Amministrative: Marino avanti a Roma, crollo M5S in tutta Italia

Il Pd e la sinistra tirano un sospiro di sollievo dopo il grande spavento di domenica con l’astensionismo record. Un risultato non facilissimo da decifrare ma che dà qualche indicazione utile a tre mesi esatti dalle Politiche. Per esempio, che il vento dell’indignazione grillina si è molto affievolito, più della metà del voto di opinione esploso a fine febbraio con la croce sulle cinque stelle è rifluito nell’astensione di massa di queste amministrative (a Roma -20 rispetto alle elezioni politiche) che manifesta un’insofferenza generale verso la politica, tutta, anche quella rappresentata dalla forza anti-sistema M5S.

Altro dato è la difficoltà a sovrapporre dimensione politica nazionale e locale. Questa tornata amministrativa è una valutazione sul governo Letta? Probabilmente no. E’ piuttosto un voto molto legato al territorio.
A Roma il giudizio è dunque soprattutto sul fallimento della giunta Alemanno. Sono dodici i punti in percentuale che separano Ignazio Marino e il sindaco uscente, 42,60 contro 30,27%, con un esito per il ballottaggio che sembra difficilmente ribaltabile (ci sono oltre 120mila voti di scarto). «Il ballottaggio è un’altra partita e ho già recuperato contro Rutelli cinque anni fa» prova a confortarsi Alemanno. Ma è difficile oggi vedere la luce.

Notevole il tracollo del Movimento 5 Stelle che nella Capitale passa dal 27 e oltre di febbraio al 12,8 di queste Comunali. L’outsider indipendente Alfio Marchini si attesta a un onorevole, ma nulla più, 9,5%. Non ha inciso la proposta di sinistra Sandro Medici che raccoglie poco più del 2%.
In una destra mai così in basso nella Capitale può sorridere solo Giorgia Meloni che porta i Fratelli d’Italia a sfiorare il 6% e a battere un competitor come La Destra di Francesco Storace che supera di poco l’1%. Il Pdl si ferma sotto la soglia del 20 (19,21% e nemmeno 200mila voti).

In tutta Italia la proposta del centrosinistra funziona e porta i suoi candidati al ballottaggio o addirittura li fa vincere al primo turno. Si riconferma il sindaco di Vicenza Achille Variati che con Flavio Zanonato ha costituito in questi anni l’avanguardia dei democratici nel nordest. Variati ha raccolto oltre il 53% rispetto alla sfidante leghista Manuela Dal Lago che si ferma al 27.
Anche a Imola il candidato del centrosinistra è subito sindaco: Daniele Manca stacca il grillino Claudio Frati che sfiora il 20%.

Viste il contesto, sorprende anche il risultato di Bruno Valentini a Siena, dove per la prima volta il candidato di centrosinista è costretto al secondo turno ma non si verifica il crollo del Pd dopo le viceende Mps. Quella che avrebbe dovuto rappresentare una vittoria della nuova fase del M5S, rappresenta una cocente sconfitta con il candidato grillino che non entra neanche al ballottaggio e si ferma a un modesto 8,56.

Nelle Regionali in Valle d’Aosta, si afferma l’Union Valdotaine e crolla anche qui il movimento grillino che passa dal 18,50 di febbraio al 6,62. Il simbolo del Pdl raccoglie solo 2961 voti e non porta nessun rappresentante in Consiglio.

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