzo massiccio della mobilità.
La Repubblica intervista l’ex leader Cisl Pierre Carniti. Dice che quell adi Monti “non è un avera riforma” perché ha dimenticato i giovani: “il solo fatto di aver allungato l’età pesnionabile ha bloccato 100mila posti di lavoro per i giovani. Una volta compiuto quello che io considero un errore, il resto è venuto di conseguenza e ci si è avvitati per settimane sulla questione dell’articolo 18”.

Internazionale

Sulla prima pagina de La Stampa un richiamo all’intervista del quotidiano al ministro degli Esteri Giulio Terzi: “‘L’Ue ora tolga le sanzioni alla Birmania’”. Si scrive che Terzi prepara una missione con vari imprenditori nel Paese della leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi.
Su La Repubblica, le primarie repubblicane Usa: “Romney vince in tre Stati e parla già da sfidante”. Vittoria in Wisconsin, Maryland e District of Columbia. Romney è a quota 655 delegati. Gliene occorrono 1.144 per la convention di agosto. Il secondo è Santorum, con 278 delegati. La nomination è “a un passo”. Obama lo accusa: “Vuoi il darwinismo sociale”.
Restiamo a La Repubblica per segnalare le ripercussioni della poesia firmata dallo scrittore tedesco Gunter Grass di cui dava conto La Stampa ieri: accusava Israele di costituire una minaccia alla pace per il fatto di detenere un potenziale atomico senza riconoscere ad altri Stati come l’Iran lo stesso diritto. Accusava la Germania di vendere sottomarini a Gerusalemme. Oggi anche La Repubblica intervista Elie Wiesel: “Un premio Nobel com elui non può ignorare la storia”.
Sul Corriere della Sera si riferisce che negli Stati Uniti il processo agli ideatori dell’11 potrebbe portare gli accusati alla pena di morte: il procedimento giudiziario davanti ad una corte militare dei 5 terroristi accusati dell apianificazione degli attacchi potrebbe concludersi con la condanna a morte. Fra loro, c’è anche la ‘mente’ Khalid Sheik Mohammed.
Anche su La Stampa: “Stati Uniti, la mente dell’11 settembre verso il patibolo”.
Su La Stampa anche il processo in Turchia ai militari golpisti del 1980: i due generali, 94 e 89 anni, non sono presenti in aula. Tutti i partiti si sono costituiti parte civile insieme al governo e al Parlamento.

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